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Autore: pervertedsquirrel     17/07/2012    0 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Un finale perfetto

 

Non sapeva se sentirsi sollevata o aggravata dalla distrazione che la signora Weasley le forniva. Da un lato, non si sarebbe preoccupata ulteriormente per il prossimo incontro con Harry. Ma sull’altro versante, una distrazione la portava a non pensare a nuovi modi per convincere Harry a stare con lei. Anche se non voleva ammetterlo, c’era una possibilità, una grande possibilità, che Harry sarebbe partito per catturare i Mangiamorte rimasti. La sua missione “salva gente”, chiamata in esame, la stava facendo impazzire. Perché avrebbe dovuto pensare a scegliere tra lei e il donare la propria vita per le tenebre? Se il suo destino si era compiuto, perché tornare indietro?

 

Spinse un'altra cucchiaiata di zuppa calda nella bocca e inghiottì avidamente. Tutto quel casino le riempiva la testa. Aveva bisogno di rilassarsi e di non pensare alla situazione per un po'. Certo, era più facile a dirsi che a farsi. Sfortunatamente per lei i ricordi erano infiniti. La signora Weasley, Ron, Harry, Ginny, ed anche Draco – glielo ricordavano tutti in un modo o nell'altro. Le particolarità di come e perché lo stavano facendo erano infinite e piuttosto complesse, anche nella sua mente. Sembrava che, non importava quanto si sforzasse, non c'era modo di sfuggire all'inevitabile. Harry avrebbe preso una decisione. Una decisione che era più importante di tutto: lei o i Mangiamorte. Beh, non esattamente, ma quasi.

 

Era così brutto il fatto che era seriamente preoccupata per quello che avrebbe scelto?

 

La sua mente rispose per lei: sì.

 

Sentì una spinta alla spalla e vide Draco sorriderle calorosamente, seduto accanto al lettino. Si era svegliato non appena Ron aveva aperto la ciotola con lo spezzatino e ne aveva versato un po', contro la sua stessa avidità. La faccia di Ron risultò impagabile quando vide che Draco chiedeva una porzione dello spezzatino di sua madre. Era una reazione mista tra incredulità, preoccupazione, e qualcosa di così unico che a Ron fu impossibile da descrivere. Ma, come Draco cercò di incoraggiarla  silenziosamente, anche se non sapeva per cosa, non poté fare a meno di dargli una scrollata di spalle in risposta. Nessun sorriso, nessuna parola di spirito, solo una scrollata di spalle. Sapeva che voleva aiutarla, ma era senza speranza. Era ben al di là dal chiedere aiuto. Più come fuori di sé dalla preoccupazione.

 

Draco aprì la bocca (probabilmente per chiedere che cosa c'era che non andava), ma venne interrotto dalle porte dell'infermeria che si aprirono e rivelarono una sorridente signora Weasley che reggeva due scatole piuttosto grandi al petto. Mentre si affaccendava, Hermione riuscì a vedere le etichette più chiaramente: Magico Sale a Bollicine per Bagno della Signora Beatrice, garantito per curare mali e dolori o i galeoni saranno rimborsati!

 

Hermione non poté fare a meno di sorridere quando finì di leggere. Molly Weasley non si arrendeva mai quando si trattava di famiglia e del loro benessere, no?

 

"Ho chiesto al professor Silente di assicurarsi un posto dove potrai lavarti e lui ha preservato il bagno dei Prefetti al quinto piano! Non è semplicemente incantevole? Ora, non appena avrai finito con il tuo stufato puoi-oh! Beh, sembra che tu lo abbia già mangiato tutto. Avanti, allora. Ti accompagno su."

Hermione guardò la sua ciotola e si accorse di averla consumata completamente. Harry sembrava aver mangiato tutto anche lui e si stava già alzando dal letto. Aveva scelto di mangiare sul suo letto invece che al suo fianco, che attualmente era occupato da Draco. Dal momento che quest’ultimo aveva cominciato più tardi rispetto a lei, aveva ancora una buona metà di spezzatino da mangiare. Così, quando si alzò, la voce della signora Weasley lo fermò immediatamente.

"Oh no Draco, caro, non tu. Finisci il tuo stufato e poi potrai unirti a loro."

