Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Saeko_chan    20/07/2012    1 recensioni
Benissimo, questa è la mia storia.
Caterina Lebeau, soprannominata Saeko, 15 anni, itali-francese, appena trasferita da Firenze a Parigi per poter restare con mia madre e mia sorella minore anche dopo il divorzio della prima, visto che quella donna é voluta andare a convivere col suo nuovo fidanzato, ovviamente francese come papà.
Fatto sta che mi sono dovuta lasciare tutto alle spalle, amici, fidanzato, scuola, tutto.
Ho ricominciato da zero in una nuova città e in una nuova scuola, chi sa come andrà a finire...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Canzoni e cani.

 

Mi sto dirigendo verso il corridoio dove si trova il sottoscala e sto ripassando mentalmente le parole della canzone che ho deciso di far sentire a Lysandre.

Mentre cammino respiro profondamente.

Un po' mi vergogno a cantare davanti a lui, ma perché?

Non mi mette in soggezione od altro, eppure mi sento quasi imbarazzata al pensiero di dover cantare davanti a lui.

Non é niente, semplicemente lo conosci da poco” mi ripeto, per poi trovarmi nel corridoio predestinato troppo in fretta.

Lysandre é ad aspettarmi davanti a una porta che sembra dare su una specie di sottoscala.

-Entra- mi dice, aprendomi la porta ed aspettando che io entri per prima.

E' raro incontrare ragazzi così gentili, al giorno d'oggi!

Gli sorrido, annuisco ed entro, scendendo qualche scalino.

La stanza che mi si para davanti non é molto grande, ma ha un tavolino, due sedie di legno, un computer portatile poggiato sopra tale tavolino e provvisto di due casse, più una finestrella posizionata a qualche metro da terra

Ovviamente il soffitto non é regolare, ma da una parte si notano i gradini della scala, se no, che sottoscala sarebbe?

-Il computer portatile é tuo?- domando, girandomi verso Lysandre che é entrato a sua volta, accostando leggermente la porta d'ingresso.

-E' un regalo di compleanno- mi dice, alzando leggermente le spalle e andandosi a sedere davanti al computer, mentre io metto lo zaino mio per terra.

-Avevi una canzone in mente? Oppure te ne scelgo una io?- mi chiede, ma visto che io ho già una canzone in mente mi avvicino rapidamente a lui.

-Faccio io, non preoccuparti- quindi, restando in piedi giro il computer verso di me e mi metto a cercare il karaoke della canzone che ho deciso di fargli sentire.

Mi ci vuole un po' per riuscirci, dopo tutto ho sempre detestato la tecnologia, anche se ormai siamo in un'era in cui non possiamo vivere senza di essa.

Una volta trovato il karaoke lo metto e quindi mi allontano da lui.

Inizio a cantare “My immortal” degli Evanescence.

E' una canzone che mi é sempre piaciuta molto, quindi ci metto tutta me stessa, infatti, per quanto possa risultare strano io passo benissimo da un genere all'altro, dal pop al rock, anche se non é che mi piacciono tutte le canzoni del mondo, semplicemente sono dell'idea che quasi ogni genere possa avere almeno una canzone/cantante di mio gradimento.

Alla fine della canzone scuoto leggermente la testa e abbozzo un mezzo sorriso, guardando Lysandre.

Lui stranamente ricambia il mio sorriso, spenge il computer e lo chiude, per poi metterlo in una specie di valigetta pensata sicuramente al contenere un computer portatile.

A quel punto prende la valigetta e si alza dalla sedia, mentre io riprendo il mio zaino.

-E' tardi, che ne dici se ti accompagno a casa? Comunque Castiel aveva ragione, sei davvero molto brava a cantare- mi dice, sorridendomi appena ed aprendomi di nuovo la porta.

Farmi accompagnare a casa da lui?

Mi sento lievemente in imbarazzo, ma annuisco in modo abbastanza deciso, dopo tutto ha ragione, é tardi ed é meglio che una ragazza della mia età non giri da sola dopo il tramonto e dalla finestrella sembra proprio che il Sole sia già andato a dormire.

-Va bene.- quindi, gli spiego brevemente dove abito e lui inizia a camminarmi accanto.

Dopo poco usciamo da scuola passando per il portone principale, quindi ci avviamo verso casa mia.

-Quindi tu sei italiana?- mi chiede Lysandre, probabilmente cercando di conversare.

-Esatto, anche se é vero solo per metà. Mio padre é francese, mentre mia madre é italiana. Tu sei totalmente francese?- gli chiedo, mettendomi le mani in tasca e guardando dritto davanti a me.

-Sì e a dir la verità non mi sono mai spostato da Parigi. Cioé, i miei genitori abitano nelle colline poco fuori città, ma comunque non mi sono mai spostato oltre- ammette, mentre io lo ascolto con interesse.

Quindi, non vive coi suoi...

-Da come parli sembra che tu non viva coi tuoi genitori, o sbaglio?- gli domando. Quindi lui annuisce.

