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Autore: Birbi_alex    14/07/2012    11 recensioni
Per lui alzarsi prima delle undici i giorni feriali era un abominio, tanto che nessuno dei suoi amici si era mai permesso di svegliarlo presto.
Aveva messo in guardia tutti, sua madre ormai aveva rinunciato a chiamarlo di mattina sapendo che la suoneria del cellulare non sarebbe bastata per smuoverlo dal letto, i suoi amici al massimo gli lasciavano dei messaggi sapendo che una volta in piedi avrebbe risposto loro, le ragazze era solito chiamarle lui quindi non c’era problema, l’unica che avrebbe potuto svegliarlo senza ricevere le sue urla era Victoria Justice, la sua vicina nonché sua migliore amica.
Alzò lo sguardo dal cuscino fino al suo viso pronto a borbottare qualcosa ma si bloccò, quando vide quel sorriso dolce riempirle le guance non riuscì a lamentarsi, non avrebbe mai potuto trattarla male quando lo guardava con quei grandi occhi color cioccolato.
La osservò mettersi a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio con la mano e posò la testa sul cuscino senza dire nulla, guardandola con amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il problema è che Ti amo

 



Questa è per voi e per me, che stiamo vivendo i nostri sogni
Siamo esattamente dove dovremmo essere
Sollevo le braccia per aperte, apro gli occhi
E adesso voglio vedere solo
Un cielo pieno di accendini
(Bruno Mars ft. Eminem - Lighters)





Victoria si alzò più presto del solito quella mattina, non aveva neanche dormito molto quella notte in verità.
Avrebbe dovuto andare a farsi il suo primo tatuaggio quella mattina e non sapeva se esserne felice o terrorizzata, era sempre stata un po’ paurosa, addirittura si era messa a piangere quando da piccola le avevano fatto i buchi alle orecchie tanto da averne solo uno, il secondo buco si era rifiutata di farlo in un mare di lacrime e fortunatamente era stata ascoltata.
Entrò nella doccia lentamente per poi essere bagnata dal getto d’acqua calda, uno dei tanti modi per farla rilassare era fare un bel bagno caldo quindi perché negarselo?
Non si preoccupò di fare in fretta, erano le otto e mezza passate di un sabato silenzioso e non avrebbe fatto male a nessuno un suo piccolo ritardo.
Uscita dalla doccia si avvolse in un asciugamano e fece ben attenzione nello spazzolarsi i capelli castani lunghi e mossi, dello stesso colore dei suoi occhi color cioccolato che le davano un’aria da bambina anche se una bambina proprio non lo era, era magra e alta nel suo fisico da giovane donna di ventitre anni.
Corse in camera sua facendo attenzione a non passare davanti ad una delle tante finestre aperte da cui entrava l’aria fresca di una giornata autunnale di Londra.
Viveva in quell’appartamento da quattro anni mal contati, appena aveva raggiunto i diciott’anni era andata a vivere da sola lasciando finalmente i suoi genitori e suoi fratello maggiore Lucas, non ne poteva più di stare sotto le regole di qualcun altro, aveva bisogno dei suoi spazi e di libertà e li aveva trovati in un piccolo appartamento di un condominio nel centro di Londra.
Continuava a sentirsi spesso con suo fratello, l’unico che avesse acconsentito alla sua idea di andarsene di casa, l’unico della sua famiglia che avesse mai capito l’animo di Victoria.
Indossò un paio di jeans scuri, una canotta e una camicetta sopra tutto abbinato con il suo paio di vans bianche.
Fece ben attenzione a non dimenticare nulla, mise il cellulare, i documenti e i soldi nella borsa e dopo aver infilato la giacca uscì dalla porta di casa.
Solo in quel momento si rese davvero conto che quel giorno sarebbe stata marchiata a vita da una macchina, causandole chissà quanti dolori lancinanti.
Ma lei non era sola, ovviamente si era munita di scorta.
Invece di scendere le scale del palazzo per uscire in strada andò a bussare alla porta accanto, alla porta del suo vicino di appartamento, cosa che era abituata a fare ogni giorno.
Bussò alla porta con irruenza e suonò il campanello più volte, poi si guardò l’orologio al polso e capì il motivo di tanto silenzio.
Erano appena le nove e avrebbe potuto scommetterci la casa che quel dannato del suo vicino fosse ancora stravaccato nel letto a dormire.
- beh, vorrà dire che dovrò usare il mazzo di chiavi d’emergenza – mormorò tra sé e sé chinandosi fino a tirare fuori dal vaso di fiori accanto la porta un mazzo di chiavi con le quali aprì la porta senza problemi.
Le serrande dell’appartamento adiacente al suo erano ancora tutte abbassate segno che, come previsto, nessuno si era ancora alzato e né aveva intenzione di farlo.
Alzò gli occhi al cielo chiudendosi la porta alle spalle e in un sospirò si diresse sicura verso l’ultima stanza al fondo del corridoio dove avrebbe trovato il dormiglione.
Bussò per sicurezza, nel caso fosse sveglio e si stesse cambiando, ma si diede della stupida da sola.. quel ritardato stava ancora dormendo, non c’era altra soluzione.
Aprì quindi la porta con sicurezza e cercò con lo sguardo il ragazzo nel letto sdraiato a pancia in giù intento ad abbracciare malamente il cuscino.
- Zayn svegliati! – esclamò sperando in qualche segno divino che però non arrivò.
Sbuffò percorrendo quei pochi metri che la dividevano dal letto per poi scuotere il braccio del ragazzo con irruenza finché questo grugnì qualcosa.
- svegliati, non vorrai mica dormire tutto il giorno, vero? – esclamò ancora sedendosi sul letto accanto al corpo esausto del suo vicino.
- che ora è? – chiese lui con la voce impastata dal sonno tirando leggermente su la testa dal cuscino per scrutare con occhi socchiusi l’orologio sul comodino, orologio che gli aveva regalato lei.
- le nove e un quarto – rispose lei con voce piatta come se stesse dicendo la più normale delle cose, invece lui sgranò gli occhi colpito per poi guardarla male.
- ma sei pazza? È sabato.. lasciami dormire in pace – borbottò per poi ributtare la testa sul cuscino facendo ben attenzione a girarsi al lato opposto a quello di Victoria che lo guardò allucinata.
- Zayn Jawaad Malik alza subito quel culo molle dal letto! – esclamò lei secca per poi tirargli via le coperte facendolo rimanere a pancia in giù sul letto con indosso solo un paio di boxer neri ma lei non ci fece troppo caso, era abituata a vederlo così.
Si alzò veloce dal letto guardandolo di sottecchi aspettando che lui facesse lo stesso, ma vedendolo richiudere gli occhi assottigliò gli occhi e borbottò qualcosa.
- va bene, l’hai voluto tu – continuò per poi andare a passo veloce ad alzare la serranda della stanza illuminandola così e causando i lamenti del ragazzo.
- Vicky ma che ti ho fatto di male? Abbassa quella serranda! – disse lui infastidito nascondendo la faccia sotto il cuscino e lei si chiese veramente che cosa l’avesse spinta ad aver a che fare con quel bambino un po’ troppo cresciuto e come avesse fatto lui a farle il lavaggio del cervello fino a farla diventare la sua migliore amica.
- andiamo Zayn.. mi avevi promesso che saresti venuto ad accompagnarmi a fare il tatuaggio oggi! – sbraitò lei risedendosi nel letto e tirando dei piccoli schiaffetti sulla schiena del moro che finalmente si animò e la guardò.
Per lui alzarsi prima delle undici i giorni feriali era un abominio, tanto che nessuno dei suoi amici si era mai permesso di svegliarlo presto.
Aveva messo in guardia tutti, sua madre ormai aveva rinunciato a chiamarlo di mattina sapendo che la suoneria del cellulare non sarebbe bastata per smuoverlo dal letto, i suoi amici al massimo gli lasciavano dei messaggi sapendo che una volta in piedi avrebbe risposto loro, le ragazze era solito chiamarle lui quindi non c’era problema, l’unica che avrebbe potuto svegliarlo senza ricevere le sue urla era Victoria Justice, la sua vicina nonché sua migliore amica.
Alzò lo sguardo dal cuscino fino al suo viso pronto a borbottare qualcosa ma si bloccò, quando vide quel sorriso dolce riempirle le guance non riuscì a lamentarsi, non avrebbe mai potuto trattarla male quando lo guardava con quei grandi occhi color cioccolato.
La osservò mettersi a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio con la mano e posò la testa sul cuscino senza dire nulla, guardandola con amore.
