Non ci
diremo mai “addio”
Una volta che la
famiglia si fu stabilizzata definitivamente, ci fu
una nuova novità per la casa Hummel-Anderson:
l’afflusso di gente.
Perché amici e parenti, incuriositi dai racconti dei
neo-genitori al telefono,
avevano approfittato delle acque calme per andare a trovare il piccolo
Kyle.
Cooper, stranamente, era stato tra i primi. Era in vacanza a New York con sua moglie Sara e il
figlio Matt, e si
era praticamente autoinvitato a casa loro. Voleva a tutti i costi che i
cugini
Anderson si conoscessero.
Era stata una buona idea: si erano divertiti, Matt e Kyle avevano
subito legato
(nonostante avessero circa 5 anni di differenza), e il piccolo era
rimasto
impressionato dalle tecniche di “recitazione” dello
zio Coop.
Dopo la maratona
Harry Potter (e solo dopo quella, perché nessuno
poteva interromperla) arrivarono zia Rachel e zio Finn, con Carole e
Burt.
-Kyle, vieni a salutare i nonni e gli zii!- esclamò Blaine,
dopo aver aperto la
porta alla famiglia Hummel-Hudson.
Al richiamo del genitore, il piccolo si era precipitato come un
terremoto alla
porta ma, notando degli sconosciuti, aveva fatto una rapida curva, per
finire
dritto dietro le gambe di Blaine.
-tesoro non nasconderti li dietro, i nonni non possono vederti- aveva
esclamato
Kurt, prima di avvicinarsi all’entrare e salutare tutti
calorosamente.
Ma il piccolo, tenendosi più stretto che mai Harry, non
accennava a voler
uscire dal suo nascondiglio, buttando qualche occhiata agli sconosciuti
davanti
alla porta. Il più alto gli ricordava molto
l’orsacchiotto gigante con cui
giocava spesso all’asilo, mentre la donna mora sembrava la
sua maestra di
disegno, solo con i capelli più lunghi e il naso
più grande.
Dietro di loro, due signori anziani lo guardavano sorridente. La
signora aveva
un viso molto dolce, mentre
l’uomo
nonostante il sorriso, aveva l’aria burbera e riservata.
Chi erano quelle persone? Dei cattivi, come il Signore Oscuro?
Inorridì al pensiero, e si arpionò alla gamba del
genitore, facendogli quasi
male.
-piano Kyle, così mi fai male!- rimproverò
scherzosamente Blaine.
Kyle guardò di nuovo il signore, incuriosito. Gli ricordava
qualcuno, in un
certo senso.
Lentamente si stasso dalla gamba di Blaine, mentre sei paia di occhi lo
osservavano, in attesa di una sua mossa.
Con non poca paura superò l’uomo e la donna, per
arrivare davanti al signore,
mentre tra le braccia teneva il suo Harry stretto stretto.
-io sono Kyle. Tu chi sei?- gli disse timidamente il bambino. Non
sapeva il
perché, ma di tutti gli sembrava quello più buono.
L’uomo, un po’ a fatica,
s’inginocchiò per guardarlo negli occhi, e gli
sorrise.
È
lo stesso
sorriso di Kurt. Pensò
il bambino stupito.
-io sono Burt, il papà di Kurt- gli rispose. Quando aveva
parlato al telefono
con il figlio, qualche giorno fa, gli aveva spiegato che Kyle non li
chiamava
Daddy o Papà, ma per nome.
Allora il piccolo riccio si voltò verso Kurt.
-tu hai un papà?- gli chiese stupito. Non gli aveva mai
sentito parlare di un
papà, prima d’ora.
-certo che ho un papà, piccolo!- gli disse, ridacchiando.
-dai entrate, non vorremo rimanere sulla porta tutto il giorno?- chiese
giocosamente Blaine.
E così si accomodarono in soggiorno.
Kyle si mise in disparte, per farli entrare, senza mai distogliere lo
sguardo
dalla figura di Burt.
-gli piaci- sussurrò Kurt all’orecchio del padre.
-scherzi? Di solito c’è un fan club per Carole,
mentre stanno alla larga da
me!- rimbeccò lui.
-Kyle è speciale. Guarda, non ha smesso di fissarti- e gli
indicò Kyle che li
osservava parlottare.
-Vieni qui Kyle, ho una cosa per te!- trillò Rachel,
facendolo sobbalzare.
Lanciò un’occhiata preoccupata a Blaine, che gli
sorrise –su Kyle, vai a vedere
cosa ti ha portato zia Rachel-
-ben venuto in famiglia piccolo- gli disse zio finn, dandogli una busta
con due
regali.
