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Autore: aire93    30/07/2012    2 recensioni
Lo so. Il mondo è stupendo, la vita è preziosa, e bisogna viverla al meglio. Ma qualcuno mi spieghi come posso farlo. Mi sto spostando da anni, continuo a cambiare scuola. Ho 18 anni e sono solo. Solo come un cane. Vorrei piangere, non ho progetti. Non ho una vera vita. Dovunque vado, lascio una traccia indelebile sull’annuario, che ogni anno è l’ultimo. Ho smesso di sognare, solo gli stupidi lo fanno. E oggi, davanti alla mia nuova scuola è lo stesso.
Ryan Ross, 18 anni e poche speranze per il futuro. Sempre in movimento, mai in un luogo stabile. Riuscirà a legare con i membri della 5b, classe che sta attendendo la fine dell'anno per affrontare i temutissimi esami finali? Troverà un po' di pace nella sua vita frenetica? Nuovi amici, gite e rivelazioni che daranno vita ad un ultima parte dell'anno col botto.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Fall Out Boy, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Only Exception Series'
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Ecco il secondo capitolo!! Fresco fresco di “stampa”… era pronto da subito, in realtà.. e non avevo voglia di farvi aspettare  =) Enjoy.!
 
 
Chapter 2
 
Il sole era sorto del tutto, ormai.
I suoi pallidi raggi sfioravano delicatamente la città di Detroit,  quasi come se avesse paura di farle del male: Dal centro, già  preda del caos mattutino, ai musei, dove voci straniere si sovrapponevano a quelle usuali americane e perfino nei posti più tranquilli, preda delle barbarie e del razzismo di notte il sole voleva tutto per sé.
Ai cittadini, tutti presi dalle loro faccende, non importava poi molto il movimento del sole. Sulle strade c’era ancora qualche traccia sporadica della nevicata della settimana precedente, che ormai era ridotta ad una poltiglia mischiata al catrame. 
La città era pronta per iniziare un nuovo giorno: non si sentivano più le cicale o i rumori della natura. Ora comandavano solo gli apparati elettronici.
Squillavano cellulari di direttori, le televisioni erano accese e nei taxi già si sentiva la musica proveniente dalla radio.
Poi c’erano loro: le sveglie elettroniche con suonerie programmabili, pronte per interrompere sogni e incubi di bambini e ragazzi.
Fu proprio il suono della musica  pop-rock proveniente da una sveglia a interrompere la quiete di uno dei vicoli più tranquilli di Detroit.
 
Quella sveglia non smetteva di suonare.
 
Hayley Williams aprì gli occhi, profondamente seccata. Se c'era qualcosa che odiava profondamente, ma che puntualmente accadeva alle 7 di mattina era il fatto che quel maledetto oggetto la prelevasse senza mezzi termini, dal mondo dei sogni. Pur amando la scuola con tutta l'anima, non riusciva a non sbuffare ogni volta che apriva gli occhi. Stava dormendo così bene: fortuna che almeno la canzone che le aveva impedito di cavalcare un unicorno blu con otto occhi era anche la sua preferita.
La ragazza ci mise qualche secondo a spegnerla, le piaceva il beat della musica. Tamburellando le dita sul materasso, si chiese, fissando intensamente il soffitto, con i capelli arancioni sparpagliati sul cuscino, se Brendon Boyd Urie, il suo vicino di casa e quasi fratello, fosse già sveglio. Lui sicuramente si sarebbe tappato le orecchie col cuscino, al suono della musica. In quel periodo non smetteva di ascoltare Burlesque. Burlesque! Un ragazzo di 18 anni!
Probabilmente era tutta colpa di Serena., la sua nuova fiamma. No, ora che ci pensava, forse si erano già lasciati.
"Che mi importa.." pensò Hayley. Con Brendon si parlava di tutto certo, ma alla fine si andava a parare su un solo discorso: ragazze. Brendon aveva un certo fascino, doveva ammetterlo, con quelle labbra carnose e l' aspetto quasi hawaiiano, ma nella loro scuola ormai era diventato esagerato.
Più che essere lui latin lover, erano le altre che non smettevano di stargli addosso. Hayley lo conosceva come conosceva sé stessa: piccolina e gracile all'apparenza, Hayley era capace di sorridere e di arrabbiarsi, ma anche di divertirsi, con quei suoi capelli marroncini all'origine poi diventati scalati e completamente color carota.
Tutti le volevano bene.
Per quanto riguardava i suoi affari di cuore.. beh, aveva una grossa cotta per un suo amico, ma ne era a conoscenza solo Brendon. Proprio tra qualche secondo avrebbe visto come sempre il volto assonnato e i capelli arruffati del suo migliore amico e già sarebbe bastato per tirarla giù dal letto.
 
