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Autore: Cassandra    20/05/2004    7 recensioni
La prima parte della storia è una semplice trasposizione di alcune scene della 39° puntata di Saiyuki dopo le quali, il racconto si modifica acquisendo un corso diverso dalla serie televisiva. A questo proposito, dopo la prima parte, il racconto è da considerarsi quasi un universo alternativo ( oltre ad un delirio completo ) dove accadono eventi completamente indipendenti. Questo determina anche il titolo in quanto, le parole inglesi WHAT IF … vengono tradotte E SE … Normalmente, questa dicitura è usata per segnalare racconti dove gli eventi, a un bivio presente nelle serie regolare, prendono strade molto diverse ( Es. Lady Oscar, al famoso ballo, invece di presentarsi in alta uniforme, asseconda i desideri paterni e veste come una donna ).
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap

cap. 19

paradiso ed inferno

 

Quello che troverete in questo capitolo, è il mio primissimo tentativo di lemon per cui, ho provato a studiare le altre fic, ma senza molto successo.

 

In effetti, il risultato è pietoso. Homura è un buono a nulla_Nd.Sanzo

Osservo una punta di gelosia nelle tue parole. E’ per Goku?_Nd.Cassandra

Razza di fallita! Maledetta autrice del c…azzo!_Nd.Sanzo

Ho colpito nel segno_Nd.Cassandra con un paio di corna da diavoletto.

Muoei!_Nd.Sanzo che punta la W&S verso Cassandra

Ho il giubbotto antiproiettili e ti conviene essere gentile: un colpo di tastiera e posso farti qualsiasi cosa_Nd.Cassandra che, con un ghigno malefico, si siede al PC

Ha ragione Sanzo, senza contare che ucciderla è perfettamente inutile_Nd.Hakkai

Grazie, Hakkai! Sapevo che in fondo mi volevi bene_Nd.Cassandra *_*

Veramente io mi riferivo al fatto che, una volta ripresisi dallo schock causato dal capitolo, saranno i lettori stessi ad eliminarvi_Nd.Hakkai  O_^

Mubble … Mubble … Appunto mentale: far accadere qualcosa di veramente brutto ad Hakkai_Nd.Cassandra

 

Se il lemon, dovesse presentare incongruenze o problematiche ( organiche, stilistiche o altro ) vi prego di avvertirmi in modo da permettermi di rimediare.

Ringrazio per i loro commenti Hisoka, Anna-chan, Demonangel ed Eternal Fantasy in questo che è l’ultimo atto di What is…

La scelta di terminare questo racconto, è dovuta al drastico calo di interesse da parte dei lettori ( e che quindi rende assurdo postare la fic che farebbe da diretto seguito ) che mi spinge a chiedervi un favore: inviatemi le vostre impressioni o critiche sull’intera storia permettendomi di comprendere i miei errori e non ripeterli ).

Vorrei terminare rendendo lode a:

·        Victor, autrice del primo lemon che abbia mai letto e che mi ha fatto appassionare al genere;

·        Dark00, le cui scene splatter mi hanno letteralmente incollato allo schermo;

·        Selina, la santa per eccellenza che non ha mai mancato di postare storie stupende e si è assunta l’ingrato compito di commentare la mia fic segnalandomi gli innumerevoli errori.

 

 

L’appartamento occupato da Goku era arredato con il gusto squisito proprio degli angeli che, glielo avevano messo a disposizione senza la minima esitazione.

Questi non serbavano il minimo rancore per la morte dei compagni.

Popolo guerriero da tempo immemorabile, conoscevano i rischi delle loro scelte e non imputavano ai nemici il decesso dei loro commilitoni.

Chi aveva combattuto erano soldati che avevano seguito la propria strada per poi, perire come avevano scelto ( compreso quelli che lo avevano aggredito ).

