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Autore: Beauty    04/08/2012    8 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è una mia personale rivisitazione de "La Bella e la Bestia", la mia favola preferita...
Catherine, diciottenne figlia di un mercante decaduto, per salvare il padre dalle grinfie di un misterioso essere incappucciato, accetta di prendere il suo posto. Ma quello che la ragazza non sa è che nelle vesti del lugubre e malvagio padrone di casa si cela un mostro, un ibrido mezzo uomo e mezzo animale. Col tempo, Catherine riuscirà a vedere oltre la mostruosità dell'essere che la tiene prigioniera, facendo breccia nel suo cuore...ma cosa succede se a turbare la felicità arrivano una matrigna crudele e un pretendente sadico e perverso?
Riuscirà il vero amore ad andare oltre le apparenze e a sconfiggere una maledizione del passato? E una bella fanciulla potrà davvero accettare l'amore di un mostro?
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mostro e la fanciulla'
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Catherine percorse la breve scalinata che la separava dal salone d’ingresso incespicando, lasciandosi alle spalle le fiamme che divoravano il corpo senza vita di Lady Julia. Voltò il capo, guardando dietro di sé: il fuoco si faceva sempre più alto, ormai aveva invaso tutto il corridoio. Catherine terminò di salire le scale in fretta, spalancando la porta in cima ai gradini, ritrovandosi nell’atrio, ormai sgombro dalla folla infuriata che lo aveva occupato fino a poco prima.

Inciampò nella gonna dell’abito, finendo in ginocchio a terra.

- Catherine!- soffiò Henry, sgranando gli occhi per il sollievo.

- Catherine, stai bene?- il mercante le corse incontro, aiutandola a rialzarsi da terra.

La ragazza fece per rispondere, ma una scarica di colpi di tosse dovuti al fumo la costrinse a riprendere più volte fiato, prima di riuscire a dire alcunché.

- Lady…Lady Julia…- ansimò alla fine.- Lady Julia è morta…

- Morta?- il mercante sgranò gli occhi.

- Strega…- borbottò Rosalie.

- Henry!- esclamò Catherine, vedendo il corpo sanguinante del fratello disteso sul pavimento. Gli si avvicinò di corsa, inginocchiandosi accanto a lui.- Henry, che hai fatto? Cosa ti è successo?

- Io…- il giovane gettò qualche colpo di tosse.- Mi dispiace tanto, Cathy…- sussurrò.- Mi dispiace, sono stato un idiota, non…

Catherine gli passò brevemente le dita fra i capelli biondi.

- Non…non ha importanza, adesso…- disse.- Ora l’importante è che tu ti riprenda, al resto penseremo dopo…Ma chi ti ha ridotto così?

- L-lord…William…- annaspò Henry.

- Lord William?!- Catherine ritornò improvvisamente alla realtà, ma non riusciva a capire. Era convinta che l’intero villaggio fosse entrato al castello, ma il salone era deserto, benché presentasse segni inconfutabili di un saccheggio.- Constance, ma dove sono tutti?

- Tuo fratello ha smascherato Lord William, Cathy…- disse la donna, continuando a tamponare il sangue delle ferite di Henry.

- E’ stato lui, Cathy…- fece il giovane.- Ti ricordi di tutti quegli uomini uccisi? E’ stato Lord William…

- Quando l’ha scoperto, la folla s’è rivoltata contro di lui - aggiunse Ernest.- Ora ci sono due uomini ad ogni porta, mentre gli altri stanno tornando al villaggio per avvisare la polizia…

- E lui dov’è?

- E’ riuscito a scappare, si è nascosto al piano di sopra - fece Peter.

Catherine sussultò.

Adrian…

- Dov’è Adrian?- chiese con furia, mentre la voce le si incrinava.

- Non lo sappiamo…- disse Peter.- Stavamo per andare a cercare te e lui, ma…

La ragazza scattò in piedi.

