Wow…
non ci credo, sono arrivata già al 3° chap? Eppure
non credevo di riuscirci
XDDDD
In
questo capitolo metterò alla prova i nostri cari 2
protagonisti con dei
problemi di vita verosimili…per poi riuscire a fare un
continuo più
interessante…
Ed
ecco qui i ringraziamenti vari
SHUN:
Grazie
per
tenermi su di morale… anche se continuo a pensare che
mettere GEOMETRIA in una
ff non è una fantastica idea XDDD… ciao, e grazie
_*nausicaa*_:
Ciao!
Grazie per
esserti sorbita i primi 2 chap della mia
ff. Spero di riuscire a farla più avvincente man mano che la
storia va avanti.
Ciao! E continua a seguirmi, ho bisogno di sostegno morale!
Gio93:
E’
inutile
che ti risponda, tanto possiamo parlare quando
vogliamo, comunque grazie lo stesso per la rec.
Isa:
Grazie
della
rec…Sasuke RIAPPARIRA’, non ti
preoccupare…
Ciao ciao!
Shine No
Kami: Grazie
per il
commento, anche se è un po’
cortino, mi aspettavo di più, ma non ti
preoccupare… bye!
Fede-chan:
Grazie
mille anche a
te. Si, in effetti Ginny ha una strana
personalità, ma in realtà è tutta
immersione nel personaggio. Io le faccio dire
quello che avrei detto io in quella situazione… eh eh
eh… grazie ancora, bye!
Ed Ecco
il new chap!
Buona lettura!
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Capitolo 3: Primi Problemi e Primi Ricordi
Cammino
felicemente per le strade di Konoha. Sulla testa, mentre risplende al
sole, sta
il MIO coprifronte.
Quel
vecchiaccio di Sarutobi mi stava aspettando nel suo studio
già pronto per
consegnarmelo. Non capirò mai come faceva a
saperlo…
Con un piccolo salto atterro sul tetto di casa mia, passando al setaccio tutto il circondario con lo sguardo: Kakashi non c’è.
Sarà a discutere con Gai da qualche parte. Come sempre del resto.
-Hey tu, ti spiacerebbe scendere?-
Una voce greve richiama la mia attenzione, e mi giro. E’ un ometto grassoccio e basso, con un buffo elmetto in testa.
-Che c’è?-
Salto giù dal tetto atterrandogli di fronte. MA E’ UN NANO! Giuro, è più basso di me, il ché è MOLTO strano. In confronto ad altri ragazzi della mia età io potrei sembrare 2 anni più giovane per la mia altezza… in poche parole: se io sono bassa, ‘sto ometto qua cosa dovrebbe essere?!
-Conosci per caso chi abita qui?-
* * *
Cavolo… in che razza di problemi si va a cacciare?! E poi, dove cavolo è finito, Kakashi?! Sono 10 minuti buoni che corro e non l’ho ancora avvistato…
Le
teste degli Hokage
osservano dall’alto Konoha.
PECCATO CHE IO NON SIA UNA DI QUELLE TESTE!!
Arrivo in prossimità del quartiere del Clan Aburame, ma neanche qui c’è traccia del ciuffo argenteo di Kakashi. Quando lo cerchi non c’è mai. Strano, eh?
Accidenti…
TAP TAP TAP
Tre salti veloci da un tetto all’altro ed eccomi di fronte all’edificio scolastico di questa mattina. Mi aveva accennato che lui sarebbe stato qui per qualche ora.
Arrivo sulla grondaia con un balzo agile e comincio a girare da finestra in finestra in cerca dell’Hatake.
Sto passando un’altra quando intravedo un riflesso conosciuto. Scivolo sulle tegole verdi provocandomi un terribile dolore al fondoschiena. Mi sporgo un poco per osservare nella stanza.
E’ LUI!
Tiro un calcio al vetro, frantumandolo. Cavolo, dopo devo anche pagarlo… Mi butto attraverso la finestra mentre Kakashi mi squadra perplesso, insieme ai tre ragazzini in sua compagnia.
-KAKASHI!!! CAVOLO, SONO 20 MINUTI CHE TI CERCO!!!- Grido con tutta la voce che ho, assordando i presenti, compresa me stessa.
