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Autore: Somebodytolove    24/07/2012    2 recensioni
You're like a strainer. You strain my life-
Sei come un filtro. Filtri la mia vita-
Genere: Erotico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Becks stava sgranocchiando delle patatine mentre guardava un telefilm a caso quando sentí il cellulare squillare dall’altra stanza. Alzandosi di peso e strusciando le ciabatte ai piedi per il corridoio si trascinó per rispondere poco prima che scattasse la segreteria.
-Che vuoi Mischa?- sputó sbadigliando.
-Becky, volevo dirti che stasera io e Charlie non usciamo, faremo una serata tranquilla a casa mia. Sei dei nostri?- la voce all’altra cornetta era in fibrillazione.
-Ma che palle che siete, é sempre la stessa storia!- 
Esclamó contrariata accendedosi una sigaretta. Non sentendo alcuna risposta, espiró il fumo e aggiunse con un sospiro: 
-E va bene, peró domani andiamo a ballare anche se é martedí.-
Il suo tono non ammetteva obiezioni e Mischa lo sapeva, quindi attese qualche secondo per rispondere ma poi si concesse ad un:
-Affare fatto.-
Becks chiuse cosí la chiamata, sapeva che Mischa non ci sarebbe rimasta male. Lei era cosí e le sue amiche lo accettavano, era questo che le piaceva cosí tanto di loro: non giudicavano, e apprezzavano chiunque per quello che era. Peró ancora non riusciva a spiegarsi perché fossero sue amiche, Mischa era semplicemente perfetta e Charlie troppo sensibile, lei invece era un semplice disastro; per tutti era una strafottente, spesso una troia ma troppo spesso una grandissima stronza (solo con chi se lo meritava, sosteneva lei), la femme fatale, dannata e irraggiungibile, senza emozioni; si comportava cosí anche con quelle che non avrebbe mai ammesso essere le sue due migliori amiche, a cui non sembrava importare e che continuavano ad essere dolci e comprensive con lei. Davvero non se lo spiegava. Tornó a stravaccarsi sul divano e finita la serie si preparó frettolosamente, probabilmente avrebbe passato un po’ di tempo a casa di Mischa e poi sarebbe uscita da sola, non aveva proprio voglia di rimanere a casa. Anfibi, calze a rete, pantaloncini cortissimi, fascia nera e maglietta trasparente con qualche borchia; trucco nero intorno ai suoi grandi occhi azzurri, un po’ di profumo e via, questo era il suo tipico vestiario. Mise portafoglio, portasigarette con dentro l’immancabile erba e altre cianfrusaglie varie in borsa e uscí di casa chiudendo a chiave la porta.
 
-Heeeyy Beckyyy!- gracchió Charlie accogliendola in casa, sicuramente non era sobria anche se non puzzava di alcool. Gettó le braccia attorno al suo collo appendendosi letteralmente e facendola quasi cadere, cosí Becks gliele scostó scocciata facendole un cenno della testa in segno di saluto. Si guardó intorno come se fosse la prima volta che era lí, anche se conosceva la casa di mischa come il palmo della sua mano.
-Mischa?- chiese voltandosi verso di lei con la sua solita aria seria e svogliata.
-É in terrazza.- ridacchió la bionda facendo cenno di seguirla.
Spinse le ante scorrevoli che davano sull’immensa terrazza della villa che dava su tutta la cittá e uscí insiprando la pungente aria autunnale. Sentí delle risate provenire da piú in fondo; non erano sole. Anche se era curiosa rimase qualche minuto appoggiata alla ringhiera arrugginita godendosi la vista che in realtá non era niente di che, ma a lei piaceva sempre guardare la sua Portsmouth. Si scostó una ciocca di capelli che le cadde davanti nel momento in cui si stava accendendo una sigaretta, ma l’accendino era scarico cosí stizzita lo buttó a terra.
-Chi é?- sentí l’inconfondibile voce di Mischa nel buio. 
Giró l’angolo della terrazza dove sospettava che il gruppetto di persone fosse seduto, e lo trovó lí, attorno al tavolo di vimini illuminato della famiglia Walker.