Draco tornò a stendersi sulla branda e Hermione gli lanciò uno sguardo compassionevole. Lui le rispose con uno sguardo che diceva "Va tutto bene" e la incoraggiò ad andare. Così, senza ulteriori forze a sponarla, seguì la signora Weasley e Harry fuori dalla porta e nei grandi corridoi di Hogwarts. Doveva tenersi a distanza, per paura di urtare accidentalmente Harry e saltare su di lui. Neanche se si fosse trattato di un salto accidentale. Il tipo di salto che finiva coll’urtare fisicamente il destinatario in qualsiasi area che le era disponibile a mani nude. Decise di non portare la bacchetta perché non ne aveva alcun bisogno. Inoltre, le aveva già scavato le parti basse della schiena, non avendola rimossa dalla tasca posteriore. Si strofinò il punto pigramente, sentendo una macchia leggera di pelle sollevarsi e trasalì.

Si avvicinarono a una strana statua di un mago con i guanti posti alle mani sbagliate ed Hermione sollevò un sopracciglio. Non ebbe, però, molto tempo per osservare la statua, perché la oltrepassarono subito e passarono poche porte vicine. La signora Weasley borbottò ciò che Hermione credette fosse una password e la porta si aprì facilmente. Seguì Harry a distanza di sicurezza e prese un grande respiro quando vide l'interno del bagno. Beh, non aveva tutto l'aspetto di un bagno. Era più come una grande piscina coperta, accompagnata da un piccolo bordo di immersione sul fondo. Le pareti, i pavimenti e le singole vasche a terra, erano tutti scolpiti in marmo bianco e illuminati dolcemente da una lampadario pieno di candele, cose che sembravano essere state rubate da un palazzo. La vasca era rivestita con circa un centinaio di rubinetti, ciascuno con un gioiello di colore diverso impostato nel manico. Non sapeva che significato avesse. Forse per decorazione? Ma, mentre la signora Weasley si avvicinava ad essi e torceva alcuni dei rubinetti, l'acqua che uscì dalla bocca prese la forma di un colore diverso dal bagnoschiuma.

Si raddrizzò con un sorriso rivolto a Harry e Hermione e tornò verso le scatole che aveva tenuto in mano per poi tirare fuori due piccoli pezzi di tessuto. Li stese con la mano libera e Hermione e Harry le si avvicinarono per prenderne uno ciascuno. Con un ulteriore esame, vide che teneva un costume blu scuro e al suo fianco vide che Harry aveva in mano un uguale costume da bagno arancione. Guardarono la signora Weasley contemporaneamente e lei spiegò in fretta. "Sono volata subito a casa a prendere alcuni costumi da bagno che potevate indossare. Non posso permettervi di nuotare accanto mentre vi lavate completamente! E’ semplicemente inaudito."

Hermione non poté fare a meno di ridere. Aveva già visto molte parti di Harry prima. Ma la signora Weasley non doveva saperlo. La donna più anziana continuò sullo stesso tono, come se non avesse sentito il leggero sfogo di Hermione, "Potete cominciare a metterveli mentre io riempio questo vasca con i miei sali speciali. Avanti!"

 

Hermione trovò rapidamente un pilastro con cui potersi cambiare di nascosto e cominciò a togliere i vestiti mentre la signora Weasley camminava lungo il perimetro della vasca e cospargeva l’acqua di sale. Scivolò rapidamente dentro l’indumento e tirò le cinghie sulle spalle. Pensò fosse di Ginny per il taglio basso del busto. Mentre usciva dal pilastro dovette coprire la bocca perché un altra risatina minacciò di uscire. Non l’aveva notato quando la signora Weasley aveva consegnato loro i vestiti, ma quello che Harry indossava era un'ode ai Cannoni di Chudley. Il logo era scritto lungo un lato mentre l'altro aveva quella che sembrava essere un autografo di ogni giocatore. Il costume era sicuramente di Ron.

 

La signora Weasley tornò da loro un attimo dopo e guardò i due dall’alto in basso. Annuì e sorrise a se stessa. "Il bagno è pronto. Sono fuori, se avete bisogno di qualcosa."

 

"Vuoi dire che tu-tu non rimani?" Chiese Hermione.

 

"No, cara. Non hai bisogno di me per lavarti i capelli vero?"

 

"Beh no ..."

 

"Allora aspetterò fuori."

 

Prima che Hermione potesse addurre un altro motivo per farla restare, la porta si chiusa dietro di lei. Aveva davvero bisogno di smettere di sottovalutare la velocità di quella donna.

