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Autore: Saeko_chan    20/07/2012    1 recensioni
Giulia Wagner, itala-tedesca, 15 anni, nata e cresciuta in Italia, a Lucca per essere precisi. All'improvviso si deve trasferire in una città piuttosto piccola del Canada assieme al padre e al fratello gemello.
Giulia nasconde un segreto che l'ha portata a non aver mai avuto una vera e propria vita sociale. In Canada ripartirà da zero, s'innamorerà e stringerà una fortissima amicizia con le persone sbagliate, gente che lei dovrebbe uccidere, cacciare... una giovane cacciatrice in mezo a una guerra e che non sa da che parte stare. Licantropi che vivono a stretto contatto con gli umani e vampiri privi di un'anima, anche se di norma non uccidono, ma aggrediscono facilmente, tranne una vampira che ha dei sentimenti.
[AVVISO! Non leggere se siete omofobi o cose simili (anche se non sarà fra i temi principali parlarerò comunque di relaizoni omosex), fissati coi vampiri alla "Twilight" (solo una dei miei vampiri ha un'anima e comunque nessuno di loro, neppure quella con dei sentimenti, sarà come quelli di "Twilight") e soprattuto se non sopportate le relazioni sentimentali con più di 10 anni di differenza]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Di giornali e di lune.

 

-Scusa Rosa, compro il giornale, mi ci vorrà solo un attimo- avvertì Giulia, allontanandosi da Rosalya e andando velocemente da un giornalaio a pochi metri dall'amica, per poi entrare e andare al bancone.

-Mi scusi, potrei avere The Province*?- chiese la ragazza, tirando fuori il proprio portafoglio, mentre il signore al bancone le passava il giornale e l'avvisava del costo.

Giulia pagò immediatamente e quindi uscì col giornale in mano.

Rosalya appena la vide le si avvicinò e le due ricominciarono a camminare, mentre l'albina leggeva i titoli di testa del giornale.

-Senti Rosa, ma é normale che qua avvengano almeno tre omicidi ogni due o tre mesi e che essi rimangano senza spiegazione? E che ci siano tutte violenze su delle persone senza una spiegazione logica? Ah sì, e che vengano trovati diversi animali massacrati ogni... mese?- quell'ultima parola rimbombò nella testa di Giulia per un bel po'.

Alla fine sospirò e si mise il giornale sotto il braccio.

E pensare che io volevo soltanto ricominciare una nuova vita! Ogni mese! Ogni stramaledettissimo mese!” si ritrovò a pensare, mentre la sua mente già lavorava sul metodo con cui avrebbe dovuto parlarne a suo padre e suo fratello.

Dovevano mettersi all'opera, poco ma sicuro.

Rosalya non rispose subito, ma si limitò a guardare il cielo ricoperto di nuvole.

-Sì, direi che é normale. E' da sempre che funziona così, da ciò che so- rispose l'amica, mentre si stavano avvicinando al fitto bosco situato a pochissima distanza dalla fine della cittadina.

-Giulia, com'era la tua vita in Italia?- domandò Rosalya, sedendosi su una panchina situata appena fuori dal bosco, mentre Giulia faceva lo stesso.

Giulia rifletté molto velocemente.

Spiegare all'amica di che cosa faceva in Italia era fuori discussione, eppure doveva inventarsi qualcosa di credibile, magari una mezza verità.

-Scuola-casa-chiesa-spesso e volentieri biblioteca. Venivo mal vista dai miei compagni di classe e da quasi tutte le persone in generale, sai, te l'ho già detto, per loro ero una sotto-specie di strega e cavolate simili. Tu invece, perché sei mal vista?- le domandò, anche se dentro di lei ben sapeva di aver detto soprattutto mezze bugie, se non di più.

Giulia la notte lavorava e purtroppo lavorava per la Chiesa.

La stessa Chiesa che diceva sempre di amare il prossimo e il diverso.

Per lo meno io sono coerente!” pensò, sospirando.

Non aveva sempre amato il suo lavoro, poco ma sicuro, eppure non poteva farci niente.

Doveva uccidere e pure in quel momento stava lavorando per la Chiesa, per il Vaticano** a dirla tutta.

