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Autore: Sulle orme del fantasy    31/07/2012    1 recensioni
Tutto ebbe inizio quando le terre del Nord, governate da Re Orol, un grande elfo, riuscirono ad allontanare gli attacchi e le invasioni delle ombre e delle creature malvagie mandate dall'Oscuro Sovrano che governava le terre del Sud.
Quest'ultimo, conosciuto anche come l'Innominato, dopo essere stato battuto decide di lanciare una maledizione su tutte le figlie femmine che sarebbero nate nella città di Avra in quel determinato periodo, sapendo che anche la moglie del Re Orol aspettava una bambina.
Sarebbero nate tutte femidi, cioè morte ma costrette a vagare sulla terra per sempre. Così che le ombre avessero potuto rapirle e addestrarle a combattere. Sarebbero diventate delle armi nelle mani dell'Oscuro.
Il Re delle terre del Nord non ebbe il coraggio di bruciare il corpo della figlia per evitare tutto questo. Decise dunque di nasconderla a palazzo, nelle segrete.
Quando la ragazza cresce, però, sente il bisogno di conoscere il mondo..
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
 
 
 
 
Aprì gli occhi lentamente, doveva essere presto perché non si udiva rumore di passi provenienti dal piano di sopra. Ancora leggermente frastornata si diresse verso il piccolo bagno che era stato costruito anni fa apposta per lei. Osservò attentamente il suo riflesso nello specchio: i capelli erano davvero spettinati e si potevano intravvedere fra le ciocche vari nodi, gli occhi rossi non erano ancora del tutto aperti ma riuscivano perfettamente a vedere i lineamenti del volto, quel giorno era piuttosto pallida.
Ecco il rumore della porta. Qualcuno era entrato nella stanza.
Tutte le mattine Dina si occupava delle segrete, ormai la casa per Edel. La ragazza era rimasta chiusa lì per circa diciassette anni. Non si era mai chiesta il perché, o forse si ma solo fra se, così nessuno ha mai avuto la necessità di inventare una risposta; per questo non era stato difficile convincerla che la sua vita l’avrebbe trascorsa in quell’enorme stanza polverosa e umida che il Re Orol aveva cercato di migliorare ma non aveva avuto poi così tanto tempo da dedicarle. Dina si prestava a fare il letto e pulire il bagno, qualche volta spazzava ma raramente.
- Come va signorina Edel? – domandò alla ragazza vedendola uscire dal bagno. Aveva appena terminato di fare il bagno ed era avvolta in un grande e morbido asciugamano viola, in mano ne aveva un altro più piccolo bianco.
- Bene Dina. Stanotte però ho fatto di nuovo quel sogno. -
- Ancora? – domandò mentre sistemava le coperte del letto disfatto.
- Già … questa volta però faceva più paura. – rispose Edel asciugandosi i lunghi capelli scuri.
 
I passi lenti ma sicuri, sembrava che Charm fosse orgogliosa di andare a trovarla, come se davvero fosse un giorno importante quello.
Non era permesso a nessuno andare a trovare Edel, il Re l’aveva proibito per paura che le ombre, spie dell’Innominato, la trovassero e scoprissero che in realtà lui non aveva avuto il coraggio di bruciarla.
Era permesso solo a lei andare giù nelle segrete, e naturalmente a Dina, la serva più fidata del Re.
Proseguiva dritta e silenziosa. Ecco la porta, una grande porta decorata brutalmente con delle punte affilate ma quasi consumate che sporgevano verso l’esterno, la maniglia era un grosso anello pesante, sotto di essa vi era la serratura.
Quando la aprì con l’aiuto della chiave che il padre le aveva dato, all’interno non vi era nessuno, poi sentì lo scorrere dell’acqua, proveniva dal bagno.
Si avvicinò al letto e si sedette sul morbido materasso in attesa di vedere la sorella. Intravide dei buchi nel lenzuolo, erano cerchi irregolari, sembravano bruciature.
- Ciao Charm! – esclamò Edel appena la vide, mentre usciva dal bagno. Le saltò addosso e la strinse fra le braccia.
- Ciao sorellina, come va la vita qua giù? Fa un po’ freddo … - disse fregandosi le mani e distogliendo lo sguardo dal lenzuolo.
- Ci sono abituata. Quand’è che potrò uscire da qui? – domandò. Charm la guardò con sguardo un po’ supplichevole ma Edel sembrava irremovibile dall’espressione di chi aspetta una risposta.
- Te l’ha detto nostro padre no? Quando sarai più grande … - rispose voltandosi per non mostrare il viso. Era evidente che stava mentendo.
- Dite tutti così … eppure io qua ci sono diciassette anni! Non so neanche io come faccio a resistere, ho voglia di sapere cosa c’è qua fuori, di scoprire com’è il mondo oltre le mura di questa stanza! -  mentre parlava gli occhi si facevano sempre più lucidi, trasformando quel volto dolce in uno triste.
- Vedrai … arriverà il giorno. – neanche Charm credeva a quel che diceva, eppure l’aveva detto, lasciando nel cuore di Edel un desiderio che forse mai nessuno avrebbe potuto realizzare.


