LUPUS
treno, smistamento e zii perduti
La
ragazza, seduta comodamente nello scompartimento numero otto del
binario nove e
tre quarti, osservava la luna che ormai era prossima
all’essere piena.
Era
sua abitudine, in quelle notti, chiudersi in una stanza isolata in modo
da non
fare male a nessuno; -Purtroppo...- pensò -... non posso
prendere la Pozione
Antilupo a causa della mia età, da quando hanno scoperto che
poteva causare
problemi nella formazione ossea dei licantropi sotto i diciassette anni
mio
padre mi ha vietato assolutamente di berla. Ma forse è
meglio così, mi hanno
riferito che ha un sapore orribile.-
Lily
accanto a lei stava osservando la sua nuova uniforme che aveva ancora
lo stemma
di Hogwarts con tutte e quattro le case; anche se presto sarebbe stato
sostituito da un solo scudo rappresentante della casa di appartenenza.
Ad
un certo punto un rumore distrasse le ragazze, un tredicenne con i
capelli
rossi e arruffati chiedeva se c’era posto anche per qualche
altro amico nello
scompartimento.
“Certo
che c’è posto Hugo! Vieni!”
Disse
Lily accanto a lei mentre la ragazza dagli occhi gialli faceva posto la
fratello, che in quell’occasione sfoggiava
un’acconciatura nera con i ciuffi
verdi.
Albus,
James, Rose e Teddy si misero nei posti di fronte ai ragazzi e la
Weasley prese
a parlare:
“Ehi
ragazzi, Lily e Soph ora ci diranno a che casa pensano di finire!
Dopotutto
tutti noi, tranne Albus che è Serpeverde, sono stati
smistati a Grifondoro, voi
non sarete da meno vero?”
“Per
la verità non saprei... penso che finirò nella
stessa casa di mio padre, oppure
al massimo in Corvonero...”
Disse
pensierosa Lily mentre Sophia prendeva parola:
“Io
spero solo di non essere Serpeverde!”
“EHI!”
disse Albus indignato “Noi Serpeverde non siamo tanto male!
Siamo solo...
fraintesi...”
“Si,
certo, fraintesi... come le acromantule, i thestral e i draghi di
Hagrid.”
Pronunciò
ironicamente il maggiore dei Lupin per poi essere seguito dalla
risposta del
serpeverde:
“Ah-ah. Apparte
che anche voi Grifondoro fate
la vostra buona dose di misfatti!”
Rose
appena sentì la parola “misfatti” si
animò come se avesse preso una scossa.
“Ragazzi,
ora che siete dei nostri c’è una cosa che dovete
conoscere! Anzi, due!”
“Ah,
e cosa dovremmo sapere?”
Disse
una scettica Lily.
“Le
fonti del nostro successo.”
Rispose
un convinto Ted.
“Esattamente!
Ecco qua!”
Disse
Rose mostrando alle nuove arrivate un logoro mantello e una vecchia
pergamena
tutta macchiata.
“Cosa
sono queste vecchie robe?”
Chiese
Sophia vedendoli.
“Vecchie
robe le ha chiamate lei... si vede che ancora non le sai apprezzare, ma
presto
cambierai idea, questo vale anche per te lily.”
Detto
questo Hugo si fece avanti e disse toccando la pergamena con la punta
della
bacchetta:
“Giuro solennemente di non avere buone
intenzioni.”
Improvvisamente
la mappa si cosparse di un inchiostro dal colore marrone-rossiccio che
si
delineò a formare un piccolo testo e dei disegni, come
quelli di una mappa.
A
quel
punto James, che era rimasto in disparte fino a quel momento lesse:
“Messer
Lunastorta, Codaliscia,
Felpato e Ramoso,
consiglieri
e alleati dei magici malfattori,
solo lieti di presentarvi:
LA
MAPPA DEL
MALANDRINO.”
“Questa
mappa mostra tutta Hogwarts, i passaggi segreti, le scorciatoie, la
posizione
di ogni persona, cosa fa, con chi, ogni minuto e ogni giorno.”
Disse
subito dopo il fratello Albus.
“Che
forza! Aspetta, ora che ci penso papa mi ha detto che il suo soprannome
è Lunastorta...
questo vuol dire che anche lui ha collaborato a fare questa mappa?! Mio
padre,
Remus J. Lupin, l’uomo più tranquillo del mondo,
insegnante di difesa contro le
arti oscure alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era un
malandrino?!”
“Esattamente,
questo vale anche per il tuo nonno paterno Lily e per Sirius Black, con
cui tu
ed io siamo imparentati Sophia, anche se è morto.”