- Qualcuno rimanga qui con Henry - disse.- Per favore, aiutatemi a trovarlo…lui…Lord William potrebbe…

Catherine venne interrotta da un tonfo sordo. Tutti si voltarono in direzione del rumore: l’incendio era giunto fino all’atrio, e ora le fiamme avevano fatto crollare alcune tende da una finestra.

- Oh mio Dio!- esclamò Lydia, portandosi una mano al cuore.

- Sbrighiamoci, prima che bruci tutto!- saltò su Constance.- Peter, corri al pozzo a prendere dell’acqua! E anche tu, brutto vecchio sfaticato, muovi quelle gambe ossute e fa qualcosa! Voi - si rivolse al mercante.- Aiutatemi a contenere quelle fiamme! Servono delle coperte, nello sgabuzzino!

- Andiamo noi!- disse Rosalie, trascinando Lydia per mano.

Catherine ansimò, rimanendo a guardare per un istante le fiamme. Avrebbe dovuto aiutare a spegnerle, ma…Dio, Lord William era ancora a piede libero, e Adrian era da solo, disarmato contro di lui…

Constance e suo padre avevano altre persone ad aiutarli, avrebbero fatto anche a meno di lei. C’era qualcun altro, invece, che aveva bisogno del suo aiuto…

Si rese conto di avere ancora in mano il pugnale di Lady Julia. Lo strinse con vigore, quindi si voltò di scatto e prese a salire di corsa le scale. Svoltò a destra, aprendo la prima porta che trovò ed entrandovici. Fece appena in tempo a sentire l’esclamazione di sorpresa e sgomento di suo padre, prima di richiudere la porta alle sue spalle.

Si ritrovò da sola all’inizio di un lungo corridoio immerso nella semioscurità. Non si sentiva nulla, nemmeno il più piccolo rumore. Catherine mosse qualche passo, guardinga. Lord William poteva essere dovunque, poteva tenderle un’imboscata così come aveva fatto Lady Julia.

Tese l’orecchio, ascoltando anche il minimo scricchiolio. Quando fu certa che non ci fosse nessuno, iniziò a percorrere velocemente il corridoio, sperando che non fosse troppo tardi.

 

***

 

Lord William sfondò una porta con un calcio, brandendo il pugnale.

Nessuno.

Una smorfia di rabbia passò sul suo volto sfregiato.

- Dove diavolo ti sei nascosto, mostro?- sibilò, sfondando un’altra porta. Ancora niente.

Ad ogni fallimento, la sua furia aumentava, il desiderio di ammazzare quella bestia si faceva sempre più forte. Sentiva di nuovo quel fuoco che lo ardeva, ma non era più la passione per Catherine. Ora era solo sete di vendetta.

Scorse una piccola luce che filtrava da sotto una porta chiusa. Sogghignò con aria folle.

Ti ho trovato, finalmente…

Senza indugiare oltre, sferrò un violento calcio contro il legno della porta, che si spalancò di colpo.

Adrian era seduto sul letto della sua stanza, chino, con i gomiti poggiati sulle gambe e lo sguardo fisso sulle sue mani mostruose. Sollevò appena il capo per vedere chi fosse entrato, ma subito tornò a fissarsi le mani.

Si sarebbe aspettato un’intera folla pronta a linciarlo, e invece c’era soltanto un uomo con un pugnale. Adrian riconobbe vagamente il giovane che aveva sfigurato durante il matrimonio di Catherine, ma non diede molta importanza a questo fatto. L’unica cosa che sperava era che quell’uomo, chiunque fosse, la facesse finita in fretta.

Non si era mai arreso di fronte a nulla, nemmeno quando Lady Julia gli aveva lanciato quella maledizione, ma ora non sentiva più di farcela a combattere. Era tutto finito. Ormai non aveva più possibilità di tornare normale, e con quell’aspetto mostruoso Catherine non l’avrebbe mai amato. E senza di lei, tanto valeva morire.