- quindi non fare quella faccia da addormentato e alzati così andiamo a fare colazione insieme e poi andiamo dal maledetto tatuatore – lo incoraggiò dandogli altri colpetti sulla spalla e accennando un altro dei suoi sorrisi dolci.
- oh, è oggi che dobbiamo andare dal “maledetto tatuatore”? – chiese divertito apostrofandolo in quel modo strano che aveva usato lei per poi ridacchiare.
- sì, te lo devo ripetere un’altra volta o pensi sia ora di connettere il cervello? – ribatté lei spettinandogli il ciuffo di capelli mori con la mano e finalmente lui si degnò di tirarsi a sedere sul letto.
- ricordami solo una cosa, per quale diavolo di motivo ti ho mostrato dove tengo il mazzo di chiavi di riserva? – chiese lui massaggiandosi la faccia con le mani per poi osservarla con quei grandi occhi color nocciola che a dir la verità a lei piacevano tanto.
- perché sono la tua migliore amica nonché tua vicina, se non ci fossi io che ti vengo a svegliare ogni mattina staresti chiuso in casa a vita stravaccato su questo letto – rispose lei facendolo ridere, accodandosi poi con la sua risata cristallina che lo fece arrossire un po’.
Sarebbe stato giorni interi a sentirla ridere, a vedere le sue labbra tirarsi in quei sorrisi genuini e spensierati che lo facevano tornare sempre un po’ bambino.
- dai, se mi dai un bacio ti prometto che mi alzo e andrò ovunque tu vorrai – acconsentì lui allungandosi verso di lei e porgendole la guancia piena che lei avrebbe dovuto baciare.
- ovunque tu vorrai include anche il “maledetto tatuatore”? – chiese lei ridacchiando e quando lo vide annuire sorridente gli prese il viso tra le mani e gli stampò un sonoro bacio sullo zigomo che lo fece andare al settimo cielo.
Perché non gliel’aveva chiesto sulle labbra il bacio? Perché loro erano migliori amici, lei gli voleva bene e non l’avrebbe mai visto come lui vedeva lei.
Avrebbe solo rischiato di rovinare tutto e non si sarebbe mai permesso di perdere quello che si era guadagnato in quei lunghi quattro anni, da quando lei un pomeriggio d’estate si era trasferita nell’appartamento accanto al suo.
Era stato sempre disponibile per qualsiasi cosa, per aiutarla ad ambientarsi nel quartiere, per accompagnarla in giro per le strade, e mano mano che i mesi passavano si erano avvicinati sempre più ma non era mai scoccato nulla tra di loro di tanto travolgente da cambiare il loro rapporto. Almeno, non per lei.
- alzati, vatti a fare una doccia e ti prego fatti la barba – gli consigliò lei alzandosi in modo che potesse farlo anche lui alludendo poi all’accenno di peluria che gli ricopriva la guance e il mento.
- come? Io trovo che mi renda tanto sexy in verità.. – disse lui sicuro alzandosi e sovrastandola con la sua altezza come sempre, facendo crollare ogni accenno di superiorità che si era presa Victoria in quei minuti.
- sexy come un barbone sotto un ponte? – chiese lei non capendo facendolo ridere e vedendolo massaggiarsi la mascella poco convinto di doversi togliere quel filo di barba che a quanto pare tanto amava, per poi fare caso di nuovo al fatto che lui fosse solo in boxer.
- anche tu ricordami una cosa, perché se viviamo in una delle città più piovose e umide d’Europa tu ti ostini a dormire in boxer, non hai freddo? – chiese ancora lei cercando di non abbassare lo sguardo più in giù dell’ombelico.
- sono giovane, sono pieno di bollenti spiriti cara! – rispose lui come fosse una cosa ovvia per poi prendere un asciugamano dall’armadio e dirigersi verso il bagno.
- ah, perché io non sarei giovane? – chiese lei non capendo seguendolo finché lo vide chiudersi in bagno dopo averle lanciato uno sguardo divertito.
- sei nata a Maggio e io a Settembre, il che ci porta al fatto che io sia il più giovane tra i due – disse lui entrando nella doccia dato che Victoria lo sentii armeggiare con il getto d’acqua.
- allora vorrà dire che la vecchia va a mangiarsi i tuoi cari biscottini al cioccolato mentre chiappe d’oro si lava – se ne uscì così lei, facendo il suo ingresso trionfale in cucina per poi allungarsi alla seconda anta della dispensa dove sapeva esserci i biscotti, che in realtà erano cari solo per lei dato che Zayn li comprava sapendo che le piacevano, in modo che quando fosse a casa sua avrebbe sempre trovato qualcosa di buono da mangiare.
Aprì il pacco velocemente per poi sedersi sul divano arancione e accendere la tv com’era abituata a fare sempre.
Ormai non si contavano più le volte in cui faceva quel gesto, di come era abituata a trovare la televisione sempre su MTV accendendola, di come la parte destra del divano cigolasse un po’ sotto sforzo ma nulla l’avrebbe fermata dal sedersi nel suo angolino preferito in quell’ammasso di cuscini arancioni.
Ancora si ricordava di quanto un tempo tutte quelle federe fossero state rosse, ma dopo essere passate dalla sua lavatrice si erano schiarite fino a raggiungere quel color mandarino così familiare.
Dopo un po’ sentii le portine della doccia aprirsi e il rumore del phon le fece capire che quel demente del suo migliore amico avrebbe finito larestaurazione a breve.
- ho finito carissima, mi vesto e sono subito da te – si annunciò Zayn allungando la testa dalla porta del salotto e Victoria fu felice di notare le guance lisce e rosee del ragazzo, segno che si era proprio fatto la barba come lei gli aveva consigliato.
Qualche minuto più tardi lo vide arrivare in salotto con indosso dei jeans neri e una t-shirt dello stesso colore con stampata sopra la bandiera americana, e ai piedi un paio delle sue amate Blazer.
- se non fossi uscito da quella camera entro cinque minuti avrei chiamato la polizia, sappilo – scherzò lei vedendolo poi lasciarsi a sedere sul divano accanto a lei per poi appoggiare la spalla sulla sua facendola ridere.
Sentii chiaramente l’odore del balsamo dati i capelli ancora umidi e del dopobarba che gli aveva regalato lei al suo compleanno.
- uh, biscotti! – esclamò Zayn dopo un po’ alzando il viso e infilando un braccio dentro il pacco che lei alzando gli occhi al cielo gli porse.
- dai Zayn andiamo, che tra un’ora abbiamo l’appuntamento dal tatuatore – gli ricordò alzandosi controvoglia per poi tirare anche l’amico in piedi.
- hai l’appuntamento dal tatuatore, io rimarrò solo a guardare sappilo – la corresse indicandola col dito.
E Victoria che pensava che fosse stata una buona idea farsi accompagnare da lui, infondo Zayn aveva tatuaggi disseminati un po’ per tutto il corpo, sapeva a cosa andava incontro e sperava potesse darle qualche consiglio e un po’ di sostegno.
- sì, ma ti ricordo che sei tu ad avermi consigliato quel tatuatore.. almeno fammi fare bella figura – disse ancora lei mettendo a posto i biscotti nella dispensa per poi indossare la giacca come il suo amico.
- uh certo.. senti Fred, ho portato una mia amica per il primo tatuaggio, vorrebbe una farfallina sull’inguine e mi raccomando falla rosa che è più carina la sfotté improvvisando una voce femminile beccandosi uno spintone da Victoria che scoppiò a ridere.
- ma fattela tu la farfallina sull’inguine, ti donerebbe! – ribatté lei ridacchiando, aprendo la porta e riponendo il mazzo di chiavi che aveva preso prima nel vaso di fiori.
Proprio in quel momento la terza porta del pianerottolo si aprì mostrando una vecchia signora Grunt che sorrise all’istante vedendo i due giovani uscire dalla stessa porta.
Non era l’unica del condominio a pensare che Victoria e Zayn stessero insieme, o almeno lo sperava, infatti vari condomini si erano fatti strane domande vedendoli uscire sempre insieme per poi rincasare tardi il più delle volte ridendo e scherzando come due innamorati, ma di sicuro l’anziana essendo la loro dirimpettaia ne sapeva più di tutti.
Vedeva Victoria entrare in casa di Zayn quasi tutte le mattine per poi uscire insieme a lui poco dopo, e doveva dire che i sorrisi luminosi che si scambiavano le erano sempre sembrati sinceri.
Poi il pomeriggio le parti si invertivano, ovvero il moro bussava alla porta della ragazza dondolandosi nervoso sui talloni per poi vederla uscire di casa felice, parlavano un po’ e poi uscivano per fare due passi.
