Finding My Love
capitolo 3
Gli
imbarazzi progrediscono…
Yoh
entrò nel centro di Dobie Village con un sorriso beato stampato sul volto. Ne
era certo, quella volta Ren si sarebbe accorto di quanto stava per perdere.
Si
sedette sul bordo della fontana centrale e ci immerse i suoi pensieri ma non
passò molto più di mezz’ora che il suo nome veniva già reclamato a gran voce
dall’altro capo del villaggio. Quello dove aveva lasciato Ren.
Sconsolato
e lievemente deluso, si voltò verso la saetta che gli correva in contro.
-
Ma tu sei pazzo a lasciarmi da solo con quella.. quella…
-
Ragazza?
-
Non è una ragazza. È un mostro! Mi ha fatto fare il mulo per portarle la spesa
all’alloggio suo e dei suoi compagni di Team, che erano tutti mastodontici!
Enormi, peggio del farabutto di prima!
- E allora?
-
Mi hanno chiamato mingherlino!
-
Allora non dovevi proprio reggere il confronto, eh? … Erano davvero così
grandi?
-
Team Big Guys ti dice nulla?
Yoh
fece un fischio compiaciuto. – E Kaori fa parte della squadra?
-
Sì e per non farmi passare per un mingherlino, perché sono io quello che da del
mingherlino agli altri e non viceversa, mi ha sfidata a duello. Poi a metà
incontro ha cambiato idea e mi ha mollato contro i suoi compagni!
Il
silenzio cadde tra i due. Yoh non sapeva cosa dire, perché pensava che Ren non
avesse finito di raccontare; Ren desiderava che non fosse Yoh Asakura quello
con cui stava parlando, ma un cactus. Perché sarebbe sembrato molto più
ricettivo del suo amico.
-
E… e poi?
-
Poi? Poi cosa!? Mica mi mettevo lì ad affrontarli tutti e tre da solo! Manco
c’era qualcosa in palio!
-
Quindi..
Ren
sbuffò ed abbassò la voce fino ad un sussurro di un sussurro. – Non mi vedi?
Yoh
sorrise, compiaciuto. – Okay, abbiamo solo trovato un tipo sbagliato. Capita!
-
Abbiamo? – un vena cominciò a pulsare nervosamente e pericolosamente sulla
tempia del cinese – Abbiamo?? Stai facendo tutto da solo!
-
E allora basta! Non ti va? Fa niente, pensavo di farti un favore..
-
Lo so che pensavi mi stessi facendo un favore, e volevo vedere quando ti
saresti reso conto di avere torto! Torto marcio!
La
vena si tranquillizzò appena, ma rimase sempre in allerta. All’occasione,
poteva rigonfiarsi in un secondo.
-
Bene. Sai Ren, penso che una buona amicizia si debba fondare su un sano
confronto, e non su idee tenute chiuse in se stessi.
-
Giusto.
-
Allora siamo d’accordo.
La
vena si mise in allarme. – Su cosa, scusa?
-
Io non ti aiuterò più a trovare una ragazza.
-
Era ora.
-
Lo farai da solo.
-
Eh?
-
Scommetto che non riusciresti ad uscire con una ragazza nemmeno se fosse in
gioco la stima che tutto il villaggio ha per te. O il tuo onore…
-
Ma che stai dicendo??
-
Facciamo che è una sfida: tu trovi una ragazza, ci stai per un po’ e poi mi
dici che ne pensi. Okay?
-
Okay un corno!
-
Allora per stasera dovrai averne trovata una che fa per te!
-
Tu stesso una volta hai detto che non si mette fretta a queste cose.
-
Uhm… - Yoh rimase un po’ pensieroso, poi i suoi occhi s’illuminarono di malizia
– Allora vado a gridarlo per i quattro mari!
-
Sono sette.
-
Quelli lì. Ci stai?