 

Si voltò goffamente verso Harry per vederlo già in cammino verso il trampolino. Vide come montava su di esso e ne tastava la flessibilità prima di camminare all'indietro e fare un tuffo impeccabile che estese l’acqua ai suoi bordi. Non c'era alcun dubbio nella mente di Hermione che non era una cosa nuova per lui. Prima di emergere, lei si decise ad entrare con piccoli passi, scendendo in acqua. Sentì meravigliosamente l'acqua calda sulla pelle e mentre entrava definitivamente in acqua, sentì profumo di lillà. Fece una mossa da farfalla con le braccia mentre si allontanava dalle scale e andava verso la parete opposta. Girò così da galleggiare sulla schiena e lasciare che l'acqua la trasportasse, senza preoccuparsi di dove stesse andando fino a quando non continuava a sentirsi in quel modo.

Il suo momento, tuttavia, venne rovinato dal suono dell’eco di una voce molto lamentosa contro le pareti.

"Ciao Harry!"

Non si era resa conto di aver galleggiato particolarmente vicino a lui fino a quando non lo sentì borbottare un imprecazione. "Oh umm ... ciao Mirtilla."

Hermione aprì gli occhi per capire a chi si rivolgesse Harry. E, cosa più importante, che aveva interrotto il suo galleggiare tranquillo per tutta la vasca. Lasciò cadere il corpo dalla posizione di galleggiamento e andò quasi a sbattere contro Harry. Dannazione, come aveva fatto ad arrivare così vicino a lei? Pensò agitata. Ma dimenticò tutti i pensieri della sua vicinanza ad Harry quando vide la forma trasparente della persona-beh, non proprio persona, più simile a un fantasma, che aveva interrotto il suo galleggiare. Sembrava molto tozza dalla quella posizione, una decina di metri sopra le loro teste, con i capelli allampanati, lieve acne, e occhiali spessi simili a quelli di Harry. Non si sorprese a costatare che le piacevano di più su di Harry. Facevano sembrare la testa un po' troppo piccola per il suo corpo. Beh, non era proprio un corpo, ma-oh ma che c’entrava? Ciò che veramente importava era che c'era un fantasma galleggiante sopra di lei e la testa di Harry e lui le stava parlando, in qualche modo!

"Ho sentito che hai sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato quest’oggi." Commentò a bassa voce.

"Sì." Liquidò lui.

"Oooh, ma questo è semplicemente meraviglioso!" Esclamò, battendo le mani. "Sai che ci sara un - chi è quella?"

Per Hermione ci volle un attimo per rendersi conto che stava parlando di lei. Ma prima che potesse presentarsi correttamente, Harry la batté sul tempo. "Questa è Hermione Granger. Lei è una mia amica."

Amica? Urlò mentalmente Hermione. Aprì la bocca per protestare, ma fu ancora una volta frenata. Questa volta, dal fantasma di nome Mirtilla. "Amica, hmm? Sembra qualcosa di più, per me."

Come faceva a dirlo? "Non credo siano affari tuoi." Si affrettò a dire Hermione prima che chiunque altro potesse zittirla.

Hermione si rese conto che doveva aver detto la cosa sbagliata. Perché nemmeno un istante dopo aver lasciato che l'osservazione fuoriuscisse dalle sue labbra, Mirtilla piombò su di lei con il viso contorto in una maschera di disgusto. "Tutto ciò che si trova in questa scuola è affar mio. E’ affar mio sapere tutto quello che succede qui dentro. Vuoi sapere perché?" Harry scosse la testa a quella domanda: No, non volevano sentire il perché. Ma Mirtilla lo ignorò continuando. "Perché nel caso in cui non l’hai capito, io sono morta!"

 

"Penso di essermene accorta nel momento in cui ho visto il lampadario mentre stavo cercando di guardarti in faccia."

 

Mirtilla socchiuse gli occhi: "Credi di essere intelligente?"

 

"So di esserlo."

 

"Beh, allora stai alla larga da Harry! Sei cattiva - riesco a percepirlo."

 

"Con i tuoi poteri soprannaturali da fantasma?"

 

Ci fu una pausa. "È uno scherzo?"

