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Autore: Alaysia    25/07/2012    4 recensioni
La storia degli Avengers ... dal punto di vista di un nuovo personaggio ...
-Da quando tra gli Avengers c'è un cagnolino uscito fuori da Twilight?-
cit. Iron Man
-è incontrollabile ... una forza maggiore di Hulk-
cit. Bruce Banner
-un vero lupo cattivo dentro la ragazza più dolce del mondo-
cit. Captain America
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Uuuuh non ha recensito nessuno. Voi mi volete indurre al suicidio. Sto continuando solo perché almeno qualcuno la segue.
 
Capitolo 3: Diamanti di sangue (originale no?)
 
Selene rimase per qualche istante a fissare gli occhi azzurri del Capitano. Non ci poteva credere, era davanti ad una vera e propria leggenda vivente. Lei e sua sorella erano cresciute ascoltando le sue avventure e leggendo i fumetti. Selene si ripromise di chiedergli un autografo da regalare a Maurilia la prossima volta che l’avrebbe vista.
Steve Rogers la osservava con altrettanto interesse: si soffermò sui suoi occhi chiari incorniciati da lunghe ciglia e sulla cicatrice sul collo che si riusciva a scorgere da sotto il giubbino di pelle nera.
Il primo pensiero che gli venne in mente fu: ‘E’ giovane, troppo giovane potrebbe mettersi nei guai’. Doveva avere diciassette anni … non era neanche maggiorenne.
Povero vecchio Steve … sempre a pensare prima agli altri.
-Piacere, Selene - sussurrò la ragazza. A Steve ci volle qualche secondo per accorgersi di avere ancora la mano stretta in quella di lei. La lasciò velocemente mentre le sue guance si tingevano di un leggero color porpora.
Mentre Capitan America parlava con il dottor. Banner, Selene sentì che Natasha si avvicinava e le sussurrava qualcosa all’orecchio.
-Credo che sia meglio che tu vada subito dentro.- le sussurrò – tra poco qui sarà difficile respirare soprattutto per te-
Selene ci mise qualche secondo poi capì. Si irrigidì immediatamente e sentì che stava diventando pallida. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata.
-Dottor Banner abbiamo bisogno di lei nel laboratorio centrale- disse Natasha e Banner la seguì all’interno dell’eliveivolo.
Selene percepì lo sguardo del Capitano su di lei e si stava sicuramente chiedendo se fosse normale che una persona che fino a pochi secondi prima sembrava perfettamente a suo agio , adesso fosse sul punto di svenire.
-Emh … mi scusi si sente bene?- chiese leggermente in imbarazzo.
In quel momento una sirena perforò i timpani a mezza base segreta per annunciare che in poco tempo i motori sarebbero partiti. In pochi minuti sarebbero stati a centinaia di metri dal suolo. Selene doveva andarsene subito.
Selene percepì qualcosa di freddo sulla mano e sentì che Attila era spaventato dal nuovo ambiente. La ragazza lo prese in braccio e, con la valigia nell’altra mano, si avviò a passo svelto verso l’ entrata. Steve la seguì appena in tempo per vedere la piattaforma che si alzava dall’oceano.
Una volta dentro vennero accompagnati da Phil Coulson nel reparto identificazione e, mentre Rogers parlava con un segretario un agente prese con forza il polso di Selene e le allacciò un cinturino simile a quello che misura la pressione, solo un po’ più piccolo e maneggevole.
-E questo che cosa sarebbe??- chiese leggermente arrabbiata. Sapeva già cosa fosse quell’aggeggio ma non ci voleva credere.
-Misuratore del battito cardiaco, quando supererà la soglia di sicurezza dovrebbe cominciare a vibrare.-spiegò asciutto l’agente. Selene sentì che il braccialetto la stringeva e il numero di battiti continuava ad aggiornarsi. Non c’era modo per spegnerlo e nemmeno per toglierlo.
-E perché me lo ha dato?- adesso la voce le tremava leggermente. Il braccialetto cominciò a vibrare minaccioso.  
-Norme di sicurezza- rispose l’agente facendo un passo indietro.
