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Autore: DirtyWriter    27/07/2012    7 recensioni
Alternative Universe.
*Il potere dell’Athena incarnatasi in Saori Kido ha raggiunto il culmine permettendole di sigillare Hades e il suo esercito negli Inferi prima che la Guerra Santa iniziasse. Saga non ha mai ceduto al lato malvagio e con Mu, Rasgado, Deathmask, Aiolia, Shaka, Dohko, Milo, El Cid, Aiolos (Comandante dell'Esercito), Camus e Albafica vigila sul Santuario di cui Sage è il Gran Sacerdote.
Poseidon non ha mosso guerra alla Dea della Giustizia, concentrato a restaurare con i suoi Marines il regno di Atlantide. Kanon è rimasto il Marine di Seadragon ed è fedele al Signore delle Acque.
L’Anello del Nibelungo non è stato mai riesumato dall’oblio ed in una Asgard che vive in pace con il resto del mondo, Hilda ha abdicato in favore della sorella Flare rimanendo comunque Sacerdotessa di Odino*
In questa realtà June, Bronze Saint del Camaleonte, vive una vita da guerriera di Athena per cui ha lottato e sofferto.
Una vita che, comunque, non ritiene essere la sua perché sebbene serva devotamente la sua Dea la ragazza ode un Canto lontano che la invoca, al quale non può rimanere a lungo indifferente. Solo sulla scia di quel Canto, infatti, June potrà scoprire sè stessa...
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chameleon June, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 2
 

