Capitolo I
Dopo l’episodio della radura e dopo la promessa che ne conseguì la
situazione tra Kaori e Ryo era rimasta lo stesso ad un punto morto. Lo sweeper
continuava come se nulla fosse, e Kaori era ormai demoralizzata e il senso di
sconfitta l’accompagnava ogni giorno in modo sempre più devastante. Anche
quella mattina, come tutte le volte, si recava alla stazione di Shinjuku.
Niente, nessun incarico per i due sweeper, forse i criminali avevano deciso di
andare in vacanza! Kaori tristemente tornò sui suoi passi. Prima però decise
di passare a far visita alla sua cara Miki, l’unica che reputava amica nel suo
mondo. Certo poteva contare anche su Eriko ma la stilista era troppo presa dalla
sua carriera per perdere tempo con l’amica, e poi lei era al di fuori
dell’ambiente e meno sapeva meglio era.
E Ryo? Altro bel problema. Era come se il partner avesse completamente
rimosso dalla propria mente la promessa fatta il giorno del matrimonio dei loro
più cari amici. Ma poi quelle parole erano davvero rivolte a lei? Era davvero
così sicura d’essere lei la persona cui si riferiva Ryo quel giorno? Ormai
tutte le sue certezze stavano iniziando a vacillare. Kaori si chiedeva se fosse
davvero lei la persona cui si riferiva Ryo. “Io sopravvivrò e lo farò per
la persona che amo!” erano queste le parole che rimbombavano nella testa
di Kaori, e la domanda era sempre la testa “Ryo tu chi ami?”.
Kaori non si accorse di essere arrivata davanti al Cat’s Eye. Prima di
entrare cercò di scrollarsi di dosso la malinconia che l’accompagnava quella
mattina. Non voleva far preoccupare né Miki né Umiboozu. I loro due amici
erano così felici nel loro nido d’amore, che non era proprio il caso di
rovinare l’atmosfera serena che vi regnava. Con il sorriso sulle labbra entrò
nel locale e prese posto di fronte il bancone come se nulla fosse. Non avrebbe
rovinato la felicità della sua amica, questo mai.
- Buongiorno Miki! Oggi sei più bella del solito. Vedo che il matrimonio
ti fa proprio bene! -
Kaori vedeva la sua amica radiosa e splendida come raramente era accaduto
negli ultimi tempi. Il suo sguardo era luminoso ed emanava una felicità che era
concessa solo a poche persone. Kaori invidiava un po’ l’amica, ma per nulla
al mondo le avrebbe rivelato questi suoi pensieri. Di contro la barista vedeva
l’amica diversa dal solito: meno solare, meno vitale. Che cosa accadeva a
Kaori? E perché non si confidava più con lei? Tutta colpa di quel Saeba e del
suo egoismo. Erano questi i pensieri di Miki.
Le due amiche rimasero un po’ a chiacchierare come facevano tutte le
volte che Kaori passava al bar dei due ex-mercenari. Solo in tarda mattinata la
sweeper tornò a casa. Lì l’aspettava l’uomo che amava ma che non
ricambiava i suoi sentimenti.
Kaori arrivò al suo appartamento, luogo che divideva da circa sei anni
con il socio. Mise le chiavi nella toppa e fece scattare la serratura. Entrò e
ciò che vide la lasciò perplessa. Il socio era seduto sul divano e teneva in
mano una busta aperta.
Ryo aveva percepito la presenza della socia ma aveva preferito far finta
di nulla. Fece finta di interessarsi al contenuto della busta. Kaori negli
ultimi tempi era diversa. Anche lui aveva notato il cambiamento della partner ed
anche lui sapeva che la causa di tutto era sua, ma non poteva farci nulla. Si
era già esposto contro il generale Croiz e non poteva rischiare ancora.
- Ryo sono rientrata. Cosa leggi con tanta attenzione? Non mi sembra una
della tue riviste “culturali”. –
Lo sweeper scrollò le spalle. Kaori capì che il socio non era
dell’umore adatto per intavolare una conversazione. Decise di lasciar stare e
di dedicarsi alla preparazione del pranzo. Intanto Ryo si alzò e scese al
poligono senza degnare Kaori di una sola parola. La donna sospirò
rumorosamente, ultimamente tra lei ed il socio il dialogo era pari a zero. Kaori
iniziava a domandarsi se Ryo era stanco di lei. Rimasta sola nella stanza Kaori
prese tra le mani la lettera che Ryo leggeva con tanta attenzione, l’aprì per
conoscerne il contenuto.
Ti aspetto al molo 18
Stanotte a mezzanotte.
Da solo. La nostra sarà
Una sfida senza appello.
Sii puntuale e cerca di
Non deludermi Ryo Saeba.
Tua Dark Lady.
Il biglietto era stato scritto al computer, probabilmente per non
lasciare possibili tracce. La donna era stata furba. A parte il nome non aveva
dato nulla di sé. Kaori rimise il foglio nella busta e con passo deciso si
diresse al poligono dal socio.
- Ryo cosa faremo? Accetteremo? –
La voce di Kaori era ferme e decisa. Lei doveva sapere, anche lei era
City Hunter e prima tutti se ne rendevano conto meglio era.
