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Autore: imthebeststar    02/08/2012    17 recensioni
QUESTA STORIA LA STO RISCRIVENDO
La porta si chiuse di colpo dietro di me «Dobbiamo parlare» La voce calda e sexy di Zayn mi fece mancare l'aria. Lo guardai specchio, il suo respiro caldo mi solleticava il collo. Le sue mani possenti mi cinsero i fianchi, facendomi appoggiare contro il lavandino «Non sei andata a letto con lui» Non era una domanda, Zayn sapeva benissimo che avevo mentito.
Non dissi nulla, ormai non potevo continuare quella falsa. Decidi di arrendermi e Zayn si allontanò quel poco per permettermi di girarmi, non aveva ancora tolto le mani dai miei fianchi.
In pochi secondi mi trovai schiacciata grazie al suo corpo contro il muro, mentre la sua bocca mi baciava il collo.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo.
 
 
«Christine ti vuoi alzare?» riconobbi la voce di quell’isterica di mia madre, mi rigirai nel letto e sperai che si fosse arresa, «Mi sto innervosendo, alzati!» entrò in camera, iniziando a sbattere il tacco sul parquet. Sbuffando mi sedetti sul letto e la guardai, ancora assonata. «Oggi è il tuo primo giorno di scuola e scordati di essere tornata per non far nulla. È da una settimana che sei intanata in questa stanza!» continuò a urlare, facendomi venire mal di testa.
«Mi sto alzando, statti calma!» sbottai e mi alzai con l’incazzatura. Juliet non era in grado fare da madre e di certo non sapeva svegliare qualcuno in modo normale.
Brontolando andai in bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Tutto pur di non sentire più la voce assillante di quella donna. Mi stavo già pentendo di essere tornata.
Dopo una doccia veloce e iniziai a prepararmi per la scuola, indossando la divisa scolastica. Una cosa che odiavo più al mondo era la cravatta, fortuna vuole dovevo metterla obbligatoriamente per scuola.
Presi la tracolla e facendo la finta entusiasta andai in soggiorno, dopo trovai la mia bella famiglia riunita intenta a fare colazione, fu troppo e parlai «Da quanto si fa colazione tutti insieme?».
Mia madre mi fulminò con lo sguardo e sorrise subito dopo, «Christine, sono cambiate molte cose dalla tua partenza.» Non mi dire, avrei voluto rispondere.
Sorrisi falsamente e sentii il campanello dell’ascensore suonare, «Sei tornata?» Sobbalzai, sentendo la voce del mio fratellastro, non era cambiata per niente. Mi girai e osservai Harry, sempre bello come il sole. Rimasi in silenzio e lui continuò a parlare, «Perso la lingua?» c’era ostilità nelle sue parole. Potevo solo immaginare quanto odio provasse nei miei confronti.
«No, c’è sempre.».
Harry annuii, fissandomi «Vedo che il carattere è sempre lo stesso. Sempre la stessa Christine. Com’è andato il viaggio? Divertita? Sono state belle le tue chiamate, oh anche le cartoline!» Partì in quarta, aggredendomi. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
Presi fiato e lo fissai negli occhi «Non sono più la ragazza di tre anni fa.» ma ciò che dissi lo fece solo scoppiare a ridere, facendo aumentare il mio nervosismo.
«Quanto cazzo sei falsa!» sbottò, indicandomi «Sei scomparsa dalla sera alla mattina, nessuno oltre Niall sapeva nulla. Mi sono ritrovato una lettera sul letto in cui diceva che te ne andavi, senza potermi dire il motivo. Hai mai pensato al male che ci, mi hai fatto?».
Rimasi paralizzata, no non avevo mai pensato ai sentimenti degli altri, solo a me stessa. Non pensai mai che partire fosse la scelta peggiore di questo mondo, fui soltanto egoista. Decisi di rispondergli, senza sapere bene quali parole usare, ma Des parlò prima che io potessi farlo «Harry finiscila, preparatevi per andare a scuola senza litigare» prese le mie difese.
Non ascoltai altro e mi precipitai in ascensore, sperando solo che tutto quell’inferno finisse al più presto.
 
