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Autore: Chocolatewaffel    01/08/2012    1 recensioni
Per chi ha letto "Katharin Kimmel, una ragazza come tante" questa sarà semplicemente una riscrittura, più completa. In ogni caso spero che darete lo stesso un'occhiata veloce.
Tratto dal quinto capitolo: "TOM: tu pensi che io sia un egoista, insensibile, puttaniere senza cuore, vero? Beh sai una cosa. E' vero sono un egoista di merda però tu lo sei più di me, e sai perché? Perché quella che si ostina a farci soffrire entrambi sei TU! Quella che deve crescere sei TU! TU non io! Sei tu quella che deve superare quello schifo di passato per poter essere felice.. con me. CAZZO KIMMEL IO TI VOGLIO E TU VUOI ME! Perché devi creare altri problemi?
La voce della ragazza era resa insicura da un groppo alla gola, non voleva piangere lì, davanti a lui"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kat 3 BABOOM. Ed eccomi ritornata *partono i cori da stadio che mi elogiano*. Sì, ok, basta fantasticare. Vi lascio al nuovo, sì fa per dire, capitolo. Buona lettura.
                                                               
                                  
                                                                                                           
                                - E ora cosa faccio? -


"Irina?" La domanda lo colse un po' alla sprovvista. Non si aspettava che alla fine si sarebbe decisa a parlare di sua spontanea volontà. "Chi?... Ah, quella che non chiudeva la bocca neanche per dormire. Non so, ho perso i contatti. Dei vecchi tempi ci sentiamo solo con Andreas.. Te lo ricordi?"
E chi se lo dimenticava..


Erano passati due giorni da quando il professore di scienze li aveva affidato quel compito e quel giorno Irina era ancora a casa ammalata mentre Bill non si era fatto vedere, probabilmente era un problema di famiglia perché non c'era neanche Tom. In ogni caso lei era in mensa.. da sola.
Dopo aver girovagato un po' alla ricerca di un posto dove sedersi dovette accomodarsi al solito ultimo tavolo sulla sinistra, quello vicino al cassonetto della spazzatura che tutti snobbavano per ovvie ragioni. Insomma, come sempre solo che quel giorno non c'era il chiacchiericcio degli amici che le avrebbe alleviato un po' la sofferenza di dover sentire un simile tanfo. 

Era lì da una decina di minuti buoni quando un ragazzo biondo le si era parato di fronte con un sorrisone stampato in faccia e sempre con quel sorriso aveva iniziato uno sproloquio destinato a durare fino alla fine del pranzo.
 "ciao io sono Andreas, tu devi essere Katharin, giusto? Bill mi ha parlato molto di te, sai oggi non è potuto venire perché è dovuto andare a trovare la nonna che ha avuto un malessere, detto fra noi, è tutta una scusa per non venire a scuola.. Posso sedermi?"
"CERTO! .. uhm, cioè, sì certo accomodati pure.."

La rossa sorrise a quel dolce ricordo. "Certo, gli devo ancora un favore per essere venuto a salvarmi in mensa quel giorno in cui non c'eri"
Raccogli la palla al balzo Bill! "Giuuusto, allora ti andrebbe di venire a trovarci questa sera, ci sarà anche Andreas.." 
"Bill, io.."
Doveva riuscirci! Ne andava della suo orgoglio. "Avanti Kat, non puoi rifiutare, lo hai detto tu stessa che gli devi un favore e questo gli farebbe piacere!"
"Sì ma.."
"E poi, beh, nel caso ti annoiassi potrai anche andartene, nessuno te lo vieta."
"Ci manca! però vedi.."
"Ti pregooooooooooooooooooo. tra l'altro quasi sicuramente Tom non si farà neanche vedere dal tanto sta male e poi.."
"BILL!!!"
".. sì?"
"Ok". Sia chiaro lo faceva per Bill e Andreas, certamente non per rivedere Quel Coso.
"No ma dai! Kat uffa! passa almeno a fare un salt.. ok? ok.. OK!"
La ragazza in quel momento non era proprio riuscita a trattenersi dallo scoppiare a ridere nel vedere l'amico fare un sorriso a trentadue denti e alzare i pollici in segno di vittoria, proprio come quando aveva preso un 2 in matematica grazie alle sue ripetizioni. Non aveva mai faticato tanto per far capire concetti tanto semplici a qualcuno. La testa dura doveva essere nel DNA dei Kaulitz.
"Bene, allora a casa mia per le sei!"
"Ma sono le 6 meno dieci!"
"Ah... allora facciamo per le sette, ok? ok! Ciao Kat a dopo!"
Quando sorrideva era proprio tenero anche se, si era fatta incastrare alla grande.

L'ora seguente per Katharin era stata all'insegna dell'indecisione; come vestirsi? cosa dire? andare o chiamarli per avvertirli della sua mancanza? e qui sorgeva un altro problema perché non aveva chiesto a Bill il suo numero? e se Tom si fosse fatto vivo cosa avrebbe dovuto faredire? era educato scappare dalla finestra di una casa durante una rimpatriata fra amici? e se non lo fosse stato quale scusa avrebbe potuto usare per svignarsela? Andreas sarebbe stato contento di rivederla?
Insomma la sua testa era popolata da un'infinità di domande che le facevano venire un gran mal di testa.
Alla fine decise ad andare vestita nello stesso modo in cui era uscita nel pomeriggio, cercare di evitare di scappare e, nel caso fosse stato estremamente necessario, farlo dalla porta usando la scusa di aver lasciato la cena nel forno. L'idea non era proprio delle migliori però, era già meglio di niente.
Uscendo di casa non aveva potuto evitare di guardarsi allo specchio notando di essersi vestita in modo sobrio ma decisamente femminile.
Era stata proprio l'immagine che aveva visto nello specchio che ora la stava torturando impedendole di pensare ad altro se non al motivo, infantile, per cui aveva iniziato tempo addietro a vestirsi così.
Quella volta avrebbe dovuto vedersi con Bill a casa sua ma lui..