Il vicolo nel quale Hayley e Brendon vivevano, era tranquillo, a differenza di qualche isolato più avanti, dove avvenivano puntualmente rapine. Entrambi erano lontani, però, dal caos cittadino, e a loro andava bene così. Hayley adorava comunque andare nei centri commerciali, soprattutto quando veniva accompagnata dal suo fantastico gruppo di amici. Una volta Kesha, una delle sue migliori amiche, aveva avuto il coraggio di amoreggiare nella vasca idromassaggio esposta in corsia.
5 minuti di celebrità,' prima che le guardie entrassero e prelevassero lei e Aj, il suo ragazzo, con la forza.
 Hayley rise al pensiero. Chissà cosa avrebbe combinato oggi a scuola, quella ragazza.
 
"Sarà meglio aprire le finestre.." pensò la Williams e indossate le babbucce color rosa, col pon pon peloso in cima, che le aveva regalato la nonna, si alzò finalmente dal letto, buttando dappertutto le coperte color mandarino, per aprire la finestra, lasciando che il pallido sole di quel giorno facesse capolino nella sua stanza. Venne così illuminata una lunga scrivania arancione e un letto color arancia matura. Camera sua non si poteva definire da ragazza. Non c'era nulla di remotamente femminile, con cuoricini o stelline. Aveva poster e foto appesi alle pareti bianche e rosso chiaro, con i ritratti dei suoi amici. La ragazza amava i colori caldi.
Aprì la finestra e la smorfia stanca di Brendon Urie fu la prima cosa che vide. Era meraviglioso abitare uno di fianco all’altro, e avere le finestre vicinissime. Quante sere d’estate a parlare fino alle 2 e mezza di notte, e gli incontri di prima mattina, con le facce di entrambi talmente distrutte che sembravano quasi colpite da tornadi. Quei balconi erano memori di ben 18 anni di amicizia.
 
Brendon stava trafficando con le persiane , e lei non smetteva di sorridere.

"Dormito bene? Sei riuscita a studiare il teorema di Rolle? Io no... Se oggi la professoressa mi dovesse interrogare, credo di fare scena muta"

"Tu farai pure scena muta, ma a me non importa, tanto sono già stata interrogata..comunque e' carino il pigiama,Brenny..quegli orsetti sono teneri"

"Smettila, e' un regalo di Vanessa, non l’ho mica comprato io.."

"Chi?"

"La mia ammiratrice segreta.."

"Scusa, ma se e' segreta,come fai a sapere come si chiama??"

"Si firma così...."

"Oh va bene..senti Brenny-Bear, ci vediamo tra 30 minuti, si puntuale, che non ho la minima intenzione di aspettarti..."

"Sarà fatto, signorina Williwilli!"

