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Autore: Aimondev    25/07/2012    1 recensioni
Tre storie parallele: due preti a caccia di diavoli, un serial killer in contatto con un demonio e una famiglia timorata di Dio avranno una chiave comune. [cap 8]
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 8  (Matthew)
Distruzione dei demoni.

 

"Ehi che sta succedendo qui?"
Chiese un vicesceriffo affacciandosi dalla volante mentre il pugnale di Jack era ormai a pochi centimetri dalla mia faccia.
Ritrasse subito la lama e si  allontanò.
"Oh Matt, non finirà certo così facilmente per te"  sussurrò prima di andarsene.

 Insomma se prima le cose andavano già abbastanza male, ora sono decisamente peggiorate.  Come sono caduto dalla padella alla brace?  Ci sto giusto arrivando.

 "Entrate in macchina!" invitò il vicesceriffo.

"Perché stavate attaccando briga con Jack Trevor?" chiese

"N-non stavamo attaccando briga! Ha fatto tutto da solo. Ci ha minacciati con un coltello, ma non lo ha visto?"

"Io ho sentito solo che gli davi dello -stronzo- "

"Era perché... lui...  Oh andiamo vicesceriffo, lei lo sa benissimo!  Sa chi è Jack Trevor e sa quello che fa.  Forse ho sbagliato a urlargli che è uno stronzo ma se sono arrivato a questo, un motivo c'era. Perché non fate niente per fermarlo?"

"Ehi ehi, piano con le insinuazioni, ragazzino! Come predica tuo padre, prima di tutto dovresti giudicare te stesso. E ringrazia il cielo che non ti porto in centrale."

 L'agente  sapeva benissimo qual era la situazione.
 Jack Trevor era il figlio dello sceriffo della contea, e nessun vice sceriffo trovò mai il coraggio di portarlo in centrale solo per aver sentito qualche  assurda dichiarazione dei ragazzini del posto.
 Per mettere dentro il figlio di un pezzo grosso servono prove.
Nemmeno coglierlo il flagrante nell'atto di minacciare qualcuno sarebbe bastato ad un qualunque agente poiché davanti allo sceriffo sarebbe stata la parola di uno dei suoi agenti contro quella di suo figlio. 
Pensai che erano solo una massa di codardi e corrotti.
Rimanemmo in silenzio. Sentivo dietro di me solo i sussulti del mio fratellino ancora scosso per prima. 

 "Siamo arrivati"  Dichiarò l'agente.
"Ora fa il bravo e vai a casa. Questa volta passi, ma spero che la cosa non si ripeta mai più"

 Non risposi.  Scesi dalla volante e presi mio fratello per mano. Arrivati sulla soglia la porta si aprì.

"Cosa è successo, ragazzi?  Perché vi ha riaccompagnati a casa la polizia?"
Chiese mio padre preoccupato accogliendo Mark tra le sue braccia.

"Jack Trevor papà. E' sempre colpa sua."  Gli risposi.
"Trevor, Trevor, Trevor.  Quando imparerai a prenderti le tue responsabilità, Matthew?  Ormai sei grande, hai già 12 anni.  Venite a mangiare, la cena è pronta."

 Dopo qualche minuto ci ritrovammo tutti a tavola come una vera famiglia, ma contrariamente ad una vera famiglia non mi veniva niente da dire; udivo solo il rumore delle mie mandibole sulla pietanza a base di carne che mio padre aveva preparato.

Mio fratello invece stava riepilogando nei minimi dettagli tutte le inezie che avevamo fatto durante la giornata. Nulla di insolito insomma, finché non fu mio padre a parlare.

"Ragazzi dovete ascoltarmi, molto attentamente. E' successo una cosa ieri notte..."

Distolsi lo sguardo dal cibo e li puntai su mio padre.

 
Ci disse che aveva avuto una visione la notte prima, una visione divina.
Gli era apparso un angelo e gli aveva annunciato una profezia.  Gli disse anche cosa Dio avesse in mente per la nostra famiglia.

"...La fine del mondo è prossima, si sta avvicinando.  L'angelo me l'ha mostrata.  Ci sono dei demoni tra di noi,  Satana li ha mandati per la battaglia finale.

 L'angelo mi ha anche detto che per impedire che altri demoni continuino a sorgere nel mondo, dobbiamo distruggere i malvagi, gli ingiusti, gli immeritevoli.  Tutti coloro insomma, che hanno le potenzialità per accogliere nel loro corpo un demone.  

Prevenire è meglio che curare, perché l'unico modo per dare ad un immeritevole la possibilità di scontare le sue pene in Purgatorio è distruggerlo PRIMA che venga posseduto.   Se giungessimo troppo tardi la sua anima brucerebbe all'Inferno fino alla fine dei giorni"

"Papà, ho tanta paura"  piagnucolò Mark.
"Non devi aver paura, tigre.   Siamo stati scelti da DIO.  Lui ci proteggerà. Ci ha affidato un incarico speciale,  non dobbiamo temere i demoni. Dobbiamo acciuffarli uno ad uno e cacciarli da questo mondo"  
Sorrise carezzando Mark sulla testa.

