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Autore: Zayns quiff    03/08/2012    11 recensioni
Neanche la morte poteva distruggere il nostro amore..
Our love is the most worthwhile thing I've ever done.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Vegetare, stato vegetale ecco cosa sono ora un maledetto vegetale che non fa altro che starsene su questo maledetto letto senza dare un segno di vita.. sento soltanto voci lontane, rumori, ma non rie­sco a muovere un muscolo o a parlare o ad aprire gli occhi.
Tutto ciò che mi circonda è il bianco uno dei colori che non sopporto perché quando è tutto troppo bianco mi sembra vuoto e non posso far altro che colorare, riempire questo vuoto con qualcosa ma questa volta è diversa perché so che non posso colmarlo.
Non so quanto tempo è che sto qui su questo letto di ospedale a causa di una stupida macchina che mi ha preso sotto e poi cosa ho risolto? Niente! Sono andata a Londra per incontrare i One Direc­tion, l'ho fatto eppure ne mancava uno.. il più importante quindi è come se avessi compiuto il mio compito solo a metà e non è mai successo che non portassi a compimento un obbiettivo.
Ora però ho paura, paura di svegliarmi perché lo so già che appena aprirò questi occhi non ricorderò più nulla non saprò più chi sono Niall, Harry, Liam, Louis e lui Zayn non riconoscerò più le loro voci che mi hanno tirato fuori dalla depressione. Non saprò della loro esistenza ed una vita senza di loro non vale neanche la pena viverla.

 

 

«Credi si sveglierà mai?» sento una voce profonda sussurrare pochi passi più in là dal mio letto.
«Non lo so ormai è un mese e mezzo che è in questo stato.. però sono molto preoccupato» risponde un'altra persona con una voce molto musicale.
«I media non smettono di assillarci con tutte..»
«Che andassero pure a quel paese i media! Lei è una nostra fan, è colpa mia.. se non si fosse girata quando l'ho chiamata avrebbe visto l'auto arrivare» risponde con rabbia un ragazzo con uno strano accento irlandese.
«Niall smettila! Non è colpa di nessuno, è stato il destino»
«Odio il destino!» sento una porta sbattere e poi il silenzio.
«Andiamo a vedere» dice uno dei ragazzi e sento dei passi uscire dalla stanza così da lasciarmi pra­ticamente sola ed ecco che torna il mio paesaggio bianco, ma questa volta vedo qualcosa di strano.. tre ombre. Come i tre ragazzi che stavano nella mia stanza.

 

 

