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Autore: penguin    25/07/2012    1 recensioni
Ho vinto un Torneo Tremaghi, ho visto la morte davanti agli occhi più volte, ho sfidato professori e creature mostruose, ma ho paura di perdere te.
Ci vediamo sul treno, vero?
LARRY, HP!WEEK.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questa è solo una vecchia AU che ho finalmente deciso di completare e pubblicare e che era nata nel periodo in cui avevamo indetto la HP!Week nel #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN. 
Non so se mi piace, non so se è IC, so solo che mi è costata una gran fatica: non riuscivo a ompletarla, ma non volevo nemmeno cancellarla. 
E quindi eccola qui, senza nemmeno un immagine carina da mettervi perchè altrimenti, perderei tempo nella scelta e finirei per non pubblicare più.
Quindi a voi, ecco tutto. 



It's not a matter of luck, it's just a matter of time. 

Ai Panettieri,
mie piccole gemme di luce.


 “È Natale.
Mi manchi, sai? Alla fine non te lo dico mai, ma ti amo.
Ed è strano come io possa amare una persona come te, strano per il fatto che lottiamo almeno una volta al mese su quelle scope, strano perché siamo destinati ad odiarci ed invece facciamo l'esatto contrario.
So che, sul treno di ritorno, abbiamo parlato del futuro.
Mi hai detto – con aria di sufficienza che non mi è piaciuta, tra le altre cose - di non aver paura, perché non posso averne: sono un Grifondoro. Ma come faccio a non aver paura, sapendo che l'anno prossimo non sarai con me?
Ogni tanto mi chiedo se il Cappello Parlante abbia fatto la scelta giusta, ad assegnarmi a questa casa.
Ho vinto un Torneo Tremaghi, ho visto la morte davanti agli occhi più volte, ho sfidato professori e creature mostruose, ma ho paura di perdere te.
Ci vediamo sul treno, vero?”
 
Harry rilesse la lettera per l'ennesima volta nascosto sotto le lenzuola. Se suo padre avesse minimamente sospettato che tra lui, il figlio Purosangue da cui ci si aspettava tante cose, e il suo acerrimo nemico ci fosse una relazione più o meno amorosa, avrebbe bruciato la sua testa dall'albero genealogico conservato nella vecchia casa dei Black.
Sorrise, al pensiero dei capelli morbidi di Louis, del suo sorriso sincero e malizioso, delle sue mani calde.
E si addormentò, sperando di risvegliarsi la mattina del due gennaio, pronto a salire su quel treno.
 
King's Cross – binario nove e tre quarti.
Harry attraversò di corsa la parete, seguito a ruota da ragazzini che potevano sembrare del primo o secondo anno al massimo.
Si rese conto che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe attraversato la parete in quella direzione, l'ultima volta che si sarebbe diretto ad Hogwarts, con Louis. L'anno prossimo, sarebbe stato diverso, peggiore, tremendo, devastante.
Guardò la locomotiva rossa scarlatta con un velo di tristezza, subito spazzato via quando, qualche vagone più avanti, vide Louis salire ridendo con quel suo strano amichetto basso che portava sempre una macchina fotografica al collo – pesantissima, tra l'altro.
Salì quasi trafelato, Louis, posò il baule al di sopra del divanetto di velluto rosso e ci si sedette sopra. Sospirò. Quando sarebbe arrivato Harry?
Colin quando parlava, sembrava le cascate del Niagara: incessante e travolgente. Gli piaceva stare con Colin, era simpatico, genuino, spensierato: quello che probabilmente lui non sarebbe mai stato.
« Colin, posso chiederti una cosa?»
« Dimmi» gli sorrise il piccoletto.
« Perchè la gente ce l'ha con te? Perchè si sente in dovere di prenderti sempre il culo? E soprattutto, perchè tu non reagisci mai? Come fai a non voler a prendere a calci nelle palle chiunque ti si pari di fronte?»
A Colin si incupì lo sguardo, si perse in pensieri probabilmente lontani e «Sono me stesso, Lou. Se la gente ha qualcosa da dirmi, lo faccia pure. Ma io rimango me stesso, sono così. E va bene, sai perchè? Perchè non c'è sensazione migliore che essere se stessi. È come se ti sentissi intoccabile, come se il mondo ti scivolasse addosso. Tu mi capisci, vero Lou?»
E Louis avrebbe voluto davvero rispondergli di sì, dirgli Sì Colin, io sono me stesso con chiunque, dirgli che tutto ciò che il mondo magico pensava di lui era vero, che era coraggioso, bravo in Trasfigurazione, un campione di Quidditch, pieno di corteggiatrici e pieno di sé.
Ma non lo era. Non era coraggioso – soprattutto con Harry, aveva superato con difficoltà il M.A.G.O. di Trasfigurazione, il Quidditch era bello ma non di certo la sua vita , era pieno di corteggiatrici, sì, ma a chi sarebbe importato se al proprio fianco avessero avuto un uomo come Harry Styles? E sì, forse era pieno di sé.
Si limitò a guardare Colin, alzare un angolo della bocca e «Colin, tu si che saresti un gran Caposcuola.» poi uscì dalla cabina e si diresse verso il bagno dove, con un po' di fortuna, avrebbe incontrato i ricci di Harry.
Ed era risaputo che la fortuna non fosse la sua migliore amica.
Entrò nel bagno stretto, si guardò allo specchio, sistemò il ciuffo verso destra e fece un lungo respiro. Chi era?
Complessi d'identità, Louis? Che poi, perchè la sessualità dovrebbe essere un problema? Non dovrebbe importare a nessuno con chi si scopa e cosa si fa in camera da letto, no?
Ma non era così.
Non era così per Louis, il ragazzo su cui contava oramai troppa gente; e non era così nemmeno Harry Styles, il ragazzo su cui contavano troppi Mangiamorte, suo padre per primo.
Solo il bussare alla porta scorrevole di legno lo risvegliò dai suoi pensieri.
Non fece in tempo ad aprire e vedere chi fosse, che già Harry Styles gli aveva fatto sbattere le reni contro il lavandino e serrava la porta dietro di sé con la mano libera. L'altra, era già sotto la sua maglietta babbana, bianca e leggera.
«Mi sei mancato..» riuscì a soffiare Louis tra i ricci di Harry.
E mentre le labbra rosse rosse di Harry erano sul suo mento e accarezzavano la sua barba incolta «Anche tu.», gli rispose.
E quasi non riuscì a contenere il cuore, Louis, perchè non poteva chiedere di meglio, non poteva avere un uomo migliore, anche perchè, chi altro poteva una bocca migliore di quella di Harry Styles?
 
*
«Scappiamo.»
«Sei pazzo.»
«Prendiamo una tenda di quelle che sa fare la tua amica, di quelle che ci puoi vivere dentro una vita intera e se vuoi puoi averci dentro anche il mare.»
«Sei pazzo. »
«È per questo che mi ami.»
«Lo so.» Louis guardò ancora Harry, con gli occhi sognanti e pieni di lacrime. Londra era sempre più vicina, i loro corpi erano irrimediabilmente attaccati, ed erano entrambi consapevoli che, l'anno seguente, non sarebbe più stato lo stesso l'uno senza l'altro. Non sarebbe stato lo stesso neanche dopo qualche ora, quando le loro strade si sarebbero separate definitivamente, perdendosi tra le vie trafficate di una Londra afosa. Ma, per il momento, non potevano fare altro che fare l'amore e baciarsi a lungo come tredicenni. Non potevano fare niente che li rendesse più felici.
  
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