Lord William digrignò i denti. Quel mostro l’aveva visto, e allora? Perché non reagiva? Perché non

lo attaccava, perché non cercava di difendersi?

Avanzò di qualche passo, brandendo il pugnale.

- E allora?- ringhiò, avvicinandosi sempre di più a lui.- Che cosa intendi fare, eh, mostro?

Adrian non rispose, né fece nulla, senza nemmeno guardarlo.

Lord William lanciò un urlo di rabbia, tirando un calcio ad un pezzo di mobile poggiato sul pavimento.

- Tu la ami, non è vero, mostro?- sibilò.- La ami, vero? Sei innamorato di Catherine…e hai deciso di portarmela via. Lei doveva essere mia…mia! Doveva essere solo mia, e tu me l’hai portata via, mi hai sfigurato, mi hai fatto diventare orribile come te!- urlò Lord William.- E me la pagherai…

Con un gesto veloce, afferrò Adrian per il mantello e lo scaraventò a terra. Il mostro emise un gemito soffocato, tentando di rialzarsi, ma non dava segno di voler reagire.

- Alzati!- urlò Lord William.- Alzati e combatti!

Gli sferrò un violento calcio nello stomaco. Adrian gemette di dolore, ma non fece nulla per fronteggiarlo.

Lord William digrignò i denti. Non voleva vincere così, la sua vendetta sarebbe stata troppo semplice, ma quell’animale non voleva combattere!

Meglio farla finita in fretta…

Afferrò Adrian per il collo del mantello, costringendolo a mettersi in ginocchio e a piegare il capo all’indietro, scoprendo la gola. Lord William si chinò su di lui, premendogli la lama del pugnale contro la giugulare.

- Sarò l’ultima cosa che vedrai prima di morire, mostro…- sibilò.- Dirò alla tua puttana che la ami…Addio!

 

***

 

Catherine si fermò di colpo di fronte alla porta sfondata della biblioteca. Adrian non c’era, ma nulla all’interno era stato toccato, segno che Lord William non aveva trovato il padrone. La ragazza riprese la sua corsa, scorgendo una luce accesa poco distante.

La stanza da cui proveniva era aperta, ma all’interno non si udiva nulla.

Catherine la raggiunse di corsa, fermandosi sulla soglia. Vide Lord William tenere un coltello puntato alla gola di Adrian, con un’espressione di ferocia folle sul volto sfigurato.

- Adrian!- gridò la ragazza, come se le parole le uscissero spontaneamente dalla bocca.

Il mostro sgranò gli occhi, alla vista di Catherine. Allora era tornata! Era tornata da lui!

Lord William voltò di scatto il capo.

- Tu!- ringhiò, allontanando un poco il pugnale dalla gola del mostro.

Approfittando dell’attimo di distrazione di Lord William, Adrian gli afferrò il polso, scaraventandolo sul pavimento, sopra i resti dei mobili e dei cocci di vetro.

Lord William gridò, ma Adrian gli fu subito sopra, strappandogli il pugnale di mano. Il giovane si riprese immediatamente, sferrando un pugno sul volto mostruoso del padrone. Con uno spintone ribaltò le posizioni, e Adrian si ritrovò con la schiena premuta contro il pavimento, mentre Lord William aveva riafferrato il pugnale.

Sollevò la lama con un ghigno, pronto ad affondare.

Catherine si gettò sopra di lui, cercando di colpirlo con il proprio coltello. La ragazza lo afferrò per le spalle, graffiandolo attraverso una manica della giacca. Lord William ringhiò, liberandosi di lei con una spinta così forte da farla cadere a terra.

Adrian ancora una volta non perse l’occasione, e spinse via Lord William da sé, mandandolo a cozzare contro il muro. Il giovane gemette, cercando di rimettersi in piedi. Il padrone si rialzò, tendendo una mano a Catherine.

