Avvistati! D.
è
appena sceso dalla sua lussuosissima suite all’ultimo piano
del Palace per
andare al bancone del bar, mentre P. ha appoggiato proprio adesso il
suo tacco
12 sul marciapiede di fronte all’hotel.
D.
ha ordinato un Gin Fizz e un Martini. Conosce bene i gusti della sua
amica. P.
sta lentamente salendo le scale di marmo.
Attendiamo
tutti con ansia l’esito di questo incontro! Il futuro
dell’Upper East Side si
sta decidendo adesso!
Scenderemo
tutti in guerra o i due regni di Draco e Pansy si riuniranno sotto
un’unica
corona?
Si
accettano scommesse
XOXO
Gossip
Girl
Draco
faceva girare l’oliva in fondo al suo bicchiere con lo
stecchino che sorreggeva
l’ombrellino. Aveva un’aria tremendamente annoiata
e quello che aveva in mano
era già il secondo Martini, ma era sceso in anticipo per non
far aspettare
Pansy e non aveva resistito.
Indossava
una camicia celeste che metteva tremendamente in risalto i suoi occhi e
dei
jeans a sigaretta così stretti che alcuni si chiedevano come
facesse a
respirare. Ma Draco Malfoy può mettere addosso qualsiasi
cosa e stare sempre
perfettamente a suo agio. Non sono i vestiti il suo problema.
Il
ragazzo al bar gli sorrise porgendogli delle patatine, che
rifiutò con un gesto
della mano, senza alzare gli occhi dal suo I-phone: Gossip Girl aveva
appena
scritto che Pansy era stata vista davanti al Palace. Sarebbe arrivata a
momenti.
La
ragazza infatti comparve alla porta del bar nel giro di due minuti,
dritta su
due tacchi altissimi e avvolta in un abito che da lontano sembrava
nientemeno
che un Fendi.
Draco
sollevò un braccio sottile e sventolò la mano per
farsi vedere. Pansy non
sorrise né diede alcun segno di gioia. Mosse semplicemente
in avanti con aria
altezzosa e si accomodò sullo sgabello accanto il ragazzo
con un salto aggraziato.
-Ciao
Pan- sorrise invece Draco.
-Dra-
soffiò lei senza nemmeno rendersi conto di aver tirato fuori
dalla sua mente il
soprannome con cui lo chiamava da quando avevano dieci anni.
-Ti
ho
ordinato un Gin Fizz, va bene?- continuò lui, porgendole un
bicchiere dal quale
spuntavano uno spicchio di limone e uno spiedino di fragola e mela.
-Grazie-
mormorò Pansy afferrandolo. La sua borsetta finì
a terra e Draco si chinò a
raccoglierla.
-Grazie-
disse di nuovo Pansy, rigida e nervosa.
Draco
sorrise a disagio, e tentò di intavolare una conversazione:
-Allora,
come vanno le cose? Cosa mi sono perso?
Pansy
sollevò lo sguardo su di lui, fulminandolo da dietro il
mascara.
-Oh,
niente di che. Mio padre ha chiesto il divorzio ed è
scappato con un uomo. Mia
madre è dimagrita. Ha fatto un lifting. Tutto sommato si
può dire che vada
bene.
Draco
rimase scioccato da quella confessione apparentemente disinteressata.
Non
poteva credere che Rod Parkinson fosse gay.
Conosceva bene quel genere di persone, in fondo lui stesso
aveva spesso
frequentato anche uomini, e non avrebbe mai pensato che il padre di
Pansy
potesse appartenere a quella categoria.
-Pansy,
mi dispiace davvero... io non ne sapevo niente.
-Certo
che no. Avrei voluto dirtelo, sai? Ti ho chiamato perché
volevo sentire la tua
voce, mi sentivo uno schifo. E tua madre mi ha detto “Draco
è andato in
collegio, non te l’ha detto?”. Hai idea di come
possa essermi sentita?
-È
successo così in fretta, Pan, credimi. Avrei dovuto dirtelo,
lo so, ma non ne
ho avuto l’occasione.