Quasi ogni sera uno dei due andava a cenare a casa dell’altro per poi stare lì fino a ora tarda, si sentivano risate il più delle volte e doveva anche ammettere di averli visti dividersi solo il mattino dopo qualche volta, nel quale si salutavano con un candido bacio sulla guancia.
In effetti non li aveva mai visti baciarsi sulle labbra o qualche comportamento ovvio che facesse capire una relazione tra i due.
Ed era così, tra Victoria e Zayn non c’era nulla tranne che una pura amicizia.
Certo, capitava, raramente ma capitava, che qualcuno dormisse a casa dell’altro ma non avevano mai fatto nulla.
I due ragazzi scesero veloci le scale dopo aver salutato l’anziana signora con enfasi, lasciandola lì con i suoi dubbi e le sue domande.
 
 
- io insisto nel dire che dovresti collegarlo il cervello, stai per addormentarti – insistette Victoria schioccando le dita davanti agli occhi di Zayn una volta seduti ad uno dei tavolini del bar facendolo sussultare.
- guarda che la colpa è tua, mi hai svegliato presto e finché il cameriere non muoverà il culo e mi porterà il mio caffè dovrai accontentarti di me in questo stato – mormorò lui con chissà quale forza appoggiando la guancia al pugno guardandola prima di sbadigliare sonoramente.
- beh, non so quanto tu sia sveglio ma spero basterà perché ti ho portato da vedere una cosa – disse lei catturando la sua attenzione tanto che tornò con la schiena dritta in attesa che lei tirasse fuori qualcosa dalla borsa dato che rimase un po’ a trafficare dentro ad essa.
Infatti dopo un po’ ne tirò fuori l’ultimo numero di Vanity Fair che cominciò a sfogliare.
- intendi darmi uno dei tanti campioncini di profumo in omaggio? Perché sappi che ieri ho finito quello che mi hai regalato tu – azzardò Zayn annoiato facendole scuotere la testa distrattamente finché non la alzò di scatto – come? Ho capito bene? Hai finito il profumo che ti ho regalato? – chiese allarmata e vedendolo annuire fece una smorfia.
- quello in coppia con il dopobarba, proprio quello? – chiese ancora sperando che lui si fosse confuso con qualche altra cosa.
- si proprio quello – mormorò l’altro facendole sbattere la mano sul tavolo con impeto – diamine Malik sei una bestia, te l’ho regalato due mesi fa e sei già riuscito a finirlo? Sappi che dovrai aspettare per averne un altro, eh! – lo inchiodò alla sedia con lo sguardo.
- avrai tutto il tempo per trovarne uno uguale per Natale Vicky, visto che ho sempre la soluzione io? – chiese lui felice credendo di aver trovato un compromesso ma l’occhiata di fuoco che ricevette non fu esattamente quella che si aspettava.
- io non spenderò una sterlina per te, sappilo – mormorò Victoria a denti stretti e finalmente Zayn capì che sarebbe scoppiata da un momento all’altro quindi cercò di cambiare argomento.
- ma non mi volevi far vedere qualcosa? – chiese allora allungandosi verso il giornale aperto sulle gambe della ragazza per metterlo sul tavolino, e chissà per quale miracolo lei si riprese.
- oh si! Non ci crederai mai.. – mormorò lei sorridendo al sol pensiero per poi aprire la rivista e indicare al ragazzo un certo articolo sui capi in uso maggiormente dalle star.
- sarò sincero non ti seguo, non ti vorrai mica vestire come Lady Gaga, vero? – chiese l’altro continuando a cercare con lo sguardo un dettaglio che potesse portarlo al motivo del tanto entusiasmo di Victoria.
- si, e tu potresti vestirti come uno dei Green Day.. saremo la coppia dell’anno! – commentò lei sarcasticamente facendolo ridere sommessamente – furbo guarda il nome alla fine dell’articolo! – si riprese lei indicando col dito lo spazio dell’autore dal quale spiccava il suo nome in grassetto.
- oddio non ci posso credere! L’hai scritto tu? – chiese Zayn sorridendo felice per la sua amica.
Sapeva della sua passione per il giornalismo e la scrittura, infatti lavorava come designer per alcune riviste ma nulla di più.
Aveva provato a mandare alcuni dei suoi articoli a vari giornali sperando che li pubblicassero ma nonostante la sua bravura non era mai stata accontentata da nessuno, ma vedere che finalmente uno dei suoi sogni si era realizzato lo aveva fatto felice.
Lui non avrebbe mai potuto essere comparato a Victoria, lei aveva inseguito i suoi sogni cambiando casa per avvicinarsi a centro città dove sapeva avrebbe trovato più possibilità di lavoro, invece lui si era accontentato di lavorare come commesso nei vari negozi degli Harrods.
Lei era sempre stata più forte di lui in tutto, era lusingato di avere al suo fianco una persona solare e coraggiosa come la sua amica. Ma anche lei era debole in un certo senso, si faceva spesso prendere dall’ansia ed era paurosa delle cose più futili come aghi e insetti, per quanto non lo desse a vedere aveva bisogno di aiuto anche con le relazioni, ogni ragazzo di Victoria infatti era stato squadrato e controllato più e più volte da lei e Zayn, e solo quando quest’ultimo acconsentiva lei ci usciva insieme.
Era anche capitato che però lei sorvolasse gli avvertimenti del suo amico, specialmente nell’ultimo periodo,  dovuti alla gelosia disarmante verso di lei.
Aveva cominciato a guardarla in modo diverso da qualche mese a questa parte, da quando si era accorto di come nessuna ragazza riuscisse a tenere il passo di Victoria, nessuna aveva i suoi occhi o il suo sorriso, quei capelli lunghi dall’odor di vaniglia, quel sarcasmo che sfociava spesso in una delle sue risate cristalline che lo facevano sentire migliore. Perché tutto quello che gli piaceva di lui, era lei.
Lei sarebbe sempre stata la parte migliore di Zayn.
- finalmente qualcuno ha deciso di pubblicare un mio lavoro, e per di più Vanity Fair! – disse lei aprendosi in uno di quei tanti sorrisi che a Zayn facevano battere forte il cuore, tanto che si sporse ad abbracciarla per poi lasciarle un bacio sulla fronte.
- sono davvero felice per te Vicky – disse ancora lui sorridendole sincero ma furono interrotti dall’arrivo del cameriere con un vassoio con sopra i loro due caffè e due cornetti.
- già, e le novità non sono finite qui! – esclamò lei mentre lui cominciò a sorseggiare lentamente il suo caffè sentendosi subito più sveglio.
- hai presente il bar sotto la redazione dove lavoro io? – gli chiese lei accennando un sorriso felice e lui non poté che annuire continuando a bere il suo caffè.
- bene.. e hai presente il barista biondo con gli occhi verdi con cui abbiamo parlato l’ultima volta? – continuò mentre in Zayn cominciò a crescere uno strano dubbio che lo attanagliò allo stomaco.
- ieri mi ha chiesto di uscire stasera e io ho accettato – disse tutto d’un fiato e il moro quasi si strozzò col caffè tanto che dovette staccarsi dalla tazzina per poi cominciare a tossire goffamente.
- ma chi? Quello con gli occhi color caccola? – azzardò lui guardandola stupito cercando di trovare qualche punto a sfavore del suo nuovo spasimante.
- ehi, stai bene? Ti è andata la lingua di traverso? – scherzò lei ridacchiando dando qualche pacca sulla schiena al suo amico ancora scosso da colpi di tosse.
Lei sorrideva e lui si sentiva mancare perché qualcun altro avrebbe potuto negarglieli.
La cosa che più lo spaventava era che se Victoria avesse trovato un ragazzo, se avesse amato qualcuno, nulla sarebbe più stato lo stesso.
Non sarebbe più venuta la mattina a svegliarlo, avrebbe avuto altro da fare con Lui.
Non sarebbero più andati a fare colazione insieme, lei ci sarebbe andata con Lui.
Non avrebbero più passato interi pomeriggio a scherzare sul suo divano arancione, lei sarebbe uscita con Lui.
Non avrebbero più preparato da mangiare insieme per poi cenare sul letto lasciando i piatti di plastica per terra vicino ad una bottiglia di birra, Lui l’avrebbe portata a cena fuori in un bel ristorante.
Non avrebbero più dormito insieme abbracciati, lei avrebbe dormito con Lui.
Non avrebbe più potuto chiederle baci, lei li avrebbe dati solo a Lui.
Ben presto Victoria di sarebbe dimenticata di Zayn troppo innamorata di quel qualcuno, non sarebbe più stata la sua Vicky.
