Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: scythemeister_MakaAlbarn    06/08/2012    14 recensioni
C'è odore di sangue intorno a te? Sei stata di nuovo tu, no?
Non ti dovresti stupire.
Apri gli occhi. Nero nel bianco. Non hai freddo, piccola strega. Non sai cosa sia il gelo. Eppure ce l'hai dentro. E fuori. Aspetti.
Che qualcuno ti salvi.
Aspetti.
Piccola principessa, la tua guardia basterà a proteggerti?
La Fata blu forse ti porterà via, con il suo amico dai capelli di neve. Le loro mani non si sono ancora separate.
Non ti resta che sperare, piccola strega. E aspettare...ancora.
Genere: Azione, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 capitolo 2

 

CIO’ CHE ACCADE

QUANDO UNA SCYTHE MEISTER

 SI ALZA CON IL PIEDE SBAGLIATO…

 
 
 

“Dai Soul! Manca poco!”
Un largo spiazzo, pavimentato da grosse lastre di pietra dalle sfumature giallastre, si aprì d’innanzi a loro.
“Hallelujah!”- esclamò la buki, felice di essere arrivata all’ultimo scalino.
Non aveva nemmeno fatto in tempo a posare entrambi i piedi a terra che…
“YAHOOOOOOOOOO!! Sono l’illustre Black*Star! Guardatemi, il sole non è niente in confronto a me!”
Già, proprio lui…eheh!
Tutti i presenti alzarono gli occhi al cielo. Ovunque, intorno ai due giovani partner, si levarono sussurri mentre un’ombra si lanciava da uno degli spuntoni dai quali era adornato l’ingresso della DWMA.
“Ancora? Ma non è possibile!” oppure “Ma quando ci è arrivato lassù?”
Sì, Black*Star…idiota!
Il ragazzo dalla chioma azzurrina si scaraventò sui due poveracci atterrando la Death Scythe.
 Maka, più agile e scattante, riuscì ad evitare l’esuberante (a dir poco) amico.
“Ma soprattutto VOI non siete niente in confronto all’illustrissimo big qui presente. Brutti otaku rinsecchiti! Seguite il mio sorriso, vi illuminerà la strada…!”- proseguì allegro come al solito.
Come al solito nessuno gli diede retta.
Come al solito…”MAKA-CHOP!!”
Soul si rialzò un po’ traballante, ritirandosi prima che in sangue dell’amico raggiungesse i suoi vestiti.
“Yo, Black*Star!”- sbuffò infilandosi le mani in tasca.
A quel saluto, l’azzurro, con la faccia spiaccicata al suolo dal poderoso colpo messo a segno dalla scythe meister, sollevò il braccio destro tirando su il pollice.
“Black*Star…sei il solito imbecille…”- aggiunse Maka in un sospiro.
Stesso gesto da parte dell’assassino.
Tsubaki giunse poco dopo, trafelata.
“Buongiorno Maka, Soul…”- cominciò sorridente e gentile la buki multiforma.
I lucidi capelli neri carezzavano le guance rosee, i grandi e dolci occhi blu splendevano dietro le lunghe ciglia.
Già…la camelia aveva davvero un bellissimo sorriso.
“Ciao, Tsubaki!”- esclamò di rimando l’artigiana.
Soul le fece un cenno di saluto col capo.
“Ragazzi…”- proseguì la mora –“Avete per caso visto Black*Star? Prima è corso via all’improvviso e…OMMIOSHINIGAMI!!”
Tsubaki s’interruppe a metà frase. Voltandosi per indicare la direzione nella quale il meister era scheggiato via, si rese finalmente conto che questi era ridotto, all’incirca, ad una poltiglia dalle sembianze “quasi” umane…
Sgranò gli occhi mentre la mascella andava a sfiorarle le ginocchia.
“Eheheh…”- ridacchiò una ragazza a caso dagli occhi verdi.
Una falce a caso dagli occhi cremisi si sbatté una mano sulla faccia.
Una camelia a caso dagli occhi cerulei rimase lievemente scioccata dalla visione.
*okay, la smetto*
“M-Maka-chan… C-cos’è successo?”- balbettò la mora rivolgendo uno sguardo disperato all’amica.
“Niente di particolare…”- rispose lei con noncuranza –“Tutto normale! Come sempre, no?”
“A-ah…okay…”                  
Soul, che sembrava essere l’unico rimasto con un minimo “d’umana lucidità” in quella situazione quasi inquietante, si riscosse. Mosse qualche passo avvicinandosi all’arma amica e le poggiò un palmo sulla spalla.
“Tranquilla, Tsubaki… Dopotutto il vecchio Star ha la pellaccia dura! Vedrai che se la caverà anche ‘sta volta!”- disse cercando di non sembrare troppo indelicato.
A quelle parole uno “Ngnuuungn…” d’approvazione si levò da quello che rimaneva del cranio di Black*Star.
“Visto?”- concluse l’albino sogghignando.
Tsubaki annuì con forza.
Persino Maka, davanti a quella scena così strana ed innaturalmente smielata, non poté che sorridere.
Soul, dopo aver tranquillizzato alla bell’e meglio la ninja, si riavvicinò alla partner.
Rimase a fissare per qualche istante la sua espressione distesa come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Anche perché pochi minuti prima, quella tappetta aveva letteralmente “sminuzzato” Black*Star…
I suoi occhi vividi si poggiarono sulle gote piene della partner accarezzandole, mentre gli angoli della sua bocca si piegavano in un sorriso.
Ma che cavolo sto facendo?!
La meister, sentendosi particolarmente osservata, avvampò.
Ma che cavolo sto facendo?!
I due sbuffarono all’unisono guadando in direzioni opposte.
Intanto Tsubaki stava cercando invano di rianimare il compagno…
Dopo l’ennesimo tentativo clamorosamente fallito, si decise a portarlo in infermeria.
Lo prese dunque per le ascelle e, dopo essersi pestata i piedi non meno di tre volte, lo trascinò via barcollante, congedandosi dagli amici con un cordiale –“Ci vediamo dopo!”
Soul e Maka, rimasti relativamente soli (data la gran quantità di studenti che si aggiravano urlanti nel vasto spiazzo), erano impietriti l’uno di fianco all’altra.
…uno, due…
I secondi passavano lenti ma nessuno proferì parola né tantomeno si mosse.
…tre, quattro, cinque…
Per quale motivo poi, entrambi faticavano a capirlo.
…sei, sette, ott…
“GIRAFFA!!!”
Un urlo squarciò la “pace” fra i due.
Maka trasse allora un respiro di sollievo…
Patty…ti adoro. Grazie di esistere!
Anche Soul si distese vedendo le tre figure arrivare. Alzò il braccio aprendo il palmo.
“Saluti a voi, amici miei!!”- disse il giovane Shinigami deciso.
“Yo!”- gli fece eco la maggiore delle Thompson.
Finalmente la shokunin ritrovò la parola.
“Ehi, ciao ragazzi!”- disse saltellando in avanti. Le code bianche del cappotto sobbalzarono.
Sembrava aver ritrovato l’entusiasmo di sempre.
Improvvisamente, l’espressione bonaria del ragazzo dai capelli zebrati, mutò.
Sul suo volto si dipinse una serietà assoluta.
 
