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Autore: lovemeorleaveme    17/07/2012    2 recensioni
quando lo guardavo negli occhi, era come se da un momento all'altro, non sapessi più nuotare. ci sprofondavo ogni volta che li guardavo, in quegli oceani che aveva al posto degli occhi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nothing's real but love.













can I have an hug?


Il suono tartassante della sveglia mi stava sfondando i timpani, così decisi di alzarmi e di scendere a fare colazione. Trascinai con me il mio cuscino come mi era solito fare e mi rannicchiai su una sedia mangiando i miei cereali.
Mancava un dannato giorno.

Ehi, non agitarti. E’ solo Horan.
Solo Horan? Solo Horan?! Sei impazzita per caso?
Pff, sta zitta!


Anche di prima mattina?
A casa ero sola, così accesi la radio e mi preparai, mentre canticchiavo.
Uscii di casa che ero completamente di buon umore, sarà anche perché era venerdì e il giorno dopo sarebbe stato un giorno veramente importante. Avevo però una strana sensazione allo stomaco, non so bene cosa volesse significare, fatto sta che era lì e non sembrava voler andarsene.
Mentre camminavo vidi Niall davanti casa sua ad aspettarmi. Era chino sul cellulare. La prima cosa che pensai fu chiedermi con chi stesse messaggiando.
Che poi che stesse messaggiando con qualcuno lo avevo deciso io, visto che poteva stare facendo qualsiasi altra cosa.

Magari parla con una gran bella ragazza! E magari pure più simpatica di te!

Dio, se c’era una cosa di cui avevo veramente paura era non essere abbastanza. Essere ad un gradino al di sotto delle aspettative. Non significare per l’altro ciò che lui significa per te. E questo Niall lo sapeva bene.
Ma era diverso. Lui mi aveva sempre dimostrato quanto mi volesse bene, e anche io.
Ma adesso era diverso. Tutto era cambiato, perché ora io non gli volevo più semplicemente bene. Credo ci fosse qualcos’altro.


C’era una frase fatta che dicevano sempre nelle soap opera o nei bar, che mi capitava di sentire spesso per caso. Una persona guardava negli occhi l’altra e diceva, con l’espressione seria: ‘Le cose cambiano. La gente cambia.’ Calcavano la parola gente così che potevamo afferrare che stavano parlando proprio di quello, e facevano seguire una pausa dopo averlo detto, così si poteva capire a fondo quanto fossero seri.
Io pensavo che le cose cambiavano, era ovvio. Ma in base alla mia esperienza, pensavo che spesso le cose cambiavano perché la gente non cambiava. O semplicemente le cose non erano mai cambiate davvero.
Scacciai via tutti quei pensieri che mi affollavano la mente e cercai di far assomigliare quella strana smorfia che avevo sul viso ad un sorriso.
<<Ehi, buongiorno!>> dissi dolcemente, quasi sussurrando.
<<Buongiorno. Qualcosa non va?>> chiese preoccupato. Aveva il viso ancora assonnato che gli concedeva un’aria come vulnerabile. A vederlo così mi venne da sorridere e, quando anche lui lo fece, non potei fare a meno di scordarmi di tutti i problemi.
Ora di problema ne avevo solo uno: avevo paura che potesse sentire quanto il mio cuore tamburellasse veloce.
<<Oh, no. Niente. Adesso, poi, mi sento meglio.>> dissi vagamente imbarazzata. Avevo un forte bisogno di un abbraccio. Avevo un forte bisogno di un suo abbraccio.
Allora cosa aspetti a chiederglielo?
Si, e poi sai che razza di figura che ci fai?
E’ un abbraccio. E gli abbracci sono la cosa più bella del mondo.


Già, gli abbracci sono davvero la cosa più bella del mondo. Più dei baci. Più delle carezze. Più delle parole. Molto più delle parole. Perché nessuno sa quante parole sono racchiuse dentro ad un abbraccio. Nessuno sa quanto un abbraccio sia rassicurante, più di un semplice bacio. Perché nessuna carezza potrà mai trasmetterti tanto calore quanto un abbraccio. Perché nessun cuore è mai così agitato, tranne durante un abbraccio.
Ma che dico, il mio cuore non era mai così agitato, tranne durante un suo abbraccio.
Come vorrei potergli dire tutte queste cose.