Kyle afferrò quello più largo e basso
–quello è da parte mia!- esclamò
eccitata
Rachel.
Dentro c’era una maglietta blu, con una stella gialla sul
petto.
-quello è il mio marchio- gli disse la zia, indicando la
stella.
Kyle, non sapendo bene che dire, mormorò un grazie, e
richiuse la scatola,
timido. Ovviamente Rachel rimase un po’ basita dal suo poco
entusiasmo, ma non
si fece abbattere.
-questo è da parte mia invece- disse Finn, dandogli
l’altra scatola.
Un pallone da calcio.
-sapevo che Kurt non avrebbe approvato nessun pallone da
Football…-
-quello sport è troppo violento, e lui è troppo
piccolo!- esclamò Kurt in sua
difesa.
-… per cui ho pensato a uno da calcio, che è
molto più sicuro come gioco-
concluse lo zio.
Kyle gli rivolse un sorriso raggiante, ma un’occhiata di Kurt
gli bastò per
capire che non era il momento giusto per giocare.
-il nostro è fuori dalla porta, dentro avrebbe sporcato-
spiegò Carole.
-su, vai a vedere!- lo esortò Burt, e Kyle non se lo fece
ripetere due volte.
Una bici. Fuori
dal suo portone c’era la bici più bella che avesse
mai visto.
-è mia?- chiese estasiato, agli adulti che lo avevano
raggiunto.
-certo piccolo, ti piace?- gli chiese Carole.
-è bellissima! Grazie…- Kyle rimase un attimo
perplesso. Come li doveva
chiamare? Blaine aveva detto che erano i suoi nonni -…
nonni!- concluse,
sperando che andasse bene chiamarli così.
Carole dovette girarsi un attimo per non far notare al piccolo la
lacrimuccia
di commozione che gli era sfuggita.
-allora… andiamo a provarla?- gli chiese Burt.
Kyle non aveva
mai usato una bici prima d’ora. All’orfanotrofio
solo
un paio erano decenti, e se prendevano sempre i più grandi.
Per cui si, aveva sempre desiderato una bici, ma non aveva idea di come
si
usasse.
Così era li, nel cortile interno del palazzo in cui abitava,
davanti alla sua
favolosa bici, senza sapere che fare.
Si voltò verso Kurt e Blaine, alla ricerca di un qualche
aiuto. Però fu Burt
quello che si mosse nella sua direzione.
-se vuoi posso aiutarti io- gli disse Burt, sorridendo.
Il piccolo annuì felice e si fece aiutare.
Una volta che gli fu spiegato come doveva fare, montò in
sella e iniziò a
pedalare, mentre burt lo teneva per il sellino.
dopo un paio di giri, Kyle volle provare senza aiuti, e
iniziò a girare da
solo. Ma fece una curva male e, perdendo l’equilibrio, si
ritrovò a terra.
Burt stava andando verso di lui preoccupato, ma i papà lo
precedettero.
-Kyle, stai bene- gli chiese Blaine, preoccupato, mentre Kurt si
inginocchiava
accanto a lui e controllava ogni possibile danno. Per fortuna aveva
solo una
piccola sbucciatura al ginocchio.
Il piccolo scosse la testa, un po’ confuso dalla caduta, poi
disse
-Wooow! Lo
facciamo un’altra volta?-
Per tutto il
resto della giornata Kyle non aveva mollato il Nonno
per un secondo.
Aveva pranzato accanto a lui, facendo cambiare il posto a tavola a
tutti, pur
di riuscirci. Lo aveva portato in camera sua e insieme avevano fatto
ogni tipo
di gioco che Kyle conosceva.
Gli aveva mostrato il suo fedele pupazzetto Harry, e gli aveva
raccontato la
storia di Harry Potter, anche se il nonno la conosceva già
grazie a suo figlio.
E infine si era seduto in grembo a lui e si faceva raccontare le storie
su Kurt
di quando era più piccolo, accanto a una povera Rachel
mortalmente offesa per
non essere stata considerata.
Kurt e Blaine erano parecchio sorpresi: di solito ci mettevano ore
prima di riuscire
a farlo parlare davanti a persone che aveva visto più di una
volta, figuriamoci
perfetti “sconosciuti”.
-dovremo andare, si sta facendo tardi- disse Finn, guardando
l’orologio.
-no!- aveva esclamato Kyle. Voleva restare ancora con il nonno.
-tesoro, devono andare- gli disse pazientemente Blaine.
-io resto con nonno- aveva insistito Kyle, aggrappandosi al braccio di
Burt.
Kurt si avvicinò e lo prese in braccio per permettere al
padre di alzarsi. Ma
Kyle iniziò a piagnucolare.
