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Autore: Haunter Lady    22/07/2012    3 recensioni
Ambientata nel 1700, questa storia parla di una ragazza che incontra un ragazzo, di cui diventa amica e si innamora piano piano. Ma lei viene conquistata da un altro ragazzo.
Una vera lotta d'amore! ;-)
Personaggi:
Austria/Roderich Edelstein = Aristocratico (Signor Edelstein all'inizio)
Ungheria/Elizabeta (Cognome anonimo) = Aristocratica (Elizabeta)
???/Roderich Schmidt = Plebea viennese (Roderich)
Italia/??? (Probabilmente il nome della nazione) = Bimba (Italia)
Prussia/Gilbert Beilschmidt = Fratello di Roderich (Gilbert)
Germania/Ludwig (Cognome anonimo) = Fratello di Roderich (Ludwig)
Turchia/ Sadiq Adnan = Coinquilino che convive con Heracles (Sadiq)
Grecia/Heracles Karpusi = Passante - Amico di Roderich Edelstein e Roderich Schmidt (Heracles)
In seguito altri personaggi!
Dal testo:
“Nella fantasia, una sedia può diventare un tavolo, uno sgombro può diventare una spigola e una rosa può diventare un lillà.
Ma nella realtà, una sedia non può diventare un tavolo, uno sgombro non può diventare una spigola e una rosa, che sia rossa o bianca, non può diventare un lillà.
È la mente che ci fa elaborare cose immaginarie: sogni e incubi, fate e mostri, pegaso e fantasmi.”
Roderich era un’artista, una vera pittrice. Sapeva suonare solamente la chitarra e componeva con essa delle magnifiche canzoni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Grecia/Heracles Karpusi, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Nella fantasia, una sedia può diventare un tavolo, uno sgombro può diventare una spigola e una rosa può diventare un lillà.
Ma nella realtà, una sedia non può diventare un tavolo, uno sgombro non può diventare una spigola e una rosa, che sia rossa o bianca, non può diventare un lillà.
È la mente che ci fa elaborare cose immaginarie: sogni e incubi, fate e mostri, pegaso e fantasmi.”
Roderichera un’artista, una vera pittrice. Sapeva suonare solamente la chitarra e componeva con essa delle magnifiche canzoni.
Non le importava del suo nome da ragazzo, l’importante era avere una carriera ed avere un ruolo nel popolo.
Non era proprio in una posizione altissima: l’arciduchessa veniva prima di ogni altra cosa, aristocratici e nobili erano al secondo posto, soldati al terzo, al quarto vi erano artigiani e mercanti e all’ultimo i plebei.
Suo padre, anche essendo un soldato, non guadagnava molto: un fante plebeo al massimo guadagnava 10 scellini, al contrario dei cavalieri nobili che ne guadagnavano ben 50 di scellini.
Sua madre era morta quando aveva appena compiuto 8 anni per una malattia alquanto grave alla spalla.
Aveva 14 anni e doveva badare alla casa quando il padre era in guerra o non c’era.
Il fratello Gilbert, che aveva 26 anni, non poteva stare con lei perché era in Germania dal loro fratello malato di tumore al polmone. Ludwig era un fratellino per Gilbert e un fratellone per Roderich.
Roderich vendeva i suoi quadri in un negozio di antiquariato di cui non era proprietaria, ma diceva sempre di accontentare con ognuno di quei quadri l’ordine del cliente.
Un giorno decise di farsi un accampamento vicino alla villa di un nobile di cui conosceva solamente il cognome: Edelstein.
Espose i cinque quadri in bella mostra, rappresentavano temi diversi: una rosa bianca tra la neve, un ponte sul fiume Reno, un vascello sul mare, un paesaggio di montagna al tramonto e … un pianoforte.
Il signor Edelsteinuscì dalla sua lussuosa villa con una bimba vestita di verde e una signora dai capelli lunghi come quelli di Roderiche vestita di verde anche lei.
Proprio mentre stava esponendo l’ultimo quadro la bimba si avvicinò e con la sua vocina innocente disse in italiano:
“Quanto sono belli! Li hai fatti tu?”.
Il signor Edelsteinrispose in italiano:
“Italia, questa ragazza non capisce l’italiano!”.
La bimba, delusa dall’affermazione del signor Edelstein, si lasciò sfuggire un sospiro e tornò da lui.
“Devi scusarmi,” disse il signor Edelsteinin tedesco. “Italia non parla il tedesco. Ha detto che i tuoi quadri le piacciono molto.”.
“Grazie bimba! E grazie a voi per avermelo tradotto.”.
La signora disse:
“Roderich, guarda questo quadro! Non ti piace?”.
Si avvicinò un po’ per osservare meglio e fece segno al signor Edelstein di guardare.
L’uomo si avvicinò al quadro e rimase meravigliato dalla maestosità del pianoforte.
Si aggiustò gli occhiali.
“Ragazza, veramente li hai fatti tu?” disse il signor Edelsteinrivolgendosi a Roderich.
“Sì, signore. Li ho fatti io.” rispose seria, con voce un po’ maschile, affermando che i quadri erano fatti da lei. “Questo l’ho chiamato “Il pianoforte”, ed è l’ultima opera che ho fatto di recente.”.
“Qual è il tuo nome?” le chiese sorridente.
“Roderich,” rispose. “RoderichSchmidt, figlia del soldato fante Franz Schmidt e sorella di due falconieri alle prime armi.”
Il signor Edelsteinsi stupì e disse balbettando un po’:
“Hai un nome da ragazzo? Conosco tuo padre, è stato a servizio da me qualche anno fa ma poi ha deciso di andarsene perché era morta la moglie, cioè tua madre. Quindi, tu devi essere la sorella del mio rivale Gilbert.”.
Roderich annuì e la signora intervenne:
“Io sono Elizabetae come già sai questa bimba è Italia.”.
Il signor Edelstein continuò presentandosi aggiungendo dei particolari sulle sue passioni e poi, ritornando al quadro:
“Sono disposto a pagartelo anche 100 scellini. Potrò sostituire il quadro che Italia ha rovinato.”.
“Ma 100 scellini sono troppi, al massimo 60 o 50 …”
“No, te lo pagherò 100 e non voglio il resto.” disse Edelsteindando le monete alla ragazza, che gli consegnò il quadro.
“Grazie Roderich.” concluse prendendolo. “Da oggi in poi potremo darci del tu, diventerò un cliente di fiducia!”.
I tre se ne andarono salutando con la mano.
Roderichricambiò il saluto e pensò:
“Questo aristocratico è strano. Di solito gli gli aristocratici non danno retta ai plebei, ma sono contenta che almeno uno di loro mi accetti per quello che sono e non per la mia posizione sociale”.
Così fece un sospiro di sollievo e strinse quegli scellini nella mano.
“Farò molto di più, pur di far felice quell’aristocratico!”.
Intanto si era formata una piccola folla di gente intorno a lei che apprezzò e comprò dei quadri.

