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Autore: SweetLady98    09/08/2012    2 recensioni
E se il destino di Rose fosse stato diverso?
 
 
Ha finalmente avuto la vita che sognava... Ma, ripensandoci, è davvero quella che sognava?
Quando il sogno diventa la realtà può assomigliare a un incubo....
 
Riuscirà Rose, affiancata da 3 strani tipi, un’amica e il Capitano Jack Harkness, a tornare alla realtà dal Dottore o rimarrà per sempre intrappolata nel suo sogno?
 
- Dottore? -
- Si? -
- Quando la smetterai di chiedere se nell’hamburger ti possono mettere anche il tonno? -
- Quando le mie converse saranno divorate da un Pwccm, mia cara Rose -
(Dedicata a KillerQueen86)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 1° capitolo:    Dear Friends, Goodbye...
 
 
<< Dottore... >>
Il Dottore si girò, e vide Rose. Sorrise quando notò che era vestita con quella camicia da notte blu scuro, la stessa di quella sera a Cardiff. La sera in cui lei scoprì chi era veramente quello sconosciuto un po’ pazzo con un lungo cappotto e uno strano nome che le aveva salvato la vita.
Aveva detto che non l’avrebbe mai cambiata.
<< Pensavo che, diventata immortale, avrei dormito meno, ma non è così. E’ già pomeriggio! Invece di migliorare, perdo colpi >>
Appena detto quello, Rose scorse un’ombra passare negli occhi del Dottore. Per quanto lui fosse felice di sapere che l’avrebbe avuta sempre accanto,( come aveva sognato tante volte da quando l’aveva conosciuta, ma non l’avrebbe mai ammesso ) non si sarebbe mai perdonato di averla resa immortale, di averla condannata una vita eterna come la sua.
Non l’avrebbe augurata a nessuno, la sua. Solo il Dottore sapeva come poteva essere pesante l’eternità...
Ogni volta che Rose accennava a quell’argomento, tranquillamente, lui chinava il capo o guardava dall’altra parte. Lo fece anche quella volta.
Lei questo non lo sopportava. “ Avresti preferito fossi morta, Dottore? ”gli chiedeva sempre.
 Rose non capiva! Come avrebbe potuto spiegarle lui che proprio perché non avrebbe sopportato di restare senza lei che l’aveva strappata alla vita umana? Il gesto più egoista che avesse mai fatto. Aveva distrutto tutto quello che Rose amava solo per averla tutta per lui.
Si disprezzava, si odiava dal profondo. Ma continuava a dirsi che sarebbe stato peggio se l’avesse lasciata morire lì, sotto i suoi occhi, con una pallottola nella schiena.
“Se una persona ti ama non ti lascia andare, non importa quanto sia dura la situazione”
Jack, in quel delicato momento che è la trasformazione, era molto più lucido e lo stava fermando. Forse avrebbe lasciato morire la ragazza, non perché non le volesse bene, ma proprio perché gliene voleva. Jack sapeva, conosceva il dolore dell’eternità.
“ Pensaci, Dottore! Pensa a quanto ho sofferto io... Vuoi lo stesso per lei? Ma la ami davvero?”
Ma il Dottore non aveva tempo e non voleva pensare.
Quella fu la prima volta che mandò a quel paese il suo miglior amico.
Un altro immortale. Un altro sbaglio. Un altro punto fisso nel tempo.
Ogni volta che il Dottore guardava il suo viso, si specchiava in quegli occhi celesti, rivedeva la coraggiosa ragazza dai capelli d’oro con un mantello sporco di sangue, pronta a sacrificarsi per lui, per il Dottore, per l’uomo che aveva detto di amare un attimo prima.
<< Oggi dobbiamo andare a vedere un po’ di foto... Voglio togliermi questo pensiero >> disse Rose. La trasformazione da mortale e immortale e la mole di informazioni ricevute dalla mente del Dottore e un po’ della sua essenza, avevano polverizzato la maggior parte dei ricordi di Rose, i più lontani.
E ora doveva recuperarli. Come? Sfogliando qualche album di foto insieme a sua madre.