-I
telefoni non esistono in collegio? Le mail?
No.
Nel
posto dove era stato lui non era permesso avere contatti con
l’esterno. Ma
questo a Pansy non poteva dirlo.
-Senti,
lo so che ti senti tradita e che non vorresti avere niente a che fare
con me. Ti
ho vista oggi con Daphne e le altre, sei la regina e io non voglio
portarti via
niente...
-Perché,
se volessi potresti portarmelo via?- esclamò Pansy
improvvisamente più
aggressiva.
-No!-
esclamò Draco -Io... voglio solo che noi due torniamo ad
avere il bellissimo
rapporto di prima! Mi manchi, Pan! Mi manca dormire da te, fare
colazione
insieme da Starbucks, ubriacarci e fare sciocchezze in un locale,
provarci
tutti i vestiti di un negozio... mi manca.
Pansy
lo
guardò e si perse per un momento nei ricordi.
Aveva
passato dei bellissimi momenti con Draco, non lo poteva negare.
Ricordava
benissimo di quando erano andati insieme in vacanza in Italia, un anno
prima, e
avevano passato l’estate più bella della loro
vita, visitando ogni angolo di
Roma ed entrando in ogni singolo negozio di lusso che trovavano,
comprando
qualcosa ogni volta.
Avevano
fatto il bagno nella fontana di Trevi ridendo e schizzandosi
finché qualcuno
non gli aveva urlato qualcosa di incomprensibile e se ne erano andati
inciampando per le risate.
Avevano
alloggiato in una gigantesca suite di un gigantesco hotel e avevano
passato
ogni notte a guardare i più assurdi programmi italiani su
RealTime TV e farsi
portare dal ristorante ogni sorta di dolcetti.
E
Pansy
doveva ammettere che Draco le era mancato terribilmente negli ultimi
mesi. Era
arrabbiata con lui perché non l’aveva avvisata
della partenza ma ogni singolo
giorno aveva sperato in una sua chiamata, un suo messaggio o almeno un
suo
cenno di vita.
E
finalmente era tornato.
Per
quanto ancora poteva essere arrabbiata con lui? Non poi tanto.
-Ti
sei
perso una serie di crisi nervose di Pamela Parkinson- disse sorridendo,
finalmente -Dovevi vederla il giorno dopo il lifting, non riusciva
nemmeno a
muovere le sopracciglia.
Draco
rise, libero da un peso, e sentì la sua anima molto
più leggera.
-E
anche
il compleanno di Ron. Dio, memorabile! Si sono ubriacati tutti e quel
deficiente di Ernie Macmillan ha vomitato sul vestito di Daphne!
Avresti dovuto
veder la sua faccia! Impagabile!
Draco
rise di nuovo, mettendo in mostra il sorriso perfetto e facendo sentire
la sua
risata cristallina. Il cameriere di poco prima si girò verso
di lui e sorrise
di rimando, incantato da un ragazzo così bello.
-Adesso
devo andare, Dra- disse Pansy, tirando anche lei di nuovo fuori il
vecchio
soprannome -Ron e io abbiamo appuntamento a casa mia, mia madre non
c’è e
prevedo un appuntamento focoso.
-Oh,
ma
dai!- esclamò Draco -Allora buon divertimento e grazie di
essere venuta Pan,
sono contento che abbiamo sistemato le cose!
-Anche
io. Ci vediamo domani a scuola!
La
ragazza sorrise e si avviò verso l’uscita,
indossando il suo giubbetto da mezza
stagione e stringendo la pochette. Il suo autista era lì
fuori che l’aspettava.
Draco,
sorridendo, si voltò verso il cameriere moro e
ordinò il terzo Martini.
-Che
fai, Hermione?- domandò Harry, entrando nel suo loft di
Brooklin dopo un
pomeriggio passato in biblioteca.
-Hai
studiato tutto questo tempo, Harry? Santo cielo, la scuola è
iniziata oggi!