La
giornata passò molto rapidamente, fra un arrossamento e l’altro. La sera Ren,
guardandosi allo specchio, credeva di aver preso troppo sole per il colorito
paonazzo delle sue guance. Per tutto il giorno Yoh non aveva fatto altro che
metterlo in imbarazzo di fronte a qualsiasi ragazza del villaggio che gli
passasse vicina, con una distanza minima di dieci metri. Non erano rare ne
imprevedibili le volte in cui il ragazzo si avvicinava ad un’ignara vittima per
presentarsi e per presentare il suo amico. Ogni volta che lo chiamava così, Ren
aveva l’irrefrenabile voglia di prenderlo a pugni, con la stessa violenza che
ci avrebbe impiegato i primi giorni che si conobbero, quando erano ancora
nemici.
E
passando di bar in parco, di panchina in muretto, ora tutto la popolazione
femminile di Dobie Villaggi conosceva Yoh e il suo amico Ren.
Ci
fu anche una nota positiva in questo strombazzar di corvi: il cinese diretto interessato
scoprì che effettivamente si era precluso a quel genere di conversazione, un
po’ frivola e con una voce melliflua e vellutata; femminile era la parola
giusta, e non sembrava nemmeno tanto terribile come se l’era sempre immaginata.
Purtroppo per lui, Yoh gli aveva innescato la molla fatale. L’apertura mentale
verso le donne.
Ren
consumò in fretta un pasto freddo perché non aveva ne tempo ne voglia di stare
ancora con Yoh, che sarebbe certamente comparso a cena poiché mangiavano sempre
tutti insieme. Non aveva rispettato quella stramba promessa o sfida che gli era
stata proposta quella stessa mattina. E inoltre ci sarebbero state le ragazze
del gruppo, e Ren si disse che per oggi ne aveva viste abbastanza.
Ma
non era così.
Stava
passeggiando sotto le fronde dei ciliegi che circondano il parco del Villaggio
e un senso di tranquilla solitudine lo pervase. Era tutto io giorno che premeva
per sentirlo fino in fondo all’anima. Era una delle poche cose che lo
tranquillizzava e lo faceva stare in pace con il mondo. In altre circostanze,
sarebbe stato stare con gli amici, ma non quella sera.
Quella
sera il destino aveva deciso altro per lui…
Continuò
a passeggiare stancamente per il viale, le mani in tasca e un lieve motivetto
da fischiettare. Dopo un po’ vide un buco nell’erba alta, come se qualcuno ci
si fosse sdraiato. Inoltre, faceva capolino una spiga di grano che ondeggiava,
come se quel qualcuno la stesse rigirando in bocca. Ren conosceva una sola
persona che solitamente stava in quella posizione, ma si stupì molto quando non
vide Hao Asakura.
-
Uh?
Il
cinese si ripromise di non ridere, arrossire, imbarazzarsi o quant’altro; ma
c’era una ragazza in bikini sdraiata di fronte a lui.
-
Posso fare qualcosa?
-
No, beh, è che.. pensavo.. insomma, ti avevo scambiato per.. per uno che
conosco e… niente, tutto qui.
-
Uno che conosci?
-
Sì, di solito lui si sdraia nell’erba con una spiga di grano in bocca, proprio
come hai fatto tu adesso..
La
ragazza annuì convinta, ma il suo viso non nascose un disappunto nel discorso
del ragazzo. Lentamente si alzò, spostando il peso da una parte e dall’altra
per non cadere per via delle gambe addormentate. Era alta quanto Ren ed era
dannatamente bella. Per non dire provocante, visto che era in bikini.
-
Mi domando come abbia fatto a confondermi con un ragazzo… - disse, sfilando
lentamente la spiga dalla bocca e girandogli intorno con atteggiamento felpato,
tremendamente sexy. Ad ogni giro attorno a lui, i loro corpi si avvicinavano
sempre più, finché non si fermò di fronte a lui, fissandolo dritto negli occhi.
Ren
si chiese cosa dovesse, o potesse, fare in una situazione come quella. L’unica
cosa certa era che si stava trattenendo ancora per arrossire o imbarazzarsi. Si
era umiliato abbastanza per quella sera.