Perché si, lei era questo per lui.
no, mi è andato il cuore di traverso avrebbe voluto rispondere Zayn ma si limitò ad annuire.
- sul serio uscirai con quel tipo? – chiese infastidito senza cercare di farlo notare troppo, e lei annuì.
- ma sei sicura che non sia un effemminato? Con quei capelli biondi tinti.. – azzardò ancora prima di lasciarsi andare allo schienale della sedia.
- sembri più effemminato tu con quel ciuffo alla Elvis Presley, sappilo – lo prese in giro alzando gli occhi color cioccolata dal suo viso ai suoi capelli beccandosi un’occhiataccia.
- quante volte ti devo dire di non prendere in giro il miei capelli? – chiese lui ricordandosi delle centinaia di volte in cui l’aveva ripresa proprio per quello stesso motivo.
- scusami, non ho potuto non dirla! – si scusò lei abbassando lo sguardo prima di scoppiare a ridere qualche secondo dopo ripensando probabilmente alla sua battuta facendosi guardare di nuovo male dal moro, tanto che dovette coprirsi la bocca con la mano.
Avrebbe potuto stare ore ad ascoltarla ridere, a guardare quelle due piccole fossette formarsi vicino al naso, quegli occhi splendere tanto quanto il suo sorriso.
- comunque non credo che quel tipo faccia per te – insisté lui dopo un po’ rigirandosi tra le mani una bustina di zucchero distrattamente.
- si chiama Jason – puntualizzò lei facendolo sospirare.
- oh, non mi dire! Ho appena avuto da ridire su un tipo dal nome Jason.. la mia vita ora si che inizia ad essere emozionante – esclamò fintamente colpito e lei alzò un sopracciglio in disappunto.
- ma se neanche lo conosci come fai a dire che non è il tipo per me? – chiese lei non capendo mordendo un boccone del suo cornetto.
- c’ho parlato ogni tanto e mi ricordo bene quella sua risatina sinistra e fastidiosa, per non parlare di quei capelli palesemente tinti di biondo e quegli occhi color caccola – preferì continuare a infangare quel povero ragazzo che a dirla tutta aveva davvero una risata fastidiosa.
- ma sei fissato con questi occhi color caccola, eh? – chiese lei ridacchiando stupita delle parole del suo amico.
Perché ce l’aveva tanto con Jason?
Certo, lui avrebbe anche potuto permettersi di criticarlo perché nessuno, nemmeno la stessa Victoria, avrebbe negato che gli occhi di Zayn fossero i più belli che avesse mai visto.
Lo stesso valeva per il suo sorriso, lei non era ancora riuscita a trovare un ragazzo con un sorriso all’altezza di quello di Zayn.
I suoi modi di fare, la sua voce, il suo sguardo, i suoi capelli, il suo stile, le sue labbra, erano unici e nessuno sarebbe mai riuscito a rimpiazzarli.
- certo Vicky.. e poi io ho sempre ragione, se ti dico che quello non è il ragazzo per te è così – ripeté per la terza volta cercando di far entrare il messaggio nella testa della sua amica.
- come sei noioso Zayn, io ci uscirò lo stesso. E poi ho già accettato, non posso di certo dargli buca! – disse lei rimettendo a posto la rivista nella borsa per poi notare il cibo del ragazzo ancora nel piatto.
- che fai, non lo mangi il cornetto? – chiese ancora indicando il piatto pieno che Zayn guardò con disgusto.
- no, non ho fame.. – mormorò cordiale massaggiandosi la pancia con la mano.
Già, gli si era chiuso lo stomaco al solo pensiero che qualcuno potesse baciarla, potesse amarla ed essere ricambiato, cosa che lui ancora non era riuscito a fare.
- oh va bene. Senti, adesso però è meglio andare altrimenti facciamo tardi per il tatuaggio – esclamò Victoria dopo aver guardato l’ora all’orologio che portava al polso.
- già, non vorrei mai che il maledetto tatuatore  si arrabbiasse e scagliasse la sua ira su di noi – scherzò lui alzandosi dal tavolo per seguirla fino alla cassa e pagare.
Lo faceva sentire bene essere accanto a lei, anche solo camminarle affianco, sentire il suo profumo mischiarsi col suo.
 
 
- ciao Fred! – esclamò Zayn entrando nel negozio del tanto diffamato tatuatore con Victoria al seguito che si strinse nella giacca sentendo lo sguardo dei commessi presenti, tutti tatuati con vari piercing su sopracciglia o orecchie, su di lei.
- oh ciao Zayn – ricambiò un uomo facendo il giro del bancone prima di ricambiare la stretta col moro e dargli due pacche sulla spalla – non dirmi che sei venuto per un nuovo tatuaggio, perché davvero non ho idea di dove potresti fartelo – scherzò l’uomo mentre Victoria seguiva il suo amico guardandosi intorno passando lo sguardo sulle varie foto di tatuaggi affisse ai muri, o ai quadri di malo gusto per i quali aggrottò le sopracciglia intimorita.
- no, questa volta sono solo l’accompagnatore – annunciò il ragazzo sorridendo dispiaciuto e le sembrò il momento di avanzare verso i due – ti ho portato la mia amica Victoria, è il suo primo tatuaggio – aggiunse spostandosi per poi indicargli la ragazza che accennò un sorriso cordiale prima di stringere la mano all’uomo che poté osservare meglio essere alto e imponente, senza capelli e con vari anelli sulle dita.
Si appuntò mentalmente di chiedere a Zayn come avesse trovato quel posto, era inquietante.
- è da tanto che non vedo una bella ragazza come te nel mio negozio, sono ufficialmente colpito – le disse l’uomo e lei non seppe se prenderlo come un complimento o come un avance, allora continuò a sorridere fintamente strizzando gli occhi in quel modo che a Zayn faceva impazzire.
- ehi trattamela bene, è una che si impressiona facilmente – precisò subito il ragazzo abbassando la voce nell’ultima frase beccandosi uno scappellotto da lei che lo fulminò con lo sguardo.
- sicuro? A me non sembra – mormorò il tatuatore divertito da quel mio gesto visto che trovò Zayn a massaggiarsi la nuca dolorante.
- infatti.. allora, dove devo andare per il tatuaggio? – chiese lei sicura tenendo la testa alta ma se ne pentì un secondo dopo dato che l’uomo le fece segno di seguirlo in una stanzetta sul retro, ma quando vide Zayn camminare svelto dietro di lei si tranquillizzò un poco.
Arrivarono dopo poco in una piccola stanza con affissi sul muro varie foto e disegni, come in quella prima, probabilmente per dare spunti ai clienti meno fantasiosi.
Si rigirò su se stessa finché vide Fred pulire con uno straccio un tavolino per poi puntare lo sguardo su di lei.
- allora cara, cosa e dove lo vuoi? – chiese sistemando lo strumento apposta per i tatuaggi mentre lei deglutì a vuoto.
- la parola Hope dietro la spalla destra – rispose lei facendo ridacchiare Zayn al suo fianco – che hai da ridere? – gli chiese infatti a bassa voce non capendo il motivo di tanta ilarità.
- andiamo.. io avrei voluto vederti con un dragone partirti dal collo fino ai fianchi – rispose lui ridendo al sol pensiero.
- ma come sei spiritoso – commentò lei togliendosi la giacca e la camicia in modo da rimanere solo in canotta che lasciava la spalla scoperta e si sedette sul tavolo dopo le indicazioni di Fred.
Zayn fece per avvicinarsi ma lei lo inchiodò con lo sguardo facendolo ridere ancora.
Per lui era incredibile come cercasse sempre di sembrare forte davanti a tutti, nonostante le mille paure che le attanagliavano lo stomaco.
- sei pronta? – le chiese l’uomo e lei annuì con determinazione sentendo subito dopo il rumore della macchina accendersi.
Sentì un brivido attraversarle tutta la schiena e dovette mordersi il labbro per non urlare quando Fred cominciò a lavorare sulla sua spalla.
- stai ferma, non voglio rischiare di sbagliare – le ricordò lui con voce sicura e lei non poté che grugnire qualcosa e piantare le mani alla base del piano del tavolo.
Si ripromise di non versare neanche una lacrima, non voleva che Fred o Zayn pensassero che fosse una ragazza debole.
Lui rimase immobile a fissarla indeciso se andarle a chiedere se stesse bene o lasciarla stare, l’unica cosa certa erano i muscoli tesi della ragazza, così come i nervi e lo sguardo puntato a terra tanto intenso che avrebbe potuto bucarlo.
