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Autore: xbiebection    23/07/2012    4 recensioni
'Perchè baby quando sei con me
è come se un angelo venisse e mi portasse in paradiso.
perchè quando guardo nei tuoi occhi
non potrebbe andare meglio."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buondì tesoro.

Una luce mi accecava e non mi faceva vedere che stava succedendo nella mia nuova camera. Si vedevano i colori della moquette, nelle tonalità sul blu pastello. Mamma era lì, vicino alla finestra, che mi sorrideva dolcemente. In camera mia c'erano 8 grossi scatoloni, con dentro la mia roba. Non era un incubo; ci eravamo trasferite veramente. Rigettai il mio viso sul cuscino, sperando che potesse soffocarmi, o per lo meno soffocare i miei pensieri.

Mamma mi si avvicinò, si sedette sul mio letto e inizio a toccarmi dolcemente i capelli.

"Andrà tutto bene. Oggi è un giorno nuovo. Devi solo dare tempo al tempo, sono sicura che ti farai tanti nuovi amici qui a Porto Cervo, la Sardegna è così bella!"

"Io ho già degli amici. E non ne voglio altri. Voglio tornarmene a casa. Questa non è la nostra casa."

"E invece ora lo è. Capisco che andartene da Milano, lasciare tutti i tuoi affetti..."

"PAPA'..."

"Lo so piccola, lo so che è difficile. Ma ora siamo qui, e dobbiamo andare avanti, riniziare una nuova fase della nostra vita. Sei una ragazza così carina, intelligente, dolce e spiritosa. Sono sicura che riuscirai a incantare tutti ragazzi della scuola!"

Sorrideva. Sembrava così convincente, risultava così facile quello che diceva. Ma allo stesso tempo ero ferita, come se la lontananza potesse cancellare dal mio cuore la mia migliore amica, il mio ragazzo... e papà... e io non volevo. Non volevo che lo facesse perchè erano le fondamenta della mia vita, anzi, erano tutta la mia vita. Non volevo che restassero il mio PASSATO, volevo vivere con loro il mio presente, e anche il mio futuro.

Sbuffai e presi le coperte, fino a coprirmi il volto.

Mamma me le strattonò, buttandole in fondo al letto.

"Ora basta. Vestiti e vai a scuola."  Sembrava seccata dal mio comportamento ma allo stesso tempo si sentiva in colpa per avermi costretta a venire fin qui. Sapeva che la mia vita non sarebbe più stata quella di prima, quella che tanto amavo.

Ma per lei era tutto così facile. Lei papà non l'amava più. Non aveva motivo per restare a Milano.

"ODIO QUESTO POSTO."

 

 

Uscii di casa in un mostruoso anticipo.

I miei lunghi capelli mi cadevano sulla schiena e il ciuffo ricadeva sul viso, e speravo che nessuno a scuola mi avrebbe riconosciuta. Mentre tiravo fuori il mio iPod, sentiis la voce di mia madre.

"Shaaar, hai lasciato lo yogurt sul tavolo!"

Ah già, lo yogurt.

Il suono di quella parola mi faceva sussultare. Lo yogurt che tanto amavo, quello con gli smarties, che mangiavo da quando avevo 5 anni. Lo stesso yogurt che mi ero ritrovata addosso, il giorno precedente. Mi voltai, con aria disgustata verso mia madre.

"Ma amore, è il tuo preferito. Disse mia madre con aria confusa."

"NIENTE YOGURT. GRAZIE."

e mi diressi verso la fermata dell'autobus, a passo svelto, diretta a scuola.

Sull'autobus mi guardavano tutti, manco fossi stata un alieno verde con 5 teste. Assurdo.

A Milano la gente non ti degna di uno sguardo, nemmeno se ti metti nudo in metropolitana a ballare la macarena. Avevo solo l'aria un po' incazzata, tutto qui. Ma per loro era un evento anormale. Ai loro occhi ero anormale. Notai un ragazzo in particolare che mi fissava con aria incuriosita.

Lo guardai a mia volta, seccata.

"Vuoi la foto?"

"No, cercavo solo di capire come mai sul tuo bel faccino c'è quell'espressione così infuriata."

Sembrava divertito, ma allo stesso tempo serio. Come se stesse veramente cercando di capire la causa del mio malumore

Nessuno di loro aveva mai visto una persona arrabbiata? Nessuno di loro aveva mai avuto una GIORNATA NO?

"Non sono affari tuoi."

"Sei di poche parole!"

"Non do confidenza agli sconosciuti."

"Ohh, lo stai già facendo."

Sorrideva sarcastico. Mi fece imbestialire. Chi era lui per farsi gli affari miei e rendermi la giornata ancora più grigia?! Stavo per scoppiare in una delle mie solite crisi isteriche. Ma mi dovevo trattenere, anche perchè tutti i passeggeri dell'autobus ci guardavano come gli spettatori di un film guardano due attori in una scena cruciale.

Quant'odio per questa gente!

 

"Comunque piacere, io sono Eric."

Il ragazzo mi si era avvicinato, e mi siedeva accanto. Ora lo vedevo meglio: era molto alto e magro, i capelli marroni e degli occhi verdi. Gli avrei dato si e no 18 anni, ed era molto, molto carino.

