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Autore: _Chimi    20/07/2012    1 recensioni
Edoardo e Sarah sono due ragazzi di quinta liceo;lei si è appena trasferita in Italia dall'Inghilterra,è dolce e insicura,lui è ricco,strafottente e sempre circondato da ragazze. L' iniziale antipatia reciproca svanirà quando,una sera, Sarah scoprirà per caso il terribile segreto di Edoardo,e lui capirà che lei è l'unica persona con cui riesce a essere se stesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II
Un raggio di luce penetrò nella stanza di Sarah e la svegliò. La ragazza, assonnata,guardò l’orologio. Erano solo le 7.50,era così presto…Le 7.50! Scattò giù dal letto come un furia,chiedendosi come mai la sveglia non avesse suonato,e ammettendo in cuor suo che molto probabilmente l’orologio aveva svolto il proprio dovere,eccome,ma lei non l’aveva sentito.Tanto per cambiare. Si infilò la prima cosa che trovò nell’armadio,afferrò i libri accatastati sulla scrivania senza avere il tempo di infilarli nella borsa, prese al volo una banana dalla fruttiera e si precipitò in strada,correndo all’impazzata. Nonostante ciò,riuscì ad arrivare in ritardo anche il primo giorno di scuola. Appena entrò nell’edificio,si sentì spaesata:tutti gli studenti erano già entrati nelle aule,e quella struttura era enorme.L’unica cosa che sapeva era di essere in 5H, sezione del liceo scientifico. Si avvicinò a una bidella dall’aria gentile e le chiese di indicarle dove si trovasse la sua sezione. La signora l’accompagnò fino alla porta della classe, che si trovava al terzo piano, e poi se ne andò augurandole buona fortuna. Sarah fece un respiro profondo, e poi bussò delicatamente. Una voce maschile e antipatica intimò: “Avanti!”e lei entrò.
“E lei sarebbe…?”chiese il professore.
“Sarah Collins, signore.”
“Ah, la nuova alunna. Dimmi, in Inghilterra non vi insegnano la puntualità?”
“Mi ... mi scusi, io… Mi sono svegliata tardi e poi non sapevo dove andare… Non succederà più”mormorò imbarazzata. “Gran,gran bell’inizio”pensò scoraggiata.
“Accomodati qui davanti, vicino alla signorina Rizzi. E ora, riprendiamo da dove eravamo rimasti.”
Sarah prese posto,e rivolse un timido sorriso alla compagna di banco,che le strinse la mano con calore e disse di chiamarsi Federica. Parlarono tutta l’ora,come d’altronde il resto della classe, a cui non sembravano importare granché le raccomandazioni e i suggerimenti del professore. Così, grazie alla parlantina sciolta,diciamo irrefrenabile,di Federica, Sarah venne a sapere vita,morte,miracoli di ciascun compagno e professore,tutti gli aneddoti della scuola e le storie d’amore. 
“In fondo alla classe,laggiù”Sarah si voltò per vedere di chi stesse parlando l’amica “c’è il gruppetto degli strafighi. Insomma, guardali. Sono sempre insieme, anche perché suonano nella stessa band. Ovviamente il capo è quello vicino alla finestra. Si chiama Edoardo ed è uno spettacolo. Poi c’è il braccio destro,Roberto, che non è per niente male neanche lui. Davanti a loro ci sono Giorgio e Alberto. Giorgio è un cretino, Alberto invece è dolcissimo, ma non metterci gli occhi addosso: è mio quest’anno”concluse con voce intimidatoria,e davanti all’espressione sorpresa di Sarah,scoppiò a ridere:”Stavo scherzando ovviamente! Però ammettilo, è davvero bello. Purtroppo è amico di Giorgio, con cui sono stata fidanzata per quasi due anni, e che mi ha tradita con la troietta di turno,Arianna”disse indicando una ragazza bionda e bellissima con apparente indifferenza. “A proposito:questo sabato il gruppo di Edoardo suona in un bel locale, pensavo di andarci con un po’di amici…Tu vieni?”Sarah annuì,felice dell’invito. “Perfetto. Ti passo a prendere io alle otto, qui davanti a scuola.”