 

Hermione era spiazzata. "Cosa? Come cavolo fa ad essere uno-"

 

"Lo sapevo! Tu sei la copia di Olive Hornby!" Tirò su col naso. "Stesse ... vecchie ... piccole ... battute sul-hic- mio peso! Poi comincerai coi miei-hic-occhiali e poi i miei ... filamentosi ... capelli! Voi ragazze viventi siete crudeli e meritate la mia stessa-hic-sorte!"

 

Hermione rimase senza parole e non poté che guardare mentre Mirtilla esplodeva in una crisi isterica e volava fuori dalla stanza attraverso la parete più vicina. Anche dopo la sua scomparsa riuscì ancora a sentire i gemiti acuti e i singhiozzi. Non poté fare a meno di chiedersi ... "Che cosa ho fatto?"

"Non farci caso." Disse Harry con calma. "E' solo Mirtilla Malcontenta."

Hermione si volse verso di lui, "Mirtilla Malcontenta? E’ un nome adatto."

Harry ridacchiò. "Già. Di solito ossessiona il bagno delle ragazze al secondo piano, ma penso che abbia una sorta di radar che le dice quando mi trovo qui. Quasi ogni volta che vengo qui, c’è anche lei."

"Strano."

"Non è poi così male, una volta che ti ci abitui. Mi offrì di condividere la sua cabina quando andai alla Camera dei Segreti. Fu un gesto carino - anche se al momento avrei voluto solo vivere, così da non dover accettare quella offerta."

Hermione ridacchiò e un pensiero la colpì. "Scommetto che reagisce così ogni volta che ti porti una ragazza qui dentro."

 

"Sarebbe così se l’avessi mai fatto. Penso che tu sei la prima ragazza con cui mi vede."

 

"Fortuna per me. Riesco a sentire l'ira di una studentessa non morta con una cotta soprannaturale per te."

 

Lui rise, "Come se potesse farti qualcosa."

 

"Stai scherzando? Potrebbe mandarmi il barone sanguinario se non sto attenta."

 

"Non preoccuparti." Disse, avvolgendo una mano protettiva attorno alle sue spalle. "Ti proteggerò io."

 

Hermione sentì il calore del suo braccio bagnato irradiarle tutto il corpo e si scostò. Affrontò Harry, fissandolo direttamente nei suoi verdi smeraldi. Lui dovette aver visto la serietà nei suoi occhi perché se ne uscì con un sospiro. Ora o mai più. Doveva sapere.

 

"Sai cosa voglio sentire, Harry. E non dirmi che non hai ancora preso la tua decisione, perché ancora prima che la signora Weasley entrasse nella stanza, stavi per dirmelo." Disse in modo uniforme. Era un miracolo essere riuscita a formare una sola frase, con tutta la pressione costruita sulle spalle.

 

Harry si appoggiò al bordo della vasca e lei vide i suoi pettorali muscolosi flettersi mentre si rilassava leggermente. "Voglio solo che tu sappia che io ... beh che non ho mai davvero avuto un motivo per smettere di combattere prima d'ora." Sospirò: "Prima che tu arrivassi, avevo già deciso che se avessi sconfitto Voldemort avrei dovuto passare il resto della mia vita contribuendo a garantire che uno come lui non sarebbe mai salito nuovamente al potere."

 

"Ma e… Ron, Ginny?" chiese incuriosita. Voleva davvero lasciare alle sue spalle gli amici?

 

"Ginny ... lei ... lei non era l'amore della mia vita e lo sapevo. Ma era tutto quello che avevo. L'unica persona che potevo amare – beh per quello che sapevo di amore." Le lanciò uno sguardo significativo, "mi sono aggrappato a lei per anni e non ho mai nemmeno preso in considerazione che ci sarebbe stata qualcun altra. Ma quando ho pensato a quello che sarebbe accaduto dopo Voldermort – se anche vi fosse stato un dopo per me – non l'ho mai vista nella mia vita futura. Questo mi spaventava. Come sarebbe stata la vita senza di lei? e poi sei arrivata tu e mi hai chiesto di provare. Non in tante parole, ma solo il fatto che sei rimasta con me fino alla fine mi ha fatto capire che non potrei mai sopportare di perderti. A Villa Malfoy, quando venivo torturato, tutto quello che riuscivo a pensare era a come sarebbe stata la mia vita se fossi sopravvissuto, e sai cosa ho visto?"