Il
vento soffiò lieve, facendo oscillare i rami di un albero che oscurava i due ai
raggi lunari; quando questi rami oscillarono, la ragazza era ancora più
affascinante di prima, velata come una fata, chiara come uno spirito. Lei, dal
canto suo, non poteva che pensare lo stesso: anche Ren le pareva proprio un bel
ragazzo.
Un
sorrisetto beffardo e scappò un bacio. Ren non era riuscito a trattenersi.
Non
appena le loro labbra si staccarono (cioè circa un secondo dopo), lui cominciò
a chiedere scusa, non sapendo spiegarsi perché lo avesse fatto; in fondo, non
sapeva nemmeno il suo nome.
-
Non fa niente…- rispose lei – In fondo, cos’è un bacio?
E
replicò il gesto, portando le mani dietro la sua nuca arruffandogli i capelli e
prolungando il contatto per molto più di un secondo. Quando tutto finì, Ren si
sentiva senza fiato, come se fosse andato in apnea.
Lei
si voltò, ondeggiando i fianchi e voltandosi pochi passi dopo per salutarlo con
un’occhiata mielosa. La luna la inondava come mai aveva fatto prima, fino a
farla risplendere quasi come se la luce fosse sua. Inoltre, il gioco di ombre
che si agitava sul suo petto lievemente affannato era irresistibile. Tanto che
Ren mosse un mezzo passo verso di lei, come per non farsela sfuggire.
-
Che stupido – disse poi lui, scotendo la testa desolato ed alzando i palmi
delle mani – Non mi sono nemmeno presentato! Io so..
Rapidissimamente,
lei gli saltò addosso per tappargli la bocca con un dito. – Non m’interessa,
lasciamo un alone di mistero, mio bel Principe…
Gli
era caduto addosso di petto, e Ren si sentiva mancare il fiato per quelle forme
così vicine a lui, così si limitò ad annuire e a convenire con lei. L’aveva
anche chiamato Principe!
Si
rialzarono lentamente, poi si separarono ognuno per la sua strada. Dopo un po’,
però, Ren non resistette e si voltò per chiederle – Come mai sei in bikini?
Lei
si voltò con un movimento provocante e fece spallucce. – Non mi stavo
divertendo alla festa in piscina, sai com’è… tutti si offendevano se facevo
qualche scherzetto!
E
con una microscopica linguaccia, si allontanò, saltellando e canticchiando un
motivetto diffusissimo in radio.
Lo
sciamano cinese sorrise e tornò al suo alloggio.
Aveva
trovato una nota positiva in una giornata ultra-negativa.
E
le piaceva molto.
<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3
<3 <3 <
Ma
chi si vede! Un nuovo capitolo della mi fic! Domani nevica in tutt’Italia!
(seee, credeteci…)
Mi
spiace per il ritardo, ma non demordo e quindi si continua! Nel frattempo, in
realtà non ho continuato nessun’altra fic, quindi non ho affatto trascurato questa
qui, anzi! ^^
“Anzi
“ in effetti è sbagliato, non ce l’ho sempre in testa… anzi…
Ma
che importa? Ho aggiornato! Gioite gente, e ditemi che ne pensate del capitolo,
anche per vedere un po’ le vostre reazioni su questa nuova comparsa
femminile…
Chissà
poi che succederà! ^__^
Mi
scuso e mi prostro di fronte a voi, ma non posso rispondere alle vostre
recensioni una per una perché non ho un collegamento ad internet molto
affidabile, ma è solo un disturbo temporaneo! Nel frattempo, aggiorno, poi
vedremo come andranno le cose, ma non posso stare tanto tempo sul sito a
rileggere i commenti e a prenderne atto per delle risposte…
Comunque
sia, vi ringrazio tutti enormemente, state certi! Non saprei come andare avanti
senza di voi!
Spero
mi seguirete ancora e ancora!
Ciao!!!