-Lo
sai,
Herm, l’anno prossimo devo andare
all’Università e non otterrò mai la
borsa di
studio se non mi impegno seriamente!
-Come
vuoi! Io sto cucendo il mio vestito per la festa “Baciami
sulle Labbra”, sono
stata invitata sai?- la ragazza sembrava al culmine
dell’eccitazione e si alzò
improvvisamente per prendere un ritaglio di giornale.
-Vedi?-
chiese mostrando al fratello un vestito Dior -Lo faccio come questo,
però nero.
-Carino-
disse semplicemente Harry, scaricando la borsa sul divano in salotto e
recandosi in cucina -Dov’è Sirius?
-Stasera
è fuori con Remus e Tonks. Ha detto di ordinarci la cena.
-Oh,
ok.
-Sai,
ho
letto su Gossip Girl che al Palace c’è un
po’ di movimento. Sarei uscita ma
devo assolutamente finire il vestito... altrimenti sarei andata, avrei
sicuramente incontrato Draco.
-Draco?-
ripeté Harry di nuovo e improvvisamente interessato.
-Oh,
sì.
Alloggia al Palace, non lo sapevi? Su Gossip Girl
c’è scritto che avrebbe avuto
un incontro con Pansy stasera, ma sicuramente è troppo tardi
adesso. Sarà lì,
tutto solo, a bere un drink dopo l’altro, incredibilmente
annoiato...
Harry
deglutì la poca saliva che aveva in gola. Il solo pensiero
di Draco lo mandava
in brodo di giuggiole.
-Allora,
per te va bene se ordino all’indiano?
Harry
dovette riflettere solo tre secondi, prima di decidere.
-Sai,
in
effetti credo che uscirò.
-Sì?-
chiese Hermione con aria di finta sorpresa.
-Sì.
Credo proprio che uscirò. Vado bene così?- Harry
spalancò le braccia per
permettere a Hermione di vedere i suoi vestiti: jeans stretti, camicia
bianca e
maglioncino verde.
-Perfetto.
Allora buon divertimento.
-Grazie!-
gridò Harry uscendo di nuovo.
Hermione
sorrise furbetta. Quel ragazzo era così... tonto. E lei
aveva ordinato
all’indiano cibo sufficiente per una sola persona.
Blaise
Zabini varcò le soglie del Palace cinque minuti dopo che
Pansy era uscita dalla
stessa porta.
Camminò
per il bar con il suo passo sicuro, le spalle dritte e il mento puntato
verso
l’alto. Cercava una persona in particolare.
Finalmente
vide una testa particolarmente bionda e un fisico particolarmente
longilineo.
Draco.
Si
diresse a grandi passi verso il bancone del bar e tirò fuori
la sua migliore
voce sensuale.
-Ciao
Draco- mormorò accomodandosi sullo sgabello accanto a quello
del biondo.
Il
ragazzo voltò leggermente la testa, con gli occhi socchiusi,
e inquadrò la
figura di Blaise, stretto in un completo color crema e quasi soffocato
in una
camicia lilla. Così tremendamente pieno di sé.
-Blaise-
mormorò anche lui.
-Allora,
come vanno le cose? Non mi hai ancora detto perché te ne sei
andato così in
fretta... anche se qualche idea me la sono fatta.
Draco
fece una smorfia.
-Senti,
non ho voglia di sentire le tue stupidaggini, ora. Ho bevuto troppo e a
stomaco
vuoto, devo andare a mangiare qualcosa.
Draco
fece per alzarsi ma Blaise lo bloccò sullo sgabello
mettendogli una mano sulla
spalla.
-Conosco
bene il cuoco del Palace- lo informò con voce soave
-Possiamo andare nelle
cucine e mangiare qualcosa lì. Non credo arriveresti al bar
più vicino senza
cadere a terra.
Draco
lo
fulminò. Non era così ubriaco da cadere a terra!
-Solo
perché ho fame- scandì violentemente e si
alzò. Dondolò appena ma Blaise lo
trattenne per un braccio e iniziò a guidarlo verso le cucine.