-Oh Becks, che fine avevi fatto? Accomodati.- 
Si avvicinó furtivamente al tavolo scrutando quegli sconosciuti senza rispondere all’amica; erano cinque ragazzi, tra cui riconobbe quel tale che stava in classe loro, Liam. Quando lo vide un sorrisetto compiaciuto apparve sul suo volto. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, ma nessuno parlava; sapeva di fare quest’effetto sulle persone, il suo aspetto era la prima (e unica) cosa che saltava all’occhio e sapeva bene come usarlo. Era abituata ad avere tutti ai suoi piedi, comprese le femmine che più di invidia provavano semplice e quasi disperato desiderio di essere come lei. Liam ricambiò il sorriso che in realtà non era rivolto particolarmente a lui con fare impacciato, ma lei stava già squadrando gli altri quattro. Non si soffermò particolarmente su nessuno di loro, tranne l'ultimo. Fu questione di secondi, se non meno, ma a lei sembrò molto di più il tempo in cui il suo sguardo rimase incastrato a quello di un ragazzo seduto diritto di fronte a dove si trovava lei. Si liberò il più in fretta possibile da quello straniamento con grande difficoltà, il mondo attorno a lei sembrava quasi scomparso e non le piaceva. Puntò gli occhi su una sedia vuota accanto a Mischa, ma senza dar conto di nessuno dei presenti che continuava tacente ad osservarla si proiettò verso il puffo che usava sempre quando era lì, lasciandocisi cadere sopra. Gli altri inzialmente storditi tornarono a parlare del più e del meno, era sempre così: tutti rimaneva ammaliati da lei ma nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi. Becks li osservava da lontano, Charlie aveva i suoi cinque minuti dopo le miliardi di pillole che prendeva, mentre Mischa scherzava gioiosamente con i cinque ragazzi di cui deteneva la totale attenzione, completamente sobria. Dal puffo che si trovava un po' distante dal tavolino inquadrò meglio ognuno di loro: Liam, che le lanciava sguardi furtivi in continuazione, un ragazzo riccio e con gli occhi verdi, muscoloso e dalla risata facile, un biondino che non si staccava dalla scodella di pop corn, un altro castano con gli occhi azzurri e l'ultimo... Che non aveva il audacia di guardare, il fatto che lo volesse così tanto la bloccava. Aveva impressi nella mente quei due occhi color grandi dal taglio orientale, limpidi e infantili, color nocciola. Sembravano racchiudere tutto quello che Becks non aveva mai osato desiderare. Non sapeva com'era fatto per il resto il ragazzo, non lo aveva guardato, o forse si ma quegli occhi avevano rimosso il resto. In particolar modo non aveva intenzione di guardarlo, anche se si sentiva trapassare da capo a piedi con uno sguardo e non era quello di Liam, con cui invece giocava guardandolo provocantemente mentre lo coglieva a fare lo stesso. In tutto quello non si accorse di avere ancora la sigaretta spenta in mano, ma le venne in mente un'idea migliore. Posò la sigaretta facendo a cambio con una canna che si era fatta a casa prima, si divertiva a rollarle quando non aveva niente da fare, ma si ricordò dell'accendino buttato per terra qualche metro più in là. Si scocciava di andarlo a prendere e di certo non lo avrebbe chiesto ai ragazzi seduti intorno al tavolo, quindi senza neanche sapere il perché visto che non avrebbe fruttato molto iniziò a frugare nella borsa mentre teneva la canna tra le labbra carnose, sperando magari di trovarci uno dei tanti accendini persi e mai trovati. Improvvisamente sentì del calore e vide una fiamma dilagarsi rendendo l'estremità della "sigaretta" di un rosso intenso. Alzò lo sguardo e rimase spiazzata nel vedere quei due occhi talmente vicini ai suoi che la scrutavano con insistenza e senza pudore. Becks si ritrovò per un attimo in uno stato di sgomento  totale, in cui non seppe reagire a nulla; tutto quello che fece fu ricambiare lo sguardo, ma non lo fece nella sua solita maniera: gli diede una delle sue occhiate più spoglie, più sincere che aveva, lasciando trasparire in un lampo tutta la realtà che viveva dentro di lei, e che era lei stessa. Era nuda. Una cosa che non si era mai permessa di fare con nessuno, e appena se ne rese conto cambiò immediatamente volto: riuscì a riimpadronirsi dei suoi occhi, rendendoli nuovamente varchi invalicabili a chiunque, e la sua faccia da maschera di sbigottimento tornò ad essere austera e composta. Per dimostrare più a se stessa che a lui che non era successo nulla e che aveva il pieno controllo di sè, tirò enigmaticamente in su gli angoli della bocca attorno cui sorsero varie piccolle fossette a mo' di ringraziamento. Lui si accese una sigaretta senza ricambiare, poi tirò un altro puffo accanto al suo e ci si buttò letteralmente sopra. Rimasero in silenzo per un po', e quando Becks arrivò a metà canna la porse al ragazzo. Ecco, brava la cogliona, seconda disattenzione della serata. Da quando condivideva la sua roba, e in particolar modo QUELLA roba, specialmente con uno sconosciuto? Lui la accettò come se gli fosse dovuta e all'ultimo tiro poggiò quello che ormai era solo un filtro sulle labbra della ragazza, che inspirò profondamente tenendo dentro i polmoni. Il contatto e la pressione delle dita del ragazzo sulle sue labbra la inebriavano, ma probabilmente era solo quello che si era fumata che stava facendo il dovuto effetto, niente di che. Ce ne vollero altre tre prima che iniziassero seriamente a sentire gli effetti, e all'altro tavolo ormai anche gli altri avevano bevuto qualche birra di troppo: il biondino e Liam si erano alzati e ballavano una specie di danza senza capo nè coda, mentre Mischa (eggià, addirittura lei) e gli altri tre se la spassavano allegramente prendendoli in giro mentre gli facevano un video. All'improvviso qualcosa di morbido si appoggiò blandamente vicino all'orecchio di Becks che si sentì sussurrare:
-Perché non ce ne andiamo da qui?-
Rimase qualche secondo paralizzata al sentire il respiro caldo cadere sul suo collo, prima di raccogliere la borsa da terra e camminare verso l'uscita senza voltarsi. Sapeva l'avrebbe seguita, e non stava aspettando altro.
  
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