«Caitlin per favore svegliati» è una ragazza che mi prega di aprire gli occhi e magicamente un'altra ombra appare nel mio paesaggio bianco con delle forme più femminili.
La sento sfiorarmi la mano per poi andare via ed è proprio quando la porta sbatte che apro di colpo le mie palbebre.
Apro gli occhi. Provo a muovere un braccio, ma sento una fitta lancinante al polso. Voci lontane, ovattate.
«E' sveglia?»
«Si credo di si»
«Chiama i medici!»
Sono due ragazzi. Il primo è quello con lo strano accento irlandese, il secondo quello con la voce ar­moniosa.
Apro di nuovo gli occhi, l'aria puzza di disinfettante, mi fanno male i piedi, non riesco a muoverli. Mi trovo in un letto con le lenzuola bianche. Accanto a me c'è uno strano marchingegno che emette un segnale acustico, un suono metallico breve, che si ripete a intervalli regolari. Un tubo trasparente è conficcato nel mio braccio, ho sempre odiato gli aghi infatti l'altro capo è collegato ad una flebo appesa a un'asta di ferro.
Si apre improvvisamente la porta lasciando entrare due medici che mi analizzano.
«Quadro clinico?» domanda uno dei due.
«Sulla norma. Polso fasciato, lividi nel corpo e trauma del cranio passato. Bene Caitlin lei è fuori pericolo» mi domanda l'altro più alto con un sorriso.
A perché prima ero in pericolo di vita? Bene!
«C'è qualcosa che vorresti chiederci?»
«Una.. una sola cosa» domando con voce timida spaventandomi di quanto sia bassa «Chi sono?» i medici mi guardano con espressione sbalordita poi tornano a confabulare tra di loro qualche minuto. Dopo aver finito si girano, mi sorridono e spariscono lasciandomi sola con due ragazzi appoggiati al muro bianco dell'ospedale.
«Ciao!» mi saluta il biondino, quello con l'accento irlandese.
«Ciao..» rispondo.
«Te sei Caitlin» afferma l'altro ragazzo moro, quello con la voce armoniosa.
«Io sono Louis» si presenta il moro.
«E io Niall» risponde l'altro biondo.
«Vi prego non ditemi che siete i miei fanta genitori perché potrei avere una crisi di nervi» sussurro flebilmente.
«Vedo che l'umorismo non ti manca, buon segno» ride Niall sedendosi vicino al mio letto in una squallida sedia di ferro, Louis si avvicina ma preferisce rimanere in piedi.
«Voi sapete qualcosa di me?»
«No.. sappiamo solo che sei una nostra..» inizia Niall, ma l'amico gli da un calcio alla caviglia inti­mandolo di stare zitto.
«Amica acquisita da poco» finisce Louis per lui.
«Ah.. e da quanto ci conosciamo?» chiedo dubbiosa.
«Dal giorno del tuo incidente»
«Quindi sapete com'è andata»
«Si»
«Potete raccontarmelo per favore?» ci pensano un po' su ma poi anche il moretto si siede.
«Eravamo a Londra e stavamo parlando poi ad un certo punto ti ha chiamato tua madre dicendoti che dovevi tornare a casa, così stavi attraversando la strada quando ti sei distratta un'attimo così come il conducente di quel Taxi che ti ha preso sotto..» racconta tutto di un fiato.
«Quindi abito a Londra?»
«Ehm veramente no..» risponde Niall.
«E dove?» si guardano, ma in quel momento si apre la porta lasciando entrare una donna giovane e molto bella con i capelli rossi che le scendono fino la vita perfettamente lisci, un fisico perfetto per la sua età e degli occhi di un verde intenso.
«Tesoro!» urla abbracciandomi, ha un profumo di rosa.
«Tu saresti..?» chiedo imbarazzata.
«Allora è vero che non ricordi niente.. tranquilla ora c'è la mamma vicino a te» mia madre? No aspettate io avrò si e no diciassette anni e lei ha si e no trentasette anni quindi facendo qualche cal­colo veloce mi ha avuta a venti anni? Uao!
I due ragazzi si alzano salutando così rimango da sola con Lily mia madre a parlare un po' di me e scopro che la nostra famiglia è davvero come un film horror: mio padre è morto quando avevo dieci anni perché guidava ubriaco, mia sorella più grande di due anni se n'è andata da mia nonna in Cana­da quando aveva appena sedici anni e così siamo rimaste solo io e la mia mamma che prende dei farmaci contro delle crisi di nervi che spesso le vengono.
Forse era meglio che restavo nel coma almeno lì non dovevo affrontare una vita peggiore.
E così passò un altra settimana prima di poter tornare a casa, nel viaggio di ritorno cercavo di guar­dare fuori dal finestrino per trovare qualcosa di familiare che mi facesse ricordare, ma niente di niente.
La casa non è male.. un piccolo casolare in mezzo al verde forse papà doveva guadagnare molto perché dentro è davvero grande: un salone con un caminetto bellissimo, una cucina immensa che però credo non sia stata mai usata e al piano di sopra trovo la mia camera o almeno credo è dipinta di un blu cielo. Sulle pareti sono disegnati uccellini, farfalle e il mio armadio cabina è cosparso di poster di cinque ragazzi che non so chi siamo. Però riconosco il biondino e il moro che sono venuti a trovarmi all'ospedale, cerco di avvicinarmi ma arriva mia madre che mi prende e mi porta via.
