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Autore: Vitya    11/07/2012    3 recensioni
Un normale ragazzo potrebbe mai incontrare una divinità? Che cosa succederebbe se scoprisse che non molto lontano da casa sua abita una ninfa? Potrebbe innamorarsi di un essere celeste?
Questa è la prima storia che pubblico qui, quindi vi chiedo di mandarmi critiche -sempre ben accettate- commenti e opinioni. Spero che vi piaccia almeno quanto la metà di quanto mi piaciuto scriverla.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ninfa di Lamos
Cap 1

Era una placida serata quella che stava passando Shu. Era, infatti, chiuso in casa a causa del maltempo e, non potendo uscire per girare per la città, la cosa più entusiasmante da fare era guardare la pioggia battente dal vetro della finestra.
-Shu, il nonno sta raccontando una storia e tua sorella, perché non lo ascolti anche tu?
-Mamma ho diciassette anni, non ascolto più le storie del nonno da quando ne avevo dieci!
-Scommetto che quella della ninfa di Lamos non l’hai mai sentita … - disse la madre sapendo che il figlio, curioso com’era, sarebbe andato ad ascoltare una storia che non conosceva.
-La ninfa di Lamos? Non esiste nessuna ninfa nel fiume!
-Perché non lo chiedi a tuo nonno, lui dice di averla anche vista … - dopo neanche tre secondi, Shu era già balzato in piedi e si era diretto nel salone dove, davanti al fuoco, il nonno stava raccontando la storia a sua sorella più piccola.
-Nonno ma è vero che esiste una ninfa nel Lamos? – chiese subito al nonno il quale, vedendo la curiosità nei suoi occhi, gli rispose.
-Certo che esiste, io l’ho vista! Siediti e ti racconterò tutto – e Shu non se lo fece ripetere due volte; si sedette per terra accanto alla sorellina e il nonno cominciò.
-Ero molto giovane, potevo avere tre anni più di te. Stavo andando al fiume Lamos per prendere dell’acqua per bere. Ovviamente andai nella parte destra del fiume, quella dove passa l’acqua, e puoi stare tranquillo che non troverai mai da nessun’altra parte dell’acqua così limpida.
-Perché sei andato nella parte destra? In quella sinistra cosa scorre? – chiese curiosa la sorellina di Shu che, essendo ancora una bambina, non poteva certo sapere il mistero del fiume.
-Non lo sai?  - le chiese il nonno – mi stupisce che non te l’ho raccontato: il fiume Lamos si divide in due rami prima di buttarsi nel mare; nel ramo destro scorre dell’acqua, limpida e fresca, nella parte sinistra diventa invece un fiume di lava.
-Come può scorrere lava? Da dove sgorga?
-Nessuno lo sa – rispose il nonno alla piccola – ma posso assicurarti che è così, io l’ho visto quel fiume di lava, però nessuno sa come finisce in mare né da dove sgorga.
-E come hai visto la ninfa di Lamos? – domandò curioso Shu.
- Ero andato a prendere dell’acqua, ma dopo averla presa, quando stavo per andare, ho visto comparire la ninfa: era davvero bellissima, così come tutte le divinità sono. Aveva dei lunghi capelli, lisci e blu come la notte, degli occhi a mandorla, profondi e blu. Mi chiese perché stavo prendendo dell’acqua da un fiume sacro e io le risposi che non sapevo certo quel fiume era consacrato, né che lì viveva una ninfa, altrimenti non sarei mai andato a disturbare una divinità …
-E lei? – chiese Shu curioso.