-Grazie
mille, Hugo- sussurrò Blaise in direzione del grosso chef
del Palace, che
sorrideva mentre afferrava i duecento dollari che l’altro gli
porgeva -Chiudi
pure le porte mentre vai via.
L’uomo
aveva colto perfettamente la scintilla di lussuria in fondo agli occhi
di
Blaise ma non se ne curò poi tanto. Se ne andò in
silenzio, lanciando un’ultima
occhiata al bellissimo ragazzo biondo e pallido seduto sul bancone.
-Questo
panino è buonissimo!- gemette Draco, addentando ancora la
sua piccola pagnotta
ripiena di formaggio e tartufo.
Fra
i
panini avanzati aveva scelto il più piccolo, nonostante
avesse detto di avere
fame. Nessuno ci aveva fatto caso, tantomeno Blaise che in quel momento
era
stato troppo impegnato a osservare il suo culo con attenzione.
-Allora-
iniziò Blaise appoggiando le mani ai lati delle cosce di
Draco e rinchiudendolo
tra il suo corpo e il bancone su cui era seduto -Cosa possiamo fare per
passare
il tempo?
Draco
storse le labbra, mandando giù il panino. Blaise non gli
piaceva quella sera.
Era inquietante.
-Grazie
per il panino. Ora penso che salirò...
-Non
pensi di dovermi ringraziare in qualche modo migliore? Io avrei un paio
di
idee.
-È
solo
un panino, Blaise.
Il
ragazzo sorrise e si sporse di più verso Draco, cercando le
sue labbra con le
sue.
-Blaise,
ma che fai? Non eri etero?- gemette Draco scansandolo.
-Nessuno
è realmente etero nell’Upper East Side- rispose
tranquillamente Blaise Zabini
-Specialmente se ci sono bei ragazzi come te, con questi meravigliosi
culi.
La
mano
di Blaise scese lungo il profilo del fianco di Draco, sfiorando il suo
gluteo.
-No,
non
mi sembra il caso- disse frettolosamente Draco, cercando di alzarsi e
venendo
bloccato dalle forti braccia di Blaise, che lo ancorarono al bancone.
-Che
c’è, hai paura che Ron lo scopra?
Draco
sentì come una stilettata al cuore.
-Ron?-
balbettò, gli occhi argentei spalancati.
-È
perfettamente inutile che tu faccia finta di niente. So cosa hai fatto,
al
matrimonio di Bill Weasley.
Draco
si
sentì di nuovo morire. Blaise sapeva.
Era
una giornata incredibilmente calda per essere maggio.
Il
ricevimento si stava svolgendo in un meraviglioso palazzo
fuori New York e gli invitati erano rilassati e felici.
Draco
camminava dondolando appena verso il bar dell’abitazione.
Aveva in mano una bottiglia di Champagne che aveva rubato dal banchetto
ma che
non riusciva ad aprire.
Gli
serviva un cavatappi o qualcosa di simile.
Arrivò
in una grande stanza dal pavimento di marmo rosa, un
pianoforte era abbandonato in un angolo e c’era un
lunghissimo piano bar di un
meraviglioso legno scuro.
Ronald
Weasley, fratello dello sposo, se ne stava
tranquillamente seduto a uno dei tanti sgabelli e sorseggiava un drink
arancione.
Draco
sorrise e mosse in avanti, facendo sbattere la bottiglia
di Champagne sulla sua coscia sinistra.
-Ciao
Ron- mormorò sedendosi sullo sgabello accanto a lui.
Il
rosso sollevo lo sguardo e gli sorrise dopo qualche secondo.
Sembrava averci messo un po’ a inquadrare la figura di Draco.
Il
biondo notò che l’altro aveva tolto la giacca blu
e anche la
cravatta, rimanendo in pantaloni e camicia. Semiaperta.
-Ciao
Dra.