 
 
“Avanti Black*Star…resisti!”- lo incitò sbuffando la compagna a pochi metri dalla porta chiusa dell’infermeria.
Passi trascinati risuonarono nella penombra del corridoio.
“Ancora un piccolo sforzo e ci siamo!”- ripeteva più a se stessa che al partner, senza ovviamente darlo a vedere.
Da quest’ultimo giungevano invece solo rantoli soffocati che, probabilmente, dovevano significare “Io sono più grande di un dio! Questo non è niente per l’illustre sottoscritto! Uwahahah!!!”.
Perché doveva farla sempre preoccupare in quel modo? In fondo gli sarebbe bastato non rompere le scatole a Maka-chan…
Mah…si vede che si divertiva.
Tsubaki sospirò con un sorrisetto tirato. Era la ventiseiesima mattina di fila che si ritrovava a dover trascinare il compagno in infermeria…
Per fortuna si riprendeva in fretta!
Diede all’azzurro un ultimo strattone e alzò lo sguardo.
Il cartello riportante la scritta “Dispensary” a lettere dorate la sovrastava dalla sua altezza.
Vi si era ritrovata davanti così tante volte che, per un motivo o per l’altro, ci aveva quasi fatto l’abitudine. Quasi…
Si deterse il lieve velo di sudore che era andato ad imperlarle la fronte candida.
Quella stanza era pur sempre un luogo di dolore che dimostrava la durezza degli scontri, la crudezza dei colpi subiti in battaglia.
Quel luogo si era pur sempre macchiato della paura e del sangue dei suoi amici.
Scosse la testa ritornando alla realtà.
La sua attenzione venne attirata da un foglio di carta attaccato con lo scotch al legno chiaro della porta.
 