<<Niall?>> balbettai incerta, mentre eravamo diretti silenziosamente verso la scuola.
<<Si?>> chiese tranquillo portando il suo sguardo verso di me.
<<Posso avere un abbraccio?>> dissi con la voce leggermente tremante, ma mai come il cuore. Gli occhi si erano leggermente lucidati e cercavano in quelli del biondo una risposta. Lui, dall’altra parte, era rimasto un po sorpreso dall’insolita domanda. Perché in realtà gli abbracci si danno, non si chiedono. Si danno e basta. Perché se vuoi abbracciare qualcuno tu lo fai, punto. Se, per esempio, sei per strada e vuoi abbracciare un passante, non puoi fermarti e chiedergli cordialmente ‘scusi, posso avere un abbraccio da lei?’ perché è chiaro che la risposta sarà un secco no e una reputazione da psicopatico. Al contrario, se l’abbraccio ti sorprende, magari ti riscalda anche di più ed è pure ben accetto, anche quello di uno sconosciuto psicopatico incontrato per strada.
Niall sorrise appena, scuotendo un po la testa. Mi afferrò prontamente il braccio, spingendomi poi verso di se e sussurrando un impercettibile: <<Dio, vieni qui!>>. Mi stringeva come non aveva mai fatto nessuno in tutta la mia vita. E per la prima volta mi sentii davvero protetta.
Scoppiai a piangere, come non facevo da tempo, ormai. Tutte quelle emozioni, tutte quelle scelte da compiere, tutte quelle responsabilità erano cominciate a diventare insostenibili. Ed io ero solo un bel mucchio di niente che non possedeva una buona quantità di nessuno. Ma per un secondo, uno solo, stretta tra quelle due braccia, io lo sentii mio. Ed io mi sentii di sua proprietà come in un altro giorno non avrei mai permesso a nessuno di essere definita.
Perché io non ero di nessuno, o almeno così credevo.



<<Ehi, piccola. Va tutto bene, non piangere.>> mi sussurrò delicatamente come fa un padre con sua figlia, per poi baciarmi delicatamente la testa.
Mi staccai a malincuore da quell’abbraccio per guardarlo fisso negli occhi. Dovevo sapere, io ne avevo il diritto.
<<Niall, ti posso fare una domanda?>> chiesi tirando su col naso, con la voce ancora leggermente tremante.
<<Ehm, certo.>> disse scrutando ancora il mio viso solcato da qualche lacrima, per poi fissare quell’oceano nei miei occhi ancora bagnati.
<<Chi volevi invitare, al ballo?>> dissi cercando di essere il più delicata possibile. Non staccai il contatto con i suoi occhi. Quando udì la mia domanda esitò un attimo, per poi fare un lungo sospiro.
<<Preferirei dirtelo un’altra volta, se non ti dispiace.>> disse cercando di sembrare il più naturale possibile, ma non ci riuscì. Perché io lo vedevo, che c’era qualcosa che non andava.
<<Oh, ok.>> dissi un po delusa, sforzandomi poi di abbozzare un sorriso.

                                   


Niall


                                                                                                                                
<<Chi volevi invitare, al ballo?>> chiese con una delicatezza quasi inaspettata, ma mai inaspettata come la domanda. Sembrava così fragile, in quel momento. Odiavo vederla così, odiavo vederla piangere.
Cosa le avrei dovuto dire?
<<
Te, Gi. Perché non c’è altra persona al mondo che io ami come amo te e perché amo ogni singola parte di te. Perché sono un coglione a non avertelo detto prima, perché io ti amo e non posso fare altro che amarti. Perché sei la parte migliore di me e sembra che amarti incondizionatamente sia la cosa che riesco a fare meglio!>>

Già, sarebbero state davvero delle belle parole. Una gran bella dichiarazione, se solo fossero state pronunciate. Rimasero in gola, mentre in superficie saliva solo qualcosa come: <<Preferirei dirtelo un’altra volta, se non ti dispiace.>>
Il suo sguardo purtroppo mi fece intendere che le dispiaceva, eccome.

<<Oh, ok.>> disse visibilmente delusa, cercando poi di sorridere.
Che poi era bellissima ance così, con gli occhi gonfi e rossi per le lacrime appena versate, il naso anch'esso rosso e un sorriso forzato sul viso. Lei era sempre bellissima. Dopo aver pianto aveva sempre gli occhi color ghiaccio, che erano davvero belli, non fraintendetemi, ma se per vederli c’era bisogno che lei piangesse, preferivo non vederli affatto.

Dio, Gi, come faccio a dirti che ti amo senza perderti per sempre?





Narratore esterno.


Sarebbe stato da dirgli ‘fallo e basta, coglione’ e a lei qualcosa tipo ‘smettila di fingere, lo ami e non puoi fare a meno di lui’. Ma non c’era nessuno lì pronto a dirgli quelle cose, a nessuno dei due. E questo significava aspettare, aspettare ancora. Ma quanto altro avrebbero dovuto aspettare qui due per potersi amare? A volte non serve nemmeno il coraggio, per certe cose. A volte serve solo la forza, la forza d’amare. E di forza in loro due ce n’era, eccome. Bastava solo, che venisse fuori.












ciao, ciao :3
allora, cosa ve ne pare?
devo essere sincera? A me questo capitolo piace.
Insomma, mi ci sono impegnata tanto e tutto ciò che ho scitto
sugli abbracci le penso davvero, quindi questo capitolo è anche molto personale.
Comunque, a voi piace? Fatemelo sapere, ci conto!
Bè, grazie ancora a chi legge.
Grazie a chi recensisce.
E grazie anche a chi ha messo la stroia tra le seguitericordatepreferite.
bè, grazie ancora, lovemeorleaveme.

  
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