Questa concezione, dovuta alla volontà, degli esseri alati, di onorare dei degni avversari come il diciannovenne e i suoi compagni, gli avevano evitato la condanna morale per l’uccisione degli angeli e, contemporaneamente, aveva forgiato un tacito accordo fra le parti per insabbiare il tentativo di stupro.

In fondo, nemmeno l’itan stava pensando a quanto successo od ai morti: aveva spento le vite di tanti demoni mentre viaggiava con Sanzo che, la vista di qualche cadavere non poteva certo impressionarlo e spingerlo a guardare, dal balcone della sala centrale, la luna piena che rischiarava dolcemente il paesaggio circostante.

Il ragazzo sentì che, come tutto il resto del creato, anche il satellite derideva la sua stupidità ... e a ragione.

Ora che la rabbia era scemata si sentiva attanagliato da numerosi pensieri, molti contrastanti fra loro, che gli davano un vago senso di nausea e spossatezza.

L’eretico contrasse la mascella e strinse i denti mentre si trascinava nuovamente nella lussuosa camera: sul tavolo troneggiavano prelibate pietanze, ma stranamente nemmeno il cibo era il grado di distrarlo dai suoi crucci.

Si lasciò cadere su una poltrona: si sentiva distrutto e non per i massacranti eventi di quella giornata.

Solo quella mattina tutto gli appariva chiaro e semplice: Homura era il suo sole e lui avrebbe vissuto con il dio per tutta l’eternità.

Poche ore prima, l’attrazione provata nei confronti di Sanzo era qualcosa di sbagliato che doveva sopprimere, mentre ora …

Goku rimase seduto dov’era per parecchi minuti.

Non era sicuro di avere la forza di alzarsi … non era sicuro di volerlo …

Un lieve bussare lo obbligò a tornare alla realtà.

Per un attimo fu tentato di non rispondere, sapendo chi c’era dietro la porta, avvertì l’impulso di evitare l’angosciosa discussione che lo attendeva una volta aperto.

Rimandare avrebbe però reso le cose più difficili di quanto già non fossero e lui non poteva permetterselo.

“Vieni avanti, Homura” invitò il proprio ospite.

Il dio si introdusse nella camera: aveva recuperato l’aria di fredda sicurezza che lo caratterizzava, ma Goku sentiva che era solo una facciata molto diversa dalla realtà.

In un certo senso comprendeva il desiderio del Dio della Guerra … il suo disperato tentativo di non rimanere solo … lo stesso che aveva invaso lui negli ultimi otto anni …

Fino a dove si sarebbe spinto per non perdere Sanzo?

Goku non osava rispondersi.

“Mi dispiace. Non ho mai avuto la minima intenzione di usarti, ma volevo che tu mi amassi … volevo essere il tuo sole …” esordì Homura.

“Non hai esitato ad ingannarmi per avere ciò che volevi … non mi pare ti sia curato di cosa potessi provare io” osservò l’eretico.

“Quale altra scelta avevo? Tu eri completamente succube di Konzen perché non conoscevi altro rapporto … un sentimento decisamente morboso e unilaterale … lui non ti ama, Goku … per lui non sei altro che una seccatura …” disse il dio dai capelli corvini.

“Tu non sai nulla di ciò che mi lega a lui …” rispose il ragazzo senza troppa convinzione.

Quante volte si era chiesto se Sanzo gli fosse affezionato almeno un pochino?

“Davvero? Dimmi Goku, perché credi non abbia insistito per farti recuperare prima la memoria? Credi che ti vorrà ancora vicino, ora che hai fatto l’amore con me?” chiese la divinità sapendo di toccare un punto dolente “Per lui non sei mai stato altro che un diversivo … una bestia da compagnia …”

“E per te invece cosa sono?” la domanda di Goku emerse dalle profondità dell’animo dell’itan.

“L’uomo che amo più della mia vita … non ti chiedo nulla, solo di poterti rimanere accanto e proteggerti … resta con me, io ho bisogno di te”

L’eretico non rispose, le dichiarazioni del dio lo avevano toccato in profondità lasciandolo senza fiato per ribattere.