Infermeria chiusa per mancanza di personale addetto.
Tsubaki, Black*Star scusate…stamattina vi dovrete aggiustare.
 

prof.ssa Neigus
 

Tsubaki deglutì rumorosamente…
 
 
 
“K-Kid…cosa diavolo stai facendo?!”
Le mani dello Shinigami si strinsero sulle spalle sottili della maestra d’armi. I grandi occhi ambrati brillarono mentre il suo viso si faceva sempre più vicino.
Maka avvampò irrigidendosi sotto quello sguardo mellifluo.
Soul seguiva la scena senza riuscire a spiccicare parola. Gli occhi strabuzzati e la mascella cadente.
Era a non più di cinque passi dalla partner ma non riuscì comunque a muoversi.
“Kiiiiiid…!!”- sbraitò ancora lei con voce roca.
Liz sbatté le palpebre sorpresa. Persino Patty si strofinò gli occhioni fulgidi per assicurarsi di non aver preso solo un abbaglio.
“Giraffa?”- domandò confusa.
Dieci dita premevano contro le ossa della shokunin. Era una presa dalla quale non avrebbe potuto sciogliersi facilmente, né sarebbe stata in grado di farlo in quella situazione.
Il suo corpo era molle ed inerme, la mente annebbiata.
“Maka…”- pronunciò languido il giovane zebrato a cinque centimetri scarsi dal viso dell’amica.
Lei strizzò gli occhi inarcando le sopracciglia sottili.
Che cavolo stai facendo brutto idiota di un Death the Kid?!
L’urlo esplose nella testa di Maka acuto ed insopportabile. Poi…
“Oggi la tue codine sono perfettamente simmetriche!! Oh, quale magnificenza, quale grazia divina!”
Il fantomatico dio si staccò dall’amica congiungendo le mani, gli occhi sberluccicanti e il piedino alzato a fare qualcosa tipo *TWICH TWICH*.
Tutt’intorno calò il silenzio... intaccato soltanto dagli ansiti di Soul, che aveva ripreso a respirare.
L’aria elettrica lambì per l’ennesima volta quella mattina.
La minore delle Thompson rimase per qualche istante ammutolita.
Poi (grazie al cielo) scoppiò a ridere e, per la cronaca, nessuno riuscì a calmarla per il resto della giornata…
“TWICH TWICH?”- sospirò Liz sollevata mentre il rispettivo maestro continuava a gongolare felice...
La povera Maka fece una risatina isterica accasciandosi un poco sulle ginocchia.
Con sguardo folle si rivolse al partner.
“Io…ho le codine simmetriche…”- sghignazzò come se fosse in balia del sangue nero.
Soul le si avvicinò allarmato, piegatosi per raggiungere la sua modesta altezza.
I loro occhi s’incrociarono ed in quelli di lei parve balenare un barlume della perduta lucidità.
“Tutto a posto?”- le chiese normalizzando il proprio respiro.
Maka annuì mollemente. Lui le sorrise deciso.
“Bene, allora vai e uccidilo!”- concluse tranquillamente il ragazzo dai capelli lattei.
I due si separarono.
Kid, troppo occupato a sollazzarsi, non fece caso al prodigio che si compì alle sue spalle.
Senza nemmeno doverlo tirare fuori, nella destra dell’ormai nota “book meister”, si materializzò un tomo colossale. Già solo la copertina borchiata doveva pesare sui cinque chili…
Ad un occhio attento, era chiaro che si trattasse di tutto il ciclo di Deltora, rilegato in un unico, immenso volume.
“Makaaaaaa…”
Liz chiuse gli occhi, tappando a sua volta quelli di Patty, che cercava invece di sbirciare la memorabile scena aprendosi un varco tra le dita della sorella.
Ci fu un attimo di suspense…
“…CHOP (multiplo concatenato)!!”
Il colpo allucinante e divenuto ormai leggendario si abbatté sul malcapitato, che si ritrovò splattato al suolo con il cranio deformato e fumante.
Soul rise soddisfatto rivolgendo alla compagna uno sguardo fiero.
“Davvero cool!”
Lei gli sorrise dolcemente di rimando.
Liz, che aveva seguito lo svolgersi degli avvenimenti a spezzoni per la fifa, trovò, giustamente, la reazione gioviale dei due, come dire…anomala.
Patty,  che con le lacrime agli occhi stava punzecchiando munita di bastoncino il corpo “scomposto (=TOTALMENTE ASIMMETRICO)” del meister, continuava a ripetere tra le risate  –“TWICH TWICH, TWICH TWICH!!”
Nel caso se ne fosse accorto, il giovane Shinigami avrebbe sicuramente cominciato a sputare ettolitri di sangue assillando le rispettive armi con discorsi completamente futili.
Era una fortuna che fosse praticamente in coma…
Lentamente, una figura che fino a quel momento era rimasta nell’ombra, si avvicinò alla buffa combriccola.
“Oh, buongiorno professor cadav…ehm, Sid!”- salutarono in coro Maka e la maggiore delle Thompson.
“GIRAFFA, GIRAFFA!!”
“…’giorno…”- fece Soul per ultimo.
“Salve a voi, ragazzi!”- disse lo zombie blu, fingendosi calmo e paterno come al solito.
Si guardò intorno per poi soffermarsi sullo stato di Kid.
Nonostante fosse un dio, quel colpo non gli doveva aver fatto certo bene…
Lui era un educatore e come tale doveva prendersi cura dei propri studenti. In più, con l’infermeria chiusa…
Una volta esaminata la “sformatuta” della sua scatola cranica, si rivolse alla diretta responsabile.
“Maka, ce l’avevi il testimone per la sfida?”- le chiese perplesso.
La meister strabuzzò gli occhi.
“Professore…”- rispose seria –“Non c’è stata nessuna sfida.”
“Ah…”
Soul stentava a trattenere le risa.
“Va bene…”- riprese il knife meister in un sospiro.
“Liz e Patty, voi riportatelo a casa… Dovrebbe riprendersi nel giro di due o tre giorni.”- ordinò indicando la massa informe di Kid.
“O-Okay!”
“Yesssss…!!”
Le due sorelle lo sollevarono, chi per i piedi, chi per le spalle, e s’incamminarono giù per la lunga scalinata esclamando un “Ciao!” poco convinto.
Poi Sid, scuro in volto, si rivolse all’altra coppia di studenti.
“Voi due, Soul e Maka, venite con me. Il Sommo Shinigami desidera vedervi…”
 
