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Autore: Dark soul_    31/07/2012    2 recensioni
"Alexi? Voleva un bene dell'anima a quel ragazzo, lo amava ... ma come fratello... sì era come se Alexi fosse il suo fratellino e lui dovesse proteggerlo dalle insidie del mondo."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carry me away from my pain

Caffè Ja Ystävyys


Janika fu svegliata dalla suoneria del suo cellulare che le proponeva "Are you dead yet" per la decima volta. Si districò dalle coperte e riuscì a non svegliare Janne e Alexi; uscì dalla stanza e avvertì un forte dolore alla testa e una nausea che le stringeva lo stomaco, scese lentamente le scale cercando di non cadere e arrivò vittoriosa in salotto dove riuscì ad individuare il telefono, ad afferrarlo e a rispondere:

- Pronto? -
La voce impastata dal sonno e dal malessere contrastava con quella squillante e affannata della madre che, alzando la voce, le fece girare la testa come se le avessero tirato un pugno in faccia:
- PRONTO?!? Mi hai fatto prendere un infarto! Dove sei finita? Sono le tre di notte! Vittu ... perché mi fai questo? -
Janika cercò il divano e si lasciò cadere su di esso appoggiando la testa fra le mani:
- Scusa mamma, non mi sono sentita bene e Janne mi ha portato a casa sua, mi sono addormentata -
La donna sospirò profondamente:
- Ok, se domani mattina non torni fammelo sapere, devo portare tua sorella in ospedale alle undici e se vuoi venire devi essere a casa. -
- Dipende da come starò domani .. -
- Stai male ora? -
- Un po' ... ma sto meglio di ieri sera -
- Ok, a domani allora, ciao -
- Ciao mamma -
Chiuse la chiamata e si distese sul divano, faceva freddo e il riscaldamento doveva essere spento, si alzò lentamente cercando di ignorare le continue fitte alla testa che le procuravano dei sudori freddi lungo la schiena, si diresse in bagno e si sciacquò il viso con l'acqua fredda.
Janne comparve sulla porta e le accarezzò la schiena:
- Ehi, tutto bene? -
Janika sussultò leggermente per lo spavento:
- Scusa non ti avevo visto ... mi fa un po' male la testa -
- Vuoi qualcosa? Un caffè o da mangiare ... -
- No grazie ... sto già meglio -
Il ragazzo si passò una mano fra i capelli arruffati per cercare di scostarli dal viso:
- Torni a letto? -
Lei sorrise:
- Sì, sai ho pensato che nostro figlio ne abbia bisogno -
- Alexi sarebbe nostro figlio? -
- Una cosa simile ... -
Scoppiarono entrambi a ridere, Janne aveva una risata calda e rassicurante che avrebbe fatto sentire chiunque a proprio agio, effettivamente era quello che Janika provava quando si trovava accanto a lui. Era il suo tastierista preferito e aveva sempre sognato di poterlo incontrare e ora era lì a ridere con lui, a bere e a mangiare ... aveva perfino dormito con lui. Quando sua madre aveva visto per la prima volta una foto di Janne aveva detto "Figurati, sarà uno stronzo". Janne era tutto meno che uno stronzo. Le aveva offerto da bere, l'aveva invitata a uscire e l'aveva rassicurata quando l'aveva vista piangere. Janika ricordava che il suo ex ragazzo l'aveva rimorchiata in un autogrill al confine con la Norvegia e l'aveva scaricata quando aveva saputo che sua sorella era malata. c'era stato un periodo in cui credeva di aspettare un bambino e lui si era allontanato con la scusa di dover tornare a Oslo per stare con sua madre. Janne era tutto il contrario ... erano stati insieme e non avevano fatto sesso, lui non ci aveva neanche provato, in lui vedeva quello che sarebbe potuto diventare un buon amico e sapeva che gli avrebbe voluto bene. Con Alexi era diverso. Quel ragazzo era una carica di ormoni che ti scaricava addosso appena ti vedeva. L'aveva conosciuta da meno di un minuto e si era già fatto baciare le guance, aveva passato tutta la notte a toccarle il sedere e, probabilmente, il giorno dopo avrebbe provato a scoparsela. E magari lei ci sarebbe anche stata perché nel vocalist lei non riusciva a individuare sentimenti, nessuna voglia di legarsi a qualcuno solo sesso, sesso e sesso.  Non sapeva perché ma provava attrazione verso le persone così. Aveva odiato a morte il suo ex quando l'aveva lasciata e lo odiava tutte le volte che pensava al fatto che per lui fosse solo sesso e che dopo tre mesi di relazione non le aveva mai detto "ti amo" eppure ora era di nuovo in quel turbine di sentimenti, come le onde che si infrangono inesorabilmente sulla spiaggia, lei aveva bisogno di una persona che la trattasse così. Ma Janne? Cosa pensava Janne? Lui in realtà non riusciva a pensare. Era sempre stato un ragazzo diffidente, raramente trovava qualcuno di cui fidarsi e, avendo conosciuto la ragazza da un solo giorno, non riusciva davvero a vedere oltre quello che stava succedendo. Le piaceva la sua presenza, sentiva che era una brava ragazza e non era una fan scatenata, probabilmente sarebbero diventati amici ... insomma, lei era carina anzi era decisamente bella, ma non era il suo tipo ... probabilmente era una di quelle ragazze che non vogliono una relazione seria e che cercano solo di divertirsi. Ma un po' gli dispiaceva, si era sentito geloso quando Alexi le aveva chiesto un bacio e quando le aveva appoggiato la testa sulle gambe si era sentito le guance avvampare, ora sentendo la sua risata così limpida e sincera sentiva dei brividi freddi salirgli lungo la schiena e aveva paura. Aveva paura di dire la cosa sbagliata o di parlare troppo, di sembrare scortese e di non farla sentire a casa. Voleva che si trovasse bene con lui ma non sapeva come fare.
****