-Lei mi domandò a cosa mi servisse l’acqua; le dissi che dovevo dare da bere a un mio compagno che era fermo a casa malato, e la ninfa rispose che potevo tenerla perché era per una buona causa. Due giorni dopo il mio caro amico guarì dalla febbre alta che l’aveva tormentato da settimane, nemmeno il dottore riuscì a spiegarsi il perché, ma quando raccontai di aver visto la ninfa tutti capirono che era stata lei a guarirlo. Così il Lamos è divenuto un fiume sacro, e mai nessuno si sogna di oltraggiarlo. – Shu non ci riusciva a credere; una ninfa abitava a pochi kilometri dalla sua città, e lui non ne sapeva niente. Almeno, fino a quel momento. Durante la notte il ragazzo dagli occhi viola continuò a domandarsi se fosse giusto disturbare una divinità, ma era davvero troppo curioso. Il giorno dopo c’era bel tempo, così uscì di casa la mattina per recarsi al fiume. Con sé aveva portato una borsa di cotone con dentro della frutta fresca e del pane appena sfornato, per poterli offrire alla ninfa. Dopo essere giunti al fiume, dopo una così lunga camminata, cercò la ninfa, ma non la trovò. Provò allora a chiamarla, ma non ottenne nessuna risposta. Continuando a camminare vide il punto esatto in cui il fiume si divideva in due rami. Shu rimase incantato ad osservare l’acqua diversi in due e diventare misteriosamente lava. Notando che il fiume non era molto largo riuscì, con balzo, a saltarlo e ad arrivare dal lato sinistro. Continuò a seguire il corso della lava quasi fino a riva; quando vide apparire all’orizzonte il mare, sentì una voce chiamarlo
-Straniero, non sai che il Lamos è un fiume sacro?! – chiese una voce con tono autoritario. Shu si voltò e davanti ai suoi occhi vide una creatura incredibilmente bella: aveva gli occhi grandi, arancioni e pieni di rabbia, i capelli lunghi, mossi e color rosso fuoco. La pelle leggermente abbronzata, le orecchie appuntite, il naso piccolo, le labbra rosee. Quella strana creatura, coperta solo da una tunica di seta arancione che partiva da metà coscia fino ad una spalla, sembrava non gradire affatto la sua presenza.
-Chi sei? – chiese quella creatura squadrandolo dalla testa ai piedi: fissò i suoi capelli scuri e i grandi occhi viola, si soffermò sul corpo magro e alto.
-M-mi chiamo Shu – rispose il ragazzo titubante –vo-voi siete …
-il tuk* del fiume Lamos. E per tua informazione non è un bene disturbare una divinità! Specie se la risvegli dal suo sonno! – gridò il tuk al ragazzo che lo guardava sbalordito. –Spero che tu abbia una valida motivazione per venire in un luogo sacro
-Veramente io … io vi ho portato delle offerte. – affermò subito Shu cercando di placare l’ira del dio.
-Delle offerte?
-Sì, frutta fresca e pane caldo, per voi. Spero che gradiate … - disse offrendo al dio il cibo portato.
-E perché siete qui? – chiese il dio, già più calmo, guardandolo ancora con occhio un po’ critico.
-Io … avevo sentito che nel fiume Lamos c’era una ninfa, così sono venuto per vederla. Poi, però, ho trovato il punto in cui il fiume si divide e, spinto dalla curiosità, ho iniziato a percorrerlo.
-gli uomini non dovrebbero mettere il naso negli affari divini – lo rimproverò il tuk, il quale, però, non sembrava avere pochi anni più di Shu. – Dove hai sentito questa storia?
-Me l’ha raccontata mio nonno, dice di aver visto la ninfa del fiume …
-Deve essere quell’uomo che decenni addietro vide mia sorella. Lei è la ninfa del fiume d’acqua, io il tuk del fiume di lava. – rispose il tuk afferrando una mela rossa e mordendola, constatando che quella frutta era davvero buona.
-Beh, direi che hai soddisfatto abbastanza la tua curiosità, che ci fai ancora qui?
-Posso sapere qual è il vostro nome? – domandò spaventato Shu.
-Perché dovrei dirvelo? – rispose brusco il dio. Allora Shu si alzò e fece per andarsene, ma dopo che si allontanò un po’ sentì una voce gridare
-Vieni domani … – Shu si voltò, ma dietro di lui non c’era più nessuno, né il dio né la sua offerta – se torni domani te lo dirò …
 
 
  
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