Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: V a l y    29/01/2007    7 recensioni
Storia nata da una vecchia fantasia dell'autrice per una coppia fuori dalla norma. Due ragazzi che avendo in comune la stessa causa si ritrovano insieme: il rosso e la cinese. Tengo veramente tanto a questa storia, sarei felicissima se magari mi aiutaste con commenti e consigli *.*
CAPITOLO 30. [Quella mattina, la famosa domenica successiva alla notte di baldoria nel quale le ragazze del passaggio a livello erano andate a trovare i balordi del covo dell’est, non fu niente di tutto questo a svegliare prematuramente Xiaoyu. Non erano stati gli schiamazzi, la musica, lo sferragliamento di nuove casse di liquori che venivano strusciate di peso sulla ghiaia. Fu lo strano, inusuale suono prolungato del clacson di un camion, un rumore assolutamente sconosciuto alla clausura della periferia est da ogni attività urbana.]
EDIT. Al solito ho inserito un'illustrazione fatta da me dopo aver aggiornato la fic. La trovate a inizio capitolo 30!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hwoarang, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La pianificazione delle vendite è un mestiere arduo, al giorno d’oggi. La regola principale è attirare l’attenzione del giusto pubblico per esortarlo ad acquistare il prodotto.
I redattori del Pinky Dolly usarono ogni insospettabile trucco per attirare a sé i compratori di sesso femminile: colori sgargianti, noti personaggi maschili dello spettacolo (famosi più per il bell’aspetto che per la loro bravura recitativa), test per scoprire quale trucco poteva rendere più giovane una donna, e alle giovani donne il test per scoprire quale trucco le rendeva più mature. Poiché sembrava non bastare come prova del loro devoto attaccamento al gentil sesso, aggiunsero il colore rosa in diverse parti degli stampati: nel testo, nello slogan, nei titoli degli argomenti, nella cornice delle foto e negli sfondi. Forse un bel po’ più di diverse parti, che infine considerarono bastare.
Insomma, il Pinky Dolly era quel tipo di rivista che arretrava di venti passi un uomo e attirava a sé la lieta mano di donna. Ma di certo i redattori non avrebbero mai immaginato che non uno, ma ben trenta uomini quasi litigassero per poterne avere uno tra le mani…
La stramba situazione non poteva capitare da nessuna parte se non nel covo del rosso coreano, dove i litiganti erano talmente ingordi e violenti da prendersi addirittura a botte. Al contrario di loro, la piccola Ling, unica femmina tra i trenta, ancora non aveva toccato nessun albo. Osservava sdegnata l’ammasso di folla che si era creata attorno ad un solo Pinky Dolly.
“Forse dovreste litigare di meno e dare una rivista a me, visto che sono la diretta interessata!” protestò la povera ragazza. Un Pinky Dolly, comprato da qualche ora e già malconcio come la carta igienica dei bagni pubblici, volò nel cielo come un goffo dodo spelacchiato ed atterrò tra le mani della bambina. Mugen, che fu la causa di quella grazia, volle farsi sentire per far riconoscere la sua invidiabile generosità, ma in mezzo a tanto caos Xiaoyu non ci fece caso. Sfogliò con rapidità e non ci volle molto a trovare la pagina interessata, di tutte le pagine la più increspata. Trasecolò quando vide grosso e stampato il viso di un uomo a lei tanto familiare. Ci mise molto a comprendere che non era il ragazzo che le faceva provare le forti emozioni da adolescente innamorata...
“E’ identico a Jin…” commentò sbalordita, posando il minuto dito sopra la carta plastificata, quasi come a sfiorare davvero il volto di quella persona. Kazuya, il nome dell'uomo, era il figlio legittimo del presidente dell’azienda, Heihachi Mishima, come scritto dall’articolo. Jin Kazama, a sua volta, era il figlio di Kazuya, ma di questo nulla era stato scritto a riguardo. Xiaoyu era assolutamente sicura di quest’ultima teoria trovando in lui il Jin che sarebbe diventato da adulto.
“Ha il suo stesso sguardo profondo…” sostenne romantica.
“Ha le sue stesse assurde sopracciglia folte,” aggiunse a sua volta Hwoarang, intuendo bene il soggetto dei pensieri sognanti della cinese; quest’ultima gli rispose con una gomitata sullo stomaco.
“Piccola stronza! Manco avessi offeso te!” ringhiò il rosso. Peccato solo che lui non sapeva che per una ragazza è più tragico un affronto al giovane di cui è innamorata che a se stessa.
