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Autore: Hummingbird    14/07/2012    5 recensioni
Questa storia era inizialmente nata come One-Shot, ma poi un amico mi ha incoraggiato, diciamo così.
La solita fic sulle abitudini di Roy e Riza; cercherò di non sfondare troppo in dolcezze e, per una volta, contenere gli OOC...
"Le giornate lavorative, è noto, non sono una mano santa per lo spirito di chi è costretto a rimanere ore nello stesso ufficio o, in questo caso, a restare dietro una scrivania a controllare che il tuo capo firmi ogni singola scartoffia..."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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One o'clock.

Erano arrivati di fronte al cancello dorato e, allungando l'occhio, Riza poteva scorgere le tapparelle semi-chiuse della sua abitazione.

Roy era agganciato alla sua spalla, le ginocchia ancora troppo deboli per sorreggere tutto il peso del corpo: intontito, si era aggrappato al suo tenente e non l'aveva più mollata. Ancora completamente ubriaco, stava blaterando qualcosa di incomprensibile.

-Sembra che sia stato appena messo sotto da un'auto- costatò Riza, ancora nervosa.

Se quella maledetta vocina avesse smesso di parlare, magari sarebbe stata meglio; eppure no, continuava. Non voleva saperne di tacere: imperterrita, le stava suggerendo di mollare il “povero” Mustang al suo destino, solo.

“Che t'importa?!” bisbigliava “Tanto, non ne ricaverai assolutamente nulla. Lui non ti ringrazierà, non si ricorderà di quanto tu sia stata gentile stanotte! Oh, e fosse solo stanotte! Quanto tempo è, oramai, che questa storia va avanti? Sono due mesi che non fai altro che andarlo a raccattare ovunque. Ti reputi una sua sottoposta, ma sei solo un cagnaccio da recupero! Ecco la verità...!”

Era inutile tentare di scacciare quei pensieri anche perché, dovette ammettere Riza, era una voce sincera: lei era un cane da recupero, tutto qua.

“ 'Chiamami se hai bisogno', hai suggerito...” proseguì la maligna “Mi sembra che sia completamente diverso da 'Chiamami solo se ti servo', sbaglio?! Per la miseria, Riza! Svegliati!”.

Ma la bionda non l'ascoltava, non poteva farlo.

Impiegarono quindici minuti solo per arrivare all'ultimo scalino del secondo piano e, appena riuscirono ad avvicinarsi alla porta della casa di lei, si dovettero fermare; Roy fu scosso da violente ondate di nausea e Riza, ferma sulla soglia, fu costretta ad assistere a quel pietoso spettacolo. Quando si calmò, il colonnello si sedette sfinito sopra lo zerbino. La ragazza, guardandolo impietosita, infilò la chiave nella toppa e lo fece alzare, per poi spingerlo piano verso l'interno.

Mustang si chiuse in bagno, mentre lei cercava dei vestiti più puliti da fargli indossare; abituata a quelle scomode situazioni, si era procurata una divisa di ricambio per il suo superiore e anche della biancheria pulita.

Improvvisamente, dalla camera da letto sopraggiunse Hayate, lievemente disturbato dal troppo rumore; Riza si trovò costretta a chiedere scusa anche a lui, realmente dispiaciuta. Subito dopo, si volse verso la porta del gabinetto e, alzando gli occhi al cielo, trovò la forza di aprirla lentamente.

-Signore?- chiese delicatamente -Si sente... Meglio?-

A domanda risposta, ma non pronunciata: bastava la vista. Difatti, Roy era accasciato contro il lavello, lo sguardo spento rivolto allo specchio ben pulito.

-S...Scusami...-

Un sussurro si levò dal corpo e, seppur con difficoltà, il tenente riuscì ad interpretarlo, sorpresa; non c'era mai stata una volta in cui le avesse chiesto scusa. Quella piccola gioia dovette essere repressa perché, proprio in quel momento, Mustang scoppiò a ridere istericamente; non riusciva a reggersi in piedi, eppure rideva. Risata incontrollata, simile a quella di un malato di mente.

Era orribile.

Riza lo sollevò dal lavabo, preoccupata, e lo guidò piano fino a farlo sedere sul suo letto; corse in cucina e prese un bagnolo, cercando mentalmente di mettere in ordine le cose da fare: tirare fuori la divisa, prendere quel bagnolo che aveva in mano, il bicchiere d'acqua...Ah!, no! Prima doveva prendere lo straccio e pulire fuori, ma non poteva lasciarlo solo.