 
“Wow,sono davvero forti!”urlò Sarah,cercando di sovrastare con la sua voce il frastuono. 
“Te l’avevo detto!”replicò Federica.  
“Dai,vieni in pista”propose Sarah. Si alzarono dal tavolo a cui erano sedute con alcuni loro compagni di classe,e si gettarono in mezzo alla mischia ridendo come pazze. Le due ragazze erano diventate molto amiche:si trovavano bene insieme,erano entrambe sportive,solari e spiritose,anche se Sarah era più dolce e decisamente più introversa di quel vulcano perennemente in eruzione che era Federica. In quella settimana la nuova arrivata aveva conosciuto altra gente, e Roberto le aveva chiesto di uscire. Sarah aveva rifiutato,ma lui non se l’era presa,anzi,da quel momento erano diventati buoni amici. Anche Arianna, la “troietta”,non era tanto male,escludendo l’atteggiamento frivolo e superficiale che assumeva appena c’era un ragazzo carino in circolazione, ma non aveva osato dirlo a Federica. Invece, non poteva sopportare Edoardo. Era il classico pallone gonfiato, ogni giorno in compagnia di una ragazza diversa,ricco ed egoista. L’unica volta che le aveva rivolto la parola era stato per criticare i suoi vestiti, troppo originali e vistosi secondo lui. Lo guardò,e dovette ammettere che nonostante fosse antipatico e scontroso,era davvero bello, e suonava la chitarra meravigliosamente. In quel momento intraprese un assolo impressionante, che fece esplodere la folla in un grido assordante.
Quando l’ultima canzone terminò e salì sul palco un altro gruppo, i quattro ragazzi si unirono alla tavolata dei compagni. Giorgio,Alberto e Roberto si sedettero,mentre Edoardo andava ad ordinare la birra per tutti. Quando tornò, l’unico posto libero rimasto era vicino a Sarah, che fece una smorfia in direzione di Federica. La ragazza scoppiò a ridere,ben sapendo che l’amica non poteva soffrire il chitarrista. “Allora, come siamo stati?”chiese Edoardo sorridendo. “Spettacolari, assolutamente fantastici”cinguettò Arianna lanciando occhiate languide a Edoardo. Federica alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Conversarono a lungo del più e del meno,fino a quando il discorso cadde per caso sulla famiglia.
“E i tuoi cosa fanno,Sarah?”chiese Giorgio.
“Mio padre è morto due anni fa. Sapete, giocava d’azzardo, e quando non riuscì più a pagare gli enormi debiti contratti, lo fecero fuori. Ci lasciò totalmente al verde. Mia madre iniziò a lavorare come commessa in un supermercato, ma i soldi non ci bastavano mai. Così abbiamo deciso di trasferirci qui in Italia,dove vivono alcuni parenti che hanno offerto a mia madre un lavoro in una casa editrice." 
Calò il silenzio sul tavolo: nessuno sapeva cosa dire,se esprimere le proprie condoglianze e il dispiacere o cercare di sdrammatizzare. Sarah si rese conto di averli messi a disagio e si scusò immediatamente:" Ragazzi, cos'è quest'aria da funerale?È roba passata,davvero. Non intendevo certo cercare la vostra compassione raccontandovi di mio padre... Non avevamo esattamente un rapporto fantastico.Scusate se vi ho messo imbarazzo,non era mia intenzione."
Tutti iniziarono a rassicurarla,e poi Caterina,una loro compagna di classe con cui Sarah non aveva praticamente mai parlato, spostò il discorso su altri argomenti,guadagnandosi la gratitudine di tutta la tavolata e soprattutto di Sarah, che temeva di aver osato troppo raccontando fatto così personali a gente che conosceva da una settimana appena.  Solo Edoardo non sembrava contento dell'intervento di Caterina,e continuava a fissare Sarah con un espressione sbalordita.
  
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