-Ah… bhe, io te l’avevo detto che ero qui a scuola per qualche ora.- Dice lui, da santarellino. Si, lo so, è colpa mia che mi sono scordata, ma avevo bisogno di sfogarmi…
-C’è un grande problema! Un enorme e stratosferico problema!- Dico in fretta, cercando di minimizzare i fatti. E ripeto MINIMIZZARE.
-Che è successo?-
Prendo bene il fiato.
-Devono abbattere casa nostra. Dobbiamo trasferirci. E’ UN CASINO!-
-COSA?! E chi te l’ha detto?-
-Un addetto alla demolizione. Abbiamo un’ora di tempo per portare via la nostra roba, e poi la butteranno giù. Non ci sono possibilità. Dobbiamo sbrigarci!-
Il suo occhio color pece è spalancato, quasi paralizzato.
-Oh no…- Un sussurrò gli esce da sotto la maschera. –Bhe, allora andiamo. Ragazzi, mi dispiace, oggi non possiamo parlare… Venite domani mattina alle 4 alla radura degli allenamenti. E per consiglio… non mangiate.-
E in quattro e quattr’otto usciamo dalla finestra rotta diretti alla massima velocità verso casa. Prima di partire do un’ultima occhiata al terzetto di ragazzini. Uno è quello di stamattina. Sasuke, si chiamava? Poi c’è n’è uno biondo dallo sguardo beffardo e una ragazzina dai capelli rosa shocking. Neo diplomati.
Mentre, al seguito di Kakashi, saltello sui tetti di Konoha, penso a qualche buon posto dove saremmo potuti andare a stare… Non c’erano molte case disabitate nel villaggio della foglia. E avevamo bisogno di una casa ECONOMICA. Per le tasche di Kakashi, specifichiamo. Io non ho un soldo.
Ora che sono Genin potrò fare qualche missione per guadagnare qualcosa, ma prima è stato grazie all’Hatake che siamo sopravvissuti. Mi sento in dovere di aiutarlo, dopo tutto.
Atterriamo di fronte all’appartamento dove viviamo, dove ci sono personaggi sconosciuti che prendono delle misure.
-Cos’è questa storia? Per quale motivo dovete smantellare la casa?- Kakashi prende parola con il nanetto di prima. Quello alza il naso dai suoi appunti e si ci si avvicina.
Non mi va di ascoltare delle persone che discutono. Entro in casa, per racimolare la mia roba. Un paio di tute, scarpe da ginnastica, oggettini di poco conto che ho trovato in giro per Konoha, magliette mai messe, jeans e gli shuriken e i kunai. Butto tutto in un piccolo zainetto, e me lo metto sulle spalle.
Ormai quella casa cadeva a pezzi. Non era affatto sicura. Quegli addetti hanno proprio ragione ad abbatterla… MA NOI ADESSO DOVE ANDRAMO?!
Sbircio fuori dalla finestra. Kakashi sta ancora discutendo. Non cambierà mai. E’ troppo legato a questa casa per lasciarla…
Entro in camera sua e comincio a racimolare anche la sua roba in uno zaino trovato nell’armadio.
Vari giubbotti da Jonin verde scuro, una tuta da Anbu tutta consumata, le sue amate tute blu scuro da cui non si separa mai, e le sue armi. Osservo la foto sul suo comodino di fianco alla sveglia. E’ lui da piccolo, nel suo gruppo di tre elementi, con Yondaime. Anche a quell’età portava la maschera?! No, non è possibile. Ma quello è fissato! Metto con cura la cornice in una tasca esterna dello zaino e torno al lavoro.
Ci butto dentro tutta la collana dei suoi libri arancioni di “Come Come Paradise”. Non mi spiegherò mai come un maestro rispettabile e forte come lui abbia il coraggio di farsi vedere in giro a leggere questi stupidi libri…
Ormai non c’è più tempo. Do un’ultima occhiata in tutto l’appartamento per vedere se ho lasciato qualcosa di importante. Non sembra. Bene. E ora andiamo!
Esco velocemente dalla casa, scendendo le scale, e posando ai piedi di Kakashi, il suo zaino pieno.
-Io vado a cercare un’altra casa dove stare. Ormai non c’è possibilità, vero, di restare?- Gli chiedo, mentre lo guardo che osserva con sguardo triste l’edificio.