Intanto, il colonnello continuava ridere e questo, come si può ben intuire, l'allarmava ancora di più.

S'avvicinò al letto e posò lo strofinaccio bagnato sulla fronte di lui mentre, sussurrando, lo supplicava di calmarsi.

Nulla, non cambiava nulla.

-Oddio,- urlò Roy dopo poco -Dovevi esserci stasera! Mi sono tanto divertito!-

Stava ghignando così tanto che Riza faticava a capire cosa uscisse dalla sua bocca.

-Cathrine è stata tanto gentile! Oh, tu non ti immagini... Ha dei bei capelli, l'hai vista?! Del colore del sole, delicatamente biondi e morbidi. E gli occhi! Oh!, il colore dei suoi occhi! Ambra fusa, così lo definirei...-

Lei storse il naso, cercando mentalmente di comporre l'immagine di quella ragazza che, poche ore prima, aveva visto da Madam Christmas.

-Colonnello, si sta sbagliando- lo corresse, con voce ferma -Cathrine ha i capelli color cremisi e gli occhi verdi...-

Roy smise di ridere e la osservò , pallido: possibile che si fosse sbagliato di così tanto? A quanto pare, aveva completamente confuso quella sgualdrinella con qualcun'altra.

Ma chi? Chi aveva i capelli biondi e gli occhi color ambra?

Un momento... Forse, era proprio...

-Tu...- sussurrò piano.

Riza lo guardò bieco, cercando di comprendere. “Io? Io cosa?”

-Non è Cathrine quella bionda, hai ragione! Sei tu!-

Scoppiò nuovamente a ridere, ma questa volta s'addormentò sfinito prima di aggiungere altro a quel discorso malato.

Hawkeye, completamente sfinita, s'appoggiò con la schiena al muro e si lasciò confortare dal freddo contatto per un momento; solo un minuto, però, e poi si diresse verso quel disastro di sporcizia che le aveva procurato Mustang. Quando ebbe finito di mettere a posto, e questo richiedette più di un'ora di tempo, si accostò alla finestra e, sorpresa, vide brillare le prime luci di un sole ancora troppo stanco. Sgranò gli occhi e, incredula, analizzò piano il quadro che si dipingeva da solo fuori dai vetri: un cerchietto di pallido arancio si levava lento, placido e tranquillo; foschia governava l'aria, sollevata tra cielo e terra come apparizione angelica. Non ci credeva: per quanto potesse essere bello quello spettacolo, non poteva essere già l'alba!

Osservò cauta l'orologio e, distrutta, dovette ammettere che erano già le sei. Per un istante, un solo secondo, fu tentata di riempire di schiaffi l'arrogante visetto del suo superiore. Si sentiva presa dall'ira come non mai, ma l'arrabbiatura durò poco: non appena vide Roy accoccolato suo suo letto, con Hayate vicino, le si strinse il cuore.

“Uff,” pensò adagiandosi accanto a lui “Mi spieghi come faccio a fartela pagare, per favore?”

Formulato quel pensiero, s'addormentò serena accanto al suo superiore: finalmente, silenzio.


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

Vogliate scusarmi il ritardo, ho avuto delle... Ehm... Complicazioni. Questo capitolo penso sia il più lungo di tutta la long, anche perché non è una storia molto lunga. Penso di continuare per un altro paio di capitoli, poi vi lascerò in pace ^^

Beh, come al solito mi aspetto le recensori dei miei due grandi Eroi, a cui è dedicato indirettamente questo capitolo.

Gabbafma: Grazie mille per tutti i complimenti, spero che continuerai ad apprezzare il mio infantile modo di scrivere u.u

Arglist:Grazie anche a te di tutto, consigli e incoraggiamenti. Ho letto questo capitolo una trentina di volte, ma se trovi qualcosa che non ti convince dimmelo subito!

Qui sotto troverete i link delle solo stupende storie; spero che chiunque passi da qui sia in vena di buone letture, e si soffermi sui loro sublimi capitoli :D

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1133232&i=1


 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1112297&i=1


 

Grazie di nuovo a tutti quanti, ci vediamo al prossimo capitolo ^^

P.s. : se qualcuno vuole aggiungere un critica e una neutra, o bombardarmi di consigli, lo accoglierò con cuore aperto: ho necessario bisogno di aiuto ç_ç come si capisce dalla storia! 

  
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