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Autore: Hell96    05/08/2012    0 recensioni
Ad un certo punto qualcosa attirò l'attenzione della ragazza. Sembrava un quaderno scolastico nero come tanti. Ma aveva una strana scritta sopra: Death Note
-Qualcuno deve avercelo messo nella mia stanza- pensò
Lo prese in mano e si ritrovò uno strano personaggio davanti.
I capelli erano castani e suoi occhi erano rossi come dei rubini. indossava una camicia bianca sporca di sangue e sulla schiena erano presenti due ali nere che lo facevano assomigliare tanto ad un angelo.
-Chi sei tu?-Chiese Hikari immobilizzata per la paura.
-Puoi chiamarmi Light. Io...sono uno Shinigami.- A quelle parole la ragazza rabbrividì.
SCUSATE SE HO RICOPIATO QUESTA FANFIC IN QUESTO MIO NUOVO ACCOUNT MA HO AVUTO PROBLEMI COL VECCHIO CONTATTO.
CONTINUERO' LA STORIA SU QUESTO NUOVO CONTATTO. GRAZIE PER LE VECCHIE RECENSIONI.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Near, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo I : Where Everything Begins.


28 gennaio 2010. Light Yagami, o meglio Kira, muore.  I fedeli si disperano e i criminali gioiscono. Il mondo sembra continuare come nulla fosse. L'identità del
fantomatico Kira, il Dio del nuovo mondo, era rimasta nascosta e il famigerato caso Kira era diventato un tabù. Perché infondo è  meglio vivere in una bugia che in una verità scomoda,giusto?

 
                                                 