Hayley chiuse la finestra, non prima di avergli fatto la linguaccia. La ragazza adorava Brendon, era  l’amico migliore che potesse capitarle. Lui era l’unico che conosceva tutto di lei : le sue abitudini,le sue manie, i pregi e i difetti. In più erano sempre stati in classe insieme e anche i loro genitori avevano buoni rapporti.
Grazie a lui non ricordava anni di scuola traumatici.
 Prima di scendere, indossò una vestaglia per stare più calda, sistemò il letto, che ordinò senza una grinza, e si divertì ad osservare il colore riflesso delle tende, anch'esse arancioni, che davano l'idea di trovarsi in un forno.
Hayley scese subito al piano di sotto per fare colazione, e come d’abitudine, cambiò canale, passando dal notiziario alla rotazione non-stop dei video musicali. Hayley non poteva resistere senza ascoltare qualche nota di buon rock-pop; era la sua medicina mattutina. Se c’era il rock, allora la giornata sarebbe stata fantastica. Sulla tavola la madre aveva già sistemato i croissant, appena acquistati dal panettiere, insieme alla nutella e alla marmellata di more e di fragole, con la teiera bianca decorata di fiori arancioni.
 
Hayley versò il the, rigorosamente alla pesca, nella tazza, pure quella arancione. Si farcì il croissant ancora caldo, con della nutella, e aspettò la solita ramanzina della madre, con le dita che tamburellavano sul tavolo a ritmo di musica.
 
“Hayley, santo cielo, quante volte di ho detto che la mattina voglio sentire il notiziario? E non questi dannatissimi Per l’amore o come diavolo si chiamano..!” urlò sua madre, piombando in cucina come una furia.
 
“Mamma, si chiamano Paramour,  e poi dai, per favore, ho bisogno di svegliarmi bene.” La ragazza sorrise. Ogni mattina era sempre la stessa storia. La madre voleva vedere le notizie internazionali e non, mentre lei voleva solo gli artisti internazionali.
Il video trasmesso era abbastanza inquietante, con una ragazza bionda che cantava e saltava di fianco ad una fossa. Le assomigliava abbastanza, quella cantante: entrambe erano piccole di statura e magroline, solo che se una era bionda, l'altra aveva il fuoco tra i capelli. Hayley era certa. Non si sarebbe mai fatta bionda.
Così trascorrevano le mattinate, in casa Williams, che non aveva mai lasciato Detroit e non aveva mai cambiato le sue abitudini. Mentre Hayley scaldava la piastra, soprappensiero, si chiedeva perché proprio il bagno fosse il miglior posto per pensare, o per le idee brillanti.
 
Si mise un filo di matita e si piastrò i capelli: le arrivavano fino alle spalle ed erano così lisci. La parte del suo essere che le dava più carattere e la faceva stare bene, facendola sembrare pazza, sicura di sé e adorabile erano proprio i capelli. Sorrise a sé stessa. La felpa viola e i jeans le davano ancora di più un tono sbarazzino.
Finalmente vestita e truccata, con i capelli rosso fuoco ben piastrati, Hayley usci di casa, correndo subito verso quell’edificio color crema che conosceva così bene. Casa Urie.  Suonò il campanello.
 
Lo spettacolo davanti ai suoi occhi le levò una risata che rimbombò per tutto il corridoio d'entrata.
 
Brendon Urie si presentò davanti a lei, ancora in pigiama e con lo spazzolino tra i denti.
Il suo migliore amico era molto più alto di lei: moro con un taglio di capelli a scodella e un' ombra di adolescenza ancora sul volto. Per non parlare delle narici di taglio ispanico e le labbra carnose e morbide. Il marroncino degli occhi di Brendon si specchiò nel verde mela delle pupille di Hayley.
 
“Brenny, vuoi muoverti??? Non vorrai farci arrivare in ritardo?” sbottò lei ,squadrandolo da capo a piedi.
 
“Ashpetta un attumo …” disse lui, con la voce distorta dallo spazzolino. Il ragazzo non aveva la stessa velocità e prontezza di riflessi di Hayley, al mattino.
Grace Urie, la graziosa madre di Brendon,era apparsa sulla soglia, mentre il padre Boyd era impegnato a metter fretta al figlio.

"Hayley cara, entra! Non stare sulla soglia, Bren é un polentone, ci metterà secoli come al solito. Vuoi una tazza di caffé?"
 
"Ho già preso il thé ma grazie comunque, Grace!"rispose lei, sorridendo.