Lei lavorava sempre per loro, qualsiasi delitto compiesse, qualsiasi vampiro o licantropo uccidesse doveva dirlo anche a loro, per forza.

-Perché sono asociale, odio andare ai party e cose simili. C'é troppa gente ed io odio il caos- le due ragazze continuarono a parlare di tutto e di niente, senz amai toccare argomenti come “famiglie” e cose simili.

-Senti, io vado a casa, ok?- disse Giulia, alzandosi dalla panchina.

Rosalya a quel punto salutò l'albina e ognuna si avviò per i fatti suoi.

Giulia non impiegò molto tempo a tornare a casa, quindi, aprì la porta e appena entrò si passo una mano sul volto, alzando lo sguardo al soffitto.

-Esiste camera tua, Logan- ricordò al fratello, il quale era disteso a petto nudo sul divano con Tommaso sopra.

Tommaso si rimise a sedere e Giulia notò che era solamente in boxer.

-Non stavamo facendo niente di male, sorellina- rispose tranquillamente Logan, sedendosi a sua volta e appoggiando la testa sulla spalla di Tommaso.

-A parte correre un po' tropo? No, non stavate facendo niente di male, ma ti ricordo che sono pur sempre tua sorella e certe cose mi danno noia- concluse, per poi salire al piano di sopra e andare un po' al computer.

 

Ormai la scuola era cominciata da due settimane e quella mattina Giulia appena prima d'uscire guardò distrattamente il calendario.

Luna piena stanotte. Forse sarà meglio che vada a controllare nei boschi e pure per la città... ho come l'impressione che i licantropi e i vampiri stanotte non se ne staranno buoni buoni” pensò, mentre usciva di casa con gli occhiali da Sole sempre addosso.

Lei e Logan presero come sempre il pullman che li avrebbe portati direttamente a scuola in quattro e quattro otto, quindi, una volta sopra di esso Giulia si sedette accanto all'amica Roslaya.

-Va tutto bene?- le domandò, vedendo la corvina leggermente preoccupata.

-Oh sì, va tutto perfettamente bene- rispose con tono leggermente noncurante e distaccato.

Il viaggio come sempre durò piuttosto poco e appena arrivati a scuola tutti i ragazzi scesero e quindi Giulia si recò dentro l'edificio e andò in classe sua assieme all'amica e al fratello, oltre che assieme a tutto il resto della classe.

La ragazza entrò in classe e si sedette al suo solito posto.

-Rosa, che cosa c'é alla prima ora?- chiese, tirando fuori l'astuccio e il diario.

-Inglese, ma credo che oggi ci sarà sostituzione- le rispose l'amica, abbozzando un mezzo sorriso.

Giulia guardo Rosalya leggermente preoccupata, mentre tirava fuori il materiale per inglese.

Devo ricordarmi di passare da casa di Matteo oggi” si appuntò mentalmente.

-E perché?- chiese all'amica, mentre una professoressa entrava in classe e spiegava a tutti che quel giorno c'era sostituzione.

-Non te lo so davvero dire, so soltanto che ogni mese il professore d'inglese si assenta per un giorno o due, a seconda- spiegò con tranquillità.

Giulia sperò che Matteo stesse bene e ripensò al giorno precedente.

L'uomo le era parso stanco e leggermente spossato e anche se non gli aveva chiesto nulla su come si sentiva non credeva che stesse del tutto bene.

La mattina trascorse abbastanza tranquillamente e dopo la fine delle lezioni Giulia si apprestò ad uscire, quindi salutò Rosalya e si avviò verso casa con Logan dietro.

-Senti, io passo da Matteo, tu intanto vai pure, ciao- avvertì il gemello, il quale la salutò velocemente e si avviò verso casa sua, mentre la ragazza andava davanti alla porta di casa di Matteo e bussava, visto che il cancelletto del giardino era aperto.

Giulia dovette aspettare un po' prima che qualcuno si degnasse di andare ad aprirle e quel qualcuno si rivelò essere Tommaso, il quale si notavo che aveva uno sguardo stanco e non era sicuramente in forma.

-Tuo fratello dove sta?- chiese Giulia, salutando Tommaso, il quale la lasciò entrare.