"Questo è quello che Dio ha deciso per noi.  L'angelo ha detto che siamo la mano di Dio"

"Come dei supereroi?"  chiese Mark.

"Esatto"  rise mio padre.   "una famiglia di supereroi che cerca di salvare il mondo"

 Dubitavo di lui.  Guardavo mio padre come fosse un pazzo, e forse lo era.

"Papà. Ma questa cosa non ha senso"  gli dissi.

"Lo so che può sembrare strana, Matt"

"Allora papà, quali sono i nostri superpoteri?"  chiese mio fratello.

"Intanto noi possiamo vedere i demoni.  E poi Dio mi ha dato delle armi magiche, venite a vedere"

 Non sapevo cosa dire e come sentirmi. Ero troppo confuso per riuscire a capire, non ci riuscivo davvero o forse rifiutavo di farlo. Il mio mondo felice e sicuro era stato capovolto e di fronte a me c'erano solo cose oscure... Molto oscure.  E la mia mente non riusciva ad accettarle.

 Si alzò e distese una coperta sul tavolo, la scoprì e rilevò quelle che lui chiamava Armi Magiche.
C'era una motosega, un'ascia da taglialegna,  una sega circolare, un paio di guanti.

 Mi si agghiacciò il cuore. 
Erano armi da serial killer, da pazzo psicopatico.

 "Armi da falegname"  disse mio padre toccando dolcemente la testa di mio fratello.
"Falegname come Gesù Cristo.
Ora andate a dormire, ragazzi.  Ci aspetta un lavoro grandioso."

 Andai al letto, probabilmente era tutto un sogno, un incubo. Niente di così folle poteva essere vero.
Nei giorni successivi nessuno parlò più di quella faccenda, tutto procedeva come al solito finché una notte io e mio fratello fummo svegliati nel sonno da mio padre.

"Ragazzi, svegliatevi è ora di lavorare."
Pensavo di stare sognando, di nuovo, poi mi mise una mano sulla spalla e mi parlò.

"Lo so che hai dei problemi ad accettare quello che sta succedendo e mi dispiace, ma è la volontà di Dio, e dobbiamo ubbidire a Dio."
"Forse lo hai solo sognato."
"Non l'ho sognato. Non potrei inventarmi una cosa del genere"
"Forse sei stanco, esaurito."
"E' tutto vero, Matt. Te ne accorgerai presto.  Di questo volevo parlarti. Ho la prima lista."
"Papà.  Questi sono nomi di gente comune."
"Infatti. Lo sembrano, ma non lo sono.  Quando poserò le mani su di loro vedrò tutto quanto.
A questo servono i guanti."
"P-papà?...Perché indossi i tuoi guanti in questo momento?"

"Seguitemi ragazzi."

 Avevo la mente annebbiata, il sapore del vomito in bocca. Mio padre ci portò al vecchio capannone degli attrezzi e con una chiave aprì la botola di una vecchia cantina scavata da noi  molto tempo prima ma che non sfruttammo mai realmente.

"Per questo motivo la scavammo.  Dio aveva visto tutto"  disse mio padre accendendo la luce.

 La vista di ciò che mi si presentò davanti mi fece sussultare.

Adam Lester, il macellaio della nostra via che conoscevo da una vita era legato ad una sedia, la faccia tumefatta, il sangue che gli colava da una ferita in testa.

 "Papà!...Questo è..."

 L'uomo legato cercava di urlare, ma un panno in bocca glielo impediva.
Adesso sapevo che non stavo sognando, era tutto vero.

 Mio padre s'avvicinò ad Adam e gli poggiò le mani sulla fronte mentre inutilmente si divincolava.

"TI PREGO PAPA' NON FARLO"

Quando lo toccò mio padre incominciò a fare strani versi come se avesse una crisi mistica. Incominciò a  tremare in modo assurdo, quasi epilettico, tutti i suoi nervi erano in tensione e i suoi occhi si spalancarono oltre ogni limite.
Poi la crisi cessò, mio padre si voltò, afferrò l'ascia e con sguardo severo guardò il vecchio Adam.

 "Non immaginavi che qualcuno lo sapesse eh?  MA DIO TI HA VISTO!"
"PAPA' NO, TI PREGO!"
  urlai distogliendo lo sguardo mentre mio fratello incuriosito era rimasto a guardare.

 "STA ZITTO!
NON SI SFUGGE ALL'IRA DEL  SIGNORE!"
L'ultima cosa che vidi fu l'ascia abbattersi su Adam una volta, due volte, tre volte e tanto tantissimo sangue schizzare sulla mia faccia.

 Il macellaio era stato macellato.

  
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