- Stai bene?- ansimò, tirandola su.

Una risata beffarda di Lord William non le diede il tempo di rispondere. Adrian si voltò a guardare il giovane, che si stava reggendo alla parete mentre si rialzava. Il mostro si pose sulla difensiva: ora che Catherine era tornata, sentiva che tutte le sue energie avevano fatto ritorno insieme a lei, era come se una nuova forza si fosse impadronita di lui.

- Ma che bello…un bel romanzetto rosa…- ghignò Lord William, stringendo il pugnale.- Avresti potuto avere me, puttanella!- ringhiò, rivolto a Catherine.- Avresti potuto avere il meglio, e invece hai preferito le schifose carezze di un mostro. Bene, siccome siete tanto innamorati, farò in modo che possiate stare insieme…nell’aldilà!

Lord William si avventò su Catherine, brandendo il pugnale.

- No!

Adrian spinse di lato la ragazza, ma non riuscì a fermare l’attacco del giovane. Lord William affondò il colpo, e la lama trapassò Adrian all’altezza del fianco. Il mostro ruggì di dolore, afferrando il polso dell’avversario. Con un unico, veloce gesto, fece in modo che Lord William estraesse il coltello dalla sua carne, quindi lo afferrò per le spalle, spingendolo contro la finestra. L’avversario si aggrappò al mantello del mostro, tirandolo con sé mentre finiva con il dorso disteso sul davanzale in pietra della finestra. Gettò un’occhiata verso il basso: le estremità appuntite del grande cancello in ferro battuto luccicavano nel buio.

Lord William brandì nuovamente il coltello, ma Adrian lo disarmò con uno scossone al braccio. Afferrò il giovane per la gola, spingendogli la testa al di fuori della finestra.

Gli occhi dei due s’incontrarono per un istante che parve eterno.

Catherine si rialzò a fatica dal pavimento, guardando la scena con il fiato mozzato. Adrian ansimò, mentre sulle labbra di Lord William si disegnava il solito ghigno.

- Direi…direi che hai vinto, mostro…- annaspò.- Hai vinto. Su coraggio: ammazzami!

Era una richiesta, pensò Adrian. Lord William gli stava concedendo la vittoria, e nel contempo gli permetteva di porre fine alla sua vita, in quanto vincitore, come nei tornei fra gladiatori nella Roma degli imperatori.

Il mostro lo fissò per un altro interminabile istante, quindi, lentamente, sciolse la presa dalla sua gola. Lord William tornò a respirare, mentre Adrian si spostava da lui, permettendogli di riprendere la posizione eretta. Il padrone lo afferrò per il bavero della camicia, guardandolo negli occhi.

- Vattene!- sibilò.- Vattene via da qui, non farti mai più vedere. Lasciaci in pace, lascia in pace Catherine, e non tornare mai più.

Lord William ghignò nuovamente, quindi annuì con lentezza. Adrian lo lasciò andare, voltandogli le spalle, iniziando ad avanzare barcollando in direzione di Catherine.

La ragazza stava per gettargli le braccia al collo, quando vide Lord William che, con il suo solito ghigno, si chinava di scatto a raccogliere il pugnale, pronto a colpire il mostro alle spalle.

- Attento!- strillò la ragazza.

Adrian si voltò di scatto, solo per vedere la lama del pugnale incombere su di lui. Con un gesto rapido, Catherine prese il proprio coltello e lo passò ad Adrian, che lo afferrò al volo. Il mostro affondò il pugnale nella carne dell’avversario. Lasciò il manico, allontanandosi di qualche passo.

Lord William tossì, e dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue. Portò una mano al pugnale piantato nel proprio fegato, estraendolo con una smorfia.