 
Il coordinamento della ronda di guardia notturna del Santuario era uno dei compiti più ingrati spettanti ai Bronze Saints. E June, in quanto Saint del Camaleonte ed appartenente a quella categoria, sebbene amazzone non era affatto esente. Così, in quella calda notte di luna nuova, la giovane neo investita si trovava a camminare lungo il perimetro murario della cittadella che comprendeva le Dodici Case per controllare che nessun nemico turbasse la quiete dei luoghi sacri alla Dea della Giustizia. La tenue illuminazione delle fiaccole non era sufficiente a squarciare il velo buio di quella nottata, in cui il faro della luna era spento e le stelle sembravano quasi intimidite da quel velluto denso e scuro.
La figura della ragazza solcava le ombre con decisione e, intenta com'era a non lasciarsi sfuggire alcun dettaglio al fine di svolgere il suo lavoro nel modo più inappuntabile possibile, volgeva lo sguardo in ogni direzione con perizia.
Era ormai notte inoltrata e ci si stava avvicinando sempre più ai fuochi dell'aurora. Fino a quel momento la situazione era stata estremamente tranquilla ma, evidentemente, era destino che lo stato di cose non dovesse perdurare. Infatti, d'improvviso, un movimento lesto tra le ombre richiamò l'attenzione di June, che si trovava a stazionare sulle mura che perimetravano l'ultimo tratto della scalinata bianca tra l'Undicesima e la Dodicesima casa. Rapida come solo un Saint di Athena riusciva ad essere, la guerriera si confuse nei giochi di buio e luce, avvicinandosi sempre più alla fonte dei rumori sospetti. In breve, alla fine, si trovò a costeggiare le merlature al di sopra dei roseti della Casa dei Pesci, e fu proprio lì che la vide: una fanciulla completamente incappucciata in nero, nella quale non faticò a riconoscere una delle giovani ancelle della Tredicesima Casa di nome Katleya, stava cercando di superare non notata il muro di cinta, presumibilmente per lasciare il Tempio senza che nessuno la vedesse. Per fare ciò stava percorrendo la muraglia fino a giungere nei pressi della Dodicesima, dove le merlature erano più basse. Ma solo l'apparenza faceva di quel tratto il punto debole delle difese del Santuario: infatti il motivo per cui esse erano state così costruite era che la Dodicesima Casa sorgeva su uno sperone roccioso che si affacciava su un baratro di diverse decine di metri d'altezza, invalicabile ed inattaccabile dall'esterno. La parte interna, invece, era resa impervia da un camminatoio strettissimo, che permetteva appena di superarlo camminando lentamente e rasente il basso muro del bastione. Sotto quel tratto, per altro, si apriva a dismisura il roseto rampicante di Albafica.
June trasalì immaginando l'intenzione della fanciulla e, sicura che non avesse stimato con esattezza né la pericolosità di una discesa a mani nude su una parete che lei stessa in allenamento aveva superato a malapena, né tantomeno quella del superare il camminatoio con il costante pericolo di mettere un piede in fallo e ritrovarsi a giacere tra i pericolosi fiori, decise di intervenire per evitare il peggio. Ma la mancanza di esperienza della giovane Saint le fece commettere un enorme errore, ovvero quello di agire d'impulso in preda alla buona intenzione di non far correre pericoli ulteriori alla giovane. Fu proprio tale mancanza ad essere fatale, di fatti June si palesò improvvisamente dall'ombra alla piccola ancella mentre questa si trovava a metà dell'impervia passerella e si stava apprestando a scavalcare la bassa merlatura. Fu un attimo, e si trovò ad assistere alla scena come se si svolgesse a rallentatore: Katleya, sbarrando gli occhi dalla sorpresa ed il panico di essere stata colta in flagrante, aveva perso la presa e l'equilibrio, finendo per cadere all'indietro verso il giardino.