La casa dei due fratelli comprendeva un soggiorno al piano terra, il quale era provvisto di televisione, tavolino, divano, una poltrona, un paio di mobili e una libreria, poi, c'erano due porte che portavano una al bagno e una in cucina, in più c'era anche una rampa di scale che portava al piano di sopra, dove stavano le camere, cioé, la camera di Tommaso, quella di Matteo, uno studio e un piccolo bagno.

-E' in camera sua, ma non so quanto sia in forma, forse non é il caso...- l'avvertì Tommaso, prima di sedersi sulla poltrona, mentre la ragazza era già partita in quarta per andare nella camera di Matteo.

Una volta al secondo piano andò verso la seconda porta e quindi bussò, per poi aprirla.

-Matte, come va?- l'uomo era seduto alla propria scrivania e guardava fuori dalla finestra, con uno sguardo preoccupato e ansioso in contemporanea.

-Giulia, forse é meglio se passi domani. Davvero, oggi é proprio una giornataccia- ma la ragazza non aveva aspettato inviti od altro ed era già accanto al più grande.

-Dio santo, scotti terribilmente***!- notò, mettendo una mano sulla fronte dell'uomo e restando basita dalla temperatura tremendamente alta dell'altro, il quale abbozzò un mezzo sorriso piuttosto mesto e triste.

-No, fidati, non scotto. Da quel punto di vista sto bene, davvero. Dai, vieni qua- le disse, per poi prenderla in braccio, anche se con difficoltà.

-Sei debole... che cos'hai?- s'informò Giulia, appoggiando la testa sulla spalla di Matteo e lasciando che l'uomo le accarezzasse i capelli.

Matteo non rispose subito, continuando a coccolarla e dopo poco la baciò, alzandole leggermente il volto e accarezzandole una guancia.

-Piccola, lo sai, vero, che ti amo, no? Ti fidi di me, giusto?- le chiese, stringendola sé e lasciando che Giulia ricambiasse l'abbraccio.

-Sì, lo so e mi fido completamente di te, ma adesso che cosa centra?- chiese la più piccola in un tono quasi scettico.

L'uomo le sorrise dolcemente, sospirando e poggiando il suo mento sulla testa di lei.

-Allora fidati se ti dico che ci sono cose di me che tu é meglio che non sappia. E' solo per il tuo bene e perché non voglio che tu mi creda un pazzo- le disse, continuando ad accarezzarla.

Come no... gli crederei comunque, sono io quella che porta dentro di sé un segreto troppo grande per essere rivelato, non lui” pensò Giulia, ma non volle dirlo a Matteo, dopo tutto lui avrebbe potuto tranquillamente pensare di chiederle più informazioni e lei non avrebbe potuto darglielo e mentire davanti a lui le risultava davvero insopportabile.

-Va be', io vado a casa mia- disse Giulia, alzandosi e baciando Matteo a fior di labbra, per poi andarsene e salutare anche Tommaso con un cenno della mani, per poi tornare a casa sua.

 

-Esci!? Ma stanotte é Luna piena! Sei sicura!? E se...?

-Papà, lo so benissimo. La mamma c'é rimasta secca cacciando un lupo mannaro, quindi lo so. Senti, vado soltanto a farmi un giro, non temere, ho tutto l'occorrente per la caccia dietro- concluse Giulia, prima di salutare padre e fratello, per poi uscire alle 23,00 di quella fredda notte d'autunno.

Non c'era anima viva fuori, se non alcune persone rintanate in dei locali, alcuni alcolizzati per strade, alcune donne che dovevano essere probabilmente delle prostitute**** e pochi altri.

Più Giulia si avvicinava al centro cittadino, però, più c'era vita, anche se sempre molta poca in confronto a quando era giorno.

La ragazza andò verso il bosco e subito vi entrò tramite un sentiero sicuramente poco utilizzato.

Mentre camminava i rumori che sentiva erano pochissimi, ma una volta sentendo il rumore di alcuni passi decise di prendere il suo pugnale d'argento in mano.

La luce era davvero molto poca, motivo per cui Giulia era costretta ad appoggiare la mano libera contro gli alberi per essere sicura di quel che faceva e di dove stava andando.