“Non era per questo che abbiamo comprato la rivista!” ritenne stizzita la cinese, cercando la vera pagina desiderata.
“Non era per questo che abbiamo comprato la rivista!” la scimmiottò Hwoarang con voce acuta, traendo dalla tasca una sigaretta per poi fumarsela altrove. Senza l’assillante presenza del coreano e con un po’ di santissima pazienza, Xiaoyu riuscì a concentrarsi meglio. Ma fu comunque un’impresa epica. Il suo occhio, cercando meticoloso come un investigatore che perlustra indizi per un caso d’omicidio, ci mise molto per arrivare alla meta: “Informazione sul party della Mishima Zaibatsu”, scritto talmente piccolo e rannicchiato in un angolino della rivista, in confronto agli altri titoli, che non sembrava neppure esser stato stampato.
“Il giorno dei morti si avvicina sempre più e quale occasione se non questa per festeggiarlo nel colossale edificio della Mishima Zaibatsu?” leggeva con occhio forzato la piccola Ling. “Il 31 ottobre, dalle 9 di sera in poi, la Mishima Zaibatsu si terrà aperta per una festa. Gli invitati saranno esclusivamente scelti dall’azienda, ma anche se non fate parte dell’alta borghesia potrete guardare all'entrata del retro l’arrivo dei bellissimi fratelli Mishima e chiedere un autogra… ma… ma…” Le due ultime parole non erano scritte nella rivista, come furono anche le altre che seguirono: “Ma chi se ne importa!”
Gettò sulla terra sporca il suo Pinky Dolly. Tanto non avrebbe fatto differenza, visto come lo avevano conciato i ragazzi del blouson noir.
Rana si avvicinò alla ragazza. Il ricordo del suo primo incontro con la cinese ancora lo spaventava, quella piccola furia umana l'aveva menato ben bene la prima volta che aveva messo piede nel covo. Quindi, con un po' di titubanza, raccolse la rivista porgendogliela.
“Coloro che parteciperanno saranno invitati con le tasche piene di soldi,” riferì adirata Xiaoyu a Rana.
“Non è un problema,” annunciò contento l'altro, “già una volta ci siamo intrufolati con nomi falsi. Sarà un gioco da ragazzi.”
La cinese sorrise lieta della buona notizia, ma non mantenne per molto quel felice stato d’animo: adocchiò il blouson noir ritornare con il mozzicone di sigaretta finito tra le dite. Le era diventato come un gesto meccanico ed involontario quello di cambiare umore in peggio alla vista di lui.
“Che vuoi?” chiese seccamente il rosso alla ragazza accorgendosi dell'espressione tetra con cui lo guardava. “E allora, che avete scoperto?” domandò adesso rivolgendosi al compagno animale.
“Che sarà possibile intrufolarsi nell’azienda anche se non siamo invitati,” rispose Rana.
“E quanti e chi dovranno essere gli invitati?”
Xiaoyu cercò di nuovo tra le pagine del Pinky Dolly. “Ogni invitato sarà una coppia,” lesse.
“Una coppia?” ripeté il rosso.
“Sì, un maschio e una femmina…” precisò la bambina.
“Allora non sarà un problema,” riferì gagliardo Hwoarang, gonfiando il petto. “Certamente uno dovrà essere me, visto che la cosa mi riguarda personalmente… mentre l'altra invitata...”
Il rosso si zittì guardando con concentrazione in basso e Xiaoyu sorrise, come a far intendere che la risposta era ovvia.
“Rana,” enunciò il blouson noir, “trovami qualche ragazza della terza strada, che possibilmente non sia Madeleine.”
“Ma capo… lo sai che ad Halloween lavorano di più. E poi non abbiamo soldi per pagarle…” ritenne il ragazzo.
“Già. Merda. John!” chiamò ancora Hwoarang. L’omone si girò ad ascoltarlo. “Vestiti da donna!” gli ordinò.
“Ma capo… dovrò di nuovo farmi la ceretta e il trucco, e andare dall’estetista costa e mi porta via troppo tempo,” scherzò il gigante. Xiaoyu era sempre più sconcertata. Un po’ titubante, sussurrò:
“Ehm… blouson noir…”
“Ma che stupido, la soluzione ce l’ho davanti!” urlò imperioso, gesticolando in direzione della bambina, che sorrise grata. “Bambina,” disse, “sicuramente avrai qualche amica che sarà disposta ad aiutarci.”