- ehi Vicky stai bene? – le chiese dopo un po’ abbassandosi per poterla guardare in faccia, e quando lo fece notò gli occhi cioccolata arrossati e le guance più gonfie del solito, segno che si sarebbe messa a piangere da un momento all’altro.
- dai.. non è niente stai tranquilla – mormorò sorridendole dolce sperando di calmarla riuscendo solo ad ottenere un debole sorriso da parte sua, ma quando vide una lacrima solcarle il viso non poté rimanere lì fermo a fare niente.
- Fred potresti fermarti un attimo? – chiese infatti alzandosi e con un cenno di testa l’uomo fermò un attimo la macchina dando respiro a Victoria che prese fiato e alzò la testa.
Fu subito presa dalle mani calde di Zayn che andarono sulle sua guance per asciugarle le piccole lacrime che le avevano rigate – è tutto ok? – le chiese premuroso e lei annuì sospirando.
- non ci vuole ancora molto, hai scelto un tatuaggio veloce e semplice e tra poco sarà tutto finito – cercò ancora di tranquillizzarla facendola sorridere finalmente.
- sì scusate davvero è che.. avevi ragione sono una fifona – concluse lei ridendo con la voce rotta dal pianto abbassando lo sguardo ma fu subito catturata dalle mani del moro che la costrinsero ad immergere gli occhi nei suoi.
- devi stare calma, promettimelo – disse ancora Zayn accennando un sorriso incoraggiante per quanto l’immagine di Victoria in lacrime glielo permettesse – va bene, ma stai qui con me ti prego – sussurrò lei posando la testa sulla sua spalla tanto che lui le cinse i fianchi con le mani.
- posso continuare? – gli chiese Fred e dopo un cenno di capo del moro la macchina ripartì mozzando il fiato alla ragazza che sospirò sul collo di Zayn facendogli venire i brividi.
Chissà com’erano agli occhi degli altri loro due, lui se lo chiese proprio in quel momento.
Si notava il suo amore per Victoria? Sembravano più di due semplici amici?
Le diede un dolce bacio sulla fronte mentre vide rifinire l’ultima lettera del tatuaggio e dopodiché l’uomo spense la macchina tamponando un attimo la scritta con un pezzo di stoffa prima di stenderci sopra una pellicola trasparente – questa non dovrai toglierla prima di tre giorni, il tatuaggio deve far bene presa sulla tua pelle – le disse aiutandola a scendere dal tavolo.
- ricordami di non fare mai più un tatuaggio in vita mia, ti prego – mormorò Victoria a Zayn facendolo ridacchiare.
- e per ogni dubbio non avere timore e vieni pure qui in negozio a chiedere – aggiunse ancora Fred sorridendole comprensivo mentre lei si asciugò le guance umide col dorso delle mani.
- beh, avrò comunque l’aiuto di Zayn.. lui è un esperto di queste cose – disse lei sorridendo al suo amico che ricambiò felice al sol pensiero di aiutarla.
Lui ci sarebbe sempre stato per lei.
- si infatti, non penso che questo sia un problema – acconsentì l’uomo pulendosi le mani in un asciugamano mentre lei si rimise la camicia e la giacca fino a seguirlo alla cassa per pagare.
- se dovesse farmi male devo metterci una pomata o qualcosa del genere? – chiese ancora Victoria dopo aver allungato i soldi a una bionda con un grande dilatatore all’orecchio.
- ho tutto l’occorrente a casa mia non preoccuparti – rispose subito Zayn un attimo prima che potesse farlo il tatuatore – e io dovrei fidarmi di te e dei tuoi prodotti taroccati? – gli chiese lei preoccupata pensando ad un eventuale crema verde fango che avrebbe potuto darle.
- certo, ti sei fidata di me e ti ho portata qui.. mi devi un favore – rispose l’altro sorridente.
mi devi una seduta dallo psicanalista, un massaggio, un bagno in acque curative, un flacone di sapone per pulirmi da tutti i batteri che ho preso qua dentro ma no, non mi pare tu mi debba un favore” avrebbe voluto rispondergli ma si limitò ad annuire e a sorridere prima a lui e poi ai vari commessi, maledetti commessi, del negozio per poi uscire dalla porta d’ingresso.
- allora, com’è andata? – le chiese subito Zayn circondandole la spalla sana col braccio attirandola così a sé.
- come ti sembra sia andata?! È stato terribile come pensavo – rispose facendo una smorfia al sol pensiero di quegli aghi ancora sulla sua pelle.
- dici così solo perché non sei abituata – mormorò l’altro ridacchiando.
- ma mi spieghi una cosa? Come diamine hai trovato quel posto? È inquietante, e l’odore di sudicio arriva fino a fuori – si lamentò ravvivandosi i capelli con la mano.
- è stata mia sorella Doniya a portarmici la prima volta, a quanto pare il fratello di un suo caro amico è il padrone del negozio – disse lui facendole alzare gli occhi al cielo.
- quindi fammi capire.. tua sorella se la fa col fratello di Fred? – chiese Victoria non capendo facendolo scoppiare a ridere.
- forse sì, ma per come l’hai detta tu sembra una cosa tanto brutta.. – esclamò tra le risate Zayn contagiando presto anche lei.
- è una cosa brutta! Chissà quanti germi c’erano là dentro, non mi sorprenderei se Doniya prendesse l’AIDS  - disse ancora lei tremando al sol pensiero di avere un rapporto con chiunque lavorasse in quel negozio.
Zayn non riuscì nemmeno a rispondere a quella provocazione tante erano le risate, e poi era distratto dal suono della risata cristallina di Victoria.
Non avrebbe mai potuto richiamarla o sgridarla quando rideva così, ogni motivo sarebbe stato ben accetto.
 
 
Passarono tutto il pomeriggio a casa di Zayn a giocare ai videogame sul divano, anzi per terra ai piedi di esso seduti malamente su un paio di cuscini.
Se Victoria poteva essere attenta all’igiene fuori casa, o schizzinosa quando era ad una cena, o ancora educata e timida con gli estranei, quando si ritrovava sola con Zayn poco le importava di apparire educata o delicata.
Era stata proprio lei a spingerlo giù dopo aver finito il pacco di biscotti alternando i cartoni animati a programmi strani su MTV, avevano infatti ricominciato a parlare della piccola crisi che aveva avuto dal tatuatore e lei sentendosi presa in giro aveva cominciato a fargli il solletico fino a farlo cadere rovinosamente dal divano dove erano poi rimasti.
Forse era stata proprio la semplicità di quel ragazzo a conquistarla qualche anno prima.
Ricordava ancora di come l’aveva aiutata a portare tutti gli scatoloni su per le scale fin dentro il suo appartamento, di come il suo sorriso rassicurante l’aveva messa subito a suo agio.
Perché in lui era sempre riuscita a rivedersi, erano entrambi due giovani ragazzi incappati in una vita da adulto.
Di sicuro andando a vivere da sola non avrebbe mai pensato di trovare un migliore amico come lui, e doveva ammettere di aver scambiato quell’affetto per amore varie volte.
Perché nonostante fossero passati quasi quattro anni lei ancora sentiva le farfalle nello stomaco quando lui la guardava fissa negli occhi, quando le prendeva il viso tra le mani per riassicurarla, quando i suoi baci erano la prima cosa che la svegliavano il mattino.
Era riuscita a scoprire ogni dettaglio del suo carattere, di come odiasse svegliarsi presto, di quanto lo facesse stare male mangiare piccante a pranzo, di come lo infastidissero le persone che parlavano troppo o che odiavano una sana partita di football in tv.
Sapeva che il suo colore preferito era il blu, che preferiva un piatto di spaghetti ad una pizza, che aveva tre sorelle, due gatti e un cane a casa dei suoi genitori.
Si era fatta raccontare ogni sua singola storia d’amore, da quelle adolescenziali e più stupide a quelle più durature, ma lui non le aveva mai accennato la sua cotta per lei.
Cosa avrebbe potuto dirle? La loro non era una storia d’amore e mai lo sarebbe stata.
Aveva cercato di farsi passare quella fissa, convincendosi che fosse una cotta passeggera, ma dopo quattro lunghi anni si trovava a dover combattere con se stesso anche solo quando lei gli raccontava di essere uscita con un ragazzo e di averlo trovato carino, allora lui si impegnava per trovare il minimo difetto in ogni pretendente.
Non si sarebbe fatto soffiare il posto al suo fianco.
- vero che mi aiuti a scegliere cosa indossare stasera? – quando lei se n’era uscita con quella domanda a tardo pomeriggio gli si era bloccato il cuore in gola.