"Mi muovo, smettila di torturarmi!!!!" urlò Brendon, arrabbiato e con un tono preoccupante.

"Oh, no..speriamo si calmi subito"bisbigliò Grace ad Hayley.
 Dalla fine del corridoio, largo e ricco di mensole, provennero urla e rumori di porte sbattute. Casa di Brendon era simile a quella di Hayley, tranne per la cucina e il bagno, molto più grandi.
 
"Calmalo appena uscite...non voglio abbia crisi a scuola.." Grace era preoccupata. Brendon soffriva di ADHD, un disturbo che provocava agitazione e iperattività al figlio, generalmente più calmo. Cinque minuti dopo con jeans e felpa dei Chaos on the floor, e zaino bianco e azzurro in spalla,  anche lui era pronto per affrontare una nuova giornata di scuola.
 
"Buona giornara ragazzi..." urlò la signora Urie appena si allontanarono.
"Hai preso tutto Bren?Guarda che non ho voglia di tornare indietro perché hai dimenticato il libro o chissà che altro.."Hayley poteva avere un sacco di qualità, ma sicuramente non era una ragazza paziente. Se lei e Brendon avessero fatto una gara di impazienza, entrambi sarebbero arrivati primi.
 
“ Tutta questa voglia di andare a scuola…Hay, fattela passare! Capito? Io non ho voglia! E invece devo andarci per forza.."Brendon iniziò ad urlare, in preda ad un altro attacco di iperattività.
Due secondi dopo, il suo volto cambiò espressione repentinamente, e il ragazzo iniziò a correre, urlando a squarciagola" VADO A SCUOLA!!!! CON LA MIA MIGLIORE AMICAAAAA!!!!" Hayley cercò di raggiungerlo e di calmarlo, prima che potesse succedere qualcosa di spiacevole.
“Ha bevuto troppo caffè” pensò la ragazza, affaticata perché non riusciva a stare al suo passo.
 
"Bren, aspettami, per favore!!!" Il ragazzo stava ballando per tutto il vialetto di casa, e non sembrava fermarsi."Calmati, per favore... Non riesco a starti al passo!!”
 
"Questo perché hai le gambette corte, come le bugie" sghignazzò Brendon, fermandosi e dando la possibilità ad Hayley di raggiungerlo, sfinita.

"Allora, sei pronta?"

"Per cosa? Non dirmi che stai pensando ancora a quanto andrai male in matematica.."

"Non parlavo di matematica, secchioncella..intendevo Petey"

Il volto della ragazza divenne dello stesso colore dei suoi capelli. Ogni mattina, a metà strada, era abitudine da 5 anni incontrare 3 compagni di scuola: Taylor Swift, bionda, calma e riccioluta, insieme ai suoi cugini Kesha Sebert e Pete Wentz. Kesha e Pete avevano la stessa madre, ma padri diversi e il ragazzo era un anno più grande di tutti. Quei tre si erano iscritti un mese dopo, rispetto a Brendon ed Hayley, ma sin da subito erano riusciti a legare tra loro. Hayley, suo malgrado aveva sviluppato una cotta non indifferente per il moretto, che, oltretutto, era alto poco più di Hayley.
 
 “ Come sto?” chiese lei.
 
“ Una favola… a parte il brufolo sul mento… penso che Pete ti eviterà per quello..”
 
 Hayley si toccò il mento, spaventata. Poi lanciò un’occhiata glaciale al ragazzo di fianco a lei. Sul suo mento non c'era nulla.
 
 “Smettila di fare l’idiota.”
 
“ Dai, scherzo. Oggi Pete ha la partita… io direi che potremmo fermarci a scuola a vederla”
 
“Ma non abbiamo portato da mangiare!!” Disse Hayley allarmata. Pete Wentz giocava a basket e per lui Hayley era diventata una specie di porta fortuna. La ragazza ne andava particolarmente fiera, e per questo non mancava più a nessuna partita..
Ogni scusa era buona per vedere Pete. Anche seguire una partita di basket anziché studiare per la verifica.
 