-Fa
caldo, vero?- disse sensualmente il biondo. Tolse la giacca
grigia e sfilò via dal collo anche la cravatta verde, senza
nemmeno aprirla del
tutto. I capelli biondi gli si drizzarono in testa.
-Davvero
caldo- concordò Ron, versandosi l’ennesimo drink
usando
direttamente le bottiglie del bar.
Draco
rise senza motivo, troppo ubriaco per capire cosa stesse
facendo, e si sfilò anche i pantaloni, rimanendo in calzini
bianchi e camicia.
Salì
sul bancone del bar e iniziò a sfilare ridendo, giocando a
far roteare la bottiglia.
-Dai,
Ron! Vieni anche tu!
Il
rosso rise con l’amico. Salì sul bancone
dondolando e iniziò
a seguire l’altro, afferrandolo per un braccio e attirandolo
a te.
Draco
era bellissimo anche in quello stato: i suoi occhi meno
lucidi del solito sembravano più opachi, di un grigio
più spento e
incredibilmente bello, la sua pelle riluceva sotto un lieve strado di
sudore,
più pallida ed eterea che mai.
Ron
non poté fermarsi e lo baciò.
Fu
un bacio lungo e impuro, maledetto e peccaminoso, vorace e
incredibile.
Pansy
trattenne il fiato sconvolta.
Ron
era
seduto davanti a lei, lo sguardo basso e le mani tremanti. Le aveva
appena
confessato di aver baciato Draco Malfoy, il ragazzo con cui aveva
appena fatto
pace.
Pansy
sentì il suo mondo crollarle intorno e la sua sicurezza
perdersi come sabbia al
vento, ma decise di ignorarlo. Doveva essere forte.
-Ma
è
stato solo un bacio, no?
Ron
non
rispose.
Le
gambe di Draco erano fredde e lisce, bianche come il latte.
Ron si sedette sul bancone ed esse gli si avvolsero intorno
sensualmente.
Le
dita bianche del ragazzo si intrecciarono ai capelli color
fiamma del compagno, tracciando percorsi infuocati sul suo collo e
tirando i
ciuffi con passione.
Le
loro bocce intrapresero una lotta violenta, facendo scontrare
le lingue in un vortice di passione.
Anche
i pantaloni di Ron finirono a terra in poco tempo.
Draco
lasciò finalmente andare la bottiglia che cadde sul
pavimento con un tonfo ovattato, senza rompersi.
Risero,
ubriachi di vino e ubriachi di passione.
I
loro boxer vennero calati giù, Draco venne girato di spalle
e
penetrato.
I
loro gemiti e i loro ansiti erano sensuali e rochi, entrambi
stavano raggiungendo in fretta l’apice del piacere. I loro
orgasmi si
riversarono dentro e fuori di loro, facendoli tremare
d’emozione e
soddisfazione.
Si
trovarono di nuovo faccia a faccia, i capelli appiccicati
sulla fronte per il sudore, i muscoli ansanti per la fatica.
Draco
attaccò il collo di Ron con morsi famelici, il rosso
strinse i suoi glutei fino a fargli male.
Quello
non era amore. Quello era puro sesso selvaggio.
Blaise
Zabini era appoggiato alla ringhiera che proteggeva il
piccolo pianerottolo che collegava il bar al corridoio. Sorseggiava il
suo
drink e si godeva lo spettacolo.
Pansy
scattò in piedi, in preda alla confusione.
-Tu!
Hai
fatto sesso con Draco! Sei... sei etero, per la miseria! Sei etero,
vero?-
strillò con rabbia.
-Io...
Pansy si, sono etero! Eravamo ubriachi persi, ci eravamo lasciati da
poco,
Draco era lì, era caldo... avevamo entrambi bisogno di una
scopata! È stata
solo una scopata, Pansy!
-Vattene!-
ruggì la ragazza in preda alla furia -Non voglio
più vederti, mi fai schifo!
Con il mio migliore amico, santo cielo!
-Pansy...
-Ron,
vattene!
Il
ragazzo le rivolse un ultimo sguardo pieno di rammarico e
abbandonò la stanza
in silenzio.