- non dirmi che vuoi davvero uscire con quel Jason.. – mormorò lui in un lamento lasciandosi ad una smorfia sincera.
- e tu non dirmi che vuoi vedermi zitella a vita – ribatté lei ridacchiando per le parole di Zayn.
- non ho detto questo! Semplicemente quel tipo non mi convince – disse ancora sperando di farle cambiare idea.
- infatti non deve convincere te, deve convincere me! – esclamò lei non capendo perché si fosse tanto impuntato sull’odiare quel ragazzo che poco conosceva.
- ma io sono il tuo migliore amico, deve piacere anche a me – provò a giocarsi quell’ultima carta imbronciandosi facendo sporgere il labbro inferiore, quella tecnica era sempre riuscita a convincere tutti di qualsiasi cosa.
Lei si tirò su in piedi scrollandosi un po’ la maglietta prima di porgere la mano a Zayn per alzarlo.
- Zayn non sei mio padre, perché mai dovrebbe piacerti? – gli chiese lei ancora non capendo dandogli un buffetto sulla guancia.
- perché..doveva pensare ad una scusa veloce e valida – io sarò il tuo testimone di nozze, e non vorrei dover fare lo sgambetto allo sposo sull’altare – finì in bellezza dandosi dello stupido un attimo dopo, rimase quindi a fissare Victoria in attesa di essere mandato a quel paese ma lei scoppiò a ridere di sana pianta.
- sei così sicuro che sceglierò te come testimone? – chiese lei ridacchiando e guardandolo divertita.
- chi se non me? – ribatté facendo mente locale sulle varie amiche della ragazza, non riuscendo però a trovarne una sincera e valida tanto quanto lui.
- già, chi se non Mister modestia – rispose lei prima di ricominciare a ridere sta volta abbracciando di slancio Zayn.
- devi proprio uscire stasera? – le chiese per l’ultima volta immergendo il viso tra i suoi capelli castani stringendola a sé.
- non posso dargli buca, mi odierebbe a morte – rispose l’altra con la faccia nell’incavo del collo di Zayn che sbuffò subito dopo per poi scogliere l’abbraccio.
- però hai voglia di aiutarmi a scegliere cosa mettermi? Non ne ho la più pallida idea – gli chiese per tirarlo su di morale e lui subito alzò lo sguardo poi lasciandosi ad un sorriso.
- certo, anche se sono sicuro starai bene con qualunque cosa – ribatté mordendosi il labbro sperando di non aver esagerato con quel complimento.
- cos’era un complimento? – chiese infatti lei stranita incamminandosi verso la porta di casa per uscire ed entrare nel suo appartamento con lui al seguito.
I suoi complimenti sarebbero sempre stati i più sinceri, non li avrebbe mai detti per compatirla o per farla sentire migliore.
A dirla tutta i suoi non erano neanche complimenti, erano semplici constatazioni.
Il suo sorriso era il più bello del mondo, ed era vero, i suoi occhi erano luminosi come le stelle, ed era vero, il suo profumo era dolce e buono, ed era vero, la sua risata era un tocca sana per tutti, ed era vero, i suoi abbracci erano i più rincuoranti.. beh, forse solo per lui.
- una specie.. – mormorò dopo un po’ mentre lei era intenta ad aprire la porta del suo appartamento con un mazzo di chiavi, e lui si ripromise che per tutta la serata non ne sarebbe più uscita, né sarebbe andata all’appuntamento con quel barista.
Si chiusero la porta alle spalle e subito l’odore di Victoria gli entrò dentro dato che tutto l’ambiente ne era pieno, dai vestiti ai cuscini, dalle tende ai fiori.
Contrariamente a casa di Zayn l’appartamento di lei era arioso, pulito e accogliente nonostante avessero la stessa disposizione delle camere e degli spazi.
- allora, che ora è? – gli chiese nervosa e lui diede un’occhiata veloce al cellulare.
- appena le sei – mormorò l’altro vedendola sospirare.
- bene, tra due ore dovrò essere al bar quindi abbiamo un’ora e mezza di tempo per decidere cosa indosserò, pronto? – chiese Victoria togliendosi la giacca e aspettando un cenno da Zayn che non tardò ad arrivare.
- tu stai qua seduto – gli ordinò dopo un po’ spingendolo su una delle tante poltrone del salotto – io vado di là a cambiarmi, poi torno e tu mi dici cosa ne pensi dei vestiti, ok? – aggiunse e lui non poté che annuire di nuovo un po’ stranito di tanta organizzazione.
Ma lei era così, era precisa, voleva avere tutto sotto controllo.
Solo lui era capace di distoglierla da tutto ciò insegnandole ad essere più libera e rilassata.
Lui era la sua libertà.
La vide sparire dietro la porta della camera da letto, allora cominciò a guardarsi intorno nonostante conoscesse già tutto a memoria, dalla foto di famiglia sul tavolino del salotto, ai vari quadri astratti sulle pareti, o ancora varie foto a riempire gli spazi vuoti tra i muri tra cui una di loro due abbracciati e sorridenti.
Si ricordava ancora il giorno in cui l’avevano scattata, nell’estate dell’anno prima in cui erano andati a pescare insieme in un lago lì vicino finendo però col pescare solo qualche pesciolino insulso, ma si erano divertiti lo stesso.
Ogni momento che passava con lei non sarebbe mai stato perso, se c’era Victoria a rallegrarlo con i suoi sorrisi ogni giorno sarebbe stato speso bene.
Come il primo giorno in cui lei era venuta ad abitare in quel palazzo, lui l’aveva incontrata per caso sul pianerottolo ed era rimasto incantato dal suo sorriso e dai suoi occhi.
Gli era piaciuta fin da subito ma col passare del tempo aveva maturato l’idea che rimanere amici sarebbe stata la cosa migliore, in quel modo non avrebbe rischiato di perderla.
- come sto? – gli chiese facendo un giro su se stessa con indosso dei jeans chiari e stretti con degli stivali bassi col tacco, e sopra un maglione largo e rosso.
Lui l’avrebbe trovata sempre stupenda in ogni caso, cosa avrebbe potuto dirle?
- non mi convince tanto il maglione – mormorò dopo un attenta analisi in cui Victoria dovette sforzarsi di non arrossire dato lo sguardo di Zayn così sicuro su di lei tanto che avrebbe potuto trapassarla.
- si hai ragione, sembro la nonna di Babbo Natale – commentò lei stessa guardandosi allo specchio facendolo scoppiare a ridere.
Passarono l’ora successiva in quel modo, con lei che indossò ogni genere di pantaloni e gonne, di magliette e maglioni, di scarpe da passeggio a stivali col tacco, finché finalmente trovarono la cosa giusta.
- aspetta.. fatti vedere – mormorò lui lasciandosi ad un sorriso sincero prima di alzarsi dalla poltrona, prenderla per mano e farle fare un giro su se stessa.
La vide indossare un vestito rosso scuro lungo fino a metà coscia con sotto delle calze nere e degli stivaletti col tacco dello stesso colore.
- ti piace? – chiese lei colpita da tanto entusiasmo.
- questo è perfetto – commentò quasi tra sé e sé perdendosi un attimo ad ammirarla.
Il sol pensiero che sarebbe andata da un ragazzo vestita così gli faceva andare il sangue al cervello, ma lei non sarebbe uscita quella sera, no.
Non gliel’avrebbe permesso.
- allora esco con questo? – gli chiese un’ultima volta guardandosi allo specchio più e più volte.
- certo. Sei stupenda – si lasciò scappare facendola arrossire ma non disse nulla, si limitò solo a sorridergli grata ed emozionata.
- va bene, allora vado a pettinarmi e truccarmi e poi sono pronta – annunciò riservandogli un altro sorriso prima di sparire nel bagno.
Si sentì la terra mancare sotto i piedi una volta chiusa la porta del bagno alle spalle.
L’unica persona con cui avrebbe voluto uscire era in salotto e lei stava andando da un altro.
Ma cosa poteva pretendere? Lui non si sarebbe mai interessato a lei in quel modo.
Doveva voltare pagina e lasciarsi alle spalle quella che fin troppo si era convinta essere solo una cotta passeggera.
Ma le cotte passeggere durano quattro anni?
Le cotte passeggere ti fanno mancare il fiato, ti fanno sentire una stretta al petto quando lui parla di altre ragazze?
Aveva troppa paura di lasciarsi andare ai sentimenti, sapeva che se avesse ammesso a se stessa che quella era più di una semplice cotta sarebbe crollata nei suoi stessi sentimenti.
Dall’amore non si torna indietro, quando finalmente lo provi ci vuole tempo per farlo scomparire e il più delle volte neanche scompare, semplicemente si supera, lo si sorvola, ma c’è sempre.