***
 
Mi guardai attorno, mentre vari studenti anziani mi riconobbero.
La scuola era sempre la stessa, non era cambiata di una virgola. Stessi professori, stesse bidelle, stessi studenti –escludendo le matricole-. Ma una cosa era cambiata, il comportamento delle persone nei miei confronti. Non ero affatto stupida e notavo le occhiatacce e l’indicarmi, odiavo tutto questo.
Finalmente arrivai in segreteria, così da poter ritirare il mio orario scolastico: «Salve, sono…».
«Christine Beker» La donna anziana mi guardò «E’ bello rivederla, anche se si cacciava fin troppo nei guai.».
Ridacchiai, «Spero che quest’anno non mi caccio in nessun guai» mi morsi il labbro e chiesi «Vorrei ritirare il mio orario scolastico.» La donna annuì e mi stampò il mio orario, sorridendomi.
Salutai la segretaria e guardai il numero del mio armadietto, «Merda» sussurrai, notando che di aver ricevuto il mio vecchio armadietto. Facendomi coraggio girai lungo il corridoio, arrivando quasi a destinazione quando notai l’intera comitiva davanti agli armadietti. Liam intendo a ripassare. Niall e Rox a parlare. Harry a discutere di non so cosa con Louis e Zayn a limonare la persona più odiosa che io conoscessi, Jennifer. La cosa più ripugnante era che stava sbattendo il corpo di quella vacca direttamente sul mio armadietto, che culo.
Incrociai le braccia davanti al petto e fissai i due ragazzi, intenti a scambiarsi effusioni, «Noi due non abbiamo finito di parlare!» esclamò il mio fratellastro indicandomi.
«La smetti di indicarmi e no non ho altro da dire.» Mi ritrovai tutti gli occhi puntati e con mia sfortuna anche quelli di Zayn e Jennifer. Detto quello Harry iniziò a urlare, dandomi contro, «Ma la finisci di urlare?».
«Chris sei davvero tu?» Niall mi si parò davanti, abbracciandomi. Quanto mi era mancato quel biondino. Lo strinsi forte e gli sorrisi, salutandolo. A poco a poco salutai tutti, vedendo nel volto dei miei –ex- amici molto stupore. Sicuramente non si sarebbero mai aspettati questo mio ritorno, nonostante Max abbia annunciato il mio rientro già da quando misi il primo piede fuori dall’aeroporto.
L’ultimo a rivolgermi la parola fu Zayn con la sua voce roca, «Pensavo non ritornassi più» deglutii e distolsi lo sguardo, andando al mio armadietto, lo aprii e presi i libri per le lezioni.
«Non ti vuole nessuno, ma nessuno ha coraggio nel dirtelo!» squittì Jennifer, affiancandomi.
Mi leccai le labbra e la guardai «Sai nessuno vuole vedere la tua faccia di merda, ma sai nessuno ha coraggio di dirtelo.» Chiusi in un tonfo l’armadietto e mi allontanai.
Quando girai l’angolo due un braccio mi fermò, «Dobbiamo parlare» disse a bassa voce, Zayn.
Mi divincolai dalla sua presa «Non abbiamo nulla di cui noi due dobbiamo confrontarci, quindi con permesso.» Cercai invano di andarmene, poiché mi bloccò nuovamente.
«Sai che ottengo tutto quello che voglio.» sussurrò piano al mio orecchio, lasciandomi andare.
Purtroppo ciò che disse era vero.
 
 
Pov. Zayn
 
Christine Beker.
La mia cara amichetta era tornata da Londra, ma che incredibile notizia.
Stupida ecco cos’era. Era sparita affinché io potessi pararle il culo, mentre lei viveva tranquillamente. Qui c’erano solo casini. Ma ora era qui e tutto era diverso, doveva sapere tutto ciò che successe a lui in questi tre anni.
Arrivai da Harry e lo guardai, stringendo con il braccio il libro della materia più noiosa al mondo: filosofia. «Perché non hai avvisato che era tornata?».
Il mio amico sospirò, guardandomi «Sono rientrato stamattina dalla vacanza, non sapevo nulla!» si difese.
Annuì e ricordai ciò che disse Harry appena la vide, «E a cosa stava alludendo prima?».
«Appena l’ho vista, stamattina, me la sono preso e l’ho tartassata di domande. Abbiamo diritto di sapere il perché delle sue azioni, ma a Christine non fotte un cazzo di nessuno. Pensa solo a se stessa» come il sottoscritto, pensai.
«Avrà i suoi motivi, lasciatela stare. Tutti quanti.» feci un sorrisino e mi dileguai, andando in classe dove per mia grandissima fortuna trovai la Beker seduta all’ultimo banco da sola. Perfetto.
Andai dritto da lei e mi sedetti al suo fianco, iniziando a osservarla, ma lei non mi notò minimamente. Fissava fuori dalla finestra, senza degnarsi di guardare chi avesse accanto. Sorrisi tra me e me, allungando una mano sulla sua coscia esposta. Da come ricordavo odiava essere toccata in quel modo.
«Togli le tue sporche manacce dalla mia gamba» sbottò, spostando immediatamente lo sguardo sul mio; rimase sorpresa da quello che i suoi occhi trovarono «M-Malik?» balbettò piano.
Mi morsi il labbro e tolsi la mano, appoggiando la testa su una mano «Mi è sempre piaciuto il tuo lato aggressivo» La vidi agitarsi sul posto e cercai di allentare la sua tensione «Su non guardarmi così, so di essere troppo sexy».
Sbarrò gli occhi «Cosa hai detto?».
Alzai le spalle indifferente, «Solo la verità!» esclamai, annuendo. Christine iniziò a ridere silenziosamente, distogliendo la visuale dalla mia, «Perché ridi?» le chiesi.
«L’ho sempre detto che l’erba ti fa male.» soffocò una risata, guardandomi e disse «E poi non sei così sexy.» La cazzata del secolo, pensai.
Continuai a guardarla male, quando finì di ridere dissi «Oggi alle quattro a casa mia.» subito si ribellò, dicendomi che non sarebbe mai venuta manco morta, «Io dico che verrai, siccome morirai dalla voglia di sapere cosa gli è successo.» dissi serio, fissando la professoressa. Christine non disse nulla, sbuffò soltanto.
Alla fine Zayn Malik vinceva sempre.
 
Continua…
 
*non posso inserire immagini*
 
Ecco il primo capitolo di questa storia, spero vi sia piaciuto.
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione, siete carinissimi
Continuate a seguire per scoprire tutto il mistero.
 
Mi lasciate una recensione?
Se volete cercarmi su twitter sono: @myloverismalik
Baci Valentine.
  
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