"Si, Okay, piacere."

Mi rimisi gli auricolari, sperando che capisse che non volevo parlargli.

"Cosa ascolti di bello?"

"With Me dei Sum 41."

"Davvero? Non avrei mai pensato che una ragazza come te ascoltasse i Sum 41.. beh, wow."

Odiavo le persone che ti classificano alla prima impressione. E lui lo stava facendo con me. Per lui io non potevo ascoltare i Sum 41.

"Allora dimmi: secondo una tua classificazione, una ragazza come me, cosa dovrebbe ascoltare?!"

Ero presa nella discussione. Ora mi interessava veramente sapere cosa diceva, anche se sapevo che la sua risposta mi avrebbe fatta arrabbiare ancor di più.

"Mmmh, vediamo.Hai l'aria di una che viene da un'altra città, abituata ad altri ambienti, sui 18 anni... Musica commerciale? Lady Gaga? Katy Perry e vari artisti 'pacco'?"

"Veramente, ne ho 16, cretino. E credo proprio che Gaga e la Perry siano persone più civili, educate e rispettose di te."

Ora mi guardava con aria sconvolta.

"... hai veramente 16 anni!? Sembri molto più grande di quello che sei e anche molto bella."

Mi guardava ancora sorpreso. Io lo guardavo con aria incredula. Mi prendeva in giro?! Se mai quello esageratamente carino era lui qua, non io.

"Ah, comunque la maleducata qui sei tu. Mi hai appena dato del cretino senza conoscermi."

"Te lo sei meritato. Hai iniziato tu."

 

Finalmente l'autobus si fermò davanti alla scuola. Mi sarei presto sbarazzata di quell'impertinente e non avrei più pensato ai sui stupidi discorsi. Ma appena vidi che si alzò pure lui, arrivai alla conclusione che andavamo allo stesso liceo.

"Bene, ci vediamo a scuola...."

e non fece in tempo a finire la frase che si inciampò negli scalini cadendo come un sacco di patate. Scoppiai in una fragorosa risata, come ormai non ne facevo da settimane.

Lui mi guardava, sconvolto.

Io arrossì come un pomodoro. Che aveva da guardarmi in quel modo?

"Wow... La ragazza di ghiaccio mi ha sorriso. Oh mio dio, dovresti farlo più spesso, o ti si pietrificherà la faccia con quella smorfia incazzata."

Non sapevo come reagire. Dovevo incazzarmi, o riderci su? D'altronde era l'unico che mi aveva rivolto la parola fino a oggi e andava nella mia stessa scuola. Era meglio mostrarsi un po' più amichevoli. Sorrisi e lo aiutai ad alzarsi.

"Comunque sono Sharon."

"Ottimo, Sharon. Non ti ho mai visto da queste parti..."

"Sono nuova infatti."

"Bene! Allora hai un nuovo amico."

Mi sorrideva, e ci dirigemmo uno a fianco dell'altro verso la scuola.

Quei ragazzi, quel posto mi faceva venire i brividi. Scorgevo Justin in lontananza, con Vanessa al suo fianco. Erano tutti e due presi tra bacetti e carezze. Sembravano così presi, sembravano la coppia perfetta. Mi accorsi che mi stava guardando. Anzi, non mi staccava gli occhi di dosso. Non capivo perchè mi degnava di tanta attenzione, visto cosa mi aveva fatto il giorno precedente. Poco dopo spostò il suo sguardo su Eric: lo fissò come se stesse pensando a cosa fare. Si lasciò dalla presa della ragazza bruscamente senza darle spiegazioni e si diresse verso di noi. Fui sorpresa dal fatto che non mi prese il panico vedendolo avvicinarsi, forse perchè non ero sola, ma con un'amico. Forse perchè ero con Eric, il mio unico amico.

"Eric, Sharon."

Ci sorrise compiaciuto. Sapevo che si sarebbe fatto una strana idea di noi, ma non me ne importava. Volevo solo che mi lasciasse in pace.

"Heey, Justin! Quanto tempo! Chi è quella bella ragazza a cui ficcavi la lingua in gola?"

"Mi conosci. E' il mio solito gioco, il mio passatempo."

GIOCO?! PASSATEMPO?! Povera Vanessa. Quanto disprezzavo i bastardi come lui. Probabilmente se la sarebbe solo portata a letto, e poi l'avrebbe gettava via, come un bambino butta un vecchio giocattolo. Eppure un minuto fa sembrava così preso tra le sue braccia, la guardava come le persone innamorate guardano la persona che li completa. 

"Ah già, certo. Ma vedo che conosci Sharon! Beh, dolcezza, a quanto pare non sono l'unico ragazzo incantato dal tuo dolce faccino." 

il suo sorriso. Mi guardava dritta negli occhi, senza distoglierli per un secondo. I suoi occhi color miele avevano preso una sfumatura sul cioccolato, non erano più limpidi come la prima volta che l'avevo visto in cortile, con i suoi amici.