Si ravvivò i capelli lunghi e mossi con un po’ di spuma e si truccò dando più intensità ai suoi occhi cioccolata e alle labbra carnose.
Ora doveva pensare a Jason.
Uscì dopo qualche minuto incontrando di nuovo il sorriso emozionato di Zayn, quello si che le riempì il cuore.
- dai andiamo che se no faccio tardi all’appuntamento – dovette sforzarsi di pronunciare quell’ultima parola, prendendo le chiavi di casa per aprire la porta ma una mano veloce gliele sfilò.
- Zayn che stai facendo? – chiese non capendo guardando il suo mazzo di chiavi volteggiare tra le mani del moro.
- tu non esci stasera, mi spiace – rispose semplicemente l’altro accennando un ghigno.
Non sapeva se essere felice per quella frase, doveva arrabbiarsi e riprendersi le chiavi il più presto possibile, ma qualcosa dentro di sé si mosse, forse la consapevolezza di aver sperato sin dall’inizio che lui le impedisse di varcare quella porta.
- no, non hai capito. C’è Jason che probabilmente mi sta già aspettando, non posso rimanere qui a scherzare con te quindi ridammi le chiavi – disse secca allungando poi una mano sperando, neanche poi tanto, che il suo amico gliele consegnasse.
- non hai capito tu, da questa casa non uscirai stasera – ribatté l’altro tranquillamente facendo andare i nervi a fior di pelle alla ragazza.
Aveva sempre trovato un po’ troppo strafottente quel suo modo di sorridere sghembo, tirando su solo una parte di labbro e quindi mostrando solo la parte destra dei denti, ma era fottutamente perfetto anche in quei momenti.
- Zayn non fare il bambino, se non vado da Jason mi odierà a morte e.. – ma non la fece finire che commentò con un sonoro – oh che peccato – retorico rigirandosi tra le dita il mazzo di chiavi.
- che peccato un cazzo, devo uscire e tu mi farai uscire! Questa è casa mia e decido io le cose! – gli urlò addosso senza alzare la voce veramente, non era mai stata una brava litigante, al massimo battibeccava con le persone senza però arrabbiarsi veramente.
E poi come arrabbiarsi con Zayn Jawaad Malik?
- andiamo, non dirmi che ti sei arrabbiata.. – disse lui ridacchiando.
- non mi arrabbierò se tu mi darai quel dannato mazzo di chiavi! – disse lei secca avanzando di qualche passo verso di lui che prontamente indietreggiò.
- neanche per sogno – rispose l’altro tranquillamente facendole sgranare gli occhi – e poi il sabato sera trasmettono i grandi classici in tv, non vorrai perderteli? – scherzò ancora e lei dovette sforzarsi di non piegarsi in un sorriso, lui avrebbe capito di averla vinta e non ci sarebbe più stato motivo di discutere.
- fottiti Malik, dammi quelle chiavi! – urlò lei sta volta con un po’ più di impeto scagliandosi verso il moro che nascose le chiavi dietro la schiena, ma quello non la fermò perché allungò le braccia cercando di prenderle ugualmente.
- smettila di fare il bambino e dammi le chiavi di casa! – ripeté alzando ancora un po’ la voce veramente stanca di quella messa in scena, vedendolo alzare infine le braccia in alto con le chiavi nella mano destra tanto che dovette mettersi quasi a saltare per raggiungerle.
Si allungò verso l’alto fino a spalmarsi contro il petto di Zayn che sogghignò.
- sei un cretino sappilo – mormorò indispettita continuando ad allungare le braccia verso le mani del ragazzo troppo alto per la sua portata, finché finalmente abbassò lo sguardo non pensando di trovare gli occhi di lui così vicini ai suoi.
Rimase immobile e gli si mozzò il fiato dato che i loro nasi si sfiorarono per la troppa vicinanza.
Avrebbe dovuto spostarsi, avrebbe potuto, ma rimase come impietrita sentendo il respiro caldo di Zayn mischiarsi col suo.
Pochissime volte aveva visto quelle iridi nocciola così da vicino, quelle ciglia lunghe tanto da solleticarle quasi le guance.
Lui si era ripromesso di non provarci con lei, semplicemente di rovinarle i piani per la serata, ma quando vide quelle labbra così vicine alle sue non capì più niente.
Bastarono quei pochi secondi per mandare all’aria anni di segreto, di tentativi andati a vuoto, in quel momento avrebbe solo desiderato sentire che sapore avessero quelle labbra rosee, e così fece annullando la distanza tra i loro visi.
Entrambi trattenerono il respiro in quel momento, forse ancora non rendendosi conto di cosa stesse succedendo, ma quando, contro ogni sua aspettativa, la sentì ricambiare il bacio dolcemente i suoi polmoni tornarono a pompare aria come anche il suo cuore che cominciò a battere all’impazzata.
Si staccò dopo qualche secondo riaprendo gli occhi socchiusi trovando quelli pieni e grandi di Victoria pieni di domande – perché l’hai fatto? – chiese infatti con un fil di voce.
- era da tanto tempo in realtà che volevo farlo ma credo di non averne mai trovato il coraggio – rispose lui sincero.
Quello era il momento giusto, da quel momento tutto sarebbe cambiato, in meglio o in peggio ma sarebbe cambiato.
- io non.. ehm.. tu cosa..? – mormorò lei senza trovare le parole giuste allontanandosi di qualche passo da Zayn e abbassando lo sguardo al pavimento.
Victoria non sapeva cosa pensare in quel momento, davvero Zayn credeva di poterla baciare così mentre lei sarebbe dovuta andare ad un appuntamento con un altro?
- ehi Vicky ascoltami – la bloccò prendendola per il polso obbligandola così a guardarlo negli occhi – so che starai pensando che sono un pazzo. E ti capisco. Non te ne ho mai parlato né penso di avertelo fatto capire in qualche modo ma.. tu sei speciale per me – cominciò a parlare e lei dovette trattenere ancora il fiato, ma non le fu molto difficile perché in ogni caso non avrebbe trovato nulla da dire – è per questo che non voglio che tu esca con quel ragazzo stasera – continuò serio e finalmente lei prese fiato.
- quindi tu adesso credi che manderò all’aria l’intero appuntamento con Jason per te? – chiese con un fil di voce e le sue stesse parole la trafissero come delle lame, come anche a Zayn.
- lo spero almeno – mormorò l’altro deglutendo a vuoto dato che non aveva più salivazione da qualche minuto a quella parte.
- Zayn non puoi arrivare dopo quattro anni e pretendere che lasci stare tutto per te, avresti dovuto parlarmene prima o.. – arrancò le parole mentre i suoi occhi si inumidirono ma fu ancora interrotta dal moro – avrei solo rischiato di perderti prima. Avevo paura proprio di questo Vicky, avevo paura che tu mi rifiutassi. Non volevo rovinare la nostra amicizia – disse Zayn prendendole le mani nelle sue che prontamente tolse.
- beh, ci stai riuscendo adesso – commentò fredda e si sentì morire, si sentirono morire entrambi.
- davvero credi che anche io non ci abbia pensato almeno un milione di volte? Ma io e te siamo buoni come amici, litighiamo sempre, siamo troppo diversi per riuscire a costruire qualcosa insieme – gli sputò quelle parole in faccia sentendosi male ad ogni lettera che usciva dalle sue labbra vedendo gli occhi del ragazzo inumidirsi e diventare più cupi.
- si è vero, siamo diversi – constatò lui cercando di non lasciare l’ultima parola a lei.
Le aveva lasciato l’ultima parola su tutto, sempre, ma in quel momento non l’avrebbe fatto.
- siamo molto diversi ma io ho bisogno di te come tu hai bisogno di me. Ho bisogno di qualcuno tanto forte da venirmi a svegliare al mattino anche se non voglio, ho bisogno di qualcuno che mi obblighi ad uscire in strada anche se piove solo per fare una passeggiata, ho bisogno del tuo ordine, delle tue frasi precise, ho bisogno del tuo carattere lunatico, ho bisogno di aiutarti quando sei in difficoltà, ho bisogno di sentire la tua risata quando sono giù di morale, ho bisogno di vedere i tuoi occhi e il tuo sorriso sempre, e tu hai bisogno di tutte queste cose ma c’è un problema.. – disse senza prendere fiato, senza respirare, lasciandola a bocca aperta ad ascoltarlo.
Lei lo guardò con aria interrogativa vedendolo boccheggiare cercando le parole giuste.
- ..il problema è che ti amo – aggiunse e fu travolto dalle sue parole.