 

Hermione scosse la testa, totalmente affascinata dalle sue parole.

 

“Ho visto te." Sorrise con affetto, come se stesse ri-dipingendo l’immagine lì e subito. "Tu e io, noi  - vivevamo in una grande casa appena fuori dalla costa. Eri in una sedia a dondolo e tenevi un ... un bambino, mentre altri due bambini correvano nella sabbia. E io guardavo tutta la scena, come a trovarmi lì. Era come un quadro: era così sereno. Non c'era oscurità incombente, nessuna responsabilità. Solo noi."

 

“Harry è-" voleva dire 'bellissimo' ma lui la interruppe prima che potesse dire altro.

 

"Aspetta, non ho ancora finito." Alzò un dito ed Hermione non poté fare a meno di sorridere per quella formalità. "E poi ho visto me stesso, beh, una versione più giovane di me, penso che fosse mio-nostro figlio. Ed lui mi ha detto: 'Papà puoi insegnarmi a volare come te e lo zio Ron?' inizialmente non capivo cosa volesse dire. Ma poi mi ha passato la Firebolt e nel riflesso dei suoi minuscoli occhiali ho visto me stesso nell’uniforme dei Puddlemore. Non ero un Auror. Ero con te, con una famiglia, a fare la cosa che amavo di più al mondo."

"Vuol dire che ...?"

Lui annuì e sorrise. "Sì. Scelgo te."

Hermione non si era resa conto di aver pianto fino a quel momento. Si lasciò sfuggire un singhiozzo gigante e cercò di sorridere, dimostrandogli silenziosamente che quelle erano lacrime di felicità. Lui non riuscì, tuttavia, a comprenderlo e la tirò a sé in un caldo abbraccio. Nascose la testa nell'incavo del suo collo e lo strinse forte a sé. Aveva scelto lei! Non ricordava di essere mai stata così felice. C'era una piccola sensazione alla bocca dello stomaco, che le diceva che avrebbe ricordato per sempre quel momento.

 

Lentamente, si tirò fuori dal suo abbraccio e mise la fronte contro la sua, gli occhi chiusi per evitare che arrivassero altre lacrime. Sentì la sua testa muoversi e strinse le labbra in attesa. Le sue fredde labbra incontrarono quelle di lei dolcemente, in modo abbastanza pesante per fornirle una sorta di piccola pressione. Era un bacio di redenzione, un bacio che le prometteva il mondo. Un bacio che sigillava il loro destino. Se questo era ciò che sembrava sapere di avere l'amore della tua vita fra le tue braccia – allora guardare al futuro non sembrava tanto brutto.

 

Ritornò la pressione con le sue stesse labbra e lui mosse le mani verso la sua vita. Li fece rotolare così che la sua schiena si trovasse contro il bordo della vasca. L'acqua turbinava intorno a loro e le ricordò che si trovavano ancora in bagno. Ma se non fosse stato per l'acqua che la copriva fino a metà stomaco, avrebbe pensato che fossero di nuovo nel dormitorio del ragazzo. Le mani di Harry cominciarono a vagare mentre la spingeva di più ad alzarsi contro la dura superficie. In risposta, lei avvolse le gambe intorno alla sua vita e gli impugnò i capelli. La sua lingua le sondò le labbra e lei glielo permise senza esitazione. Iniziò a muovere il corpo contro il suo, dicendogli silenziosamente quello che voleva - tutto di lui.

 

Sorrise contro le sue labbra e le tirò giù le spalline del costume da bagno. Le sue labbra lasciarono le sue per discenderle sulla spalla. Improvvisamente odiò i costumi interi. Se non fosse stato per loro, lei avrebbe avuto quello che voleva, senza tutte quelle prevenzioni. O forse voleva solo prenderla in giro? Era semplicemente crudele. Ma mentre tirava giù il vestito fino allo stomaco e prendeva uno dei suoi seni in bocca, la sua domanda venne presto dimenticata. Gemette dal profondo della gola mentre si arcuava al tocco. La sua lingua fece un cerchio delicato intorno al piccolo punto della pelle sensibile e poi si spostò all’altro seno per dargli la stessa attenzione. Sospirò mentre il fresco della stanza calava a picco. Le sue gambe si svolsero dal suo busto in estasi e si appoggiò al muro per godere delle sue cure. Lui non rimase in quella regione per lungo tempo, con sua grande delusione. Tolse la bocca dal suo petto e si avvicinò una volta di più per catturare le sue labbra. La sua mano, una volta immobile sulla nuca, iniziò un caldo percorso dalla spalla agli addominali per finire nel rigonfiamento tra le gambe. Strappò le labbra da quelle sue per fischiare e lei gli concesse un sorriso malvagio e cominciò ad accarezzarlo dolcemente. Chi era adesso quello che prendeva in giro?