«Questa è la camera di tua sorella» dice chiudendo la porta per poi condurmi ad un'altra camera an­cora più grande, mi sembra di trovarmi nella stanza di Hanna Montana nell'ultima stagione del tele­film.. è decisamente enorme con un letto matrimoniale, una cabina armadio immensa, un tappeto verde, dei divanetti, una tv al plasma e chissà che altre diavolerie ci sono!
Non pensavo avessimo tutti questi soldi.
«Non credere che siamo così ricchi...» dice la mamma come leggendomi nel pensiero «Questa casa millimetro per millimetro l'ha costruito tua nonna paterna lei si che ha i soldi ecco perché qui c'è tanto lusso, ma io non ho voluto mai accettare il suo denaro però tuo padre si era opposto dicendo a sua madre che la casa sarebbe il suo ultimo tentativo di interferire nelle nostre vite. Non le sono mai andata a genio io, però se non ci fosse lei che paga le bollette, il terreno e tutto saremmo già sul la­strico» sorride prima di lasciarmi da sola.
Mi siedo sul piccolo divano rosso completamente esausta.. in poco tempo ho praticamente rivissuto un'altra vita, la mia vita!
Squilla un telefono con una strana suoneria che mi perfora i timpani, lo cerco ovunque pero poi tro­varlo sopra la specchiera.
«Pronto?»
«Cait ciao sono Louis» il moro dell'ospedale?
«Hey! Come fai ad avere il mio numero?»
«Ehm.. me lo ha dato tua madre» dice poco convincente.
«Senti oggi è sabato e mi chiedevo cosa facevi sta sera»
«Credo niente.. non conosco o almeno riconosco nessuno qui»
«Perfetto allora vieni ad una festa con noi?» mi chiede euforico. Un appuntamento?
«Io e te..?»
«No no, vieni insieme a me, Niall e gli altri. Non li hai ancora conosciuti ma sono fantastici allora accetti?»
«Okay» mi farà bene divertirmi un po'.
«Grande! Ti passo a prendere verso le dieci» riattacca, poso l'Iphone ,un altro regalo di mia nonna credo, sul mobile e scendo di sotto verso la cucina dove mia madre cerca di cavarsela ai fornelli ma con scarso successo.
«Mamma chi sono i ragazzi nella camera di mia sorella? Due sembrano quelli che sono venuti a tro­varmi all'ospedale» dico sedendomi sul balcone della cucina sgranocchiando una carota.
«No ma che dici forse gli assomiglia un po', ma tranquilla non sono nessuno» risponde con un gesto di mano facendo bruciare tutto quello che sta friggendo in padella.
«Oh no che disastro!»
«Non sei così brava a cucinare allora» scoppio a ridere poi afferro il telefono e chiamo la pizzeria ordinando due pizze che arrivano dopo mezz'ora.
«Sta sera vado ad una festa.. va bene?» chiedo mentre stiamo sparecchiando.
«Una festa? Oh si anche io devo uscire, con chi vai?»
«Con Louis, Niall e altri ragazzi» sorrido, ma lei mi guarda di sbieco lasciando cadere un piatto a terra che va in frantumi.
«Cosa c'è?»
«Niente devo solo parlare con quei ragazzi quando arriveranno»
Torno in camera mia per cercare qualcosa da mettermi, apro l'armadio e rimango sorpresa da quanti vestiti ci sono e soprattutto quante scarpe! Sembra di essere su zalando.it !
Faccio un giro trovando poi un vestito blu notte con la gonna a palloncino così lo provo e devo dire che mi sta decisamente bene, stando all'ospedale sono dimagrita parecchio e credo di aver raggiunto il mio peso ideale.. inoltre il vestito va a pennello con i miei occhi verdi e i miei capelli color oro.
E ora tocca alle scarpe.. frugo tra le varie scarpiere trovando un paio rosa con i tacchi.
Prendo la borsetta ci metto dentro l'Iphone e scendo di sotto però sento dei rumori provenire dall porta d'ingresso così rallento e trovo mia madre che parla con Louis.
«Non voglio che le succeda qualcosa di nuovo.. E' venuta a Londra per cercare voi dannazione!» la sento urlare.
«Signora stia tranquilla con noi sarà in ottime mani» la rassicura, scendo salutando il mio accompa­gnatore che mi fa i complimenti per l'eleganza. Mia madre mi da un bacio e mi raccomanda di stare attenta e non fare tardi.
Percorriamo il vialetto in silenzio fino a raggiungere la sua Range Rover nera.
«Bella macchina» esclamo salendo a fatica visto quanto è alta.
«Grazie mille» partiamo velocemente così mi allaccio la cinta spaventata, sento gli occhi di Louis addosso e lo sento rallentare.
«Niall?» chiedo per smorzare il silenzio.
«E' già alla festa con gli altri»
«E quanto ancora è lontana questa festa?»
«Poco tranquilla» sorride e gli occhi azzurri gli si illuminano.
Percorriamo ancora altre curve, boschi, strade, e finalmente arriviamo davanti una villa enorme che risiede in capo ad una piccola collina con un parco enorme arriviamo fino in fondo e ammiro il vero lusso.
Macchine ovunque, una fontana enorme e musica e luci colorate che provengono dall'interno della casa.
«Uao!» esclamo, sento Louis sorridere soddisfatto.
«Bene ora possiamo scendere» dice dopo aver parcheggiato lontano dalla casa su un parcheggio enorme che stranamente mi è familiare. Esco dalla macchina con un piccolo salto per non rompere i tacchi e cerco di guardarmi intorno.. più catturo dettagli più sono sicura che qui ci sono già stata, mi giro per esprimere i miei dubbi a Lousi, ma lo vedo parlare con un ragazzo alto con un capelli leg­germente ricci.



  
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