“Parla per te” disse Brendon, mostrandole due sandwich di formaggio e pollo. I preferiti di entrambi.
 
“Oh, Bren…grazie.” Sorrise lei. Era meraviglioso avere degli amici come lui.
 
Appena svoltarono l’angolo, ecco apparire la testa bionda e riccioluta di Taylor, insieme alla cugina Kesha, che oggi vestiva soltanto con una canotta e un giubbotto leggero, a discapito del freddo che c’era ; Pete e i suoi capelli piastratissimi costituivano il resto del gruppo.
Taylor era la migliore amica di Hayley, una ragazza seria, affidabile, posata e molto tranquilla. Kesha, invece era sgarbata con chi non conosceva, strafottente, ribelle, ma innamoratissima del suo Aj. Si avvicinò agli amici, col suo solito volto contrariato. Pete e Taylor, invece li accolsero sorridendo.
Hayley era sempre stata colpita dall’autorevolezza, dalla simpatia e dalla bellezza di Pete. Per non parlare del fatto che, oltre a giocare divinamente a basket, era anche un ottimo cantate e bassista. Non che lei lo avesse mai sentito, solo che tutti affermavano che fosse davvero bravo. E poi amava vederlo sorridere. Pete aveva uno splendido sorriso : le guance gli si gonfiavano leggermente e quasi sembrava un pupazzo da abbracciare. Pete non aveva ragazze attorno, a parte le sue amiche più care e sua sorella. Non era un latin lover, a discapito di tutto. Hayley cercava sempre di impressionarlo o farlo ridere, quando erano insieme. Lei era certa che mancava davvero poco, prima che lui le chiedesse di stare insieme.

"Ragazzi!!"Brendon pareva li vedesse per la prima volta. Saltò quasi loro addosso e iniziò ad abbracciarli, in preda all' entusiasmo.

"Hey B, abbassa la voce! Ci sentono tutti!!" cercò di trattenerlo Hayley, ma era troppo difficile. La ragazza si trovò ad essere trascinata da 70 kili di energia inarrestabile.

"B, smettila!!"

"Diamine Urie, ci vedi tutti i santi giorni, non crederai mica di salutarci così intensamente, ogni volta! Non é tanto normale"constatò Kesha, notando l'agitazione del ragazzo.
Taylor, di fianco a lei pareva più comprensiva. "Dai Ke, è solo contento di vederci…”

Hayley incrociò il suo sguardo con quello vispo di Pete, e il suo cuore si riempì di gioia.

"Pete! Ciao, come va? Sei teso per la partita"

"Uh, mi preoccupa di più l'interrogazione di storia, ma so di aver studiato stavolta, quindi posso farcela... anche per merito tuo, Hball.." Pete era l'unico a chiamarla così. Il nome derivava da un colpo di testa di Hayley durante una partita di calcio, dove aveva segnato dalla difesa.
Pete le sorrise. A lui piaceva studiare con lei.

"Comunque sono pronto per la partita.. Spero tu ci venga a vedere.. Abbiamo bisogno di sostegno morale, soprattutto in match come questi.."

"Bah, cavolate..Alex é in forma, il mio ragazzo li batterà facilmente" commentò Kesha, fiera.
 
 Hayley e Pete si scambiarono un'occhiata divertita. Kesha metteva in mezzo sempre il suo ragazzo, appena era possibile. Brendon e Taylor alle loro spalle, nel frattempo, erano nel bel mezzo di un discorso sulle verifiche dei giorni successivi, quando la bionda sobbalzò.
In lontananza aveva notato Tom Felton, uno dei suoi migliori amici. Lui la salutò allegramente, facendo cenno a Pete di avvicinarsi.
" Ehi, Wentz, stiamo studiando degli schemi per la partita!", urlò lui, insieme a Brian Littrell e Aj Mclean, due membri della squadra di basket.
Kesha si avvicinò di soppiatto ad Aj e i due rimasero avvinghiati, dimenticandosi del basket.
 Pete si allontanò da Hayley, per parlare con Tom. Hayley sapeva che il ragazzo non era nella sua classe, ed era conscia che non stavano insieme, ma nonostante ciò le infastidiva separarsi dal ragazzo.