"è..è.. è ANDATO DAL PARRUCCHIERE!?!??!?!!??!?" Più o meno era quella la frase che aveva ripetuta per una decina di minuti lì, al freddo, col ragazzo per cui sbavava che la guardava abbastanza male.
"Sì, è quello che ho appena detto.."
"Uhm, sì certo, eheh.. eh.. eh..."
".."
".."
FRUSH FRUSH.. Il vento che soffiava come unico rumore.. FRUSH FRUSH.
"Senti, vuoi salire? Così almeno possiamo iniziare quella benedetta ricerca
"
FRUSH FRUSH
".. Kat?"
Sempre più FRUSH FRUSH
"KIMMEL!"
"Eh? uh! Sì certo.. FANTASTICO!". Il FRUSH FRUSH le aveva dato alla testa.

Occhi a palla, sguardo perplesso, bocca spalancata e punti interrogativi che troneggiava sulla sua testa. Ecco il ritratto di Tom in quel momento. "Sì, meraviglioso"
Come minimo gli sarà sembrata pazza, effettivamente quella volta un po' stordita lo era. Per essere sincere era sempre un po' impacciata quando so trovava con lui.
Il suo fisico da dietro toglieva tutte le parole, anzi, una la lasciava.
"meraviglioso.".                                                                                        "eh?"
" "eh" eh?"
 "EH?.. Uff, Cosa hai detto prima?"
" "meravigliosa", la vostra camera è davvero davvero graziosa"
"Ooooook, senti stranaamicanonhocapitoperqualeassurdomotivodimiofratello vado a prendere qualcosa da bere tu.. boh. Fai pure quello che ti pare"
Ed era stato proprio quel "qualcosa da bere" che dieci minuti si era versato sul suo maglione verde rancido inzuppandoglielo e costringendola a rimanere in canottiera.
A ripensarci ora aveva come l'impressione che da quel momento era cambiato qualcosa, o meglio Lui aveva iniziato a trattarla come una ragazza e non più come uno sfigatello di terza categoria.

"Tooooooomi! Kat è arriv.. Ciao Kat. Ehm Kat, p-peeerchè  sei in canottiera?"
"Ehi fratellino, finalmente ho capito perché siete amici. Sotto quei maglioni enormi e dai colori ehm.. un po' orrendi, si nasconde una ragazza davvero niente male. Che ne dici Kat?"
Sì, era stato decisamente quello il momento in cui aveva deciso di cambiare un po' e curarsi di più. Quel tanto che bastava per non sembrare una barbona, o meglio, quel tanto che bastava per essere considerata una donna da Tom Kaulitz, ricordato anche come l'oggetto dei suoi desideri più nascosti, ma neanche troppo bene.

DINDLON

Fortunatamente ad aprire erano andati Simone con il suo consorte. Diverse volte aveva avuto modo di parlare con quella signora e la considerava fantastica, niente a che vedere con sua madre. Inoltre cucinava delle frittelle fantastiche.

"Salve signori Kaulitz è un piacere riveder.."
La frase della rossa era stata stroncata da un abbraccio-stritolata da parte di una giovane donna conosciuta anche come Simone
"Cara è da una vita che non ci vediamo. Come sei cresciuta, e come ti sei fatta carina. Vero caro?". Che dolce Simone. Perchè quello scapestrato non aveva preso da lei?
"Certo amore, ora però lasciala respirare"
"Ma Gordon è da una vita che non la vediamo.."
"Sì, e se la soffochi questa sarà anche l'ultima volta che la vedremo in vita"
Lo sguardo leggermente severo del marito alla fine riuscì a convincere Simone a lasciare la presa dalla sua povera vittima che finalmente poteva ricominciare a respirare ed a tornare di un colorito roseo e non più blu.
"I ragazzi sono di sopra nella camera degli ospiti, vai pure"
"Ehm.. grazie Simone.. grazie Gordon"

I due sorrisero vedendo la ragazza salire lentamente, moooooolto lentamente, le scale.
"No scusa, ma perché ti ha ringraziato?"
Il marito alla domanda ingenua della sua adorata mogliettina, la quale non si accorgeva di quanto fossero pericolosi i suoi abbracci, sorrise intenerito scuotendo leggermente il capo, per poi avviarsi a guardare la tv in soggiorno, seguito subito dopo dalla moglie ancora confusa.

Ok, era ancora in tempo per scappare bastava scendere le scale, salutare i due coniugi e sgattaiolare via. Perfetto, stava per mettere in atto il suo piano quando una voce vagamene terrificante alle sue spalle la fece sussultare. "Ciao ragazza che è sparita senza lasciare neanche un cavolo di recapito telefonico e che ora mi intralcia il passaggio"
La ragazza aveva già preso fiato pronta per urlare quando lo stesso ragazzo le tappò la bocca, la sollevò e la trascinò nella camera degli ospiti.

 

Chiedo scusa a tutti quelli che seguivano la storia per il mostruoso ritardo e chiedo anche scusa in anticipo nel caso non potrò ripostare prima di settembre (vado al mare. Abbronzatura aspettami!). Comunque, spero che vi sia piaciuto. Bacioni.

 
Anna Kaulitz: Ehm, credo di essere un po' in ritardo.. perdono. *Si genuflette con enfasi sperando in un perdono*

  
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