Lui gira il viso verso di me, scuotendo la testa in silenzio. Già, come pensavo.
-Bhe, su con la vita! Potremo trovarne una che non cade a pezzi… devi ammettere che, anche se piena di ricordi, è una casa in uno stato pietoso…-
Alzò la mano per battergliela sulla spalla, per consolarlo.
-Già… hai ragione…- Dice in un sussurro, facendomi un leggero e stanco sorriso. Mi dispiace per lui. Non riesco a vederlo in queste condizioni.
-Forza, andiamo a cercare un’altra casa. Non vorrai rimanere a vedere la casa che crolla, no?-
Gli afferro la mano, tirandolo. Guarda ancora quella casa da cui si scrostano le pareti esterne, e le tegole sono quasi del tutto assenti. Dopo tutto anche io sono dispiaciuta. Ricordo con piacere tutti quei bei momenti passati in quelle piccole stanze, tra allenamenti, pranzi e riposini pomeridiani…
-Andiamo…- Dico, riuscendo a smuoverlo. Lui mi fissa mentre camminiamo verso il centro di Konoha. Giro il viso verso di lui e sorrido allegra. Kakashi risponde al sorriso, ritrovando un po’ di serenità. Almeno sono riuscita a farlo star meglio. Almeno questo…
Mi raggiunge, camminandomi a fianco. Mi cinge le spalle con un braccio.
-Ok. Da oggi inizierà una nuova vita, Ginny-chan. Diamoci da fare come solo noi sappiamo fare!-
-Mi sembra logico, Kakashi-san. Non mi darò pace finchè non troveremo questa dannata abitazione.- Rispondo con tono sicuro.
Finalmente sorride apertamente, come solo lui sa fare.
-Verso l’infinito e oltre, allora!-
Oh mio dio. Non un'altra delle sue frasi, ti prego…
In pochi minuti arriviamo sulla strada principale, dove miriadi di stand del mercato sono brulicanti di clienti. No cerchiamo quello che organizza visite alle case disabitate. Che dovrebbe essere quello che ha meno persone a far la fila.
Dopo anni che sono qui, so perfettamente che le case non abitate sono dette “case fantasma”. Solo perché si dice che vi girino gli spiriti dei defunti padroni.
Eccolo là.
-Buon giorno. Posso esservi d’aiuto?-
Il commesso, se così si può chiamare, è un uomo abbastanza anziano, con lunghi baffi grigi che sfido chiunque a scommettere che non toccano per terra. Rughe molto marcate gli incorniciano la bocca, allargata in un piccolo sorriso, appena percepibile.
-Si. Avremmo bisogno di una casa. Possibilmente alla portata di tasche umili.-
-Avrei proprio una casa a poco prezzo, anche se molto grande e spaziosa. I defunti proprietari sono stati chiari nelle decisioni. Dissero che se avessero perduto la vita questa casa sarebbe dovuta essere stata venduta a prezzo veramente minimo.-
-Vediamola allora. Chi erano i proprietari?- Chiese Kakashi, al seguito del vecchio che aveva iniziato a farci strada verso la famosa abitazione.
-Era della famiglia del 4° Raikage del villaggio della nuvola, nel paese del fulmine. Ma, dopo che 4 anni fa l’intera famiglia che si era tramandata il titolo di Raikage è stata sterminata insieme all’intera popolazione del villaggio della nebbia, questa casa è rimasta disabitata. Pare che l’avessero comprata per passare dei periodi di relax lontano da casa…-
Fissai esterrefatta l’anziano signore. Un intero villaggio sterminato? Chi diavolo poteva essere stato?
-Ma, si sa il colpevole della strage?- Chiesi curiosa, ascoltando attentamente ogni particolare.
-Tutti dicono sia stato il fantomatico uccello-demone del tuono a 5 code. Eppure, come nella tradizione, il demone viene imprigionato dentro ai figli dei Reikage man mano che le generazioni vanno avanti, quindi è impossibile. Però si pensa che sia stato proprio quel demone, dato che il corpo della figlia non è mai stato ritrovato.-
Che storia tragica.
-Gli Hansen sono sempre stati degli ottimi Raikage.-
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Ben
tornati alle fantastiche cronache sella mia vita, lasciate un
commentino??
La
storia comincia a formarsi!! Evvai!