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Autore: Erik Burton    16/07/2012    3 recensioni
Uno strano omicidio costringe Paul Phoenix e Nina Williams ad indagare sulla misteriosa morte di un professore del Trinity College di Dublino che si collega ai due in modo diverso; Paul e Nina saranno alle prese con una caccia al tesoro che li porterà in giro per il mondo,avranno a che fare con i loro fantasmi(ritroveranno un vecchio nemico creduto morto) e dovranno lottare insieme affinché possano sopravvivere e salvare coloro che amano e alla fine dovranno fare luce sull'esistenza di Atlantide. Ma Eros ha già pronte le sue frecce e stavolta nemmeno Paul e Nina possono sfuggirglici.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nina Williams, Paul Phoenix, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fermo davanti alla porta dell’aula magna del NYC University, Paul Phoenix stava cercando di rilassarsi prima di prendere parte al colloquio che,probabilmente,l’avrebbe fatto diventare de facto il nuovo professore di archeologia. Dopo una mattinata passata a scervellarsi su cosa mettersi,cosa molto strana per lui, e a ripetere il suo discorso davanti allo specchio quasi fosse un mantra o come un amuleto contro la sua ansia, alla fine era andato all’università deciso e sicuro di sé e si era vestito in maniera elegante e ,per non fare una brutta impressione ai tre professori che avrebbero giudicato il suo operato, si era raccolto i capelli in una coda di cavallo al posto del suo solito taglio a spazzola; si ripeteva tra sé e sé “Ok Paulie, ce la puoi fare, sei riuscito a battere Nina, figuriamoci se puoi battere una commissione così agguerrita!” e infine toccò il suo ciondolo a forma di spada e disse tra sé e sé “Kev,prevedo grandi cose, portami bene, come hai sempre fatto!”. Già quel ciondolo aveva un grosso significato per lui. Gliel’aveva regalato il suo adorato gemello Kevin per il suo 5°compleanno e da allora non se ne era mai separato nemmeno quando Kevin morì in seguito ad una battaglia durissima contro il cancro, sul tatami di gara durante una gara internazionale a Londra nella quale i gemelli Phoenix vinsero l’oro nelle categorie kata(stile) e kumite(combattimento). Per Paul, la morte di Kevin fu un vero trauma per lui, e gli promise che sarebbe diventato il migliore lottatore mai esistito ma ovviamente dovette sacrificare anche i suoi desideri e le sue passioni rinunciando persino ad una proposta fattagli da Zahi Al Hamadi,direttore del museo del Cairo, per sovrintendere agli scavi nella piana di Amarna per riportare alla luce la tomba di Amenofi IV meglio conosciuto come Akhenaton il faraone eretico,una cosa a cui Paul teneva molto; dalla morte di suo fratello, molte cose  erano cambiate tuttavia c’era una costante nella vita di Paul: non si scordava mai d’indossare il ciondolo. Lo strinse di nuovo, facendo sì che in quel momento si ricordasse di chi era senza aver bisogno di fingere, una cosa che faceva per non far vedere come era veramente e,sì, quel giorno aveva bisogno di un grosso aiuto per avere il posto  tanto agognato. Facendosi animo,aprì la porta.
I tre professori seduti dietro l’imponente, antica scrivania di quercia alzarono lo sguardo quando Paul entrò. Il professor Harris,un vecchio corpulento e affabile, era un docente di ruolo che odiava profondamente la politica del momento; era noto nell’ambiente accademico per approvare stanziamenti di fondi sulla base di una presentazione che poteva interessarlo e se gli argomenti erano trattati in modo adeguato. Paul sperava che la sua sarebbe stata qualcosa di più,anche se aveva conosciuto Harris negli anni in cui studiava archeologia alla Cornell. D’altra parte, anche la presentazione più interessante e più brillante della storia, culminante con la scoperta di una cura per il cancro o del ritrovamento di una tomba azteca intatta, non sarebbe servita ad ottenere l’approvazione della professoressa Schiller, una vecchia strega che aveva già archiviato Paul e la sua ricerca come una causa persa. Un “forse”, e un “no”. Ma Paul poteva contare sull’ultimo professore. Jonathan Croft era un vecchio amico di famiglia ed era anche la persona che gli aveva comunicato la sua ammissione alla prestigiosa Cornell University dove si era laureato in archeologia. A quel punto tutto era nelle mani di Croft, poiché non solo sarebbe stato lui a decidere se Paul era degno del posto o no, ma era anche il capo del dipartimento e se fosse riuscito a portarlo dalla sua parte avrebbe ottenuto non solo la cattedra ma anche il finanziamento per la sua ricerca su Atlantide, un lavoro che durava oramai da più di vent’anni.  Ma se non ce l’avrebbe fatta..