La ragazza strinse forte i pugni per alleviare la tensione, ma non riuscì più a trattenere la rabbia.
“Sei il blouson noir più deficiente di tutti i blouson noir!” strillò esasperata, battendo con il piede sulla terra ripetutamente; questo accadeva quando oltrepassava il limite di sopportazione. Il rosso rise con spasso, e la sua voce risuonò in tutte le vie della periferia Est.
“Scherzavo, bambina… non capisci neppure quando uno scherza…” farfugliò con le risa ancora in bocca. “Dai… smettila, ti prego… chiederò questo favore a te...” soggiunse, serio. Lei si girò.
“Perciò, per favore... passami la rivista,” le disse. Xiaoyu la rivista la prese e gliela sbatté forte in faccia, poi si allontanò il più possibile dal rosso.
“I bambini non capiscono l'ironia!” le urlò Hwoarang divertito da lontano. Arrise, osservandola buttarsi goffamente sul materasso delle due grate a pancia in giù, con la faccia sprofondata e i pugni serrati dalla rabbia.
“Che mocciosa.”
Ma nel dirlo, sorrise teneramente.

“Xiaoyu!” la chiamò qualcuno. Lei voltò appena la testa per guardare chi la volesse, rimanendo completamente coricata.
“Che c’è?” chiese con voce monocorde.
“Il capo ci ha proibito assolutamente di avere qualsiasi tipo di aiuto da te, ma ora che non c’è devo assolutamente chiederti un favore…” riferì il compagno. Xiaoyu si mise con il busto eretto ed ascoltò attenta e beffarda. Dunque quell’orgogliosa testa rossa non avrebbe mai ammesso di aver bisogno di aiuto, e addirittura mai lo avrebbe permesso ai suoi uomini. Era un dittatore che viveva per strada, pensava la bambina, arrogante e presuntuoso.
“Dovresti aiutarci a…” ma la voce del compagno s’interruppe, vergognosa. “Be'… a… leggere…”
“Leggere?!” chiese incredula Xiaoyu.
“Già… quelli che lo sanno fare sono andati via con il boss, e molti di noi non sono giapponesi…” riferì sommesso. La ragazza, disorientata e sorpresa, accettò e si avviò con lui per risolvere la questione, troppo complicata a parere di loro, troppo inverosimile a parere di lei.
Il problema di tutto si presentava cristallino ai suoi occhi: un gruppo in semicerchio discuteva animatamente su quale fosse la prima parola del testo a pagina 23. Qualcuno diceva casa, qualcuno diceva cosa, qualcuno diceva cara e qualcun altro ancora diceva parallelepipedo. Quando la adocchiarono, smisero di discutere tra loro.
“Questi ignoranti non sanno leggere, e hanno anche il coraggio di contraddirmi!” le riferì colui che diceva, con assoluta certezza, che la prima parola del testo a pagina 23 fosse parallelepipedo.
“Se non sapete leggere, perché prima litigavate quasi per avere la rivista?” domandò logicamente la bambina un po’ sconcertata.
“Ci piace fare il gioco delle differenze,” le rispose uno con illogica normalità, e la bambina tirò uno scoraggiato sospiro.
“Qualcuno di voi conosce almeno un po' qualche parola?”
Nessuno fiatò. Allorché qualcuno comunicò, vantandosi:
“Io so leggere le vocali!”
La bambina sospirò ancora un po' di più. Prese un Pinky Dolly e si mise a sedere sul materasso di fronte a loro.
“Intervista doppia sui fratelli Mishima. Due nostri giovani reporter sono andati alla Mishima Zaibatsu dai bellissimi fratelli per intervistarli, ma sfortunatamente Kazuya non ne ha voluto proprio sapere e il nostro reporter è tornato senza alcun articolo, con una gamba rotta.”
I ragazzi confabularono qualcosa, mentre Xiaoyu sperò con tutto il cuore che Jin, alla sua nascita, avesse preso dal ramo materno della famiglia. Titubante, deglutendo, continuò a leggere:
“Ma non affliggetevi, ragazze! Sicuramente qualcuna di voi riuscirà a sciogliere il cuore di Kazuya Mishima!”
“A questo credo poco…” rifletté qualcuno di loro.
“Concentriamoci quindi sull’unico intervistato, l’altro fratello," lesse la bambina. Si soffermò a guardare la sua foto. Era un bell’uomo, senza dubbio, e sicuramente era il più famoso tra i due, dato il caratteraccio poco socievole dell’altro. Osservandolo bene, le parve di averlo visto spesso in manifesti e giornali, anche senza conoscerne il nome.