Mai aveva detto a qualcuna di amarla, ma sapeva che quella era la verità.
Ora tutto aveva un senso, le farfalle nello stomaco, le strette al petto, i sorrisi che non riusciva a negarsi, il rossore sulle guance, lui la amava.
- perché noi siamo tanto diversi da completarci alla perfezione, e ora che ho trovato qualcuno che mi fa sentire così pieno non posso proprio lasciarti andare, mi spiace – disse ancora in un fil di voce.
Aveva detto tutto quello che bastava, tutto quello che sentiva.
Era completamente spoglio di emozioni davanti a lei in quel momento, sperava solo che dicesse qualcosa al più presto.
Le prese ancora le mani nelle sue e sta volta Victoria non le ritrasse, troppo impegnata a cercare chissà cosa negli occhi di lui.
Cercava sincerità, sicurezza, verità, protezione. Cercava certezza, la certezza che lui non se ne sarebbe andato come tutti gli altri.
- allora non lasciarmi andare, ti prego – mormorò accennando un sorriso prima di buttarsi tra le sue braccia e baciarlo, baciarlo come aveva sognato di fare da tanto tempo.
Se si erano sentiti completi in quegli anni stando l’uno vicino all’altro come semplici amici, in quel momento riuscirono a toccare il cielo con un dito.
Zayn la strinse a sé come mai si era osato di fare, prendendola per i fianchi mentre le loro bocche si cercarono in quel bacio infinito.
Non ci volle molto che, ancora stretti, si incamminarono lentamente verso la camera da letto.
Si sarebbero amati in tutti i sensi, lui l’avrebbe fatta sentire l’unica donna sulla terra, e così era in quel momento.
Le sfilò lentamente il vestito che avevano accuratamente scelto insieme facendolo cadere sul pavimento mentre si stesero sulle coperte impregnate del profumo di Victoria.
Alle calze e gli stivali di lei seguirono anche la t-shirt e i jeans di lui, che dopo un po’ finirono sul pavimento.
Era incredibile come in un solo giorno tutto fosse cambiato così radicalmente, la mattina lui ancora si chiedeva se mai avesse avuto l’occasione di prenderla per mano veramente, e la sera si trovavano a fare l’amore.
Lui la toccò con delicatezza, la trattò come una principessa, facendo passare le mani sulla sua pelle morbida che aveva bramato per tutto quel tempo.
Furono una cosa sola finalmente, come mai prima.
Se avevano pensato di sentirsi completi abbracciandosi o scherzando e ridendo insieme era perché non si erano ancora amati in quel modo, con tutta quella consapevolezza di aver trovato davvero l’amore.
Perché non si sarebbero lasciati più, si erano trovati davvero.
Il destino li aveva fatti incontrare, il destino aveva voluto che l’unico appartamento libero e abbastanza a basso costo che ci fosse in quel quartiere fosse quello a fianco a quello di Zayn.
Il destino aveva voluto che fosse una giovane ragazza ad andarci a vivere, aveva voluto che fosse l’esatto opposto di lui, ma in ogni caso perfetta, in ogni caso l’unica che volesse.
Il destino aveva voluto che diventassero amici, che assaporassero quella vicinanza tanto forte fino a capire di volere qualcosa di più.
Il destino li aveva fatti innamorare entrambi, non solo uno o solo l’altro, entrambi.
Il giorno dopo al risveglio Zayn non aveva trovato Victoria nel letto accanto a lui come pensava, tanto che preoccupato si infilò i boxer e andò a cercarla in giro per casa.
Che ci avesse già ripensato?
- oh buongiorno – mormorò lei ancora prima che lui potesse vederla, era ai fornelli e si poteva sentire l’odore di caffè invadere l’aria, ma Zayn non se ne sarebbe accorto, era troppo attento ad osservarla.
- avevo sinceramente paura che te ne fossi andata via – disse sincero avanzando verso di lei con la certezza di non essersela immaginata, lei era proprio lì con solo indosso la sua maglietta e un paio di slip.
- ti ricordo che questo è il mio appartamento, non posso andarmene via – ribatté lei ridacchiando e lui poté giurare di aver visto qualcosa di nuovo nei suoi occhi.
Qualcosa che non aveva mai visto, una luce le attraversò lo sguardo quando incontrò gli occhi di lui.
- giusto.. – mormorò massaggiandosi la testa coperta dai capelli mori un po’ arruffati abbracciandola da dietro e appoggiando la testa sulla sua spalla per poi lasciarle dei dolci baci sul collo.
- sto preparando il caffè – annunciò lei cercando di distrarsi dai baci di Zayn che la stavano facendo impazzire.
- si ho notato – mormorò lui ridacchiando sulla sua pelle, e in effetti notò la caffettiera sul fuoco.
Cercò di farla girare e finalmente ci riuscì, la strinse a sé affondando il viso nei suoi capelli prima di sentire la stoffa della sua maglietta sotto le dita.
- ma questa maglietta è mia? – chiese divertito nonostante sapesse già la risposta allontanandosi un attimo per guardare la bandiera americana che effettivamente risaltava sullo sfondo nero.
- si l’ho messa perché mi piace, scusami – rispose lei pensando di aver fatto male ma lui subito le tappò la bocca con un bacio dolce che la fece sorridere.
Non le importava nulla di aver dato buca a Jason, restando in casa aveva trovato tutto l’amore che nessuno là fuori avrebbe potuto darle.
Non le importava più di nulla, tranne che di Zayn.
- Zayn? – mormorò lei sulle sua labbra dopo qualche altro bacetto – mm? – grugnì l’altro senza staccarsi da lei, ma fu obbligato quando la sentì allacciare le braccia attorno al suo collo e aprire gli occhi, cosa che fece anche lui curioso.
- ti amo – disse sorridendo, quel sorriso che piaceva tanto a lui.
Gli si riempì il cuore di amore sentendo quelle parole e quel sorriso, non gli sembrava vero che tutto quello non fosse un sogno.
Suggellarono quella promessa con un altro bacio che diventò mano a mano più passionale tanto che Zayn spinse leggermente Victoria fino a che si poggiò con i fianchi al piano cucina.
Lei era la donna della sua vita, l’aveva capito dal primo momento che l’aveva vista.
- il caffè – mormorò lei sulle sue labbra ma lui non riuscì a capire il senso di quelle sue parole, troppo impegnato a baciarla.
- il caffè Zayn – ripeté ancora senza una risposta.
- cazzo Zayn il caffè! – urlò sta volta girandosi di scatto per poi vedere la caffettiera traboccare e successivamente tutto il caffè versarsi sui fornelli finendo anche un po’ per terra, e dopo un attimo iniziale di sbuffi cominciarono a ridere come dei pazzi.
Perché loro erano così, erano imperfetti ma insieme erano perfetti.
Erano la reciproca metà della loro mela, erano capaci di sbagliare in ogni modo tanto ogni errore sarebbe servito a unirli ancora di più.
La signora Grunt trovò un senso a quella giornata uscendo di casa al mattino per poi vedere un giovane Malik uscire di casa della signorina Justice salutandola con vari baci.
- allora, finalmente vi siete decisi a provarci? – chiese l’anziana a Zayn una volta che Victoria chiuse la porta, lasciandoli così da soli.
- già, finalmente – rispose lui infilando le chiavi nella toppa della sua porta accennando un sorriso alla donna.
Quel sorriso la donna non l’aveva mai visto splendere così tanto.
- la ami davvero tanto, vero? – chiese dopo un po’, un attimo prima che il ragazzo potesse entrare in casa.
- l’ho sempre amata – mormorò sorridendo alle sue stesse parole per poi fare un cenno di testa alla signora e chiudersi la porta alle spalle.
Lui l’aveva sempre amata, e sapere che d’ora in poi avrebbe potuto prendersi ciò che era stato già suo per tutto quel tempo lo faceva sentire vivo.
Lei lo faceva sentire vivo.



Oh grazie mille se sei arrivato a leggere fino alla fine, quindi vuol dire che hai letto tutta la mia One-Shot ahah mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi in una recensione.
Ovviamente i protagonisti sono Victoria Justice e Zayn Malik, mi è venuta l'idea di questa FF quando ho visto il sorriso di lei nel video del Medley delle canzoni di Bruno Mars su Youtube, è davvero una ragazza eccezionale.
Mi farebbe piacere se passaste anche dall'altra mia One-Shot











E dalla mia long:











Grazie mille se passerete, o comunque mi fa piacere se avete letto questa OS e spero vi sia piaciuta ;)
   
 
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