Non poteva neanche sognarsi di pensare una cosa di questo genere.
“Dottor Phoenix.. Paul”, disse Croft. “Buon pomeriggio” “ Buon pomeriggio” rispose Paul con un sorriso molto suadente e smagliante. Harris ricambiò con una poderosa stretta di mano al suo ex allievo ai tempi della Cornell, mentre la Schiller  lo squadrava dall’alto in basso quasi fosse un alieno venuto da un’altra galassia anche se quel giorno era insolitamente elegante rispetto al suo look da bad guy. “Accomodati per favore.” Paul si sedette di fronte alla commissione . “Bene”, continuò Croft, “tutti noi abbiamo avuto l’opportunità di valutare una bozza della tua proposta. E’ alquanto … insolita,devo dire. Non è quel che si dice una ricerca facile e normale per il nostro dipartimento” “Già, una ricerca brillante, decisa e molto approfondita.”intervenne Harris “Non c’è che dire sign. Phoenix davvero un bellissimo ed accurato lavoro e molto coraggioso da parte sua, d’altra parte mi ricordo del suo meraviglioso operato quando era una matricola con quegli scavi a Deir-el Bahari. Nessuno sapeva dove fosse davvero la tomba ma lei seguendo un libro, ha ridato all’Egitto un’importante regina. Ancora una volta ha dato il meglio di sé stesso superando le aspettative e ogni tanto una piccola ma coraggiosa  sfida all’ortodossia archeologica non guasta una volta tanto.” “Temo di non condividere la tua opinione Sean,” intervenne la Schiller con tono tagliente e rauco. “Signor Phoenix..” Non dottor Phoenix, notò Paul. Lurida,vecchia mummia incartapecorita “Credevo che la sua laurea fosse in archeologia, non in mitologia. Atlantide è un mito, una fantasia nulla di più.” “Come Troia, Ubar e le sette pagode del Mahabalipuram… prima della loro scoperta”, replicò subito Paul. La Schiller evidentemente aveva già preso la sua decisione, ma Paul avrebbe lottato fino all’ultimo e sarebbe caduto combattendo.
Croft gli fece un cenno col capo. “Vorresti spiegarci meglio la tua teoria?” “Certamente.” Paul collegò il suo fidato portatile Apple al proiettore della stanza. Lo schermo mostrò una mappa che copriva il mar Mediterraneo e parte dell’Atlantico occidentale.
“Atlantide”,cominciò, “è una delle leggende più antiche e radicate della storia e ha avuto origine  da un numero molto limitato di fonti. Ovviamente,la più nota è rappresentata dai dialoghi di Platone, ma esistono, in altre culture antiche, riferimenti a una grande potenza nella regione del Mediterraneo detta il Popolo del Mare che attaccò e invase le aree dei litorali degli attuali Marocco, Algeria, Libia e Spagna. Ma la maggior parte di ciò che conosciamo su Atlantide viene dal Timeo e dal Crizia di Platone.”
“Che sono entrambe, indiscutibilmente, opere di finzione”, lo interruppe la Schiller.
