- -Freddie!- urlavo e correvo, lui era lì così vicino eppure così lontano, lui era l'unica stella in un cielo nero.
- Lui mi sorrideva, immobile in quell'unico cono di luce -Devo andare Effy, mi dispiace- la sua voce calda, mi faceva sentire al sicuro anche avvolta dall'oscurità.
- -Avevi promesso che saresti rimasto con me- urlaì, m'accasciai al terreno e cercaì di non piangere
- -Io sarò sempre con te, Effy- mi sorrise per l'ultima volta, prima che due mani nere lo afferrasse e lo trascinassero nell'oscurità; lontano da me.
- Ora ero avvolta nel buio, dispersa in una valle infinita, e mille risate che echeggiavano e ridevano di me; loro erano tornati per distruggere la mia felicità.
- In iperventilazione e con gemme di sudore che mi ricoprivano il volto, mi svegliai e cercai nel cassetto le pasticche che il medico mi aveva prescritto "Sono antidepressivi signorina, ne deve prendere uno ogni giorno" al diavolo, ne ingogliavo circa tre o quattro al giorno e non mi sentivo affatto meglio.
- Abbandonai il mio letto ed osservai quell'unica foto che mi era rimasta, lui mi sorride, mi stringe a se, mi fa sentire al sicuro e scaccia via i demoni intorno a me; demoni che ora sono tornati forse più forti di prima che ridono di me.
- Sono pronti, le loro fauci reclamano la mia anima marcia, loro hanno portato via mio fratello, hanno distrutto la mia famiglia, hanno ucciso Freddie ed ora vogliono me; la mia intile vita.
- Ed ora che non ho più nulla per cui valga la pena proseguire il cammino, ora che ho la conferma d'essere nata sbagliata, posso concedergli ciò che vogliono; prendo un foglio e scrivo.
- "Anthea, a modo mio ti ho voluto bene e non voglio che tu ti senta in colpa per la mia fine. E' stato bello crescere nella famiglia Stonem, finché eravamo una famiglia, poi qualcosa è cambiato e tutto il mio mondo lentamente ha iniziato a sgretolarsi finendo con il rompersi.
- Vado a morire, ora che il mio mondo si è guastato e non gira più, ora che tutto intorno a me è fermo, ora che nulla ha più senso; vado a consegnare la mia vita a chi da sempre l'ha reclamata.
- Volevo solo rassicurarti, dirti che non sei tu la causa della mia morte, che a modo tuo anche te mi hai voluto bene e mi sei stata vicina." piegai il foglio, lo poggiai sopra il tavolo della cucina ed uscì di casa; poco importava che fossi in piagiama o meno infondo dovevo solo porre fine ad una vita.
- Estrassi il cellulare dalla tasca del giacchetto, digitai il numero di mio fratello ed attesi di sentire la sua voce.
- -Sono Tony, se avete il mio numero siete ragazze fortunate, lasciatemi pure i complimenti in segreteria- sorrisi, com'era vecchia questa registrazione.
- -Ciao Tony, sono Effy, ti vorrò per sempre bene- terminai la chiamata e mi sedetti al posto di guida, acessi il motore e partì.