Jackie non sapeva  nulla, non sapeva cos’era diventata la figlia e quel giorno gliel’avrebbero dovuto dire. Il giorno che voleva non arrivasse mai, per il Dottore, che non sopportava la madre della sua compagna di viaggio.
Rose vide che il Dottore non le rispondeva, si avvicinò e lo abbracciò da dietro, poggiando la guancia sulla sua schiena.
Lui non si mosse, rimase immobile come una statua, non rispose al contatto, come ormai accadeva da giorni. Allora la ragazza ci rinunciò, e si accucciò sotto la tastiera del Tardis, dove il Dottore stava lavorando con qualche cosa oscura, tra frasi e algoritmi che Rose non era mai riuscita a comprendere. E dubitava ci sarebbe mai riuscita.
Perché già non capiva il Dottore.
Era diventato intrattabile da quando era successo tutto, non si riusciva a imbastire neanche una piccola conversazione con lui. Questo faceva disperare Rose, che non sapeva più che cosa fare.
Il più delle volte le diceva di lasciarlo in pace e di andare a fare un giro, e poi tornava ai suoi codici.
Non lo riconosceva più.
Ogni volta che la cacciava, lei usciva piangendo più per il non poter aiutarlo in qualche modo che per altro. Ogni volta che cercava un contatto, si scostava o si irrigidiva, tanto che neanche un carro armato sarebbe riuscito a spostarlo.
Rose gli posava una mano sulla spalla e lui se la scrollava di dosso; se provava a girarlo per guardarlo in faccia, lui si allontanava, irritato.
Tutto quello feriva enormemente Rose. Forse il Dottore non se ne accorgeva, non si accorgeva quanto lei soffriva per quella freddezza, quella lontananza anche se erano a pochi centimetri, per quel silenzio che le spaccava i timpani, interrotto ogni tanto dal tic-tic di tasti.
L’ultima conversazione decente che Rose ricordava di aver avuto col Dottore era quella di quando lui le spiegò cosa aveva fatto e che era diventata immortale. Poi basta. Ed erano passati 3 giorni.
Perché l’aveva trasformata se non le voleva più parlare? Non l’aveva fatto per averla sempre con sé? E perché ora la trattava in quel modo?
Voleva che il Dottore la stringesse, le dicesse che andava tutto bene, voleva posare la testa sul suo petto che profumava di gelsomino.
Avrebbe preferito essere morta, morta, invece che essere trattata così dall’uomo che amava.
Ora che avevano la possibilità di vivere insieme per l’eternità, lui non ne voleva sapere. Rose aveva cercato di non piangere davanti a lui, di non mostrarsi sofferente per il suo atteggiamento, perché era proprio ciò che lui voleva, aveva bisogno di qualcosa per incolparsi, per punirsi e odiarsi. Cos’era meglio delle lacrime della sua ragazza per quello scopo?
Ma quella volta Rose non ce la fece, combatté contro le lacrime per un po’, ma erano più forti di lei e fecero irruzione sul suo volto. Avrebbe fatto soffrire il Dottore ancora di più, piangendo, si sarebbe odiato perché sapeva che era lui la causa del dolore della ragazza.
I suoi singhiozzi rimbombavano nella stanza illuminata di arancione e blu, le sue lacrime inzuppavano le maniche lunghe della camicia da notte.
Il Dottore non si avvicinò, non la abbracciò, né si sedette accanto a lei, ma Rose sentiva il suo sguardo addosso. Se aveva intenzione di continuare a trattarla in quel modo, lei sarebbe rimasta a Cardiff con Jack.
Jack si era sempre preso cura di lei, le aveva fatto capire che c’era sempre in qualsiasi momento, che poteva sempre contare su di lui. Viaggiare con un Dottore come quello? Mai.
Lei rivoleva il suo Dottore, quello che la alzava da terra quando la abbracciava, che le mostrava le meraviglie dell’universo stringendole la mano e ridendo del suo stupore.
Quando i singhiozzi divennero ancora più forti, il Dottore mosse un passo verso di lei e le posò una mano sulla testa.
Ma lei si alzò, come punta da una vespa, strofinandosi le guance. Finalmente lo guardò negli occhi velati da qualcosa, qualcosa che assomigliava al dolore. Sembrava si consumassero poco a poco, come candele.