 
 

La luna vola
La luna cade
La luna splende se la si vede…
 E se cantando
Qualcosa chiedi…

 

La fioca voce flautata si arrestò all’improvviso.
Una voce infantile eppure così assurdamente carica d’esperienza…
I piedi nudi e bianchi affondavano nella neve fino alle caviglie e la tenue luce di un tramonto smunto le gettava sul volto ombre marcate. Da quanto camminasse, non avrebbe saputo dirlo con esattezza. Era dannatamente stanca.
Ad un tratto, sotto i talloni magri, un cigolio. Un suono che sapeva di casa, di calore.
“Oh, guarda Hime-chan…”- sussurrò stringendo debolmente l’orsacchiotto –“Stanotte avremo un letto.”
Senza produrre alcun rumore si addentrò in quella casetta tanto accogliente. Seduta al tavolo in cucina, solo una giovane donna dai capelli stopposi.
“Ehi, e tu chi sei?”- chiese sgomenta quest’ultima vedendo la bambina scalza sulla porta.
“Nessuno…”
Le mani della ragazza cominciarono a tremare…
“C-cosa vuoi? Quando sei entrata?”
La piccola la fissò, i grandi occhi velati e spenti. Poteva sentire la paura attanagliare il petto della giovane.
L’aveva riconosciuta, lei sapeva…
“Solo dormire.”- proferì vacua.
Era sincera…
“No-non è vero!! Vattene!”
Urlando, la donna afferrò la sedia sulla quale era rimasta seduta fino a quel momento e gliela scagliò addosso con tutta la forza di cui disponeva.
“Pup Puppet Pun Pun”
Un grido. Acuto, perforante, disperato.
Terrore.
Il corpo vacillò davanti i due pozzi neri.
Un’altra anima si spense.
 

Ti mangerà se non le credi…





ANGOLO A ME:

Wella ragazziiiiii!! Come procede l'esistenza??
IO HO UN SONNO MICIDIALE!
"Soul! Portami la colazione!!"
"Ma chi sono io, il tuo fattorino?"
"SI'!"
"..."
Comunque...accomi ancora qui!!
Avete presente quando si ha la testa talmente vuota da non riuscire più nemmeno a capire dove ci si trova? Ecco cosa ne ecse in queste situazioni! Ma si può...?

Image and video hosting by TinyPic
*suono di tromba*
Ringrazzio infinitamente Willow Gorgon, kasumi_89, midori no yume, Hiyoki e IllyElric di aver recensito...
Grazie a Hiyoki di aver inserito la storia nelle preferite e nelle seguite...
E grazie anche a me_ che l'ha messa nelle ricordate...
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e a presto!!
"SOUL, LA COLAZIONEEEE!!"

scythemeister_MakaAlbarn




  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: scythemeister_MakaAlbarn