Homura aveva ragione: era sempre stato una terribile seccatura per il monaco che aveva detto più volte di non aver bisogno di lui e ora, lo avrebbe certo disprezzato per il suo rapporto con la divinità.

Il dio aveva bisogno di lui … lo amava, almeno quanto lui amava Sanzo … perché l’amore doveva essere tanto ingiusto?

Perché due persone non potevano amarsi vicendevolmente?

Le regole dell’amore erano troppo crudeli, ma lui aveva ora il potere di cambiarle se voleva.

Qualsiasi fosse stata la sua scelta, non poteva tornare indietro … il suo mondo e coloro che lo popolavano, erano molto diversi da sei mesi prima … lui era cambiato …

Anche se Sanzo lo avesse nuovamente  accettato, ormai Goku non avrebbe potuto rimanergli semplicemente accanto … non gli sarebbe più bastato … non ora che si era reso conto di amare il monaco.

L’itan comprendeva che il suo amore era impossibile e questo, forse, era un bene: rendeva più facile la sua scelta.

Il giovane guardò il dio che, ritto nel mezzo della stanza, attendeva la sua risposta e, prima ancora di rendersi conto di quanto faceva, annuì impercettibilmente.

Un sorriso illuminò il volto della divinità che si affrettò ad avvicinarsi: le loro labbra si incontrarono in un bacio tenero ed incerto.

Homura lo strinse forte a sé prima di sospingerlo verso il letto per fissare con tutta calma gli occhi dorati.

“Ti amo da impazzire” sussurrò Homura, avvolto da un sentimento tanto forte e doloroso da farlo tremare.

Prese nuovamente le labbra di Goku ma stavolta, non ci fu nulla di tenero o incerto nel suo bacio: l’apprensione dovuta al timore di averlo perso era mutata in una passione avida ed esigente.

Accarezzò i lunghi capelli castani assaporandone il profumo, prima di aprire il pesante diadema ed osservare Goku trasformarsi in Seiten Teisei.

Il respiro del giovane divenne affannoso mentre i denti si trasformavano in zanne e le unghie diventarono artigli.

Questi ultimi si muovevano in cerca della nuda pelle: voleva assaporare il dio, non i suoi indumenti.

Con gentile decisione, l’itan sospinse l’amante verso il letto iniziando a carezzargli con gesti esperti l’inguine, per poi scendere verso il pene che sentì fremere al suo tocco.

“Goku …” sussurrò in tono pressante il dio mentre gli affondava le mani nella schiena ambrata e lo girava dolcemente.

Le labbra della divinità tempestarono di baci la schiena del demone, scendendo sino al sedere.

Piccoli morsi stuzziacarono le sode chiappette del giovane finchè, tremando di desiderio, Homura scostò le due natiche* per scorgere l’ano del compagno ed iniziare ad allargarlo con le dita.

Goku inclinò la testa all’indietro: era in preda all’eccitazione ed alla senzazione che il suo corpo non gli appartenesse più … che il suo organismo fosse diventata del Dio della Guerra … che la sua stessa anima fosse del corvino compagno.

Questa consapevolezza fu come una secchiata d’acqua gelida per l’itan anche se, in un primo momento non ne comprese il motivo: aveva sempre desiderato appartenere a qualcuno ed ora il suo desiderio si era avverato.

Perché non provava gioia?

Perché si sentiva morire?

Con un moto di stizza si rese conto di non aver mai voluto essere di ‘qualcuno’ ma di una persona ben precisa … dell’uomo che era e sarebbe sempre stato il suo sole … di Sanzo.

Homura inserì il proprio membro ma stavolta, a Goku, parve un’insostenibile intrusione.

Il demone si morse il labbro per non urlare dal dolore mentre, la divinità acquistava un ritmo sempre più veloce.

Era la prima volta che il giovane sperava in una rapida conclusione dell’atto … la prima che si sentiva violato.