In quel momento lui le apparì un estraneo, non trovò più un motivo per restare lì e per la prima volta  se ne andò di sua iniziativa, sbattendo la porta.
Restò qualche minuto come una stupida, davanti a una cabina blu, sperando con tutta se stessa di vedere il Dottore che usciva, la abbracciava e le diceva di non andarsene, che andava tutto bene.
Ma non accadde nulla di tutto quello.
Con il volto rigato dalle lacrime, si diresse verso il Torchwood, armata da una nuova forza che le bruciava in gola, cominciando poi a correre per non farsi vedere troppo dalla gente, dato che era in camicia da notte ( anche se piuttosto lunga ) in pieno pomeriggio.
 
Bussò e le aprì Linda, la quale rimase di sasso vedendola in quello stato, ma ebbe il buon senso di non fare domande. Non la salutò neanche.
<< Capo >> chiamò con voce flebile, non togliendole gli occhi di dosso, che erano diventati grandi come due meloni per lo stupore.
<< Si? >> rispose Jack tranquillo, che era alla sua scrivania con le sue carte e non si aspettava nulla.
<< Credo che...>> non finì neanche la frase, perché Rose entrò di forza. Camminò veloce verso l’origine della voce.
Appena Jack la vide in quello stato davanti a lui, noncurante dei fogli che fece volare aggrappandosi al tavolo, corse da lei e la abbracciò.
Rose ricominciò a singhiozzare sulla sua camicia, forse anche per il sollievo di sentire un calore, una presenza amica. Il rumore attirò anche Jasmine e Hans, che si trovavano lì vicino.
<< Calma, calma dolcezza. Cos’hai? >> le sussurrò dolcemente, asciugandole poi le lacrime con le dita.
<<  Jack, Jack >> disse lei con voce soffocata, perché aveva riposato la testa sul suo petto.
Le sembrò di risentire le parole del Dottore “ Tu e Jack siete così uguali, così complementari. E’ più simile a te di quanto credi “.
A Jack era successa una cosa molto simile a quella di Rose.
Lavorava per l’Agenzia del Tempo del 51° secolo, quando lui e la sua squadra vennero chiamati con urgenza a distruggere dei BlackBlood ( mostri alati e scheletrici di colore nero ) che erano comparsi per una deviazione del passato. Un collega aveva interferito con il tempo.
“ I protettori del tempo “ li chiamava il Dottore. Aggressivi solo se minacciati. Avevano solo il compito di riportare il tempo sulla strada giusta, niente più.
Ma la poca esperienza fece la sua parte. La squadra di Jack provò a sparare e i BB si scatenarono, uccidendo tutti tranne il collega di Jack ( che nel futuro doveva restare vivo ). Jack riuscì a nascondersi ma il mostro lo trovò e gli fece un graffio profondissimo sul petto.
Non gli restava molto da vivere, quando sentì uno strano suono, una specie di una sirena e vide avvinarsi un’ombra che ogni tanto si accucciava vicino ai corpi.
Jack cercava di vedere meglio e si accorse che era una persona, un uomo con un lungo mantello, che lo guardava rapito, quasi a bocca aperta.
“ Appena incontrai gli occhi sofferenti di quell’uomo, appena vidi la sua mano tesa alla ricerca di un disperato aiuto, ebbi la visione del mio futuro, una cosa che mi era successa una volta sola nella mia vita. Mi vidi con lui al fianco. Capii che dovevo salvarlo, perché sarebbe stato la persona più importante, l’amico più fedele che avessi mai avuto “ questo disse il Dottore quando raccontò a Rose la storia del suo amico.
Allora il Dottore lo salvò, per rispettare il suo futuro e anche perché c’era qualcosa, qualcosa di strano, in quel giovane. Donò un pezzo della sua immortalità a Jack, una parte di sé. Il potere della mente di un Signore del Tempo era così forte che, pena una rigenerazione, poteva rimettere in vita una persona tramite un contatto, rendendolo però immortale.
Ma non si dovevano creare punti fissi nel tempo, il Dottore lo sapeva, era uno sbaglio, ma non era riuscito a fermarsi.