In quel preciso momento la mente di June smise di funzionare in maniera razionale e la giovane amazzone divenne una creatura di puro istinto. La frusta del Camaleonte schioccò duramente, andandosi ad incuneare tra una feritoia ed una sporgenza, e divenne la sua fune di sicurezza quando si lanciò incoscientemente nel vuoto. Percepì immediatamente la presa salda sul corpo della ragazzina e subito dopo un tonfo sordo ed un acuto dolore alla schiena. Quando riaprì gli occhi si ritrovò appesa alla sua frusta con il braccio sinistro, mentre con l'altro sosteneva la fanciulla che la fissava con tanto d'occhi e singhiozzando. Il rumore sordo che aveva percepito poc'anzi non era altro che l'impatto della sua schiena contro il muro, ed il dolore che le stava ancora stilettando le membra derivava da una commistione tra il colpo secco ed il fatto che le acuminatissime spine degli arbusti rampicanti le avevano lacerato i punti lasciati scoperti dall’armatura conficcandolesi nella carne. Immediatamente la sua preoccupazione si incentrò sullo stato di Katleya, ma la ragazzina sembrava non aver subito il minimo danno fisico, sebbene tremasse ancora per la paura e piangesse calde lacrime, mentre farfugliava scuse sconnesse.
June si fece forza, cercando di ignorare lo stato di torpore che sentiva pervadere il suo corpo ad ogni secondo che passava, e con voce suadente intimò alla fanciulla di tenersi stretta alle sue spalle. Poi, dando fondo a tutte le energie residue, iniziò la scalata.
Ignorò stoicamente le ferite che le spine continuavano ad infliggerle alle braccia mentre si issava sulla frusta, metro dopo metro. In un tempo che le parve infinito, ma che comprese subito trattarsi di pochissimi minuti, riuscì a riportare Katleya al sicuro. Sfinita si sedette con la schiena appoggiata al bastione, mentre la ragazzina piangente le si affaccendava intorno, tamponandole le ferite con il mantello, pregandola di perdonarla e scongiurandola di non denunciarla all'Alta Sacerdotessa.
Debolmente June si guardò intorno: l'episodio si era consumato talmente tanto in fretta ed in un punto tanto improbabile che, a quanto pareva, nessun abitante del Tempio si era accorto di nulla. La voce di Katleya iniziò a giungerle ovattata, mentre la ragazza le spiegava che il suo ruolo di ancella apprendista le impediva di abbandonare il Santuario fino alla fine del suo apprendistato, ma che le era giunta notizia da uno sguattero di cucina che il suo fratellino, rimasto nel villaggio di Rodorio con la sua famiglia, si era gravemente ammalato. Così, presa dalla preoccupazione, si era messa in testa di fuggire scendendo il dirupo della Dodicesima Casa, il punto meno controllato dalla ronda e più facile da valicare, sebbene anche il più pericoloso.
Il viso sconvolto e le lacrime di quella ragazzina, che non doveva avere più di tredici anni, intenerì il cuore dell'amazzone. Delicatamente allontanò le mani che si adoperavano per coprire le lesioni che i letali arbusti avevano lasciato sulla sua pelle e intimò alla fanciulla di allontanarsi e guadagnare di nuovo i suoi appartamenti. Le promise che di quell'episodio non avrebbe fatto menzione a nessuno e che, una volta ripresasi, si sarebbe interessata in prima persona della salute del suo fratellino. La ragazzina, titubante ed evidentemente lacerata dal senso di colpa, era poco dopo scomparsa tra le ombre delle mura, ma non prima di averle riservato uno sguardo di profonda gratitudine ed immenso rispetto.
June, dal canto suo, era scivolata progressivamente in un torpore avvolgente che l'aveva condotta in un ovattato oblio. Quando aveva ripreso i sensi era in infermeria, ed ai piedi del suo letto aveva immediatamente visto la venerabile Teano accompagnata da Marin e Yuzuriha. La sacerdotessa le aveva riservato il suo sorriso più caldo, e le aveva subito chiesto come stesse. Mentre le porgeva una scodella contenente del brodo caldo, poi, le aveva spiegato che i soldati di guardia l'avevano trovata malconcia e svenuta sul camminatoio delle mura e che subito avevano pensato ad un'intrusione esterna, sebbene un'approfondita ispezione del Santuario avesse smentito tale ipotesi. Ora, però, era il momento che spiegasse almeno a lei cosa fosse accaduto. E se non voleva farlo da subordinata a superiore, Teano le chiese di farlo da amica ad amica.
E fu così che June mestamente aveva mentito, dicendole che il suo stato non era stato altro che il risultato di una sua mancanza, dell'imperizia messa nello svolgere il suo compito, che l'aveva spinta a distrarsi ed a mettere un piede in fallo, cadendo dal camminatoio tra la Dodicesima e la Tredicesima casa.

