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Autore: AllyDreamer    22/07/2012    8 recensioni
"Come avrei potuto dimenticare quella pelle candida come la neve e quei boccoli così perfettamente neri?"
Ciao a tutti! Questa è la mia primissima ff, spero vi piaccia. Dateci un'occhiata!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sciao beli! Mi sono impegnata molto in questo capitolo, e spero sinceramente che possiate apprezzarlo, dopotutto entrano in scena i nostri One Direction! Volevo scusarmi per i capitoli precedenti, molti li avranno letti notando che mancavano i dialoghi, ciò è stato dovuto a un inceppo durante la pubblicazione, ora ho sistemato anche quelli ;)
Buona lettura <3


Harry:
Io e i ragazzi procedavamo sul nostro furgoncino insieme a Jonny, il nostro autista.
Eravamo a Milano da due giorni, in attesa del Sabato imminente in cui ci sarebbe stato il nostro concerto visitavamo un po' i dintorni e alla mattina provavamo.
Avevamo appena finito le prove infatti, ed eravamo in strada per cercare un ristorante dove mangiare (restando nel furgone, ovviamente, altrimenti sarebbe stato troppo rischioso) perché avevamo proprio voglia di vedere qualche posto nuovo. Anche se era da parecchio tempo che eravamo in strada.
Niall con il suo iPhone stava cercando tutti i ristoranti più vicini, mentre Liam, al mio fianco era immerso nella lettura della cartina del Nord Italia. Zayn era seduto affianco a Jonny e continuava a ridere ascoltando le solite batutte di Louis, che non la smetteva di fare l'idiota, e così contagiava anche tutti gli altri. Era bello stare in compagnia con Lou, con lui era praticamente impossibile cadere in depressione, per quello che mi trovavo così bene con lui.
Niall mentre non staccava gli occhi dal telefono iniziò "Dunque, qui vicino c'è un fast food, quindi humburger americani, per chi ne avesse voglia, oppure potremmo optare per il cibo tipico italiano, io dire una bella pizza di quelle che non fanno così buone in Inghilterra, oppure per chi avesse voglia di roba più raffinata, anche se non mi sembra il caso, potremmo..."
"Niall, amico, non mi sembra questione di vita o di morte." lo interruppi divertito, osservandolo così concentrato in qualcosa così poco importante. Lui alzò lo sguardo e mi guardò per metà confuso e per metà offeso "A no?" provocando una bella risata a tutti i presenti, escluso se stesso e Liam.
"Che succede?" intervenne quest'ultimo che non aveva sentito una parola, troppo preso da quella interessantissima cartina.  Gliela presi dalle mani dicendo "Ma che ci trovi di così interessante?" e iniziai a leggere tutti i buffi nomi delle città italiane vicino a Milano e della Lombardia, per poi spostare lo sguardo verso il Trentino Alto Adige, dove una città mi colpì immobilizzandomi.
Trento: Ero stato in un paesino in provincia di Trento una volta, circa cinque anni prima.
All'istante mi piombò nella mente l'immagine di una bambina dagli occhioni più verdi dei miei e una bocca rossa sempre coperta dalla sciarpa che indossava. Iniziai a ripensare al bosco di pini dietro casa sua e a casa sua, mi ricordai dell'ordine impeccabile della sua camera in legno e del fatto che mi ero stupito parecchio entrandoci, dato il perenne soqquadro della mia.
Jade. Ero sicuro che fosse quello il suo nome. Quella, se pur semplice, era stata una delle vacanze più belle della mia vita, avevo sciato per la prima volta e avevo stretto amicizia con lei e tutta la sua famiglia. Era una ragazzina così incredibilmente simpatica e bella, mi ricordai di aver pensato.
Louis, notando il mio sguardo imbambolato e perso nel vuoto, si sporse dal sedile davanti e mi schioccò le dita davanti al naso, facendomi sbattere le palpebre e riportandomi al presente.
"Pronto, Hazza, ci sei? Anche a te va bene la pizza?" mi chiese guardandomi e sforzandosi di non ridermi in faccia. Avevo di sicuro una strana espressione se reagiva così.
"No, no! Dobbiamo assolutamente andare qui!" dissi mostrando la cartina agli altri, indicando un paese in provincia di Trento, che ricordavo essere non molto lontano da quello in qui eravamo stati io, mamma e Gemma.
"Ma che, sei fuori di testa?" esclamò Zayn "Forse non te ne sei accorto ma è a più di due ore di strada da qui!"
"Due ore di strada?" s'intromise Jonny "No, mi dispiace, qualsiasi posto sia a due ore di strada da qui, non ci andiamo." disse deciso.
"Oh, andiamo!" insistetti "Sono solo le undici e mezza! La ci sono un mucchio di ristoranti isolati dove di sicuro non ci conosce nessuno dove potremmo mangiare in pace." cercai di convincerli.
"Oh sì, sono stufo di spostarmi come fossi un ricercato." mi appoggiò Liam.
"Non se ne parla!" ribatté invece Niall "Dovremmo mangiare tra due ore, dici Harry? Io non ce la faccio più adesso." si lamentò. Maledetto il suo stomaco peggiore della borsa di Mary Poppins.
"Fai uno sforzo." tagliai corto guadagnandomi un'occhiataccia "Vi prego ragazzi, è importante! Dopo non avremo più tempo e io non posso lasciare l'Italia senza andarci! Devo andarci!"
"In quale maledettissimo posto?!" sbottò Jonny. Gli spiegai con calma il punto che intendevo raggiungere. Non sapevo nemmeno io perché volevo andarci, sapevo solo che volevo andarci.
"Ma certo! Se il signorino vuole andare in un punto sperduto che nemmeno lui sa come raggiungere, accontentiamolo all'istante!" mi canzonò Louis dandomi un buffetto e parlandomi come si parla ai poppanti.
"Scemo." gli dissi allontanando la sua mano.
"Ma chi credi che sia Jonny, la fata Turchina? Tu vuoi andare in Africa e allora, subito, andiamo tutti in Africa?" continuò Louis, sempre sorridendo ma un poco più serio.
"Non stiamo parlando di andare in Africa, Louis, e se non stessimo qui a discutere, saremo già a metà strada." ribattei irritato.
"Okay." disse ad un tratto Zayn "Che c'è in quel posto in cui vuoi andare?"
Mi spremetti la mente per trovare qualcosa che li convincesse "Tranquillità! Possiamo uscire e passeggiare, ci sono davvero pochissimi abitanti, per lo più anziani, potremmo goderci l'aria pura di montagna."
"D'accordo, fratello. Io ci sto." disse Louis alzando le spalle e gli lanciai un'occhiata disperata. Cosa contava allora il discorso che aveva fatto prima?
"Anch'io." disse Liam.
"Che altro c'è?" mi chiese invece Niall.
"Ehm... la pista da sci!"
"In estate?"
"Okay, lascia perdere." risposi, ma lui acconsentì "Okay." borbottò massaggiandosi la pancia.
"A nessuno interessa la mia opinione? Sapete com'è, sono io che guido qui." disse spazientito Jonny.
"Sì, ma noi possiamo guidare e non credo che tu abbia molta voglia di provare l'ebrezza dell'amutinamento." rispose pronto Louis, facendo scoppiare in una rista il nostro autista.
"D'accordo ma vi avverto: se troviamo traffico o qualche gregge di pecore attraverserà la strada o altri imprevisti, il pranzo ve lo sognate." si arrese, provocando un udibile gemito a Niall.
Così imboccammo l'autostrada e ci dirigemmo in montagna. Lo sapevo, era da pazzi, avevamo sei ore libere per poi tornare a Milano e lavorare sodo fino a Sabato.
Per tutto il resto del tragitto ripensai a Jade, alla sua famiglia e a tutto ciò che avevo fatto quella lontana settimana. Ripensai ai pupazzi di neve che avevamo costruito insieme io e lei. Chissà se si ricordava di me. Chissà che aveva pensato quando ho vinto XFactor... E se non era una nostra fan? Se gli One Direction non le piacevano? Tutta quella strada serebbe stata inutile e sentii il mio stomaco contorcersi dal disagio.
Lanciai un'occhiata ai miei compagni d'avventure. Erano spensierati e allegri, si fidavano di me, ignari del fatto che forse tutta quella strada avrebbe potuto presentarsi una perdita di tempo e pranzo.
 