Il demone si girò per abbracciare l’amante e appoggiare la testa sull’ampia spalla in modo nascondergli le lacrime che stavano riempiendo gli occhi dorati.

Il dio lo amava e voleva essere il suo sole mentre, Sanzo non desiderava certo legarsi ad un demone eretico.

Semplicemente, doveva riuscire ad accettare queste verità ed imparare ad accettare l’amore del Dio della Guerra.

Homura gli stava offrendo tutto e non meritava di vedere il proprio compagno piagnucolare per un altro uomo!

Con un gesto irritato, approfittando di un attimo di distrazione da parte del dio, il diciannovenne si asciugò il viso e si costrinse a sorridere a Homura.

L’itan posò le labbra sul ventre dell’altro e percorse, piano, le lunghe gambe della divinità.

Il Dio della Guerra gemette, rendendosi conto di non poter più attendere mentre il ragazzo iniziava a succhiargli il simbolo della virilità per poi, lasciarlo andare per cingergli la vita da dietro.

Goku penetrò nell’amante: ben presto furono uniti in un ritmo sempre più incalzante, fino a quando Homura mugugnò in un’esplosione di piacere e chiuse gli occhi appagato.

Nel girò di pochi attimi, cullato dall’abbraccio di Goku si appisolò a differenza del giovane che, quella notte non dormì.

 

Il vento stava ormai tramontando tingendo il cielo di rosso quando Sanzo, al termine della sua prima giornata di ‘libertà’, uscì dalla Torre di Cristallo.

Intorno alla costruzione, una folla di angeli festanti cantava e ballava, tutti apparivano inebriati dalla gioia di avere nuovamente il loro condottiero ed incuranti dei rischi che ciò avrebbe comportato.

“Tzè!” fece il monaco portandosi alle labbra la sigaretta e scrutando la folla alla ricerca della stupida scimmia che pareva essersi volatilizzata: Gojyo ed Hakkai lo avevano informato che il suo pupillo aveva ritrovato la memoria ma che stava tentando di evitare gli altri della compagnia a tutti i costi.

Non che ne fosse troppo sorpreso, si aspettava che Goku tentasse di ‘scansare’ uno scontro diretto con lui anche se ormai avrebbe dovuto sapere che tali sotterfugi erano inutili.

Lo avrebbe trovato e riempito di sventagliate, tanto per ristabilire l’ordine delle cose!

Lo individuò dopo un rapido giro di perlustrazione: il demone era appoggiato ad un basso muretto di pietra che, qualche decennio prima, doveva circondare una sfarzosa abitazione ma di cui, ora, rimaneva solo un rudere.

Deciso a non concedere all’eretico la minima opportunità di svignarsela, il monaco gli si avvicinò silenziosamente tuttavia, l’udito di Goku era troppo perché il demone non lo avvertisse:

“Venerabile Sanzo”

Il saluto del diciannovenne colse di sorpresa Sanzo, così come il suo mancato tentativo di fuga tuttavia, questi sentimenti vennero celati dall’asprità della sua voce:

“ Allora, scimmia, si può sapere cosa diavolo ti prende?”

Il giovane non rispose continuando ad osservarsi tristemente la punta degli anfibi, ma il rimprovero di Sanzo lo raggiunse insieme ad una poderosa sventagliata:

“Ti ho detto miliardi di volte di non tenere gli occhi bassi e guardare dove vai!”

Il giovane prese a massaggiarsi il capo ed alzò la testa, tuttavia, evitò di lamentarsi del colpo ricevuto come avrebbe fatto solo sei mesi prima.

Il monaco rimase impietrito davanti al suo sguardo sconfitto, privato totalmente della gioia che lo aveva sempre illuminato: nemmeno durante la sua ‘amnesia’ gli era apparso così diverso … sembrava disperato … no, il termine giusto per definirlo era un altro … sconfitto.