“Il che porta alla prima parte della mia teoria,” continuò Paul, che aveva previsto la critica “In tutti i dialoghi di Platone ci sono elementi romanzati, introdotti apposta dal filosofo per facilitare la comprensione e l’esposizione del mito, nello stesso modo in cui si riassumono gli avvenimenti più importanti e si presentano i personaggi di un libro contemporaneo, però Platone scrivendo i suoi dialoghi non voleva creare opere di fantasia. Altri suoi lavori sono stati classificati come documenti storici, quindi perché non accettare i due dialoghi?” “Ci stai dicendo che quello che Platone scrisse su Atlantide fosse vero?” chiese Croft.  “Dico che lui pensava che fosse però abbiamo la storia dalla nostra parte. Noi sappiamo che Platone viaggiò in Egitto, entrando a contatto con i sacerdoti e gli scribi della corte egizia che,tramite una serie di papiri custoditi nella famosa biblioteca di Alessandria, scoprì l’esistenza di una civiltà con un’intelligenza superiore alla nostra: Atlantide. Si dice che, secoli addietro prima della distruzione di Troia che risale al 1278 a.C. così ci dice Dorpfeld, la flotta greca e quella italica insorsero contro Atlantide impoverendola ulteriormente e fecero diverse stragi di poveri innocenti. Ma non privò l’isola del suo tesoro più grande: la conoscenza. Però il colpo di grazia glielo diede l’inondazione di cui fu vittima e…” “Arrivi al punto professore. Non abbiamo tutta la mattina” disse la Schiller stanca del discorso di Paul. Maledetta bastarda pensò Paul e disse infine “Dunque, io suggerirei di scandagliare il golfo di Cadice in Portogallo, per ricercare il tempio di Poseidone,il tempio dove era depositata l’antica saggezza degli atlantidei”. Croft e Harris applaudirono Paul e il suo discorso mentre la Schiller rideva come una pazza etichettando lui e la sua ricerca come privi di fondamento. “Purtroppo,non possiamo darti il posto anche se vorremmo davvero. Ci dispiace.” disse Harris con una punta di amarezza. Il posto sarebbe andato ad Hogarth, un gran leccaculo e pupillo della Schiller.
Paul uscì dalla scuola imprecando e si sedette su una panca per sbollire la rabbia e la frustrazione del mancato lavoro e aspettò un taxi. Come si fa a giudicare un lavoro se tu non mi lasci nemmeno finire di parlare?. Aspettò almeno un’ora, ma non vide nessun taxi; aprì la borsa per controllare se c’era tutto anche i soldi per pagare il taxi ed ebbe la sensazione di essere osservato. Si guardò intorno. Una donna, appoggiata al muro dell’edificio dell’università, lo stava fissando. Era un tipo atletico, con un bellissimo viso e stupendi occhi azzurri, i capelli raccolti in una sensuale coda di cavallo, e indossava un paio di jeans e una vecchia giacca di pelle nera e logora. Era molto più bassa di Paul, circa 1,63 cm, aveva un fisico asciutto e,un’indefinibile espressione minacciosa su quel faccino da angelo suggeriva che si sarebbe fatta pochi scrupoli ad usare la sua forza. Vivendo a New York, Paul si era abituato a vedere facce strane e persone che usavano la loro forza solo per far del male ma anche lui non si faceva problemi a usare la sua forza sovrumana data anche dagli anni di esperienza nel campo delle arti marziali, ma c’era qualcosa in quello sguardo che lo rendeva nervoso forse perché quella donna gli ricordava incredibilmente Nina Williams, un’assassina irlandese contro la quale Paul aveva combattuto al King  of Iron Fist Tournament, ma non poteva essere lei. Nina odiava vestirsi in modo sportivo. Con la coda dell’occhio, continuò a seguire i movimenti della donna che lo seguiva con un andatura veloce e decisa quando arrivò l’autobus che lo portò a casa. Quando salì in tutta fretta sul mezzo, Paul notò che la donna era sparita e tirò un sospiro di sollievo. Ecco il bilancio della giornata: una molestatrice che sembrava Nina ma non lo era, un’umiliazione e un fallimento. Si abbandonò sul sedile. “Che giornata di merda.”