Jade:
Corsi, non avevo mai corso così tanto in tutta la mia vita, nemmeno alle lezioni di ginnastica a scuola. Corsi finché i polmoni non iniziarono a bruciarmi e la milza a dolermi.
Quando non ebbi più fiato spensi la musica, scesi dalla strada deserta e mi andai a sedere sull'erba, vicino all'albero più vicino. Respirai a lungo, e quando il battito del mio cuore si ristabilì, chiamai casa. Rispose mia madre.
"Jade dove sei finita? E' ora di pranzo, perché sei uscita senza dirci niente?"
"Scusa mamma." risposi "Ho fatto una corsa. Molto lunga. Mi sa che ci impiego più di un ora a tornare."
"Cosa? Ma io ho già buttato dentro la pasta a bollire." respirò profondamente cercando di mantenere il controllo, come fanno gli insegnanti "Vuoi che ti veniamo a prendere?"
Ora che mi stavo calmando, sentivo l'adrenalina che ancora mi scorreva dentro, avevo voglia di continuare a correre. Ripensai a Daniele e la rabbià riafforò sovrastando la stanchezza.
"Grazie mamma, ma davvero, mi sento carica. Torno in dietro di corsa, ho proprio voglia." risposi sincera.
"Sei sicura?" la rassicurai nuovamente.
"E' che, vedi tesoro, alla tua età quando correvo così tanto era per distrarmi da qualcosa di brutto che era accaduto. Tutto bene?"
"Insomma." non resistii ma mi morsi le labbra, non aveva senso farla preoccupare.
"In che senso? Che è successo?"
"Niente mamma, tranquilla, solo che ho rotto con Daniele e preferisco tornare a casa da sola. Non preoccuparti, d'accordo?"
"D'accordo, mi fido di te. Ma mi dispiace molto." sentii il suo tono dolce. Ero riuscita a convincerla. "Anche a me." Poi le dissi che le volevo bene e riattaccai.
Mi alzai e tornai sul ciglio della strada. Quello sguardo contrito da verme assoluto il quale Daniele era, mi fece andare su tutte le furie. Non sentivo più il bisogno di piangere, ma avrei volentieri sferrato un pugno alla cima di una montagna. Ero stata così stupida a non accorgemene, mi aveva presa in giro.
Strinsi i pugni e ripresi a correre, non troppo veloce, mi serviva resistenza, ma sentivo che ce l'avevo, avrei potuto correre per ore.
Mi rimisi gli auricolari ma stavolta volevo mantenere l'adrenalina accesa dentro di me perciò ascoltai quanto di più hard rock avevo nella mia playlist.
La batteria pulsava nelle mie orecchie costringendomi a non pensare più a Daniele, anche se ogni tanto mi sembrava inevitabile non rivolgergli nemmeno un pensiero.
Dopo non so esattamente quanto, ma comunque parecchio tempo, sentii le ginocchia che non erano più cariche come all'inizio e il fiatone si fece più pesante. Avevo la gola secca e sentivo il bisogno di acqua fresca. Ma mancava poco, perciò continuai a correre, nonostante non mi sentissi più le gambe e i piedi.
La strada in salita rendeva il tutto molto più faticoso rispetto all'andata, che era stata in discesa.
Ad un trattò qualcosa mi colpì forte da dietro scaraventandomi violentemente in avanti, e poi non ricordo altro.
 