Ma Eric alle parole di Justin si irrigidì e mi strinse a sè. Era alquanto disturbato, preoccupato. Sapeva che era un ragazzo di cui non ci si poteva fidare, e forse stava solo cercando di proteggermi da lui, per non cadere come la povera Vanessa nelle sue braccia. NO PROBLEM, visto i precedenti.

"Beh, ti conosco abbastanza da poter dire che preferisco stare alla larga da un tipo come te."

Eric mi strinse ancor di più la vita, quasi non volesse più farmi respirare. Quel ragazzo poteva farmi del male, più di quanto immaginassi e Eric lo sapeva bene.

Justin si avvicinò a me, mi prese il viso. Oh no, di nuovo...

"Sharry, quello di ieri è stato solo un grande malinteso! Non mi permetterai di non conoscerti meglio, vero?"

Avevo le sue labbra a un centimetro dalle mie. Ancora. Il mio respiro affannoso copriva il suo; stavo entrando nel panico e non sapevo come reagire. Restai a fissare i suoi occhi. Ormai il marrone aveva sovrastato il suo naturale color miele, ma nonostante tutti, i suoi occhi erano sempre profondi, tanto che mi ci persi dentro. Pensavo che se fossimo rimasti ancora un secondo così vicini, l'avrei baciato. Era più forte di me. Nonostante tutto volevo baciarlo, volevo sentire il suo respiro sul mio collo, volevo sentire la sua pelle sulla mia. Ma com'era possibile dopo quello che mi aveva fatto?

In quel momento, Eric afferò Justin dal braccio e me lo spintonò lontano.

"Stalle lontana. Lei non è come le altre."

"Lo so. E' strana. Lei non molla. Fa la dura. Ma se solo potessi avvicinarmi di più, ancora di qualche centimetro, la potrei rompere solo sfiorandola."

La rabbia mi s'impossessò del mio corpo. Non riuscivo a dire nulla, volevo solo ucciderlo. Come si permetteva? Io per lui non avrei versato nemmeno una lacrima, tanto meno avrei sofferto per lui. Il mio cervello non riusciva a controllare i miei movimenti, e se non ci fosse stato Eric a fermarmi, avrei giurato che l'avrei picchiato. Forse non avrei concluso molto, ma avrei sfogato la mia rabbia e frustrazione.

"Sharon, è tutto Okay."

Sembrava davvero in pena per me. Era agitato, e forse dovevo essere molto sconvolta. Agli occhi degli altri dovevo apparire mentalmente disturbata. Una pazza psicopatica. Ma nessuno sapeva cosa mi stava succedendo in quel periodo, quanto fosse grigio, e quanto J. mi aiutasse a renderlo ancora più buio.

Affondai nelle braccia di Eric, e mi misi a piangere. Mi ero promessa di non far scenate. E di non piangere, e dare la soddisfazione a quel ragazzo. Ma quella era la goccia che fece traboccare il vaso. La mia vita era PERFETTA prima che i miei si lasciassero. Avevo una bella casa, una famiglia felice, degli amici e un fidanzato fantastico che mi vogliono bene, ottimi voti e le mie moto. TUTTA LA MIA VITA ERA ANDATA A PEZZI.
Tutti gli studenti erano attorno a noi in cerchio a godersi lo spettacolo. Alcuni ridevano, alcuni erano sorpresi. Ma me ne fregai. Insomma, che stavo facendo? Il bastardo mi guardava. Pensavo di vedere nel suo sguardo l'espressione di un ragazzo entusiasta e pieno di se, nel aver appena portato a casa la vittoria della sua squadra di football segnando l'ultimo punto. Invece no. Era sconvolto come gli altri, pentito. Perfetto, era anche un ottimo attore.

"NON C'E' NIENTE DA GUARDARE! ANDATE IN CLASSE, CAZZO!"

Tutti eseguirono gli ordini di Eric, tranne Justin. Restava lì a guardarmi con lo sguardo vuoto di chi non sa che fare.

"Non ti avvicinare più a lei. Bieber, stai attento a non sfiorarla nemmeno, o la prossima volta non finirà bene, sai che non scherzo."

Mi prese per un braccio, mi sollevò da terra e mi diresse verso l'uscita della scuola. Non so che stavamo facendo, ma mi andava bene. Qualunque cosa pur di sparire da quel posto e da Justin.



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Ciao ragazze.
Ecco, finalmente ho postato il secondo capitolo,
e mi scuso con alcune di voi a cui avevo detto che lo avrei postato sabato, 
ma in questi giorni ho avuto parecchio da fare.
Spero che vi piaccia, anche se siete poche a seguirmi,
spero che la mia 'love story' possa arrivare a più persone
mi farebbe veramente piacere!
Per qualsiasi cosa, scrivetemi una recensione, 
positiva o anche negativa, accetto critiche e sono 
pronta a migliorare c:
Ecco, ora vorrei presentarvi un pò i personaggi,
di quelli menzionati fin'ora.
Beh, vi lascio.
un bacio.
-Alessia.


 
            
                                                                                       
Lui è Eric, il nuovo amico di Sharon. Image and video hosting by TinyPic Lei è la nostra protagonista, Sharon Castelli. Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic E Justin, ovviamente.
  
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