Pansy
scoppiò a piangere, gridò, tirò pugni
al cuscino in preda alla rabbia più nera.
Si sentiva tradita in maniera tremenda, dal suo ragazzo e dal suo
migliore
amico.
Dio,
l’aveva
visto giusto un’ora prima e non le aveva detto niente!
Pansy
spense tutte le candele che aveva acceso per quella notte intima con un
soffio
furioso. Si gettò sul letto, tra i petali di rosa preparati
per creare un’atmosfera
più romantica, e pianse.
-Credevi
che nessuno lo sapesse? Io so sempre tutto, Draco.
-Noi...
eravamo ubriachi- iniziò Draco.
-Non
vuol dire niente- lo zittì Blaise -Non mi sarei mai
aspettato una cosa del
genere da te, Draco. Sei il migliore amico di Pansy...
-Si
è
trattato di un incidente!
-No, credo che invece mi
somigli più di quanto
immagini.
-No,
quella è... acqua passata. Sto cercando di cambiare.
-Oh,
ti
preferivo prima- mormorò lascivamente Blaise.
Si
abbassò verso il viso di Draco e cercò le sue
labbra.
Draco
lo
guardò in preda al panico, impreparato a una reazione del
genere. Tentò di
colpire Blaise ma quello lo intrappolò con le mani,
aggredendo il suo collo con
baci non accetti.
-Smettila!
Blaise, smettila! Smettila!- iniziò a gridare Draco. Non
sapendo cosa fare.
Non
c’era
nessuno in quella dannata cucina, nessuno che potesse aiutarlo. Blaise
lo
sapeva bene, per questo lo aveva portato lì.
Draco
iniziò a maledire il momento in cui aveva accettato
l’aiuto di Blaise.
-Smettila!
Smettila!- ripeté ancora Draco. Diceva quella parola
all’infinito, come un
disco rotto, sperando che Blaise lo ascoltasse, mentre cercava soltanto
di
catturare le sue labbra.
-Smettila,
idiota! Lasciami!- gridò Draco, e in un impeto di rabbia
riuscì a spingere via
il ragazzo e a colpirlo dove fa più male. Blaise si
accasciò a terra, tenendosi
una mano all’inguine, e Draco scappò via dalle
cucine, con i primi bottoni
della camicia slacciati e i capelli arruffati sulla testa.
Harry
Potter era appena entrato al Palace e gironzolava per il bar in
completo
disagio. C’era tutta gente vestita bene che sorseggiava
bibite costose.
Harry
indossava un maglioncino da settanta dollari, delle scarpe da ottanta e
dei
jeans da solamente venticinque. Probabilmente un solo orecchino di
quella
signora che vedeva davanti a lui costava circa il decuplo di tutti i
suoi
vestiti messi insieme.
Il
ragazzo sospirò, scoraggiato. Se anche avesse trovato Draco,
che gli avrebbe
mai potuto dire?
Fece
per
tornarsene sui suoi passi quando un ragazzo gli finì
violentemente addosso.
-Scusa!-
disse Harry automaticamente, sollevando gli occhi sulla persona che lo
aveva
colpito.
Draco.
Due
occhi argentei lo fissavano stralunati. Draco rimase immobile per pochi
secondi, guardando immobile Harry, prima di andare via in fretta e
furia.
Harry
non lo aveva mai visto così: spettinato, sconvolto e
silenzioso.
Qualcosa
di nero e luccicante attirò la sua attenzione.
Abbassò gli occhi e vide un
grosso I-phone che rifletteva sul suo schermo le luci soffuse del bar.
Il
ragazzo lo prese in mano e lo girò. La cover che lo fasciava
era nera, con al
centro un disegno di un triangolo bianco, attraversato nel mezzo da una
riga,
anch’essa bianca.
Era
una
triade, il simbolo del gruppo “30 Seconds To Mars”
.