Re Orol era seduto sul trono, accanto alla poltrona dove solitamente sedeva Aranel. Ora era vuota, particolarmente vuota. L’uomo negli ultimi anni era davvero invecchiato. I suoi lunghi capelli biondi e ondulati, tipici di un elfo, erano ora in parte grigi. Il volto solcato dalle rughe e gli occhi decisamente stanchi, occhi che sembravano aver visto troppo.
Egli aveva convocato il Re e la Regina di Eber, la città accanto, con anche il figlio Elrond, che avrebbe regnato accanto a Charm. Avrebbero governato assieme la città di Avra.
- Il matrimonio si terrà fra cinque notti, abbiamo anche già deciso dove. – disse il Re di Eber con tono orgoglioso.
- Charm sarà molto felice di questo. Dove? -
domandò Re Orol già stufo della conversazione.
- La foresta di Hatla. – rispose la Regina che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
- Come? Hatla? No, è troppo pericoloso. La guerra sarà pure finita ma gli alleati dell’oscurità non esiteranno un secondo prima di attaccarci! – esclamò alterato Re Orol.
- Non c’è di cui preoccuparsi, un esercito di elfi guerrieri ci proteggerà. Ho organizzato tutto io, gi ho mandati a fare un sopraluogo per verificare che non fosse già territorio delle ombre. Con questo ho finito, ci vediamo fra cinque notti ad Hatla. – detto questo il Re di Eber si diresse verso l’uscita seguito dalla moglie e dal figlio.
Elrond era un ragazzo di circa trent’anni, alto, forte, coraggioso. I suoi capelli arrivavano alla spalla, erano biondi e lisci. Il suo era un portamento regale, fiero.
Quando seppe che era solo, Charm si recò nella sala del trono per parlare con il padre.
Si avvicinò a lui, lo vide un po’ tormentato.
- Charm, che piacere vederti. – disse con voce fioca, appena la vide.
- Padre, sono qui per parlarvi di Edel. -
- Edel? Cosa le è successo? – domandò spaventato.
- Niente, non preoccuparti. E’ solo che … è da un po’ di giorni che si comporta in maniera strana, ribelle. Ha chiesto quando potrà uscire dalle segrete e io … io ho dovuto mentire. – spiegò la ragazza, ormai grande anche lei ma comunque giovane. Aveva circa trentadue anni, i suoi capelli erano lunghissimi di un biondo oro con le punte leggermente arricciate. Pur essendo giovane però il suo viso presentava segni di stanchezza, si vedeva che di vita ne aveva trascorsa.
- Forse era meglio se l’avessimo bruciata insieme alle altre Femidi, invece di farla soffrire rinchiusa là sotto. – protestò Re Orol, strinse i pugni e chiuse gli occhi, quando li riaprì era più calmo.
- Ci sono dei segni di bruciatura nel lenzuolo, ho parlato con Dina e ha detto che è da un po’ di giorni che li trova. Cosa ne pensi? – chiese Charm al padre che sembrava piuttosto confuso.
- Io cosa penso? Cosa dovrei pensare? E’ normale che adesso i suoi poteri stiano crescendo. Mi avevano avvertito, tutto quello che tocca muore perché non sa ancora controllare il suo potere. -
- Allora qualcuno le lo deve insegnare, padre! Altrimenti potrebbe diventare pericolosa! – esclamò agitata la ragazza mentre camminava distrattamente per la stanza.
- Lo so Cahrm, troveremo una soluzione. Prima il matrimonio però. Elrond e la sua famiglia hanno organizzato tutto alla foresta di Hatla, fra cinque notti. – disse Re Orol. Si alzò lentamente dal trono e con movimenti pesanti si diresse verso la sua stanza.


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