-NORME DI SICUREZZA UN CAZZO!!- adesso la guardavano tutti, perfino Banner che era appena arrivato. Selene respirò a fondo cercando di abbassare la voce. –Fury non si fida più?- sussurrò. La sua voce appariva palesemente  falsa. Quel braccialetto era un modo per tenerla sotto controllo nei momenti di rabbia.
L’agente non rispose e Selene ebbe la conferma dei suoi dubbi. Fury pensava che non fosse più affidabile. Non si fidava più di lei e nemmeno del suo autocontrollo. Le aveva mentito.
Avrebbe voluto chiedere perché Banner non indossasse il braccialetto ma non lo fece per non fare la figura della bambina capricciosa. Pensò che probabilmente lei era la persona più giovane di tutta la base.
Sentì Attila che le leccava la mano, trovò il suo muso e cominciò ad accarezzarlo. La ‘manetta’ smise di tremare.
-Bene, ora potete dirigervi nell’area centrale- disse l’agente, visibilmente sollevato di non aver più a che fare con un’ adolescente - licantropo - bipolare - possibile arma di distruzione mondiale.
Steve, Bruce e Selene si districarono nei corridoi di tutta la base. Intanto Steve la stava osservando sottecchi. Bruce doveva essere abituato a scene isteriche del genere.
-Perché prima ti sei irrigidita? Quando eravamo fuori dico-le chiese Steve cercando di fare conversazione.
-Oh … - Selene arrossì violentemente. Merda. – Niente … ero solo … - per fortuna in quel momento arrivarono alla base centrale. 
Banner cominciò a chiacchierare con Fury in una lingua sconosciuta che ne Selene e Steve riuscivano a capire. La lingua scientifica. Aiuto.
-Steve secondo te cos’è la teoria delle stringhe?-
Lui la guardò sconcertato mentre cercava di capire quale fosse l’argomento della conversazione dei due scienziati.
Steve cercò di concentrarsi e agganciare il filo del discorso, inutilmente.
-Non ne ho la più pallida idea- sussurrò – A proposito di pallida … perché sei sbiancata prima? Non mi hai ancora risposto-
Merda.
-Mi sono solo … emh … -Intanto Rogers la fissava curioso. Selene si trattenne dal mandarlo a quel paese. –Spaventata. Per me non è il massimo stare sospesa in cielo su questo coso … non mi piacciono le altezze.-
Non era vero che non le paicevano le altezze … ne era terrorizzata. Il signor America si accorse che era meglio non continuare su quell’argomento.
-Coulson ti ha gia chiesto di autografare le sue figurine?- chiese la ragazza prevedendo già la risposta.
-Oh … si-
Ovvio.
-Ascolti … signorina Selene … non vorrei sembrare indiscreto ma è vero quello che si dice su di lei?- chiese lui cercando di evitare il suo sguardo.
-Ci sono molte voci che girano su di me … alcune mi interessano … altre sono balle … altre non le sapevo nemmeno io- sospirò la ragazza sedendosi sulla ringhiera con disinvoltura.
-Ah.- Steve non sapeva cosa dire –quindi  è vero?-
-Cosa?-
-Che sei un licantropo-
Ma no guarda adesso arriva anche Capitan Ovvio.
-Si,  invece è vero che tu ti sei svegliato settant’anni dopo la tua epoca perché eri diventato un ghiacciolo?- chiese Selene. Era sempre stata brava a ribaltare le situazioni a suo favore.
Capitan Ghiacciolo arrossì. Selene non poteva sapere che un genio, miliardario, playboy, filantropo le avrebbe presto rubato l’appellativo.
Fury venne presto a finire la conversazione che adesso, dai ghiaccioli, era arrivata al gelato e poi alla nutella. Steve Rogers scoprì cosa fosse un tablet (un’agente passava tenendone uno in mano), la Apple,  e la nutella. Selene rimase sconvolta quando seppe che nella sua epoca la Nutella non esisteva ancora. Lei ne mangiava almeno due barattoli al giorno e non ingrassava (bruciava calorie dieci volte più veloce di un essere umano) e stava spiegando a Ghiacciolino l’utilità di Facebook quando Fury li richiamò all’ordine e li aggiornò sulla posizione di Loki e che dovevano prendere un jet immediatamente.