“Lee Chaolan…” sussurrò leggendo la didascalia sotto la foto.
“Be'?” chiese un ragazzo dai capelli fiammanti al silenzio prolungato della cinese. Questa riprese la lettura:
“Lee Chaolan ci ha riferito scherzosamente di avere un’età che oscilla tra i 28 e i 45 anni. Le nostre insistenze son state vane e l’età reale rimane tuttora un mistero…”
Alcuni dei ragazzi che si erano radunati attorno a Xiaoyu scommisero a riguardo. Nella periferia Est, i soldi erano facili da avere e altrettanto facili da essere persi. Ma non ci sarebbe stato alcun vincitore, perché in seguito si sarebbe scoperto che la sua età non rientrava nella fascia di numeri da lui citata…
“Gli piace la donna elegante, possibilmente bionda e con i capelli lunghi. Adora vederli raccolti. E deve vestire di viola, il suo colore preferito. Caratterialmente dev’essere una donna con cui parlare di varie cose; chiacchierona ma non troppo, dolce ma non troppo, aggressiva ma non troppo… un controsenso umano.”
Le ultime tre parole, ovviamente, non erano state inserite nel testo.
“Cosa dice di Heihachi?” domandò, adesso, un giovane teppista dai verdi capelli.
“Al presidente piacciono gli uomini intelligenti, colti, conoscitori di finanza ed economia e raccontatori di barzellette. Peccato solo che Heihachi sia un uomo dalla difficile risata...” lesse la bambina. Nessuno dei tre Mishima pareva essere abbastanza normale da vivere in mezzo alla gente. Jin, in confronto, era come un semplice pesce rosso in mezzo ai tanti di un negozio d’animali.
“Uno stupido come il blouson noir non riuscirà mai a fare colpo su Heihachi,” ritenne derisoria Xiaoyu, e certo non si accorse che il soggetto da lei citato si trovava dietro la sua schiena da parecchio tempo.
“Se è per questo neppure una bambina come te riuscirà mai a fare colpo su Lee Chaolan, visto le forme essenziali da donna che ti mancano. A meno che non si scopra essere segretamente pedofilo,” ribatté Hwoarang ancora più acido della ragazza. Ci sono questioni di cui un uomo non deve mai discutere con una donna. Al terzo posto troviamo il peso, al secondo l’abbigliamento e al primo l’età. Mai affrontarne l'argomento con un interlocutore di sesso femminile, sia come offesa alla sua vecchiaia che alla sua infantilità. A Xiaoyu capitò, come le altre volte, quest’ultima eventualità.
“Le mie forme sono nella norma, è il tuo cervello che non lo è, imbecille!” contrariò la cinese.
“Come sei sguaiata! Ricorda che a Lee Chaolan piacciono le persone sguaiate ma non troppo!” ironizzò il rosso.
"Vuoi che ti faccia anche vedere se sono violenta ma non troppo?!" lo intimò Xiaoyu agguantando due bastoni per terra. Hwoarang cominciò automaticamente a scappare e la cinese a rincorrerlo.
“Mi chiedo chi tra i due sia davvero il bambino…” ragionò John, osservando vergognoso il comportamento del suo capo.

La sera s’inoltrò e la luna cadde in cielo, sfocata dalle nubi della periferia Est. La cinese cacciatrice e la rossa preda erano adesso spaparanzati sulla terra sporca senza asfalto della periferia, sopraffatti dalla stanchezza, ognuno dei due vinto e vincitore dell'altro.
“Sei stata... veloce... ma non mi hai... ancora raggiunto…” la prese in giro Hwoarang un po' a fatica. Lei approfittò della sua distrazione per dargli un forte e doloroso pizzicotto sul braccio.
“Ragazzi, era proprio ora che la smetteste, avete perso già molto tempo,” considerò Rana, adesso seduto davanti ai due corpi moribondi.
“Già… il piano… ho deciso che il piano è quello di entrare nella Mishima Zaibatsu e fare colpo al presidente e i suoi figli…” mormorò il blouson noir, ansimando.
“Questo punto mi pareva sottinteso,” convenne Rana. “Io e gli altri volevamo parlare d'altro, ma vi siete messi a rincorrervi per tutta la periferia.”
“E' colpa sua,” affermarono Xiaoyu e Hwoarang all’unisono, indicandosi a vicenda e guardandosi poi in cagnesco.