-voglio andare con nonno!-si lamentò, slanciandosi verso di
lui dalle mani del
padre.
Blaine si avvicinò al piccolo.
-il nonno è stanco e ha bisogno di dormire, ma poi andremo
noi a casa sua, non
ti preoccupare-
-davvero?- chiese Kyle al nonno, sfregandosi gli occhietti.
-certo Kyle. Il nonno ti aspetta, vieni quando vuoi- gli disse Burt
sorridendo.
Per fortuna il piccolo credette alle parole del nonno, e si
calmò.
Gli zii andarono via con i nonni, che avrebbero trascorso la notte da
loro
prima di ripartire per Lima.
Era stata una
delle giornate più belle che Kyle avesse mai
trascorso, almeno fino a quella sera.
Kyle era in camera sua, aveva già indossato il pigiama, e
stava giocando con il
suo Harry a lanciare incantesimi al pupazzo-squalo, quando
sentì delle voci
dalla camera dei genitori.
-Se non gli avesse regalato quella bici, non sarebbe caduto!- aveva
sentito
urlare Blaine.
Ma che stava succedendo?
-adesso è colpa di mio padre? Sei tu che dovevi fare
attenzione!- aveva
ribattuto kurt con lo stesso tono.
-stai dicendo che non sono un buon padre?-
-non ho detto questo, sei tu che travisi sempre tutto!-
-invece a me sembra il contrario!-
-pensala come vuoi!- disse Kurt, prima di uscire sbattendo la porta.
-bene!- gli urlò dietro Blaine.
Kyle era sotto le coperte, con le orecchie tappate, terrorizzato.
Kurt era seduto
sul divano del soggiorno, triste. Quasi dieci
secondi dopo la litigata con Blaine, si era pentito di quello che aveva
detto. Non
voleva giustificarsi, ma il lavoro lo stava pressando molto, e in quel
periodo
era sotto stress.
Non ricordava nemmeno come dalle coccole e carezze erano arrivati ad
urlarsi
contro.
Si sentiva in colpa, eppure il suo stupido orgoglio lo teneva
inchiodato sul
sofà da quasi un’ora.
Delle braccia lo cinsero da dietro.
-mi dispiace- sussurrò Blaine, poggiando la testa
nell’incavo del collo di suo
marito.
Kurt strinse le mani dell’altro –non hai nulla di
cui scusarti, è colpa mia,
scusa-
Blaine sorrise e lasciò un bacio leggero sul collo di Kurt.
-pace?-gli chiese, come un bambino piccolo.
-pace- confermò Kurt, per poi andare in camera da letto con
lui.
-vi volete
separare?- chiese Kyle sulla soglia della camera, con il
pupazzo tra le braccia.
Entrambi i suoi papà, che stavano per mettersi a letto,
guardavano la piccola figura
semi oscurata dall’ombra della stanza.
-vieni qui tesoro- gli disse Kurt, battendo la mano sul letto.
Kyle velocemente lo raggiunse e si sedette sul letto.
Un attimo dopo Kurt aveva la testa poggiata sulla spalla di Blaine, e
il
piccolo era seduto sulle gambe del riccio.
-ecco io e Blaine….- iniziò Kurt.
-…abbiamo litigato. Per una cosa che nessuno di noi due
neanche ricorda- spiegò
Blaine –capita che a volte che gli adulti litighino. Ma io e
Kurt non ci
lasceremo mai, capito?-
-perché no?- chiese Kyle sorridendo, un po’
rincuorato dalle parole del padre.
-perché io e Blaine ci amiamo. E non ci diremo mai
“addio”-
Angolo pazza
Eccomi tornata
dalle vacanze. Scusate il ritardo nell’aggiornare, ma
ho avuto un po’ di problemi di ispirazione. Spero che il
capitolo vi piaccia, perché
ha richiesto molte energie xD
Volevo dirvi che
a proposito di questa storia, ho pubblicato una
foto qui,
che è una specie di “spoiler” dei
prossimi capitoli. Dico spoiler perché
contiene tutte le immagini che userò in tutta la ff, anche i
capitoli futuri.
Mi farebbe davvero piacere se mi diceste quanto fa schifo da uno a
dieci xD non
me la cavo molto con le immagini, ma questa mi serviva, e
l’ho dovuta fare con
i miei mezzi, anche se sono un po’ mediocri xD
Comunque grazie
mille a tutti voi che continuate a sostenermi ed
andare avanti a seguire le mie storie, è grazie a voi se
continuo ad andare
avanti.
Bhè
vado adesso
Miky
p.s. ci sono un paio di
riferimenti alla serie, sapete dirmi quali?
;)