Sanzo non immaginava che, il ragazzo si sentisse sporco, inadatto a bearsi ancora della luce del suo sole.

Lo aveva tradito giacendo fra le braccia del Dio della Guerra ed ora, non poteva più tornare indietro.

Goku non era pentito della decisione di restare con la divinità, sapeva di aver fatto la cosa giusta eppure, ora comprendeva il vecchio detto secondo cui, ‘nessuna scelta è priva di rimpianti’.

L’eretico sapeva che, per senso di responsabilità, il religioso lo avrebbe riaccolto nel loro gruppo: liberandolo, il biondo si era accollato anche il compito di allevarlo e non si era mai tirato indietro, anche quando era stato chiaro che il demone gli avrebbe creato un sacco di seccature.

Tuttavia, Goku non avrebbe tollerato la delusione che avrebbe continuamente visto negli occhi del suo sole da quel giorno in poi.

Sanzo lo guardò perdersi nei suoi ragionamenti chiedendosi quale linea d’azione sarebbe stato meglio seguire: doveva essere dolce e consolare la scimmia?

Oppure doveva essere cinico e freddo come al solito fingendo che tutto fosse normale?

Optò per la seconda ipotesi, non voleva affrontare una discussione con Goku senza prima aver compreso cosa avesse privato di tutta la sua inesauribile voglia di vivere il giovane itan ... se Homura gli aveva fatto qualcosa di male … se aveva osato usargli violenza perché si era ricordato … divinità o meno quel bastardo avrebbe dovuto rispondere a lui di qualsiasi livido o parola dura avesse rivolto alla scimmia!

Che diamine! Solo lui poteva picchiare o adirarsi con Goku: nessun’altro aveva il diritto di sfiorarlo, nemmeno con un dito!

Si era tirato indietro per studiare meglio la situazione, ma ciò non significava che, una volta tornati alla normalità, quel bastardo potesse continuare a prendersi certe libertà con Goku!

“Andiamo a mangiare” il tono del monaco era fermo, ma non adirato.

Sanzo diede le spalle all’eretico aspettandosi che questo lo seguisse con entusiasmo, se non altro all’idea del pasto, ma la voce del diciannovenne lo raggiunse:

“No!” il ragazzo puntò gli occhi dorati sul suo sole che, nel frattempo, si era girato “Non voglio venire e voi non avete il diritto di ordinarmelo! Non sono più il vostro servo, Venerabile Genjo Sanzo Hoshi!”

Sanzo si girò incredulo: aveva creduto che la scimmia gli si sarebbe gettata fra le braccia non appena compreso che lui aveva perdonato le sue colpe.

Ma in fondo, cosa doveva perdonare?

Lui non aveva legami o accordi con Goku, il demone poteva spassarsela con chi voleva senza che questo potesse essere considerato un tradimento.

Nemmeno ora che Sanzo si era reso conto di amarlo …

Il monaco nascondeva da molto tempo le proprie emozioni ed ora che era stato obbligato a prenderne coscienza, forse era troppo tardi.

Il rifiuto del giovane lo aveva ferito, pungendolo sul vivo e, come sempre accadeva, mutò il proprio sentimento di inadeguatezza in rabbia:

“CHE DIAVOLO TI PRENDE, BAKA SARU?”

Una luce omicida brillava negli occhi di ametista che non promettevano comprensione o gentilezza, ma Goku non si lasciò intimidire:

“Resto con Homura … Naturalmente completerò la missione accompagnandovi ad uccidere Gyumao e proteggendovi nel tragitto, ma questo sarà l’unico rapporto fra noi, Venerabile Sanzo”

Il monaco alzò il ventaglio per colpire me poi lo fermò a mezz’aria, incapace di agire.

“FA QUEL DIAVOLO CHE TI AGGRADA, SPORCO DEMONE!” urlò il biondo prima di girarsi ed allontanarsi a grandi passi.

 

 

 

 

 

   
 
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