“In poco tempo dovremo trasformare il capo in una persona colta e composta e Xiaoyu in una ragazza elegante e femminile…” farfugliò Rana, sospirando arreso. “Solo un miracolo può aiutarci.”
“Io so chi può aiutarci,” proruppe il rosso, alzandosi da terra. “Conosco chi potrebbe aiutare la bambina. E’ un genio quando si tratta di trucco e di creare vestiti.”
Si avvicinò a Rana e gli mise una mano sulla spalla. “Tu, John e Mugen andrete a prelevare qualche vestito femminile in qualche negozio,” ordinò il capo.
“Li preleveremo in un batter d’occhio,” rispose raggiante il mezzo animale, prima di avviarsi dagli altri.
“Prelevare?” chiese interdetta Xiaoyu, ricevendo un cenno di capo da parte di Hwoarang. La cinese non conosceva il vero significato della parola prelevare, che veniva usata nella periferia Est come termine fittizio per intendere rubare.
“Noi invece andremo da questa persona. Su, alzati,” disse il boss, tirandola per un braccio.
“Sono stanca!” piagnucolò Xiaoyu come se fosse davvero una bambinetta. Così Hwoarang la trascinò per il braccio seguito dai versi lamentosi della cinesina, che sbuffava e mugolava di tanto in tanto qualcosa di incomprensibile.

“Visto? Non era lontano,” disse il ragazzo dopo un po' indicando la destinazione raggiunta.
“A me sembrava lontano chilometri...” ammise stanca la ragazza. In realtà non si mossero dalla periferia Est, e in egual modo neppure l’ambiente era mutato. Le grate facevano da perimetro alle strade, le catapecchie disabitate da colline e i palazzi da montagne. C'era lo stesso odore del covo del coreano. Quest'ultimo suonò il citofono di un palazzo identico agli altri. Xiaoyu volle chiedere, curiosa:
“Che tipa è questa specie di stilista?”
Hwoarang la guardò basito.
“E chi ha detto che è una tipa?”
Il citofono, poi, assunse la voce di un uomo:
“Qui casa Law. Chi è?”























----------------------------------------------



E di nuovo si torna nell’assurdo! xD Comunque, preannuncerò (oltre all'entrata di altri personaggi nella storia) un cambiamento di genere un po’ più serio, almeno fino a una parte di storia.
Certo… le litigate tra Xiaoyu e Hwoarang credo che non le abolirò mai! xD
@Tifa: A mia figlia questo e altro! ^*^ Preparati… perché come sopresa finale potresti trovarti un Sephiroth nudo sul letto! xD *Discorsi quotidiani tra me e Tifa. Capisco che non capiate… però non guardateci male! xD*
@Chiaras: Tessora, ho visto che hai aggiornato la storia! *O* E io corro immediatamente a leggerla! >.< Intanto ti ringrazio per tutto ciò che hai detto! *Smack ^*^
@Miss Trent: Ammora mia… Spero che adesso ti senta meglio rispetto all’altra volta… in senso emotivo, intendo… e ti dirò anche che la gocciolina, adesso, me l’hai fatta venire tu a me con il tuo commento! ç_ç Nina è un personaggio enigmatico, ma son felice di sentir dire di essere riuscita un po’ a capirlo ^^ E lo sai che adesso che mi hai detto che ne stai scrivendo un’altra sarà probabile un assilamento eterno da parte mia? *O* Sperando ovviamente che tu non chiami Nina per farmi fuori, visto le scatole che ti romperò! xD E scherzi a parte, non vedo l’ora che venga pubblicato il primo capitolo!!
@Shuriken: E’ strano dirlo… ma sul fatto che il capitolo fosse serio a causa dei personaggi seri non ci avevo proprio pensato! xD Talvolta, come adesso, mi pare di vedere la gente troppo intelligente… o sono io che sono stupida?! xD Grazie tantissime anche a te, tesora, sei stata dolcissima ç_ç E grazie anche per i neologismi! xD *Smack ^*^
@Silver Princess: ^**********************************^ e all’infinito ti riempirò di bacini! xD Ti ringrazio per il commento e, anche se poco c’incastra, per tua fanfiction, in cui (e lo sento dal profondo dell’anima… e forse anche un po’ da quello del mio ventre xD) che lo sbavazzo che tanto mi piace sta per subentrare nella storia! *O*
Per questo capitolo credo che sia tutto! xD
Alla prossima! ^^
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: V a l y