Quell’I-phone
doveva essere sfuggito dalle tasche di Draco durante lo scontro: quella
mattina
stessa Harry lo aveva sentito canticchiare “Stranger in a
Strange Land” sull’autobus.
In mano aveva un I-phone.
Era
certamente di Draco.
Harry
non riusciva a credere alla sua fortuna: aveva una scusa per parlare
con lui!
Quasi
non fece caso a uno scontento Blaise Zabini che usciva dalle cucine con
un’espressione
maniacale in viso, né fece caso a una ragazza che gli
scattò una foto con il
suo Blackberry.
Harry
uscì dal Palace toccando il cielo con un dito, solo per
essersi scontrato con l’uomo
dei suoi sogni.
Buonasera
Upper East Side!
La
vostra giornata è stata produttiva? Il primo giorno di
scuola vi è piaciuto?
Beh,
sembra che per i nostri ragazzi preferiti sia stata particolarmente
interessante!
D.
e P. hanno fatto la pace, lo testimonia questa foto che mi è
arrivata da
Melanie92, grazie Melanie!
Pansy
sarebbe dovuta essere felice! Perché allora Ron è
stato visto scappare da casa
sua dopo nemmeno cinque minuti che era salito? Che P. lo abbia
cacciato? E per
quale motivo?
Anche
al Palace la serata è stata movimentata! Sia B. che il
Ragazzo Solitario sono
stati visti entrare, apparentemente entrambi alla ricerca del nostro
biondino
del cuore.
Ma
mentre B. è uscito stringendo i pugni con una strana aria
arrabbiata, il
Ragazzo Solitario camminava tre metri sopra il cielo.
Mi
dispiace B. ma i soldi non possono comprare proprio tutto.
E
dopo questa pillola di saggezza, ci ritiriamo tutti in attesa della
festa “Baciami
sulle Labbra”. E indovinate un po’ chi è
che adora le feste?
XOXO
Gossip
Girl
TITA’S
CORNER
Salve,
EFP!
Sono
davvero, davvero felice di come questa storia stia funzionando!
Già tantissimi
di voi la seguono e ha già ricevuto ben 15 recensioni! Spero
che non vi
fermerete qui e che continuerete a leggere e recensire! I vostri pareri
sono il
mio pane quotidiano!
Lasciate
che vi spieghi un momentino i warnings,
miei cari!
Questa
storia è AU e non penso
ci sia
bisogno di dire perché! I personaggi di Harry Potter sono
tutti ricchi, belli e
dannati, vivono a New York e non hanno poteri magici! Più AU
di così si muore!
È
sia Het che Slash
in quanto, come avete potuto vedere, ci sono sia coppie etero
che coppie gay (e anche coppie confuse, a quanto pare) ma non ci
saranno
accenni di Femslash perché non ne ho mai letto e non saprei
scriverlo...
Infine
è
OOC. Di solito tento di mantenere i
miei personaggi più simili possibile agli originali ma in
questa storia è pressoché
impossibile! Draco non sarebbe mai come Serena nei libri della Rowling
ma, per
forza di cose, qui lo è. Inoltre ritengo che in ogni storia
Slash andrebbe
inserito l’avvertimento “OOC”
perché nessuno dei personaggi della Rowling è
omosessuale. Rendere gay Harry Potter è già un
grande stravolgimento della
trama originale, il che mi porta a inserire sempre OOC.
Bene,
detto ciò, spero davvero seguirete e recensirete ancora
questa storia, sia chi
conosce, sia chi non conosce Gossip Girl!
Ammetto
che non è niente di incredibilmente fantasioso e originale,
in quanto la
maggior parte della materia è presa dal telefilm.
Beh...
al prossimo capitolo!!
Avviso
per i lettori di Siamo
pronti a
morire per amore?
Come
avrete notato, sono in tragico ritardo con l’aggiornamento.
Purtroppo sono
stata fuori, poi sono stata male e non prevedo di finire il nuovo
capitolo
prima del weekend.
Mi
dispiace tantissimo. Abbiate pazienza!
Un
bacio
T