Ringraziamo il cielo che domani é domenica, visto e considerato che probabilmente qua ci passerò la notte” si ritrovò a pensare visto che ormai credeva di essersi persa, ma proprio in quel momento un rumore la mise in guardia.

Dei passi molto pesanti e discretamente veloci si stavano avvicinando a lei.

Immediatamente Giulia si guardò intorno con circospezione, tenendo il pugnale davanti a sé e con la sicurezza sempre maggiore di doverlo utilizzare da un momento all'altro.

I passi ormai erano sempre più vicini e alla fine Giulia sentì un respiro affannoso provenire da dietro le sue spalle.

Oh merda...” e quindi deglutì, per poi voltarsi.

Anche se la luce era poca la sagoma era ben distinguibile e purtroppo si trovava a pochi metri dalla ragazza.

Un essere su due zampe la stava guardando con i suoi occhi gialli***** e uno sguardo famelico.

L'animale aveva più o meno le dimensioni di un uomo, ma era sin troppo simile a un lupo in posizione eretta e con indosso un paio di pantaloni quasi del tutto lacerati.

I peli dell'animale erano molto scuri e quindi Giulia si avvicinò, col cuore a mille.

Non aveva mai cacciato da sola prima di quel momento, con lei c'era sempre suo padre o Logan e certe volte c'erano tutti e due in contemporanea.

Eppure quel lupo mannaro aveva un aspetto che le risultava famigliare...

 

Flash-back.

 

-State indietro! Beatrice!- il padre di Giulia stava urlando e si trovava davanti ai suoi due figli con un pugnale d'argento in mano.

Una donna con poco più di trent'anni alle spalle stava lottando da sola contro due licantropi tra di loro molto simili, anche se uno era leggermente più basso dell'altro.

Beatrice -la donna in questione- stava tentando di colpire almeno una delle due creature, ma senza successo.

I due licantropi correvano molto velocemente schivavano abilmente i colpi della giovane donna, la quale impugnava ben due pugnali.

-Mamma!- urlò una ragazzina dai corti e mossi capelli bianchi, mentre il padre la prendeva per un braccio e la obbligava a fermarsi, visto che la piccola pareva del tutto intenzionata a correre dalla madre.

-Martha, 'sta indietro con tua sorella. E' un ordine, non discutere- le intimò, guardando i due licantropi e decidendosi.

L'uomo corse verso uno dei due, ma proprio in quel momento uno dei due lupi mannari buttò la madre delle due ragazzine a terra e Giulia sbarrò gli occhi con la paura a mille e col cuore che batteva sin troppo velocemente.

Il padre delle due stava per ferire l'altro, quando un terzo mannaro spuntò dalla fitta vegetazione e buttò l'uomo a terra, facendolo finire contro un albero.

Il padre delle due ragazzine lanciò il pugnale d'argento verso una delle due gambe del nuovo arrivato, trapassandogliela.

Proprio in quel momento il lupo mannaro che aveva bloccato la madre di Giulia sferzò un colpo micidiale con gli artigli della zampa destra, per poi sbranare quasi del tutto il braccio destro della donna.

Il nuovo arrivato venne soccorso dal licantropo che stava per essere ferito da David -il padre di Giulia-, il quale ululando lo portò via di peso.

L'altro licantropo scappò assieme agli altri due, lasciando la famiglia Wagner da sola in preda al panico e alla disperazione più assoluta, visto il sangue che colava sia dal braccio ormai distrutto della padre delle due ragazzine, sia per il sangue che colava pure dal taglio netto sul volto e sia perché la donna non si muoveva più e aveva pure lasciato andare entrambi i suoi pugnali.

 

Fine flash-back.

 

Giulia riconobbe il licantropo e lì sbarrò gli occhi.

Si era appena ritrovata davanti l'assassino di sua madre e non lo aveva riconosciuto seduta stante!

La ragazza impugnò il pugnale e si mise in posizione d'attacco.

Il lupo mannaro balzò verso di lei, ma la ragazza riuscì facilmente ad evitarlo, per poi correre verso di lui per tentare di ferirlo, ma con scarso successo.

La lotta andò avanti per un po', con entrambi che schivavano gli attacchi dell'altro e con Giulia che di quel passo si sarebbe sicuramente stancata molto prima del suo avversario.