"Ci vediamo Tom" salutò Taylor, dirigendosi verso la scuola con Hayley e Brendon. Kesha, dal canto suo, era rimasta fuori a sbaciucchiare Alex.

"Hay, dai, vedrai Pete all' intervallo" bisbigliò Brendon all' orecchio di Hayley, ancora piuttosto contrariata.
"Si, certo.." Il sorriso radioso di Hayley, comunque, aveva lasciato spazio ad una sorta di malinconia.
In classe la situazione era la solita: gente che non aveva fatto i compiti e che sperava di farli all’ultimo minuto, come Gabe, altre che si davano gli ultimi ritocchi al trucco, come Miley e Robyn e il resto della classe fuori ad attendere la prof.
Kesha e Aj apparvero sulla soglia abbracciati come fosse San Valentino. Alex non poteva che essere l'anima gemella di Kesha: ribelle, amava indossare gioielli e vestiti larghi e comodi, non per forza adatti alla stagione, aveva sempre un cappellino in testa e vispi occhi color legno. Sapeva il fatto suo, il ragazzo, e Kesha era stata l'unica ragazza ad averlo conquistato, in 4 anni. Si erano innamorati l' anno prima, il 14 febbraio, quando lui le aveva lasciato una poesia degna di Shakespeare sul banco. Da quel momento non si erano più lasciati.
 
Nessuno, tranne Hayley , aveva preso posto sulla sedia, estraendo dallo zaino i libri di matematica. L' occhio lungo di Spencer Smith, compagno di Hayley, si accorse che in quella classe, quel giorno, c’era un banco in più.
“Vorrà dire che avremo un compagno di classe nuovo..” disse Jon Walker, con un tono di voce ovvio. Walker non era tipo da entusiasmi facili.
 
La professoressa Mc Callister si presentò sulla soglia e tutti i ragazzi si sedettero di fretta. Brendon prese il solito posto di fianco ad Hayley, senza osservare gli altri, pronto per iniziare la lezione. L'insegnante, però non pareva intenzionata ad iniziare.
"Da come potete notare oggi abbiamo un banco in più. Ciò vuol dire che avrete un nuovo compagno di classe. Trattatelo bene. Mi raccomando. “disse in tono spiccio.
 
“Un nuovo compagno? Magari è una bella ragazza…” disse Brendon speranzoso, ad alta voce.
 
“O magari è un giovanotto tutto muscoli..” fantasticò Taylor.
 
Dopo qualche minuto, nel quale la classe aveva abbandonato la compostezza, alzandosi e chiacchierando, il preside entrò. Assieme a lui… non c’era né una bella ragazza, né tantomeno un ragazzo tutto muscoli; si presentò invece, un ragazzo pelle e ossa , con uno volto terribilmente spaesato e grossi occhi marroni all’erta.
 
Nessuno si accorse di lui. Quando il preside, irritato, si schiarì la gola, il casino finì di botto.
 
“Ragazzi, lui è Ryan Ross, viene da Las Vegas e non è la prima volta che cambia scuola…”
 
 “La ventunesima in effetti..” aggiunse il ragazzo, con tono sommesso.
 
“Questo vuol dire che dovete trattarlo bene. Ragazzi, so che siete maturi e responsabili, questo è il vostro ultimo anno, ne sono cosciente..e so anche che sarà difficile per voi, che vi conoscete da tanto, fare entrare qualcuno nel gruppo..ma confido in voi. Cercate di aiutarlo. Detto questo, vi lascio e auguri a te Ryan, buona permanenza nella High Valley Detroit”
 
Il preside uscì ed entrò la Professoressa Mc Callister, pronta a spiegare.
 
Nessuno dava però, l’idea di volerla seguire durante la spiegazione. Gli occhi di tutti erano fissi su Ryan.
   
 
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