Selene sorrise. Finalmente poteva ritornare ad indossare la sua armatura.
Corse in un labirinto di corridoi e, finalmente, la vide.
Un paio di pantaloni neri aderentissimi, come quelli da spia.
Due scarpe che potevano sembrare delle Converse ma che in realtà erano dotate di un meccanismo a propulsione che le permetteva di alzarsi dal suolo di almeno trenta metri e infine il pezzo forte.
Un corpetto fatto del metallo più resistente al mondo, coperto di diamanti grandi come un pugno creati in laboratorio che la copriva dalle ascelle alla vita.
I diamanti catturavano la luce e brillavano forti mentre, semplicemente premendo un comando, sarebbero diventati scuri e si sarebbero confusi con l’ambiente circostante. Infine questa armatura, oltre a essere completamente anti-proiettile, mimetica, volante e (per fortuna) climatizzata al suo interno, comprendeva una specie di bracciale che le partiva dal polso sinistro e finiva all’avambraccio e poteva sparare con dieci armi da fuoco diverse. Questa tuta era stata disegnata apposta per lei dall’agente Barton ed era anche molto comoda da sfilarsi quando si trasformava in lupo.
Appena dopo averla indossata Selene si sentì l’essere più potente al mondo e di nuovo in pace con se stessa. Nell’auricolare sentì la voce di Coulson.
-Allora di piace? Ho fatto qualche piccola modifica … guarda bene la parte inferiore del corpetto.-
Selene ubbidì e notò un’aggiunta che non aveva visto prima: un piccolo cerchio di faceva spazio tra i diamanti e, quando Selene lo premette, ne uscì fuori un rampino. Clichè.
-Fa parte del classico equipaggiamento di una spia … l’ho aggiunto su consiglio di Natasha.-
-Grazie mille Coulson- rispose Selene chiudendo la conversazione e avviandosi verso l’area di decollo dei jet.
Lì trovò il Capitano in divisa stelle e strisce che la guardava incantato dall’armatura, e Natasha seduta alla guida del jet.
Sorrise nel vedere l’espressione da pesce lesso di Steve la vide. Faceva proprio la sua figura. I diamanti riflettevano la luce del sole e la facevano sembrare quasi un miraggio. Si sentiva tranquilla per la prima volta da quando era salita su quel veivolo.
Aveva già un piede sul jet quando sentì una familiare leccatina sulla mano. Si voltò e vide il suo fedele Attila  che tentava di seguirla sul jet.
Si abbassò alla sua altezza e cominciò ad accarezzargli la testa.
-Tu non puoi venire. È troppo pericoloso. Aspettami qui, poi dopo torno-
Il cane sembrò afferrare il concetto e si allontanò per andare ad accucciarsi ai piedi di Coulson che sorrise incoraggiante. Selene ricambiò.
-Partiamo- disse al pilota Romanoff mentre si sedeva su un sedile e osservava i riflessi della sua armatura sulle pareti del jet.
-Sei … emh … - il Capitano si fermò a metà del complimento per cercare la parola giusta -… luccicante-
-Già. E tu sei … emh … -fece finta di pensarci su – tradizionale -
Rogers sorrise e sembrò ricordarsi qualcosa.
-Già … ci ha lavorato Coulson.-
-Anche alla mia.  Ormai mi ci sono affezionata.-
Rimasero in silenzio per altri venti minuti fino a quando il pilota annunciò:
-Stoccarda è sotto di noi. Capitano mi abbasserò per farla scendere. Selene … quando vuoi.-
Sorrise. Va bene che aveva paura delle altezze ma buttarsi giù da un jet era la cosa più bella del mondo. Soprattutto se a pochi metri dal suolo accendevi le scarpe e ti ritrovavi a levitare a due metri da terra.
Selene si avvicinò allo sportello aperto e, sotto lo sguardo atterrito di Captain America, si buttò come una paracadutista professionista.
Quando capì di essere arrivata abbastanza vicina a terra una forte spinta le fermò la caduta e si trovò sospesa a pochi metri dal suolo. Vide un uomo pallido con una acconciatura da rockettaro e delle corna da cervo in testa che si gasava facendo inchinare dei poveri tedeschi.