-Non supererai la notte- gli ringhiò contro Giulia, pur sapendo che un lupo mannaro trasformato non poteva capire che cosa gli dicesse un umano, ma proprio quelle parole le fecero perdere la concentrazione e anche se tutto ciò durò soltanto un istante quell'istante basò e lei si ritrovò bloccata dal peso del licantropo e dalle sue zampe sul suo petto.

I loro occhi s'incrociarono e a quel punto Giulia deglutì a fatica, visto che il suo pugnale si trovava a mezzo metro dalla sua portata e quindi le era impossibile riprenderselo.

Il lupo mannaro, però, dopo aver osservato la ragazza decise di non attaccare e quindi ululò, per poi alzarsi in piedi e guardare di nuovo Giulia.

Quel che successe lasciò Giulia bloccata dallo shock emotivo.

Il lupo mannaro ricadde a terra e tentò di reggersi sulle proprie zampe senza troppo successo, ansimando debolmente cominciando a riprendere forma umana.

I suoi peli iniziarono a sparire, il suo muso da lupo tornò ad essere il volto di una persona e Giulia iniziò a piangere in silenzio, mentre l'uomo davanti a lei sveniva.

Poco dopo perse i sensi anche Giulia, probabilmente dallo shock troppo grande d'aver visto l'uomo di cui si fidava più di tutti e per cui pensava avrebbe potuto far di tutto riprendere forma umana dopo essere stato un lupo mannaro.

Tutto, avrebbe sopportato di tutto, ma scoprire che Matteo non era umano era troppo anche per lei e scoprire che lui, proprio lui aveva assassinato sua madre era una notizia ancora ben peggiore.

 

Angolo autrice:

 

* The Province é un giornale di Vancouver, mi sono informata, quindi, ho pensato di ambientare la mia storia in una cittadina in provincia di Vancouver, ragion per cui ho immaginato che Giulia potesse comprare un giornale del genere per tenersi informata.

Ovviamente gli animali trovati morti sbranati nel bosco sono prede dei licantropi, mi sembra ovvio.

 

** Ho semplicemente immaginato che il Vaticano abbia una specie di servizi segreti che lottano contro le creature ritenute da esso il male e che licantropi e vampiri siano fra le principali.

 

*** Credo che ormai sia ovvia la vera natura di Matteo e quindi ormai posso tranquillamente dire che i lupi mannari se esistessero avrebbero una temperatura media superiore alla nostra e che si aggira intorno ai 40*, ragion per cui Giulia pensava che Matteo avesse la febbre anche se lui era rimasto a casa per ben altre ragioni. Leggersi come: Un lupo mannaro prima della Luna piena é molto debole.

 

**** Le case chiuse in Canada sono vietate, ma se una maggiorenne si prostituisce per le strade non viene punita. Un po' come in Italia, in poche parole.

 

Lo so che le note sono tante, visto che di norma non le faccio, ma ho preferito precisare alcune cose.

Vorrei precisare che Matteo si é bloccato perché l'ha riconosciuta, anche se Giulia non lo ha capito.

Ah, nel mio immaginario un licantropo non é coscienti di ciò che fa quando é trasformato, almeno che non si ritrovi davanti una persona che conosce molto bene e alla quale é affezionato, ma non per questo da umano non si ricorda ciò che ha fatto da trasformato.

Quindi sì, Matteo purtroppo é cosciente dell'omicidio che ha compiuto, anche se ovviamente non sa che Giulia é la figlia di quella povera donna e che lui in poche parole va a letto con la figlia di una donna che ha ammazzato.

Quindi, ricapitolando: Qua il problema non é l'età, seee, magari! XD Qua il problema é che una é una cacciatrice, uno un licantropo e in più il licantropo ha pure ucciso la madre della cacciatrice con cui va a letto xD

Fate un po' voi xD

Comunque, per chi si ricorda il secondo capitolo: Quella canzone non l'ho scelta a caso, provate un po' a tradurla e capire che parla di Cappuccetto Rosso e del fatto di non doversi fidare del “lupo” perché se no alla fine ti ritrovi nei casini xD Ecco, io l'ho interpretata in senso praticamente letterario xD

   
 
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