 

Doveva aver raggiunto il limite, perché lui si precipitò a tirare giù il resto dell’indumento lungo le gambe. Lo aiutò a tirarlo giù molto rapidamente e mentre lui si posizionava al suo ingresso la guardò negli occhi e disse con passione. "Ti amo."

 

"Ti amo anch'io."

 

La penetrò nel profondo e lei gemette. Le sue gambe ritornarono alla loro posizione, avvolte intorno alla sua vita. I loro fianchi si incontrarono in un ritmo che solo loro conoscevano. La stanza era piena di suoni di pura euforia mentre i due divenivano nuovamente una cosa sola. Non importava quante volte ci pensasse, il pensiero le faceva ancora stringere lo stomaco, ma in senso buono. Allo stesso modo di quando l’aveva incontrato per la prima volta. Era con Harry. Era con lui e sarebbe rimasta così per tutto il tempo che avrebbe vissuto. Sapeva questo. Era fatta per stare con lui. Anche se non lo sapeva qualche mese fa, quando aveva accettato quella missione, la cosa si era rivelata vera.

 

Cominciò a vedere tutto sfocato mentre iniziavano i fuochi d'artificio. Con ogni spinta, divennero sempre più visibili. E poi il momento arrivò - i fuochi d'artificio esplosero in piccole scintille di felicità, quando venne. Non era a conoscenza dei gemiti e dei respiri che stava emettendo dalla gola mentre le onde di piacere si muovevano attraverso il suo corpo con benedetta facilità. Li guidò per quello che sembrò durare un'eternità e sentì Harry incontrare il suo stesso destino. Presto, la camera si trovava di nuovo nel silenzio inquietante che conteneva prima, mentre loro riprendevano fiato e il collegamento fra i loro corpi terminava.

 

"SOLO UNA TUA AMICA?"

 

Hermione riconobbe immediatamente quella voce e si aggrappò ad Harry per nascondere la sua modestia. Entrambi si girarono e videro Mirtilla Malcontenta fluttuare nuovamente sopra di loro con lacrime trasparenti che le scorrevano sul viso e sul collo. Hermione non poté fare a meno che provare compassione per quella povera anima. Ma, mentre la stanza cominciava a riempirsi di strilli, si pentì di quell’ultima considerazione.

 

"Mirtilla ..." iniziò Harry, avvertendola.

 

"Non provare nemmeno a difendere quella puttana!"

 

"Hermione non è una puttana!"

 

"Oh, allora quale parola useresti? Sgualdrina, meretrice, baby, buttana, prostituta, barbona?"

 

Hermione si chinò su di Harry e sussurrò: "Per essere un fantasma, ha un vocabolario esteso."

 

“TI HO SENTITO!" urlò Mirtilla. "Faccio cose diverse dallo sguazzare nella mia autocommiserazione."

 

"Ma va..." disse Hermione in tono pacato.

 

"Chiudi il becco, brutta-"

 

"Mirtilla!" la interruppe Harry ad alta voce. "Per favore, potresti lasciarci in pace?"

 

"Sì Mirtilla." Concordò Hermione.

 

Mirtilla tirò su col naso. "Beh, suppongo che se Harry vuole che me ne vada, allora lo farò."

 

Hermione tenne la bocca chiusa, quando Harry parlò di nuovo. "Grazie, Mirtilla."

 

Il fantasma non rispose. Galleggiò imbronciata attraverso la parete da cui era entrata. Hermione dovette fare una nota mentale per non trovarsi mai a breve distanza visiva da quel muro, d'ora in poi. Non appena Mirtilla se ne fu andata, Hermione si mise a ridere. Non sapeva perché – lo faceva e basta. Harry si staccò da lei e studiò il suo viso. Ben presto si calmò e si morse il labbro. "Faccio schifo nel mondo fantasma, vero?"

 

"Stai per piazzarti alla top ten sul suo elenco da ricercati, entro la fine della notte."