Sono passati circa 3 anni dalla scomparsa di Kira, ed ormai nessuno più parla di lui.
Molte persone hanno cercato di emularlo ammazzando criminali con le loro mani, ma nessuno è mai riuscito in questo intento, così sono stati arrestati e sono stati classificati come pazzi.
Ma desiderare un mondo senza criminali è davvero da pazzi? 
Hikari non la pensava così.
Sapeva che in fondo gli umani sono tutti ipocriti e che sono tutti bravi a parole, ma infondo la pace e la giustizia rimangono solo utopie. 
-Se non si elimina il marcio della società, come facciamo a vivere serenamente? Non vi accorgete che  tutti noi  continiuamo a sottostiamo al male di questo sporco mondo? sono l'unica che ha paura di uscire da sola di sera? Non credo proprio.-
La classe la guardò attonita. Ma oggi era l'anniversario della prima vittima di Kira, e ovviamente tutti hanno affermato che Kira non era altro che un semplice criminale.
-Ecco perchè Il caso Kira è un tabù. Si formano troppo controversie. -Continuiamo regolarmente la lezione.- Affermò la professoressa.
 La classe rimase ammutolita. Com'è possibile che una giovane ragazza avesse quelle idee così differenti dagli altri e non avesse un minimo di timore ad esporsi così tanto? Effettivamente Hikari è molto giovane...ha solo 16 anni ma aveva vissuto momenti che gli altri neanche immaginano. Forse è proprio questo il motivo della sua fermezza. Quella era la sua corazza. 
-Sensei, mi piacerebbe finire il mio discorso.-
la professoressa le mandò un occhiataccia, sembrava quasi che la volesse prendere in giro.
-viviamo in un mondo oscuro e stagnante-continuò la ragazza. -Il mondo è un posto orribile. Le persone muoiono e soffrono di continuo, le brave persone subiscono ingiustizie e soprusi. I potenti sono corrotti e pensano solo ad arricchirsi di più. E'  davvero questo il mondo in cui vogliamo vivere?-
-Forse la stai facendo un po' esagerando, Hikari-chan- affermò una sua compagna di classe.
-Perchè continuo a parlare con voi? Siete degli stupidi e degli ipocriti- disse la ragazza
-Nagato-san hai davvero esagerato, ti do' il permesso di uscire per schiarirti le idee. Quando tornerai dovrai scusarti con la classe-
Hikari prese la sua borse e uscì di corsa dall'aula.  Ne aveva abbastanza delle persone che le stavano attorno. Voleva solo sparire.
-Io sono più intelligente di tutti loro messi insieme-pensò la ragazza -Perché devo frequentare quel branco di stupidi?-
Di certo peccava di modestia, ma in fondo aveva ragione. Ed in fondo anche gli altri lo sapevano. Forse era proprio questo il motivo per cui Hikari non aveva amici. Era troppo intelligente per averne. O almeno questo pensava lei. In realtà nessuno si avvicinava a lei. Non era di buona famiglia e non era ricca. Questo bastava per gli altri per giudicarla. Alcuni dicevano persino che Hikari li spaventava. Ma lei non sapeva darsi una spiegazione. 
-Che stupidi gli umani!-Affermo la ragazza. Lo disse in maniera tale che sembrava quasi che lei non appartenesse a questa categoria. Ma era così, purtroppo.  Com'è possibile che una semplice ragazza la pensasse così?
Hikari ha pregato. Hikari ha chiesto aiuto. Ma nessuno l'ha mai salvata. Ha dovuto crescere da sola. Lei è destinata ad essere disprezzata da tutti. Ma infondo ama le cose disprezzate da tutti.  Quando aveva 10 anni suo padre si è sparato dinnanzi i suoi occhi. Aveva contatti con la malavita e per la disperazione ha deciso che era meglio finirla.
 Ma infondo quando una vita termina non lascia più alcuna traccia, o no?
All'improvviso la ragazza sentì dei passi. Era Ayame, una sua compagna di classe. Era venuta per vedere se lei stesse bene.
-So che non pensi quello che hai detto, Hikari-chan- disse.
-Ti sbagli. Io lo penso eccome. Tu parli con tanta consapevolezza ma sei davvero sicura di ciò che dici? Non hai capito che a me non importa di nessuno? Mi guardate dall'alto in basso e mi giudicate, non voglio avere niente a che fare con voi-
-Tu non sei così, Hikari-chan! Io lo so!- affermò Ayame.
-Io me ne vado a casa Ayame, ho mal di testa. Sayonara.- 
la ragazza si avvio verso la sporca strada che porta nel suo misero appartamento. Vive (se così si puo' dire) con sua madre e con il suo compagno, perennemente ubriaco.
-Mamma sono a casa- urlò la ragazza
nessuna risposta. A casa non c'era nessuno se non il suo patrigno. A terra giacevano bottiglie di fetidi liquori. Quell'odore Hikari non poteva proprio sopportarlo.
-Ma che schifo! Dayu se la prossima volta non pulisci le bottiglie te le faccio ingoiare!-
Dalla porta entrò un uomo di mezza età con una maglia sporca e puzzolente che rispose:  -Hikari-chan sei qui a posta, no? oppure vuoi che dica a tua madre di una certa telefonata che ho appena ricevuto dalla scuola?-
-Quella troia deve aver fatto la spia- penso lei -Fa come ti pare-disse la ragazza -non me ne frega niente- aggiunse.
-Hikari dovresti essere più gentile con me- affermò l'uomo trascinadola vicino a lui e accarezzandola sulla schiena
-Mi fai schifo e se non la smetti mi metto ad urlare!- e si mise a correre verso camera sua.
Scappare è da pigri pensò la ragazza
-Hikari se ti prendo vedrai che ti combino- urlò Dayu
Non importava più ormai. Hikari era entrata nella sua stanza e si era chiusa a chiave. Si sentiva solo Dayu invenire. Hikari era in silenzio. Hikari era spaventata.Hikari piangeva.
Ma ad un certo punto qualcosa attirò l'attenzione della ragazza. Sembrava un quaderno  scolastico nero come tanti. Ma aveva una strana scritta sopra: Death Note
-Qualcuno deve avercelo messo nella mia stanza- pensò
Lo prese in mano e si ritrovò uno strano personaggio davanti.
I capelli erano castani e suoi occhi erano rossi come dei rubini. indossava una camicia bianca sporca di sangue e sulla schiena erano presenti due ali nere che lo facevano assomigliare tanto ad un angelo.
-Chi sei tu?-Chiese Hikari immobilizzata per la paura.
-Puoi chiamarmi Light. Io...sono uno Shinigami.- 
 A quelle parole la ragazza rabbrividì.
   
 
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