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Autore: BJ foREVer    31/07/2012    2 recensioni
“Accomodati pure, come ti chiami?”
“Juls, ho vent’anni e sono di Phoneix” mi sedetti davanti al tavolo dove si trovavano quei cinque ragazzi, tutti sulla trentina.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Brian’s P.O.V.
Avete presente la canzone ‘Sei un mito’ degli 883? Stessa situazione.
L’appuntamento era alle nove, ma alle 8 e mezza ero già sotto casa di Juls. Avevo chiesto a Val di aiutarmi con i vestiti, sembravo proprio un damerino tirato a lucido.
La vidi scendere e uscii dalla macchina per raggiungerla. Era bellissima: non aveva molto trucco, solo un po’ sugli occhi, e portava un vestito corto, senza spalline, blu elettrico.
“Buonasera, dolcezza” sorrisi porgendole la mano.
“Ciao Brian” rise lei, stringendo la mia mano nella sua.
Stavo sudando, brutto segno. Era solo un cocktail tutto sommato.
“Andiamo a piedi?” mi guardò incuriosita.
“Sì, conosco un bar qui vicino” per il resto del percorso parlammo di lavoro, e di molte altre cose.
Quando arrivammo sembrava un po’ sorpresa dal posto, in effetti non era esattamente il mio genere, ma volevo sembrare meno idiota del solito. Ci accomodammo al bancone e lei ordinò un semplicissimo Martini, mentre io il mio classico Jack Daniel’s.
“Allora, dimmi” cercai di cominciare un discorso decente “Come hai trovato la nostra audizione? Cioè, non mi sembra il tuo tipo di musica, senza offesa”
“Oh be, in effetti hai ragione. Mi servivano soldi e mi andava bene qualunque cosa, e siccome Allison mi aveva parlato di voi ho deciso di provare” sorrise gentilmente.
“Capisco. Be, spero che la nostra musica non ti dispiaccia”
“Per il momento no” sorrise ancora, cavolo se era bella. Mi stava prendendo, forse troppo. Non riconoscevo me stesso, quasi.
“Chi scrive i testi?” mi chiese dopo aver pensato per un minuto.
“Mh, di solito Shads e Rev, ma su alcuni collaboriamo tutti, poi io e Zach componiamo” bevvi un sorso di Jack per calmarmi, ero davvero agitatissimo. Lei annuì soltanto, così quando vidi che aveva finito il suo bicchiere mi alzai.
“Aspettami qui, torno tra cinque minuti” dissi semplicemente.
“Ma dove vai?”
“Fidati di me” le feci l’occhiolino e corsi fuori, per recuperare la macchina, e in men che non si dica ero di nuovo da lei.
“Sali, ti porto in un bel posto” le aprii gentilmente la portiera e lei salì, incuriosita ma con un po’ di timore evidente negli occhi.
Per tutto il tragitto non disse una parola, guardò solo fuori dal finestrino. Temevo di averla spaventata con il mio comportamento, anche se era l’ultima cosa che volevo.
Appena vidi il molo di Huntington parcheggiai e la lasciai scendere, seguendola a poca distanza, poi le mostrai la strada.
Sbucammo nella piccola insenatura che avevo scoperto in uno dei miei vagabondaggi, da ragazzino.
“Eccoci” sorrisi sedendomi sulla sabbia in riva all’oceano.
“Brian… wow” mi sorrise sedendosi accanto a me.
“Lo so… E’ il mio rifugio, non lo conosce nessun altro.. A parte Jim”
“E me” sorrise, mi sembrava che gli occhi le brillassero di gioia, ma forse erano solo le stelle. Ammicca appena e la vidi alzarsi.
“Dove vai?” chiesi allarmato, stava tirando fuori il cellulare, ma subito dopo sentii una musica lenta e dolce provenire dall’apparecchio.
“Balliamo?” mi guardò sorridendo dopo essersi tolta le scarpe.
“Io.. Non sono molto.. Ehm, bravo” arrossii sperando che nel buio lei non riuscisse a notarlo.
“Non importa, ti insegno! Non è difficile” continuava a sorridere, e mi lasciai convincere accettando la sua mano.
Prese le mie mani portandole a circondare i suoi fianchi, dopo di che cinse il mio collo con le sue braccia, e iniziammo a girare lentamente con il sottofondo musicale.
“Dove hai imparato?” sussurrai stringendola delicatamente a me.
“Mi ha insegnato mia nonna, quand’ero piccola, poi dopo le superiori mi sono trasferita a Los Angeles per frequentare una scuola di ballo, ma quando sono rimasta incinta ho dovuto lasciarla” sospirò posando la testa sul mio petto.
Ero sorpreso, mi sembrava così fragile, tra le mie braccia, ma non avevo il coraggio di parlare perché avevo paura di rovinare tutto.
“Sai, il padre di Mike non era esattamente ciò che si può definire un uomo maturo” continuò mormorando.
“Che intendi? Non.. State insieme? Perché ‘era’?” tutte le domande mi vennero spontanee e non riuscii a bloccarle.
“No, assolutamente. Mi ha lasciata quando ha scoperto della gravidanza” mi bloccai e la fissai, sconvolto.
“Come?”
“Sì… Non ha mai chiesto niente di Michael” sussurrò, evidentemente spaventata dalla mia reazione. Istintivamente la strinsi di più a me e la sentii sospirare.
“Dimmi di lui” sussurrai a denti stretti. Non so perché mi stessi comportando così, dopotutto l’avevo appena conosciuta.
“Preferirei di no, perdonami Brian” si scostò da me gentilmente e recuperò le sue scarpe.
“Aspetta… No, hey, scusami dai.. Resta” la seguii lungo la strada per tornare al parcheggio.
“Almeno lascia che ti porti a casa” la fermai e riuscii a convincerla, ma di nuovo, per tutto il tragitto, non proferì parola, e appena mi fermai davanti al suo palazzo scese, girandosi appena dopo.
“Grazie per la serata, Brian. Ci vediamo domani” sussurrò, per poi salire velocemente i pochi gradini e scomparire dietro la porta a vetri.
E io rimasi lì, come un coglione, a ripetermi all’infinito che ero un completo idiota.


Chiedo perdono per lo schifo e per il tempo che ci ho messo ad aggiornare c.c comunque, so che probabilmente non conoscete la canzone, quindi qui c'è il link. http://www.youtube.com/watch?v=a1SDoK92FwM&feature=player_detailpage  inoltre, faccio gli auguri al nostro Matthew che oggi compie 31 anni:3

-Mich.
  
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