 

"E’ rassicurante."

 

Harry ridacchiò e la baciò sulla sommità della testa. "Lo sai che sto scherzando. Nessuno ascolta Mirtilla."

 

Hermione gli diede una pacca sulla spalla, "Harry!"

 

"Cosa? E' vero!"

 

Hermione alzò gli occhi al cielo e fece un giro su se stessa. La sua mano si scontrò con un ammasso di tessuto bagnato e cominciò a indossarlo. Harry spalancò gli occhi: "Che stai facendo?"

 

"Mi metto il costume, genio." Disse elegantemente.

 

"Ma perché?" Chiese, mettendo in fuori il labbro inferiore.

 

"Perché la signora Weasley si trova proprio fuori dalla porta e dobbiamo tornare in infermeria."

 

Harry sospirò e guardò verso il fondo della piscina. Il suo costume stava galleggiando a una decina di metri di distanza da dove si trovavano e cominciò a nuotare per prenderlo. Hermione tirò il resto del costume sulle spalle, e vide Harry alle prese con il suo. Lei ridacchiò tra sé e uscì dalla vasca. L'acqua in eccesso le colò in fretta mentre afferrava un asciugamano in un angolo della pila per asciugarsi. Mentre stava lavorando sui capelli, Harry arrivò alle spalle con un asciugamano avvolto intorno alla vita. Avvolse le braccia intorno a lei, che gli si appoggiò contro.

 

"Mi dispiace per essere stato un tale stronzo." Disse.

 

Lei scosse la testa. "Non lo eri. Mi aspettavo troppo da te - dare la tua vita per-"

 

"L'unica vita che devo vivere è con te."

 

Hermione sorrise. "Sei così banale."

 

"Non è banale se è la verità."

 

Hermione alzò gli occhi al cielo e fuoriuscì dal suo abbraccio, camminando verso la porta. Sentì Harry seguirla e aprì la porta, stringendosi l'asciugamano al corpo. La signora Weasley era seduta sul lato opposto della sala, cucendo quello che sembrava fosse una sciarpa. Li vide uscire e si alzò immediatamente, intascando il lavoro a maglia nella piega del grembiule.

 

"Vi sentite meglio?"

 

Harry guardò Hermione per un attimo e sorrise. "Carichi, Molly. Quel sale era incredibile."

 

"Sì," concordò Hermione. "Pura beatitudine."

 

Molly batté le mani, "Fantastico! Sapevo che tutto quello di cui avevate bisogno era un bel bagno rilassante e di riempirvi lo stomaco con lo stufato. Grazie a Merlino quella matrona era via a chiamare il San Mungo o chissà cosa sarebbe potuto accadere."

 

Harry e Hermione si misero a ridere. Partirono dal corridoio a seguito dello scambio e Hermione tentò di acciuffare la mano di Harry. Lui la prese e le diede una stretta. Sentì stringersi lo stomaco e il suo viso prese calore - se solo la signora Weasley avesse saputo perché si sentivano così meglio. Ma era probabilmente meglio che lei pensasse che fosse stato il lavoro dei suoi sali e lo spezzatino.

 

Raggiunsero l’infermeria e quando entrarono videro un nuovo occupante nella stanza. Hermione riconobbe la familiarità dei lunghi capelli biondo sporco di Luna Lovegood in uno dei letti vuoti, che conversava con Ron. Sembrava che lui si stesse divertendo per la maggior parte del tempo, senza sentirsi nemmeno un po’ annoiato. Stavano forse avendo una conversazione stimolante?

 

Draco era solo nel suo letto, a masticare quello che sembrava essere una grande barretta di cioccolato. Pensò di andarsi a sedere accanto a lui per dargli po' di compagnia. Ma lui la guardò e le fece l’occhiolino, dicendole che stava bene. Il suo sguardo scese sulla sua mano intrecciata a quella di Harry e lei abbassò la testa con aria colpevole. Come poteva essere così insensibile? Stava per abbandonare la mano di Harry, quando lui la costrinse silenziosamente. Il sorrisino che le mandò le disse che andava tutto bene. Che lui stava bene e non doveva preoccuparsi. Hermione era grata di avere un migliore amico come lui. Che metteva i suoi bisogni in secondo piano.