- Non hai letto vuole Ryo Saeba. –
Il tono di Ryo era freddo e distaccato, come se davanti a sé non ci
fosse la donna che amava ma una sconosciuta.
- Cosa vuoi dire? Andrai da solo? Io sono la tua socia, lo hai
dimenticato? Dove vai tu vado anch’io. Siamo una coppia, che tu lo voglia o
no. –
L’ultima frase era stata pronunciata con maggior vigore. Ryo doveva
capire che poteva contare sempre su Kaori. Lei non lo avrebbe abbandonato mai,
sarebbe stata disposta a sacrificare la sua vita pur di salvare il suo socio.
- Kaori tu stanne fuori. Si tratta di Ryo Saeba. E in ogni caso non credo
che andrò. Ed adesso se non dispiace vado a fare un giro. Mi sono stancato a
stare ad ascoltarti. –
Kaori era shockata, mai il socio aveva utilizzato un tono così
denigratorio con lei. L’uomo la oltrepassò e salì le scale. Dopo pochi
minuti Kaori sentì il rumore della porta chiudersi con forza. Era rimasta sola
in casa. Ryo era sparito e chissà quando sarebbe tornato.
In preda alla rabbia impugnò una delle pistole che si trovavano al
poligono ed iniziò a sparare alle sagome di cartone. Le lacrime le impedivano
di prendere la mira ma ciò nonostante sparò lo stesso. Non andò poi così
male, fece tre centri perfetti e altre due volte colpì il bersaglio in punti
critici ma non vitali. L’ultimo colpo aveva centrato proprio in mezzo la testa
del finto bersaglio. Le lezioni di Mick avevano raggiunto il loro scopo, se solo
Ryo si fosse fidato maggiormente di lei. Kaori decise di non proseguire nei suoi
allenamenti, aveva un mal di testa tremendo e continuando a sparare non sarebbe
passato di certo.
Rimise tutto a posto e preparò qualcosa per il socio nel caso fosse
tornato a casa prima del previsto e avesse avuto fame. Lei preferì fare un
bagno caldo, dopo avrebbe chiamato ad Eriko avvisandola della sua visita, non
voleva angustiarsi più di tanto a causa di Ryo, peggio per lui. Lei era stanca
di soffrire.
Nel tardo pomeriggio uscì da casa. Ryo non era ancora tornato, forse era
in giro per cercare notizie della donna misteriosa che lo aveva sfidato. Lasciò
un biglietto in cui lo informava della cena da scaldare in forno, ed aggiungeva
che lei per quella sera avrebbe dormito da Eriko. Ryo rientrò un paio di minuti
dopo che la socia aveva lasciato l’appartamento, avrebbe potuto fermarla ma
aveva visto lo sguardo triste di Kaori, meglio lasciarla andare. Rientrato in
casa un tepore piacevole lo invase. Era bello sentire il profumo della socia
aleggiare per casa, cosa avrebbe fatto se lei avesse deciso di abbandonarlo?
Lesse il bigliettino e sorrise, nonostante i loro litigi Kaori continuava a
prendersi cura di lui. Si lasciò andare sul divano e si addormentò. Dopo un
lasso di tempo imprecisato, l’uomo fu svegliato dallo squillare insistente del
telefono. Imprecando contro tutto e contro tutti si alzò e con voce imperiosa
rispose:
- Pronto? Chi rompe a quest’ora? –
La voce ancora impastata dal sonno ma i sensi all’erta. Dall’altro
capo del telefono la voce preoccupata di Eriko lo fece svegliare del tutto.
- Ryo, sono Eriko. Kaori è ancora a casa? Doveva essere qui già da un
pezzo ma ancora nulla. Cosa le hai fatto? Oggi al telefono aveva una voce
triste. Se ti prendo… -
L’uomo non diede alla stilista modo di concludere le sue minacce, aveva
riattaccato immediatamente non appena aveva capito che la socia poteva trovarsi
in qualche guaio. Un solo pensiero nella sua testa “Quella pazza non può
essere andata al molo al posto mio.” In preda all’agitazione uscì di
corsa ma proprio sotto casa un bambino lo bloccò e gli consegno un’altra
busta come quella della mattina. Ryo l’aprì e la sua espressione si incupì
parecchio quando giunse al punto.
Temendo che tu non prendessi
Troppo sul serio il mio invito
Ho deciso di prendere la tua socia
Come garanzia. Cerca di essere
Puntuale e non le accadrà nulla.
Altrimenti avrai un altro cadavere
Sulla coscienza. Ti aspetto
Saeba e non fare scherzi.
Kaori era ostaggio di una pazza che non sapeva contro chi stava giocando.
Ryo stracciò il bigliettino e deciso come non mai si recò al molo. Se quella
donna aveva deciso di morire lui non l’avrebbe fermata. Aveva commesso un
grosso errore mettendosi contro Ryo Saeba. Kaori era la persona più importante
della sua vita. No, Kaori era la sua vita e per nulla al mondo avrebbe permesso
a qualcuno di farle del male. Soprattutto ad una donna che era da poco in giro e
di cui nessuno aveva sentito parlare. Chi era questa Dark Lady e perché aveva
sfidato proprio lui?