Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Willy Wonka    05/08/2012    2 recensioni
Brandelli di storia sulla coppia Paul/John.
Una storia ssssssssmielatissima lo so .A.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Terzo brandello di storia (o sussurro di un folle sulla collina)

 

Paul e John continuarono a ballare in silenzio, cullati solo dalla musica che usciva dal giradischi e dal lieve profumo di entrambi. Ogni tanto capitava che Paul si perdesse a fissare i magnetici occhi nocciola dell’altro, e quando quest’ultimo se ne accorgeva, il bassista distoglieva immediatamente lo sguardo arrossendo come una ragazzina. Ballavano piano, senza alcuna fretta, ognuno perso nei propri pensieri, talmente tanto dispersi in una selva intricata di domande e speranze che a nessuno venne in mente che Yoko sarebbe potuta tornare da un momento all’altro. Che avrebbe detto se li avesse visti così? Che scusa avrebbe potuto inventare John? Ma dopotutto, nulla è reale.
Paul si sorprese a desiderare di potersi accoccolare sulla spalla di John per ascoltare il suo respiro, ma si sarebbe minimo beccato un cazzotto in faccia, dunque, era meglio rimanere a sognare.
“Paul…”
Si sentì risvegliare come da un lunghissimo sogno ad occhi aperti.
“Mmmh?” mugugnò lui distrattamente.
“La canzone è finita un minuto fa…”
“Oh” rimase stupito l’altro.

“Non credi che dovremmo…”
“Sì?”
“…fermarci…” indugiò John.
“Oh… certo certo”

Il volto del cantante si allargò in un piccolo sorriso, in qualche modo adorava vedere Paul in quello stato quasi da trip allucinante. Smisero di danzare, ma Paul era rimasto lì, e sembrava non voler lasciare la mano di John. Lo guardò con gli occhi quasi sorpresi, sorpresi che tutto fosse finito così velocemente. E non era solo alla canzone che si riferiva.
“Beh?” chiese John sempre con il sorriso.
“Beh cosa?”
“Il ballo è finito… non mi fai l’inchino?”
Paul si illuminò a sua volta di un sorriso, lo osservò beffardo e fece un inchino solenne.

“Molto bene” scherzò l’altro.
“Grazie…” disse semplicemente. Poi si voltò, ma John aveva capito fin troppo bene che qualcosa non andava, che non era così che dovevano finire le cose. Così gli mise una mano sulla spalla per invitarlo a voltarsi, ma l’altro sembrava non volergli dare retta. Gli si parò dunque di fronte per poter scherzare ancora un po’, quando scoprì i suoi occhi essere lucidi per quelle che sembravano lacrime. Le sue iridi erano diventate ancor più verdi da un pianto che voleva uscire, ma Paul cercava di far di tutto pur di non coprirsi, a suo parere, di ridicolo.
“Che stai facendo?” chiese il più grande.
Paul non gli rispose, anzi, tentò inutilmente di fargli credere che non stava per scoppiare a piangere. Sbatté le palpebre più volte, stese un falso sorriso e si diresse un po’ traballante verso il mangiadischi per interrompere la canzone seguente. Alzò la puntina, ma le sue mani tremavano e il disco per poco non gli scivolò per terra. Lo prese al volo e lo rimise a fatica nella custodia. Era proprio un pessimo attore.
Anche se gli dava le spalle, percepiva addosso a sé lo sguardo penetrante di Lennon, quello sguardo che in quel momento lo metteva così tanto a disagio. Cercò di sorridergli ancora, tirò su col naso e si diresse verso la porta, non riuscendo comunque a smettere di tremare come una foglia d’Autunno. Fu una fortuna il fatto che riuscì ad aggrapparsi al corrimano delle scale quando inciampò proprio sotto agli occhi dell’altro. Lennon continuava a stare zitto, ma la sua espressione parlava per lui. “So che stai pensando” disse un Paul a testa bassa “sì, mi comporto da quindicenne sentimentalista e dovrei crescere…”
“Sì Paul, dovresti”
L’altro scoppiò in un sorriso amaro.

“Non ti vedrò più John. Forse a te non te ne frega più nulla, ma per me è c-come…”
“Piantala di tremare Mccartney!!!” scoppiò John a pugni serrati.

“So che non basta” Paul alzò lo sguardo e Lennon sobbalzò quando gli vide le guance arrossate e le lacrime che gli imperlavano le lunghe ciglia “ma mi dispiace davvero… per tutto quello che…”
“Ti ho detto di piantarla! E smettila anche di piangere!!! Che cosa sei una donnicciola??”

Aveva cominciato ad alzare la voce, ma questo sembrava non urtare più di tanto quell’essere sull’orlo del caos. Passò qualche istante nel silenzio più totale, con una tensione che si tagliava col coltello. Il respiro di John era diventato irregolare, la voce di Paul ostacolata dal pianto minaccioso.
Paul non si muoveva, non parlava, non riusciva nemmeno a guardarlo. Avrebbe dovuto andarsene, ma il suo corpo sembrava non reagire alla propria mente.
“Cazzo dì qualcosa!!!” esplose infine il cantante. “Te ne stai lì come un imbecille e non capisco che cazzo tu voglia fare!”
Non udendo risposta, John perse quel poco di pazienza che gli era rimasta, strinse ancora di più i pugni e si fece trasportare dalla rabbia che aveva accumulato da mesi.
“E’ perché non mi rivedrai più Mccartney?? Eh??? Ma non spariamo puttanate, è ovvio che ci rivedremo! Nemmeno volendo riusciresti ad uscire dalla mia vita o io dalla tua! Perciò smettila di piangere!!”
Ma Paul scosse la testa arreso, e in un attimo, un singhiozzo lo tradì. Maledisse mentalmente sé stesso per questo. Pregò con tutto il cuore che fosse sfuggito all’attenzione e alla collera del più grande, ma purtroppo, non era andata così. La voce dell’altro si tramutò in un vero e proprio grido.

“SMETTILA DI PIANGERE HO DETTO!!!”
“PERCHÉ????” urlò a sua volta Paul senza più un briciolo di controllo su sé stesso. Ora le lacrime scendevano libere, così come la sua rabbia nei confronti di quelle urla insensibili.

“PERCHÉ NON  RIESCO A GUARDARTI PIANGERE!!!!” gridò l’altro a rimando.
Paul sgranò gli occhi, e fu di nuovo silenzio.
Lo vide dirigersi verso di lui, probabilmente per andare ad aprire la porta ed invitarlo ad uscire da casa sua. Ma quando gli fu vicino, le parole del bassista uscirono dalla gola senza che potesse farci niente.
“Perché ci siamo fatti questo?” sussurrò piangendo.
Lennon  rabbrividì sul posto.
Il sussurro di un folle sulla collina.
 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Willy Wonka