 

Harry la portò fino a dove erano seduti Ron e Luna e aspettò fino a quando uno dei due non li notò lì. Ron fu il primo a vederli e sorrise. Luna si voltò dopo aver visto che la sua attenzione era stata sviata e subito guardò le loro mani. Hermione dovette chiedersi: C'era una luce splendente che illuminava le loro mani ottenendo l'attenzione di tutti? Era un semplice gesto. Sicuramente non poteva essere così evidente per tutti. Gli occhi di Luna incontrarono i suoi e lei sorrise con aria sognante.

 

"Odio dire te l'avevo detto, ma ...", disse accarezzando uno dei suoi orecchini di ravanello.

 

"Luna hai tutto il diritto di dirlo." Disse Hermione con calore. "Dopo tutto, tu sei quella che mi ha aperto la mente e mi ha fatto vedere ciò che era giusto davanti a me."

 

"Sì, credo di averlo fatto." Disse sfacciatamente.

 

"Grazie, Luna. Per tutto."

 

"E' stato un piacere. Anche se sono sicura di non essere stata l'unica ad averlo visto."

 

"Probabilmente hai ragione." Tagliò corto Harry "Ma tu sei stata la prima."

 

Luna sembrava offesa, quasi come se l'avesse insultata. "Ma non sono stata la prima!"

 

"Ma allora chi ...?"

 

"I nargilli naturalmente" disse caldamente. "Sono molto intelligenti per la loro specie, se si dà loro abbastanza credito. Sono quelli che vi hanno spinto a vicenda, ricordi?"

 

"Umm ... giusto." Disse Hermione debolmente.

 

"Io ti credo Luna." disse Ron tutto a un tratto. Hermione e Harry si voltarono bruscamente verso di lui e lo videro sorridere pigramente. "Voglio dire, qualcuno deve trovarci un senso. E se non sei tu, allora doveva essere qualcun altro - o qualcosa su cui riponi fiducia."

 

Luna gli sorrise calorosamente. "Esatto Ronald! Sono contenta che tu capisca."

 

Ron sembrò complimentarsi con se stesso e si calmò solo quando vide gli sguardi smarriti di Harry e Hermione. "Io uhh ..." cercò di spiegare.

 

Harry alzò una mano. "Non c'è bisogno, amico. Torna alla tua conversazione con Luna." Concluse con un occhiolino e portò Hermione nel suo letto a pochi metri di distanza.

 

Lei si sedette con circospezione e lui la imitò, seduti così vicino che le loro gambe si toccavano. "Che stavi facendo?" chiese con calma.

 

"Penso che il nostro Ronnicino abbia trovato una nuova amica. Se sai cosa voglio dire." Disse suggestivamente.

 

La bocca di Hermione formò una piccola "O" e guardò verso la coppia. Ron era appoggiato alla testata del letto con le mani pigramente nascoste dietro la testa, i piedi incrociati all'altezza delle caviglie lungo tutto l'angolo verticale del lettino. Luna era seduta vicino al suo fianco con le gambe incrociate in stile indiano e stava raccontando una storia affascinante, usando le mani per accentuarla. Nel frattempo Ron aveva stampato uno stupido sorriso sul viso e Hermione non poté fare a meno di ridere.

 

"E' solo questione di tempo prima di dover aprire loro gli occhi." Commentò scherzosamente.

 

"Ma prima che ciò accada," disse Harry, avvolgendole un braccio intorno alla vita e tirandola stretta a sé, sollevandole il mento con le dita, "Credo che dobbiamo concentrarci su di noi e su quei futuri figli che ho visto in giro."

 

La baciò con forza ed Hermione si tirò indietro, fingendo uno sguardo di disgusto. "Ma Signor Potter, nessuno ha mai detto che avremmo iniziato in questo preciso istante!"

 

"Sì, qualcuno l’ha fatto!" Protestò lui.

 

"Oh sì, chi?"

 

"Io." Lui sorrise sfacciatamente prima di catturare le sue labbra ancora una volta e lei si arrese.

 

Il mondo intero sembrò svanire in quel momento. Il loro destino era ormai protetto e non aveva niente a che fare con missioni o destini. Era chiaro che davanti a Harry e Hermione vi era un brillante futuro di cui solo loro avrebbero deciso autonomamente senza che vi fosse nessuno a dire loro ciò che avrebbero raggiunto.

 

In altre parole: Era la conclusione perfetta per una storia non così perfetta.

  
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