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Autore: Thebrightsideofthemoon    03/08/2012    1 recensioni
Ron e Hermione: due universi paralleli che hanno continuato a gravitare alla stessa distanza per ben sette anni, senza incontrarsi mai. Due universi che sono destinati a convergere in uno solo, l'unico che possa garantire loro la felicità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo II
A new wake up.



“Hermione”. Ron la stava scuotendo con delicatezza per risvegliarla. Era quasi mezzogiorno e il treno per King’s Cross sarebbe partito dalla stazione di Hogsmeade di lì a un’ora.
“C-c-che cosa..? Oh, che ore sono?” Aveva  aperto gli occhi sul salone inondato dalla luce mattutina che entrava dai vetri delle finestre e non aveva potuto fare a meno di richiuderli.
“Mezzogiorno fra dieci minuti. Dormito bene?”
Nel dire questo aveva fatto apparire dal nulla una tazza di cappuccino fumante e una fetta di torta alla zucca.
“Alla faccia del quinto decreto di Gaunt sulla materializzazione del cibo. Tranquilla, era tutto poggiato lì, dietro di te, le ho soltanto fatte avvicinare con la magia. Il succo di zucca era finito, dovevi vedere con quanta foga ci si sono avventati su, stamattina a colazione!”
Hermione aveva sorseggiato il cappuccino. Bollente. E amaro.
“Oh, lo zucchero, pardon!”
Ed ecco che anche una bustina di zucchero bianco faceva capolino sul piattino dove era adagiata la tazza.
Svuotò la bustina nella tazza e fece il gesto di rimestarne il contenuto con la bacchetta a mezz’aria, poi continuò a parlare:
“Una bellissima giornata oggi. Sono tutti fuori, giù al lago. Harry è da Hagrid, non si vedevano da tanto. Con lui c’è anche Ginny: non si staccano più, ormai, solo per andare in bagno. Neville è con Luna di sopra a preparare i bauli” – si fermò un attimo, per poi riprendere una volta compreso il motivo della preoccupazione dipintasi sul volto di Hermione – “Tranquilla, ho già messo io via la tua roba. E’nel mio zaino. Non è stato per niente difficile, avevamo così poca di quella roba.”
Fece sparire le stoviglie sporche con un colpo di bacchetta non appena la ragazza ebbe finito di mangiare. Le fece un sorriso fugace che lei ricambiò, poi riprese di nuovo a parlare. Sembrava che non ce la facesse proprio a smettere, come se dovesse compensare i lunghi e profondi silenzi della serata precedente. Evidentemente voleva mostrarle la sua gratitudine per essergli stata accanto.
“Ecco, io volevo chiederti.. insomma, sarebbe un peccato con questo bel sole.. io..”
Hermione lo guardò in attesa.
“Non mi stai per chiedere di venire a giocare a Quidditch con te, vero?”
Ron avvampò, le orecchie scarlatte.
“Veramente volevo chiederti..be’, ecco, se avevi voglia di venire in un posto con me”
                                                                                                                           

     *



Ron e Hermione si erano lanciati giù a rotta di collo, prima per le scale della scuola e poi, di corsa, per il parco, superando masse vocianti di ragazzi del settimo anno. Ron la teneva per mano, trascinandola dietro di sé e voltandosi, di tanto in tanto, per sorriderle. Arrivato al lago si fermò, in contemplazione della distesa azzurrina d’acqua che si stagliava di fronte a loro. Inspirò a pieni polmoni, poi si voltò di nuovo verso Hermione e le indicò un albero, alla cui ombra si andarono a distendere. Restarono in silenzio per un po’, ad osservare le chiazze di luce che, filtrando attraverso la chioma degli alberi, andavano a danzare accanto a loro, sull’erba profumata.
“Grazie” – disse Ron all’improvviso, senza muovere un muscolo.
“Oh. Di nulla.. insomma, lo avrebbe fatto chiunque”
“No, non chiunque” – Ron si mise seduto e la guardò – “L’hai fatto tu.. e tu non sei chiunque.”
Hermione stava per rispondere, superando l’imbarazzo. Poi si mise a sedere anche lei e, improvvisamente, gli gettò le braccia al collo.
“Piccioncini! EHI, DICO A VOI DUE!”
La voce di Harry li riportò alla realtà. Si avvicinava, mano nella mano con Ginny. Appena gli fu vicino ricominciò a parlare:
“Il treno parte fra un quarto d’ora.. vogliamo andare?”
Non vi fu alcuna risposta. Ginny e Ron continuavano a scrutarsi, torvi.
“Allora anche tu!” esclamò lei, con aria di finta sorpresa – “Ronald Bilius Weasley scopre le magie dell’amour!
Ron arrossì violentemente; le sue orecchie avevano ormai assunto la stessa tonalità di colore dei capelli.
“Sta’ zitta, Ginny” – ribattè prontamente.
“E perché mai? Aspetta che lo sappiano Fred e George!”
Ginny ammutolì di colpo. Ron fece lo stesso. Non appena si fu resa conto della triste gaffe, due grossi lacrimoni le scesero giù per le guance. Distolse lo sguardo.
“Scusa, io.. è che non ci ho ancora fatto l’abitudine”
Ron balzò in piedi e la strinse a sé, protettivo.

   
 
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