Una volta tornato a casa, nel suo appartamento piccolo ma confortevole nell’East Village, Paul lasciò cadere la borsa in un angolo, si sciolse i capelli e si levò la giacca, la camicia e la cravatta con movimenti decisi e furiosi rimanendo a torso nudo. Cercò sollievo nell’allenamento facendo una serie di flessioni e di addominali per smaltire meglio la rabbia e incavolato stava per sfilarsi il ciondolo dal collo ma poi cambiò idea e lo lasciò ricadere sul petto lasciando che il freddo metallo venisse a contatto con la pelle accaldata del lottatore che visto in questa maniera poteva competere con i ragazzi di 21 anni, dato il suo bel fisico. In quel momento, il telefono squillò. Non aspettava chiamate. Chi poteva essere?
“Pronto”, rispose fra il seccato e il nervoso. “Il dottor Paul Phoenix?” disse una voce maschile. Magnifico. Un venditore. “Sì, mi dica.” Tirò due calci in aria, pronto a riattaccare. “ Mi chiamo Jason Ellis e lavoro per la Fondazione Frost.” Paul smise di calciare. La Fondazione Frost? Attività filantropiche in tutto il mondo, studio e ricerca sui veleni, su farmaci e vaccini, finanziamento in ogni tipo di ricerca scientifica.. incluse le spedizioni archeologiche. “Ehm, sì, salve.” “Mi è spiaciuto sentire che l’università abbia rifiutato la sua proposta.” disse Ellis “E’ stato davvero miope da parte loro.” Paul rispose incredulo “Lei come fa a saperlo?” “La fondazione ha contatti con l’università. Dottor Phoenix, arriviamo al punto. I suoi colleghi possono non essere interessati all’ubicazione di Atlantide né di quella del tempio di Poseidone, ma è più che certo che noi lo siamo. Heather Frost,la direttrice della fondazione, mi ha chiesto personalmente di contattarla per sapere se sarebbe disposto a discuterne con lei stasera.” Il cuore di Paul fece un balzo. Heather Frost, una delle donne più potenti e ricche del mondo. Si costrinse a stare calmo. “Io,ecco, sono sicuro di essere disposto a discuterne sì. Ma di che cosa vorrebbe parlare esattamente?” “Dell’eventualità di organizzare una spedizione archeologica e oceanografa per stabilire se la sua teoria è esatta, è ovvio.” “Oh, bene, in questo caso.. sì! Certo che mi va di discuterne!” “Eccellente. Manderò un’auto a prenderla  che la porterà agli uffici di New York della fondazione, dove parteciperà a una riunione e a una cena. Va bene alle sette?” Paul gettò uno sguardo all’orologio attaccato alla parete. Erano le cinque e trenta. Avrebbe avuto un’ora e mezzo per prepararsi e sarebbe andato di fretta, ma.. “Sì, sì, va bene!” “In tal caso, ci vediamo più tardi. Oh, la prego di portare con sé i suoi appunti, sono certo che la signora Frost avrà mille domande da farle!” “Non c’è nessun problema”, rispose deciso. Ellis riattaccò. Paul rimase seduto un istante, sorrise e cacciò un grido di gioia che lo sentivano anche alle Bahamas! Heather Frost! Non solo era una delle donne più ricche del pianeta, ma.. Anche se Paul non era attratto da donne mature come lei, quella donna gli fece cambiare idea. Paul sollevò una foto di lui e di suo fratello quando erano ragazzi e gli disse “ Credo che tu oggi mi abbia portato una bella sorpresa, dopotutto!”


Primo capitolo di questa storia, dopo tanta fatica a scriverlo.... Spero che vi piaccia. Paul è in una veste nuova rispetto al solito e dal prossimo capitolo, grande apparizione di una grande donna di ghiaccio! Ringrazio tutti quelli che hanno commentato il prologo e spero che possano continuare a commentare positivamente la storia. Grazie mille a tutti! E. B.
  
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