Harry:
Stavamo procedendo bene, eravamo quasi arrivati e non avevamo trovato più di tanto traffico e per fortuna nessun gregge di pecore attraversò la strada.
Il paesaggio iniziava a tornarmi famigliare, finalmente. Avevamo già superato Trento e ci stavamo dirigendo nella direzione che ci aveva indicato un vecchietto del posto.
Il cartello con scritto in stampatello il nome del paesino di cui avevo tanto fantasticato durante il tragitto mi fece sobbalzare di entusiasmo, e anche la band iniziò ad eccitarsi.
Mancava poco ed ero deciso a rivederla.
Jonny guidò il furgoncino in salita, verso i tornanti. Quelle strade in inghilterra non le avevo mai viste. Salivano per poi girare tutto in una volta, come nelle piste per i Go Kart.
Era divertente e noi, ritornando bambini, intonavamo un coro di "Oooh." a ogni curva, ma a un tratto, durante una particolarmente brusca, l"Oooh" mi si spense in gola, interrotto da un'improvvisa frenata che tese la mia cintura evitandomi di finire dritto in braccio a Jonny.
Avevamo urtato qualcosa molto forte, e sperai con tutto me stesso che non si trattasse di qualcuno, o altrimenti eravamo nei pasticci fino al collo.
Imprecando ci fiondammo giù dal furgone e raggiungemmo Jonny in strada.
Lo scenario che vidi mi paralizzò. Una ragazza giaceva a più o meno due metri o più dal muso della macchina, i capelli corvini sparsi sul grigio dell'asfalto, la pancia rivolta verso quest'ultimo.
Jonny si avvicinò esitante, seguito da molti gemiti e farfugliamenti di preoccupazione. Io al contrario, non riuscivo ad emettere un suono.
Jonny girò la ragazza in modo che potessimo vederne il volto. Vidi Niall che la guardava esclamando "Che bella ragazza... " e Liam che sussurrava "Poverina..." e Louis "E' uno schianto, porca miseria!" e Zayn che gli rivolgeva occhiatacce.
Tutti si voltarono a guardarmi, ero piuttosto distante da loro, ancora immobile.
Mi avvicinai esitante fino a che non ritrovai la ragazza sotto di me. Appena la vidi qualcosa colpì forte il mio cuore spedendo i battiti a mille.
Osservavo le ciglia folte nere e le palpebre chiuse e le sue labbra perfette e rosse. Sembrava Biancaneve, lo sembrava veramente. Come avrei potuto dimenticare quella pelle candida come la neve e quei boccoli così perfettamente neri?
Mi avvicinai a lei e sussurrai "Jade."

Welà! Spero vi sia piaciuto e non ho nessuna intenzione di anticiparvi nulla riguardo al capitolo successivo, vi dico solo di non preoccuparvi per Jade, vi assicuro che una caduta come la sua non è fatale :)
Grazie per tutte le visite e le recensioni e a chi ha salvato questa storia tra le preferite o le seguite :D
Un bacione :*
Ally <3

  
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