Ne rimase uno solo.
Nel pomeriggio non venne nessuno tranne un ragazzo che decise di acquistare l’ultima opera: “Una rosa bianca sulla candida neve”.
Era povero e aveva pochissimi scellini.
Roderichgli fece uno sconto e volle solamente 5 scellini.
Valeva molto quel quadro, tanto quanto le aveva dato il signor Edelstein quella mattina.
Era ormai buio ed era arrivato il momento di rientrare, contenta di aver venduto tutti i quadri.
Si incamminò verso casa e una volta arrivata, aprì la porta.
Andò in camera sua e ripose gli scellini in un cassettino, poi prese un foglio e iniziò a scrivere:
Teures Tagebuch...*





*Teures Tagebuch = Caro Diario


Nota...
Saaaalveee! Questa Parte 1 è quella corretta per filo e per segno (Con l'aiuto di mio zio! XD). Cosa ve ne pare??? 
Ci sono problemi? BANG! Si risolvono!
Ci sono punti di troppo?? BANG! Si tolgono!
C'è una virgola una ogni mille anni??? BANG! Si inserisce!
Troppi dialoghi???? BANG! Si aggiusta tutto!
Non recensite????? BANG! Scoppio di rabbia!!! XD *Pessima battuta*
Scherzi a parte... Ora è il momento del Latin Lover Grecia...? (Grazie Phantom per aver notato che Girigiri sta per tirare fuori il lato da Latin Lover! XD)
Beh? Che fate ancora qui??? Su! Muoversi! Al prossimo capitolo!
Osutoria-chan
  
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