Disse
Ted con espressione ghignante.
Ma
allora a Lily venne un dubbio:
“Ma
chi era Codaliscia?”
Sul
volto di tutti si dipinse un’espressione di disgusto e a quel
punto Albus
sospirò:
“Piter
Minus, non importa, era solo un traditore.”
Ci
fu un’imbarazzante silenzio per qualche secondo, poi Sophia
disse:
“E
invece quel mantello? A cosa serve?”
“Ah,
ora lo vedrai... indossalo!”
Disse
Hugo.
“Che?”
“Indossalo.”
La
rossa lo guardò per qualche secondo poi mise il mantello.
Lo
stupore nei suoi occhi non poteva essere maggiore, la parte inferiore
alla testa
del suo corpo era sparita.
“Ma,
come è possibile?”
“Questo,
mia cara sorellina, è un mantello
dell’invisibilità, non di quelli di zio
George che dopo un po’ ,per quanto siano ben fatti, perdono
efficacia, questo è
uno dei tre doni della morte, se lo passano di padre in figlio nella
famiglia
Potter ormai da secoli.”
Pronunciò
Teddy con l’aria di chi la sa lunga e deve spiegare qualcosa
a un bambino che
sa a stento parlare.
“Quindi
non perde mai efficacia! Forte, ma in che senso è uno dei
doni della morte? Non
vorrai dire che questo è il mantello del terzo
fratello!?”
“Esattamente
mia cara Lily,” disse James “è grazie a
questo mantello e alla mappa che
possiamo aggirarci per i corridoi senza problemi.”
“Ho
notato una cosa...” appuntò Sophia “qui
manca il passaggio dalla “Testa Di Porco”
a Hogwarts...”
“Perché
quello è un passaggio nuovo, la mappa non viene aggiornata
da quando mio nonno
e tuo padre andavano a Hogwarts.”
Spiegò
Albus con tono lievemente amareggiato.
“Perché non la aggiorniamo noi? Penso che se ci mettiamo d’impegno ce la facciamo!”
Disse
sophia
tutta eccitata all'idea.
Ma
la risposta del serpeverde non si fece attendere.
“Gli
incantesimi sono troppo complicati, e poi avranno
messo delle protezioni, forse delle parole
d’ordine...”
“Per
questo non ti preoccupare, ci penso io ad
estorcere le parole d’ordine o il modo per modificare la
mappa a mio padre. E per
gli incantesimi, beh, in qualche modo ce la faremo, magari potremmo
prendere
spunto dai loro...”
Tutti
ascoltarono la proposta della ragazza, poi
annuirono e ripresero a chiacchierare tra di loro, e qualche ora dopo
arrivarono
ad Hogwarts.
Il
castello era illuminato da torce che ne
permettevano la vista sin da lontano e le molte torri e torrette si
riflettevano sul lago, anch’esso illuminato.
“Primo
anno! Primo anno da questa parte!”
Un
grosso uomo torreggiava con la sua ingombrante
figura su tutti gli studenti, i capelli, che dovevano essere di un
colore molto
scuro solo pochi anni prima, erano brizzolati, proprio come la barba.
“Beh,
allora ciao, a dopo!”
Disse
Rose seguendo il gruppo nella sala grande.
Lily
e Sophia salirono su di una barca abbastanza
malmessa con uno studente piuttosto ombroso che non spicciò
parola per tutta la
traversata del Lago Nero.
Arrivati
a destinazione si spostarono in un corridoio
che doveva condurre alla sala grande.
-E
ora?- pensò Sophia agitata- spero di essere una
Grifondoro così farò felice papà, ma
se diventassi una Tassorosso Mamma
ne sarebbe entusiasta... ah, che casino!-
“Buongiorno,”
disse una voce roca, un po’ stanca ma
allegra, che vuole far mettere a proprio agio l’interlocutore
“io sono il
professor Remus John Lupin ed insegno Difesa Contro Le Arti Oscure
oltre ad
essere il responsabile della casa Grifondoro; adesso entrerete nella
sala
grande, dove avverrà la cerimonia dello smistamento e
verrete destinati ad una
casa. Le quattro case di Hogwarts, per chi non lo sapesse, sono:
Grifondoro,
Tassorosso, Corvonero e Serpeverde; per il tempo che passerete qui la
vostra
casa sarà la vostra famiglia. Per essa potrete, con buone
azioni oppure
dimostrando di aver studiato, guadagnare punti; mentre, al contrario,
se
compierete cattive azioni o infrangerete le regole ne farete perdere.