Il profumo del cafè invase la stanza da letto e Janne si trovò a svegliarsi dolcemente sentendo il delicato aroma penetrare nelle narici, aprì lentamente gli occhi e si mise a sedere sistemandosi i lunghi capelli che gli ricadevano arruffati sul viso. Janika era di fronte a lui con un vassoio che conteneva una tazza della bevanda della quale adorava il profumo e pane di segale con salumi vari, una classica colazione finlandese che non vedeva dai tempi del liceo; La ragazza gli appoggiò il tutto sulle ginocchia:
- Avrai fame immagino -
Il tastierista sbadigliò:
- Sì, grazie mille, non dovevi ... che fine ha fatto il nano malefico? -
Avevano passato tutta la sera prima a chiamare Alexi con quel soprannome e a un certo punto lui si era stancato e aveva sbuffato pesantemente dicendo "Gesù dalle corna blu che palle che siete" provocando una risata generale che non sarebbe finita se non fosse stata interrotta dall'arrivo della pizza:
- E' andato via verso le otto, aveva un appuntamento -
- Ma tu hai mangiato? -
- Non faccio quasi mai colazione, tranquillo mangia, non sto cercando di avvelenarti per poi stuprarti, carbonizzarti e spargere le tue ceneri nel lago Bodom-
Il ragazzo annuì e sbadigliò di nuovo:
- Che ore sono? -
Janika guardò l'orologio sul display del cellulare:
- Sono le nove e un quarto -
Janne annuì ancora:
- Tanto non ho niente da fare oggi ... -
La ragazza attraversò la camera e si sedette sul letto accanto al tastierista:
- Hai la fidanzata? Oddio magari sei sposato e hai cinque figli -
Il ragazzo scoppiò a ridere cercando di non strozzarsi con il caffè :
- Assolutamente no! Non ho la ragazza e non sono sposato e no, a meno che io non lo sappia, non ho figli. Tu invece? Non hai il ragazzo? -
Lei scosse leggermente la testa:
- Era un norvegese .. ci siamo lasciati -
- Ah beh, capisco -
Si scambiarono un'occhiata divertita, entrambi sapevano che da secoli fra norvegesi e finlandesi non tirava una buon'aria, prima per motivi bellici e ora anche nel campo della musica; Nonostante in Finlandia ci fosse più Death-symphonic-power mentre la Norvegia era decisamente la patria del Black Metal. La ragazza riprese il discorso cercando di cambiare argomento:
- A parte suonare cosa fai nella vita? -
- Beh non ho molto tempo libero in realtà. Durante le pause per Natale e quella estiva mi piace leggere, ma in generale sono sempre molto impegnato con le mie band e sono sempre stanco morto. Tu suoni qualche strumento? -
Janika incrociò le gambe e si sistemò i capelli:
- Suonavo il pianoforte, una cosa come due o tre ore al giorno, poi quando mia sorella si è ammalata ho praticamente smesso; Suono ancora qualche volta quando me lo chiede -
Il tastierista annuì lentamente:
- Qual'è il tuo compositore preferito? -
- Adoro Chopin anche se Rachmaninov mi fa impazzire -
- Rachmaninov era pazzo di suo e suonarlo è una cosa psichedelica -
- Assolutamente sì! Invece a te chi piace suonare quando non suoni le tue canzoni? -
Janne si fermò a pensare per qualche secondo:
- Mozart e Beethoven, ma il mio preferito rimane Schumann. Perché hai iniziato a suonare proprio il pianoforte? Insomma non sembri proprio la classica ragazza che ama la musica classica -
- Beh oddio, ho iniziato a suonare quando avevo quattro anni. Allora non ascoltavo Death Metal. In ogni caso penso che sia sbagliato pensare che una ragazza o un ragazzo a cui piace il metal non possa ascoltare anche musica classica anche perché molte sonate vengono riprese dagli artisti che ascolto -
- Hai perfettamente ragione. Immagino che tu  non abbia una band -
Lei annuì:
- Facevo parte di una cover band ma ci siamo sciolti per incongruenza di pensieri, eravamo tutti completamente diversi -
- In che senso? -
- Nel senso che c'era il fattone, quello che voleva fare Hard Rock, quello che voleva fare Black Metal, la bassista ascoltava pop e io non avevo molto tempo per le prove, così ci siamo sciolti e ci siamo detti che ognuno sarebbe andato per la propria strada -
Janne spostò il vassoio vuoto sul comodino e si girò per vedere meglio la sua interlocutrice:
- E' una cosa triste, mi spiace -
Janika alzò le spalle indifferente:
- Non ci trovavamo bene insieme, è stato meglio così -
- Immagino di sì, se una band non condivide le stesse idee non è una band -
- Esatto -
Il telefono di Janika interruppe il silenzio e la ragazza si alzò per rispondere:
- Pronto, ciao mamma, ora arrivo così accompagno io Anja in ospedale -
- Va bene ti aspetto -
- A dopo, ciao -
- Ciao -
Chiuse la chiamata e si voltò verso il tastierista:
- Devo scappare, grazie di tutto, quando vuoi chiamami e vieni a casa mia, anche solo per un caffè -
Janne annuì:
- Però non ho il tuo numero -
- Oh, certo, che stupida, te lo scrivo -
Prese un foglio di carta e una penna che erano appoggiati sul tavolino e scrisse il numero dopodiché lo passò al ragazzo che le sorrise:
- Vuoi un passaggio? -
- No, tranquillo, mi vesto e vado -
- Ok -
Janika si rivestì in fretta e Janne l'accompagno alla porta:
- Allora chiamami quando vuoi  -
- Lo farò senz'altro -
La ragazza stava per andarsene quando l'altro le afferrò un braccio e le diede un bacio sulla guancia:
- Alla prossima -
Lei arrossì violentemente mentre lui lasciò la presa:
- Ok, ciao ... -
- Ciao -
Si allontanò e si diresse verso la strada principale che conduceva a casa sua.

*****

PERCHE' NON MI CAGA NESSUNO? Mi fa incazzare questa cosa. Io metto anima e corpo in quello che scrivo, a volte mi sveglio alle tre di notte per sviluppare le mie idee e nessuno le legge, nessuno fa anche solo una critica costruttiva. Lo so, probabilmente faccio schifo come scrittrice, forse se un vero scrittore dovesse leggere qualcosa di mio riderebbe e mi direbbe di darmi allo sport. Ma io amo scrivere. E continuerò a farlo anche se mi da fastidio vedere fanfiction con più di cento recensioni e con magari meno di dieci capitoli mentre io riesco ad averne una scarsa.
In ogni caso ringrazio tutte le persone che si fermano a leggere i miei deliri e che mi sostengono. Ho bisogno di voi. Grazie ai recensori.
D.
  
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