Aveva omesso l'intenzione della piccola Katleya e la promessa che le aveva fatto. Ma, soprattutto, aveva omesso la reale natura delle sue ferite. Ed il motivo per cui l'aveva fatto era che la paura per ciò che le sarebbe accaduto di lì a breve l'aveva messa nella condizione di pensare che "se non lo ammetto neppure con me stessa, non è mai successo". Sciocco, immaturo... Eppure così reale.
E così aveva fatto. Non ci aveva più pensato. Non ci aveva pensato nel pomeriggio, quando era stata in grado di alzarsi ed uscire dal Santuario per portare soccorso alla famiglia di Katleya. Non ci aveva pensato quando, a sera, era andata a trovare la fanciulla per dirle che i medicinali e l'assistenza data al suo fratellino avevano sortito il loro effetto. Non ci aveva pensato andando a dormire quella notte, sfinita per l'intensità delle ultime ore.
Ma si era ritrovata costretta a pensarci la mattina successiva quando, contro ogni sua aspettativa, il veleno delle rose di Albafica non aveva sortito alcun effetto. Nessuno. Terrorizzandola.
Non c'era altra scelta... 
"Se dimentico, non sarà mai accaduto".

Teano spalancò i suoi immensi occhi verdi, mentre con compostezza depositava la tazza di thè che fino a quel momento aveva sorseggiato sul tavolino che separava le loro due sedute. Il suo sguardo sondò stupito quello blu oceano di June, la quale in sua presenza si era tolta la maschera e le aveva narrato dettagliatamente tutto. Di fatti l'amazzone, sconvolta dall'incontro avuto con il Saint dei Pesci e dopo un'intera giornata passata a rimuginare sulle contingenze che la riguardavano, non era più riuscita ad ignorare tutti quegli episodi sconcertanti che si stavano vorticosamente susseguendo nella sua vita ed era giunta alla conclusione che il tempo dei silenzi era ormai giunto al termine. Così si era recata dall'unica persona che in quel luogo sentisse di avere vicina, chiedendole di ascoltarla. Non da sacerdotessa, ma da amica.
-June... Io non so cosa dire-. La voce di Teano sfiorò il suo orecchio come il suono di un battito d'ali di farfalla. -Spero comprenderete che se questa conversazione fosse di carattere formale, la gravità di quello che mi avete appena narrato sarebbe incommensurabile...-.
-E' per questo che sono venuta qui in veste di vostra amica... Perdonatemi, Teano, se vi sto mettendo in una scomoda posizione, ma sento che il filo della mia esistenza mi sta sfuggendo di mano e non credo di essere in grado di poter sopportare il peso di tutto questo da sola...- e nel dire ciò, l'amazzone abbassò gli occhi in terra, evidentemente sconsolata ed impaurita.
La giovane sacerdotessa sospirò, mentre un groppo in gola le rendeva evidente il conflitto interiore che il racconto dell'altra le aveva provocato. Da officiante della Dea, ovviamente, sia il fatto di aver coperto un tentativo di fuga che quello di essere perseguitata da incubi, visioni e richiami interiori rendevano June passibile di un processo da sottoporre addirittura al Chrysos Synagein. Non che la lealtà e la buona fede della ragazza potessero essere messe in discussione ma la natura dei fenomeni che la stavano riguardando, non ultimo il fatto che il veleno delle rose dei Pesci su di lei non avesse avuto effetto alcuno, poteva essere annoverata come potenziale minaccia per la sicurezza del Santuario e di Athena stessa.
D'altro canto, però, Teano sapeva bene come ci si potesse sentire a vivere eventi soprannaturali ed inspiegabili senza essere in grado di spiegarne l'origine. Questo, unitamente alla forte empatia che aveva sempre provato per l'altra, la spinse a valutare attentamente come comportarsi con lei in quel delicato momento. Fu per questo che un silenzio denso di significati cadde tra le due.
Poi, d'improvviso, fu June a rompere la stasi. Infatti alzò di nuovo gli occhi e, con una decisa rassegnazione che in essi si annidava, chiosò -Credo che la scelta sia obbligata, Teano. Vi prego, in nome della nostra amicizia: accompagnatemi da Athena-.
Di nuovo la sacerdotessa sospirò ed infine, stancamente, accennò un lieve assenso con il capo. In silenzio, quindi, fece strada all'amazzone per i corridoi della Tredicesima casa, dirette verso gli appartamenti privati di Saori Kido.
Quando alla fine di un silenzioso tragitto giunsero davanti alla porta, Teano guadagnò nuovamente gli occhi di June. Un prato verde smeraldo in un profondo abisso blu cobalto.
-Solo una cosa vi chiedo, June: abbiate fiducia nella nostra Dea-.
-Me lo chiedete da sacerdotessa o da amica?- fu la risposta che June le diede mestamente.
Teano si limitò a sorriderle caldamente, per poi bussare all'uscio.
 



L'Angolo di June
Approfitto di nuovo di questa sede per tentare un esperimento "visivo" che già ho intavolato su facebook, ovvero quello di dare le sembianza di gente famosa ai personaggi, in modo che il lettore possa figurarseli anche in carne ed ossa. Quindi, a seguire, una carrellata dei personaggi comparsi e nominati finora e che nella mia fantasia hanno queste fattezze:
 
June del Camaleonte:Evan Rachel Wood - http://misterarcadia.altervista.org/evan-rachel-wood.jpg
Albafica dei Pesci: Gabriel Aubry - http://gossipario.com/wp-content/uploads/2010/05/gabriel_aubry000x0432x6582.jpg
Teano di Cisseo:Taylor Swift - http://www.songslover.pk/english/t/taylor-swift/images/Taylor-Swift-b03.jpg
Yuzuriha della Gru: Kirsten Dunst - http://www.filmovie.it/wp-content/gallery/kirsten-dunst/kirsten-dunst-11.jpg
Shaina dell'Ofiuco:Jessica Alba - http://thumbs.ifood.tv/files/images/editor/images/Jessica%20Alba%20Diet.jpg
Yuuri del Sestante:Kate Bosworth - http://images.fanpop.com/images/image_uploads/Kate-kate-bosworth-264937_1024_768.jpg
Marin dell'Aquila:Blacke Lively - http://images4.fanpop.com/image/polls/701000/701908_1303945229962_full.jpg
Aiolia del Leone: Jake Gyllenhaal - http://images4.fanpop.com/image/photos/17700000/Jake-jake-gyllenhaal-17728948-1230-998.jpg
Aiolos del Sagittario: James Franco - http://blog.zap2it.com/kate_ohare/jamesfranco_generalhospital_2.jpg
Saga dei Gemelli:Mattew McConaughey - http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/matthew-mcconaughey/matthew-mcconaughey-20050216-25617.jpg
Shun di Andromeda: Logan Lerman - http://media.vogue.com/files/filecheck/2011/10/24/img-logan-lerman_124759425110.jpg_article_singleimage.jpg
Albione di Cefeo: Jared Leto - http://www.celebs101.com/gallery/Jared_Leto/211799/Jared_Leto_50.jpg
 
Nei prossimi capitoli farò delle implementazioni man mano che i personaggi compariranno. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Saluti a tutti (cattivi, belli e brutti) da

June

 

   
 
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