Ed ora se
volete seguirmi inizieremo a smistarvi.”
Il
lupo mannaro diede una rapida occhiata a Sophia e
poi accompagnò tutti dentro.
C’erano
quattro tavolate, con posate che Sophia
sperava ardentemente non fossero d’argento, molti volti li
scrutavano
avvicinarsi allo sgabello su cui era poggiato il Cappello Parlante,
vecchio e
logoro come sempre.
“Iniziamo”
disse Lupin con un rotolo di pergamena in
mano “ Bigwall Fasha...” dopo pochissimo il
cappello la assegnò a Serpeverde,
poi un’altra “Capet Eracline....
TASSOROSSO!” pronunciò il cappello parlante e
ancora una persona ed un’altra, fino ad arrivare a:
“Lupin Sophia!”
La
rossa si avvicinò lentamente al padre che le mise
il cappello in testa che le calò sopra gli occhi e
parlò con voce sveglia:
“Mia
cara, ma cosa abbiamo qui! Un bel cervello, senza
dubbio, e lealtà verso le persone care, ma anche coraggio,
voglia di dimostrare
di essere... beh, diciamo “abbastanza” giusto? Ah,
si, c’è desiderio di
grandezza, orgoglio per ciò che si è, al
contrario di tuo padre eh... beh,
direi che non staresti male in... GRIFONDORO!!!”
Tutti
applaudirono, la ragazza guardò il padre,
orgogliosa, e si mise seduta al tavolo del Grifondoro vicino a suo
fratello.
Toccò
al ragazzo che stava con loro nella barca “Ofblades
Jack... SERPEVERDE!”
Ma
i suoni apparivano ottavati, era troppo felice, ma
una voce, o meglio, un nome la dissolse dai suoi pensieri.
“Lily
Potter”
Disse
suo padre, la ragazza si sedette sopra lo
sgabello, dopo poco il cappello disse:
“GRIFONDORO!”
E
la ragazza si unì agli amici a tavola, ridendo e
scherzando passarono una buona parte della cena, ma ad un certo punto
saltò
fuori dal tavolo il fantasma di un ragazzo, era magro con il volto
coperto di
lentiggini, il corpo era integro a differenza di quello di molti
fantasmi, e i
suoi occhi erano molto vispi.
“Ciao
Fred, passata una bella estate?”
Chiese
a quel punto James che stava mangiando una
coscia di pollo al fantasma del Grifondoro.
“Splendidamente,
probabilmente la Dama Grigia mi
eviterà per tutto l’anno a causa dello scherzo che
le ho fatto davanti al Frate
Grasso, e in più Pix è ufficialmente ai miei
ordini, e dimmi, tu invece sai
qualcosa di mio fratello? O, ancora, hai visto mio nipote, vorrei
dargli un
saluto.”
“Oh,
lo zio George sta bene, gli affari ai Tiri Vispi
vanno bene, ma è sempre come se gli mancasse qualcosa, come
se fosse a metà,
non riesce nemmeno a evocare un Patronus...” il volto del
fantasma si rabbuiò,
ma i suoi pensieri furono interrotti da James che gli disse:
“In
ogni caso Fred Jr. è lì, in fondo al
tavolo.” Disse
indicando il posto, il fantasma non se lo fece ripetere due volte e
andò dal
nipote mancato.
Dopo
il banchetto ci fu un breve discorso della
preside McGranitt, che annunciò che a fine anno avrebbe
abbandonato l’incarico
e che presto ci sarebbe stata una grossa sorpresa per tutta la scuola.
Dopo
essersi ben rifocillati, gli studenti andarono
nei dormitori, Lily e gli altri salutarono Albus e Scorpius, che
nonostante la
lieve puzza sotto il naso, si poteva considerare un’amico, e
andarono nella
torre di Grifondoro.
La sala comune
era coperta di arazzi raffiguranti lo stemma della casa, la Signora
Grassa li
salutò dal buco del ritratto mentre i ragazzi si
abbandonarono sulle poltrone a
fare baldoria fino a notte tarda noncuranti delle lezioni che ci
sarebbero
state l’indomani.
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A.D.A.
Lo
so, aggiorno dopo più di un mese e ancora sono
viva! Il bello e che vi sto anche torturando scrivendo questa... cosa e
non mi
merito nemmeno le vostre lodi... un bacio, spero vi sia piaciuto il
capitolo,
dal prossimo entreremo nella storia...
Baci
diokoxkristof