Aggrontò le sopracciglia. Certo che gli bastava poco.
Ad un certo punto vide un uomo che si alzava in piedi e si ribellava. ‘Quel tipo mi piace’ pensò e quando vide che era anche in pericolo di morte, decise che era il momento di intervenire.
Lo scettro di Loki emise un forte lampo che, anziché colpire il vecchio, si ritrovo lo scudo stelle -e- strisce  del Capitano che era intervenuto appena in tempo.
Selene saltò vicino a Loki e gli puntò addosso la pistola. Il cerbiatto non sembrò gradire e scagliò un’altra delle sue sfere azzurrine. Selene balzò di lato appena in tempo e Loki si ritrovò a fronteggiare un lupo enorme, più alto di un cavallo, con il manto nero come la notte e un paio di occhi chiarissimi che gli ringhiava addosso scoprendo lunghe zanne affilate come coltelli.
Loki si ritrovò smarrito per qualche secondo, non sapendo da dove fosse saltata fuori quella bestia ma capì subito che era un avversario letale.
Il lupo si lanciò su di lui, atterrandolo con le zampe anteriori in modo che non si potesse muovere. L’avversario riuscì a togliersi il lupo di dosso solo scagliandogli addosso sei potenti sfere di luce, abbastanza per farlo rialzare in piedi. Eppure Loki si accorse che il potere del suo scettro era debolissimo sulla creatura. Il tempo di un respiro e si ritrovò un essere di metallo addosso e i denti del lupo che gli laceravano la carne della mano con cui stringeva lo scettro.
Urlò di dolore e, senza accorgersene, non aveva più la sua fonte di potere. Il lupo la teneva stretta tra i denti sporchi di sangue.  L’uomo di ferro riuscì a sconfiggerlo grazie all’aiuto di Captain America e si ritrovò legato e sotto il controllo di quei due supereroi da strapazzo. Guardava impaurito la belva che, sotto i suoi occhi, si stava ritrasformando in una ragazza bellissima, con i capelli corvini e gli occhi del colore dei diamanti che si trovavano sulla sua armatura.
‘Per fortuna che Coulson ha pensato a un modo per rimettermela automaticamente addosso dopo che mi sono trasformata’ pensò Selene.
Si leccò i denti per togliere il sangue rimasto e  strinse più forte lo scettro in mano. Si accorse che Iron Man continuava a fissarla, anche se non poteva sapere se con interesse o paura poiché era coperto dalla maschera. Rogers fu il primo a svegliarsi.
-Sei stata fenomenale Sel. Adesso abbiamo lo scettro e Loki. Grazie a te- tutta la sua timidezza era sparita quando si trasformava in Captain America.
-Grazie- rispose lei. Poi si accorse dei profondi graffi sanguinanti sulla mano di Loki. Per un attimo pensò di doversi scusare, poi si ricordò che pochi secondi prima aveva provato ad ucciderla e lasciò perdere.
-Da quando tra i Vendicatori c’è un cagnolino uscito da Twilight?-chiese Iron Man.
-Ah ah- disse Selene con sarcasmo. Accese le sue scarpe e volò fino al jet, che li stava aspettando.
Prima di potersi sedere sentì una mano che la fermava e si girò.
-Comunque piacere, io sono Tony Stark. Ma sicuramente mi conoscerai già.- disse l’uomo di latta.
- Selene.-disse ricambiando debolmente la stretta. –Ma sicuramente non saprai già chi sono io.-disse facendogli il verso.
Il miliardario sorrise alla battuta e si dirise sul retro del jet.  

 
Scrivere questo capitolo è stata una buona scusa per passare il tempo. Spero che vi piaccia.
Vorrei ringraziare le 5 persone che seguono la storia.
-GiulyIchigo
-Lady of the Sea
-LaPazza7
-Strix
-WhiteRabbit
Grazie mille!!
La persona che la ricorda. (Mayaserana, grazie)
La persona che l’ha inserita tra le preferite.(Edward_Son 2, thank you)
 
Alla prossima.
Selene ;)
  
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