Barcollò all’indietro. Catherine lo vide incespicare in un’asse smossa, quindi cadere di schiena fuori dalla finestra. Lord William urlò, precipitando nel vuoto. L’urlo cessò quando il corpo del giovane venne trapassato da una punta acuminata del cancello, che gli perforò la colonna vertebrale e lo stomaco. Lord William rimase in quella posizione, a mezz’aria con la testa e le braccia reclinate indietro, le gambe molli, con la bocca spalancata in un urlo e gli occhi sbarrati ormai senza vita.

I secondi che seguirono parvero durare anni.

Catherine ansimò, passandosi una mano fra i capelli. Adrian gettò un’occhiata alla finestra, quindi si volse verso la ragazza. Catherine non ne era sicura, ma le parve quasi che il mostro stesse sorridendo impercettibilmente, e che avesse quasi aperto le braccia in una muta richiesta di un abbraccio cui la fanciulla non tardò a rispondere.

Si gettò fra le braccia del padrone, stringendolo a sé come se temesse di vederlo scomparire da un momento all’altro.

- C-Catherine…- soffiò il mostro, ricambiando l’abbraccio.

Catherine lo sentì gemere impercettibilmente di dolore. Si allontanò un poco, guardandolo negli occhi. Adrian gemette nuovamente, abbassando lo sguardo e portandosi una mano al fianco. La ragazza riconobbe una chiazza di sangue sulla camicia nera.

Catherine sgranò gli occhi; fece per dire qualcosa, ma Adrian glielo impedì.

Le prese il capo fra le mani artigliate, cominciando ad accarezzarla, attento a non farle male. Le posò diversi baci sul viso, sulle guance, sugli occhi, sui capelli.

- Catherine…- sussurrò sorridendo, posando una guancia sui capelli corvini della ragazza.- Catherine, tu…tu sei tornata…

Sembrava non importargliene niente del fatto che fosse ferito, che stesse male. La ragazza, invece, si sentì salire le lacrime agli occhi.

- Adrian…- mormorò, con disperazione.- Adrian, tu…sei ferito, dobbiamo…

Il mostro emise un altro gemito, e le ginocchia non lo ressero. La ragazza lo sostenne per la vita, aiutandolo a distendersi sul pavimento. Gli tenne un braccio intorno alle spalle, mentre il mostro poggiava il capo contro una sua spalla. Continuava a sorridere, sembrava non accorgersi di nulla, eppure era chiaro come il sole che stava male.

Catherine guardò la ferita: Dio mio, era così profonda! E continuava a sanguinare!

Cercando di tenere a freno le lacrime, la ragazza strappò un abbondante pezzo del suo abito, premendo la stoffa contro la ferita in modo da fermare il sangue.

- Aspettami qui!- disse, con la voce rotta.- Adrian, dobbiamo chiamare qualcuno…hai bisogno di un medico…

- No…- gemette il padrone.

- Fammi solo avvertire gli altri, manderò Peter o mio padre a cercare un medico, ma tu ora…

- No!- fece il mostro, con più forza. La trattenne per un braccio.- No, ti prego…resta…resta con me…

Catherine avrebbe voluto obiettare, ma quella richiesta così disperata, proprio nel momento in cui Adrian stava morendo, le tolse ogni capacità di resistenza. Iniziò a piangere, tenendo fra le braccia il mostro e chinandosi lievemente su di lui, in modo da avvicinare il proprio viso al suo.

- Mi dispiace tanto, Adrian…- singhiozzò.- E’ solo colpa mia…ho cercato di avvisarti, non ce l’ho fatta…è colpa mia se ti hanno ferito…

- Shhht…- sussurrò dolcemente il padrone, senza smettere di guardarla.- Non dire così, non è vero…

- Perdonami…- disse Catherine, chiudendo gli occhi nel vano tentativo di frenare le lacrime.- Perdonami, se solo…se solo non mi fossi comportata come una stupida…se solo avessi capito prima che…

Si bloccò; era inutile piangere e rimuginare su quello che sarebbe potuto essere, ma proprio non riusciva ad impedirselo, ora che Adrian stava morendo, ora che sapeva che l’avrebbe perso per sempre…

- Sì - disse d’un tratto, con la voce ferma, guardandolo negli occhi.