-Abitano troppo lontano, non riuscirei a venire qua a scuola. Mio fratello si é offerto di darmi un tetto e una camera da letto, anche se ogni mese i nostri genitori mi mandano dei soldi, così non rischio di essere troppo d'intralcio a mio fratello- conclude.

Proprio in quel momento raggiungiamo casa mia ed io gliela indico.

Lui annuisce e mi sorride.

-Be', allora ci si vede a scuola- mi dice, salutandomi, mentre io estraggo le chiavi di casa ed entro dentro, ricambiando il saluto.

Una volta dentro casa saluto mia sorella che é intenta a fare i compiti sul tavolino del salotto.

Oddio, io devo ancora fare i miei!

Subito mi siedo con mia sorella minore e tiro fuori il diario, controllo che cos'ho da fare e quindi tiro fuori matematica, il libro di grammatica francese e storia.

-Cate, questo sabato pomeriggio Giulio si è offerto di portarci in campagna con lui e la sua fidanzata. Hanno deciso di passare qualche giorno qua e Giulio ha accettato di tenerci due giorni con sé, ti va bene?- mi domanda, interrompendo momentaneamente i suoi esercizi d'inglese.

-Oh, certo, mi va benissimo, però, adesso scusa un secondo che devo risolvere quest'equazione o domani sono morta- le dico, sorridendole dolcemente, per poi tornare subito a lavoro.

 

Detto fatto.

Per arrivare da mio fratello Giulio ci abbiamo impiegato quasi un'ora e mezza ed io sto disfacendo la valigia.

Tempo un secondo e metto i due/tre vestiti che mi sono portata dietro nell'armadio che devo condividere con mia sorella, mentre lei ci mette i suoi, stessa cosa per quanto riguarda la biancheria intima.

-Io vado a fare un giro, torno presto- dico a mia sorella, prendendo la mia borsa e uscendo dalla stanza d'albergo, mentre inforco i miei occhiali da Sole.

Appena esco dall'albergo mi dirigo verso il paesino e quindi dopo poco mi avvicino a una radura situata a pochissimo dal paesino e circondata da delle montagne piuttosto alte.

Mentre cammino vedo un cane nero correre e quindi mi avvicino.

E' grosso, questo sì, ma non sembra pericoloso...

Lui si avvicina a me e mi annusa, quindi io lo accarezzo e gli gratto appena dietro le orecchie.

Ho sempre desiderato possedere un cane... peccato che la nostra casa non sia abbastanza grande per poterne tenere uno, visto che comunque é priva di un giardino ed io sono sempre stata dell'idea che per avere un cane bisogna pure possedere un giardino.

Dopo poco vedo qualcuno correre verso di me e quindi verso il cane.

Rimango sbalordita appena capisco chi é.

-Non dirmi che il cane é tuo...- dico, alzando lo sguardo Castiel.

Lui abbozza un mezzo sorriso divertito

-Sì, esatto e si chiama Demon. A quanto pare gli piaci- mi dice, riferendosi sicuramente al fatto che Demon sta scodinzolando e mi sta leccano la mano con cui non lo sto grattando.

-Be', pare proprio di sì.. comunque, perché sei da queste parti?- gli chiedo, inarcando appena un sopracciglio.

-I miei genitori oggi e domani sono a casa e quindi hanno pensato di portarmi un po' in campagna, tu. Invece, perché sei qui?- mi chiede, a sua volta, accarezzando il proprio cane.

-Sono qua con mia sorella, mio fratello e la ragazza di quest'ultimo- gli dico, per poi notare le nostre mani intrecciarsi per puro errore.

Tolgo la mia imbarazzata, sperando che Castiel non noti il mio imbarazzo.

In occasioni come queste non so seriamente che cosa pensare.

-Sei leggermente rossa- mi fa notare Castiel. Quel maledetto!

Io scuoto la testa lievemente imbarazzata e quindi mi allontano.

-Lascia stare, non é niente, é sicuramente colpa del Sole- m'invento così, su due piedi.

Lui alza un sopracciglio senza capire, quindi io mi affretto a inventargli una cosa che poi tanto scusa non é.

-Sono albina, del tutto, e quindi sai com'é, non posso espormi troppo alla luce del Solo o rischio grosso, é per questo che porti gli occhi da Sole- gli dico, ben sapendo che in parte é vero, ma che comunque non é vero che sto rischiando di prendermi qualche malanno per il poco tempo che sto passando sotto il Sole in questo momento.

-Capisco... anche Lysandre lo é, quindi un po' ne capisco, comunque, io credo di dover tornare dai miei genitori, ci si vede. Dai, andiamo Demon!- dice, salutando la sottoscritta e richiamando a sé il suo cane, il quale mi lecca una mano scodinzolando e quindi segue Castiel senza fare storie di nessun genere.

Quindi avevo ragione riguardo a Lysandre...

Comunque, prendo il cellulare e controllo che ore sono.

Le 18,05.

Devo essere uscita da quasi un'ora, forse é meglio se rientro pure io, dopo tutto ormai il Sole sta iniziando a tramontare...

Alla fine sospiro e mi avvio verso casa.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Saeko_chan