- C-come?- ansimò il mostro, non capendo.

- La mia risposta è sì - Catherine si sforzò di sorridere, accarezzando lievemente il volto ibrido di Adrian.- Voglio sposarti, Adrian.

Il padrone sorrise, chiudendo gli occhi per un istante, per poi tornare a guardare la ragazza. Non voleva perdere nemmeno un attimo di lei, sapendo che, ora che stava per morire, non l’avrebbe più rivista.

- Ti prego, non morire…- sussurrò Catherine, con la voce rotta.- Promettimi che starai bene…promettimi che guarirai, che vivrai per me…ti prego, Adrian, fallo per me…- ricominciò a piangere.- Non puoi lasciarmi…non puoi lasciarmi proprio adesso che…

Non riuscì a terminare la frase, scossa dai singhiozzi.

Adrian non rispose, ma continuò a sorridere. Sollevò lentamente una mano artigliata, sfiorandole una guancia e delle ciocche dei capelli corvini.

- Grazie, Catherine…- soffiò.- Grazie per essere riuscita a cambiarmi…grazie per aver portato un po’ di luce nella mia vita, grazie per avermi fatto innamorare di te…Grazie per essere tornata. Non avrei potuto desiderare altro, prima di morire…ho potuto vederti…per…l’ultima…volta…

Il mostro abbassò la mano; Catherine lo vide poggiare il capo contro la sua spalla, quindi chiudere gli occhi, per non riaprirli più.

- No!- singhiozzò la ragazza, stringendosi più a lui.- No…Adrian…ti prego, dimmi qualcosa…ti prego, apri gli occhi…Adrian…no…- Catherine affondò il volto nell’incavo fra il suo collo e la spalla, stringendolo di più a sé.- Adrian…non lasciarmi…ti prego, non lasciarmi…

Iniziò a cullarlo piano, molto lentamente, cercando di sentirsi più vicina a lui. Non poteva essere accaduto per davvero…Adrian non poteva davvero essere morto…L’aveva perso per sempre, non avrebbe mai più rivisto quegli occhi azzurri, non avrebbe mai più potuto stare con lui, proprio adesso che aveva capito che…

Sollevò il viso rigato dalle lacrime, guardando il volto mostruoso e immobile di Adrian. Lo accarezzò lievemente, tracciando tutto il suo profilo.

- Ti amo…- sussurrò, chinandosi su di lui e posandogli un lieve e dolce bacio sulle labbra.

Lo strinse ancora di più a sé, riprendendo a singhiozzare.

D’un tratto, una brezza leggera iniziò a soffiare nella stanza. Catherine non ci badò, nemmeno se ne accorse, ma quel che era certo era che quel venticello fresco non proveniva dall’esterno del castello. La brezza iniziò a scompigliare impercettibilmente i capelli della ragazza, insinuandosi fra lei e il mostro. Solo in quel momento Catherine se ne accorse, e sollevò piano il capo.

In lontananza, le parve di udire il suono di una voce calda e dolce, una voce femminile dal timbro chiaro e rassicurante.

La voce di sua madre.

Ricorda che l’amore è come una magia. E’ in grado di affrontare qualunque cosa, di sconfiggere ogni avversità. L’amore è persino più forte della morte.

Catherine fece appena in tempo ad udire le parole di Lady Elizabeth che la sua voce era già sparita, e con essa anche quella brezza leggera. La ragazza tornò a guardare il corpo del mostro: la chiazza di sangue era sparita!

Adrian gemette. Catherine sentì un tuffo al cuore, mentre sul volto ibrido del mostro tornava la vita, e quegli occhi azzurri si aprivano ancora una volta per guardarla con amore.

Adrian si sollevò a sedere, apparentemente frastornato. Catherine boccheggiò, senza staccare lo sguardo dal volto mostruoso. Il padrone sollevò lentamente lo sguardo, incrociando quello esterrefatto e incredulo della ragazza.

- Catherine…- sussurrò, mentre le sue labbra si aprivano nel sorriso a denti aguzzi che la giovane aveva imparato ad adorare.

- Oh, Adrian!- senza dargli tempo di dire o fare alcunché, Caherine gli gettò le braccia al collo, cominciando a baciarlo con foga, baci a cui Adrian, benché ancora un po’ frastornato, rispose con slancio. Ai baci focosi si sostituirono, dopo poco, altri più dolci e lievi, quindi Catherine tornò ad abbracciarlo, ridendo e piangendo insieme.

- Sei vivo…- sussurrò contro la sua spalla.

Il mostro sorrise, accarezzandole i capelli neri con le sue mani artigliate. La ragazza si staccò, guardandolo negli occhi.

- So che è merito tuo…- disse Adrian.- Ma…ma come hai fatto?

Catherine scosse il capo con vigore.

- Non lo so e non m’interessa!- rise.- Quello che m’importa è che ora tu sia di nuovo qui con me…

Cercò di baciarlo ancora, ma il padrone si ritrasse lievemente, guardandola negli occhi.

- Ma…ma io ora non posso più tornare umano!- disse.

Catherine sorrise, accarezzandolo sul volto.

- Non m’importa - dichiarò fermamente.- Non me ne importa nulla del tuo aspetto, Adrian…

- Ma io sono un mostro, Catherine.

- Tu non sei un mostro!- esclamò la ragazza.- Ci sono esseri ben più mostruosi di te, al mondo, dovresti averlo capito. Tu non sei un mostro, Adrian - ripeté.- Tu sei l’uomo più bello che io abbia mai incontrato…e ti amo…- concluse, un po’ timidamente.

Adrian sorrise, attirandola a sé.

- E io amo te…

Senza aggiungere altro, Adrian la baciò. Fu un bacio lungo, intenso, ad occhi chiusi, pieno d’amore. L’amore che aveva sconfitto anche la morte.

 

Angolo Autrice: Ehm…lo so, molti di voi si sarebbero aspettati la tradizionale metamorfosi nel bel principe, ma…Lasciatemi dire due paroline di spiegazione, a questo proposito: la trasformazione nel bellone non mi ha mai convinto perché, okay che l’amore vede dietro le apparenze e sconfigge la maledizione, ma ciò non toglie che la Bella s’era innamorata della Bestia, non del Principe…e d’accordo che l’aspetto fisico non conta (guai se contasse, in questa storia), però anche quello vuole la sua parte, e credo che se mi trovassi al posto della Bella e m’innamorassi di un mostro, e dopodiché mi arrivasse un principe totalmente diverso…Insomma, penso che avrei bisogno di un po’ per abituarmi, per “innamorarmi” di questa nuova versione, e mi sembrerebbe di avere di fronte un estraneo…Senza contare che mi sono troppo affezionata a questa versione di Adrian, non avevo cuore di cambiarlo, secondo me (e dimenticate un attimo che l’ho inventato io) lui è perfetto così, lui e Cathy stanno bene così come sono, sono “Il mostro e la fanciulla” e devono rimanere tali J.

Spero di non aver deluso nessuno con questa novità…se sì, chiedo umilmente perdono J.

Ringrazio tutti coloro che leggono, aithusa87 per aver aggiunto questa storia alle seguite, historygirl93 per averla aggiunta alle ricordate e per aver recensito, e Martychan97, little_drawing, Halley Silver Comet, Selvaggia_1D e Sylphs per aver recensito.

Vi aspetto tutti con l’epilogo!

Ciao, un bacio,

Dora93

  
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