Jack aveva sofferto molto: a causa della sua trasformazione aveva perso tutti i suoi ricordi. Non sapeva neppure il suo nome. Quelli furono tempi duri, molto duri per il Dottore che aiutò Jack in tutti i modi, facendolo parlare con gli amici, mostrandogli foto e luoghi importanti per lui, sperando che qualche ricordo riaffiorasse nella sua mente. Ma qualche flashback lo avrebbe avuto tempo dopo.
Comunque, Jack iniziò una nuova vita. Non sapendo che fare, seguì il Dottore nei suoi viaggi diventando quasi più bravo di lui, ma ad un certo punto, stanco di vagabondare, scelse di rimanere nel 21° secolo e lavorare per il Torchwood di Cardiff, diventandone il capo dopo poco tempo.
Il legame tra Jack e il Dottore non riusciva a capirlo neanche Rose. Lei sapeva che il Dottore adorava Jack, lo sentiva come un figlio. Ma a volte le sembrava che un po’ lo invidiasse, che invidiasse quel bel volto giovane, così per l’eternità,  non segnato dai dolori come il suo; l’affascinate modo di fare di Jack e le sue maniere da vero gentleman. O forse i suoi sorrisi che tante volte avevano abbagliato e catturato anche Rose.
Jack, dall’altra parte, trattava il Dottore come se fosse una specie di fratello maggiore, a volte lo rimproverava ( ma sempre con affetto) o gli dava consigli, gli diceva di prendere la vita un po’ più alla leggera. “ anche il Dottore ha bisogno di una guida, di qualcuno che lo raddrizzi un po’ ” diceva Jack, con un sorriso per quel “ raddrizzi ”
<< Dimmi, Rose... Dai, non piangere e spiegami tutto >> Jack sciolse l’abbraccio, avvicinò una sedia alla sua e fece sedere la ragazza, sotto gli occhi di una preoccupata Linda, che cercava di capire il  motivo del pianto dell’amica.
Rose cominciò a raccontare, di com’era diverso il Dottore e che non ce la faceva più a vederlo così.
<< Non mi parla... Mi dice di lasciarlo in pace e mi caccia. Non so più che fare con lui, Jack >>
Lui le prese una mano e la strinse nelle sue, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, nel tentativo di calmarla.
<< Ascoltami. E’ successo anche con me. Ha bisogno di tempo di riprendersi. Lui vede le cose come sono, come dovrebbero essere e non essere e come saranno: tu sei uno sbaglio e gli riesce difficile anche guardarti. Bah. Non chiedermi come funziona l’assurda mente di un Signore del Tempo. Ma passerà >>
 Jack riusciva sempre a consolarla, a tranquillizzarla, qualsiasi cosa fosse successa.
Rose abbozzò finalmente un sorriso.
<< Sì, ma quando? >>
Il suo amico scrollò le spalle, vagando con lo sguardo sul pavimento.
<< Sono venuta qui proprio perché tu sei l’unico che mi può capire >> continuò Rose. Solo Jack aveva già passato quel periodo e solo lui poteva aiutarla.
<< Vieni qui >> allargò le braccia e strinse a sé la ragazza, accarezzandole il braccio, e sospirò.
<< Ci parlo io, ok? Ora vai a cambiarti... Credo ci sia qualcosa nell’armadio della terza stanza>>
Rose arrossì, ricordandosi che era vestita solo di una camicia da notte, e si alzò, sollevata.
<< Tutto bene, ragazzi? >> chiese Jasmine porgendo un fazzoletto a Rose con un debole sorriso.
<< Certo >> Jack chinò il capo, e assunse il tono di un capo che dirige una grande azienda << Potresti chiamarmi il Dottore, per favore? Fallo venire qui >> e prima che la sua aiutante si girasse << E niente scuse. Qui comando io e io lo voglio qui, ora >> sottolineò con voce grossa, risedendosi alla scrivania.
<< Certo capitano. Agli ordini, capitano. >> Jasmine cercò di nascondere una risatina, mentre si avvicinava ai computer. Ma Jack era troppo occupato per accorgersi che lo stava prendendo in giro.
Nel buio del lungo corridoio, Rose sorrise. Poteva sempre contare sul suo amico.
 
Si cambiò velocemente ( una maglietta e un pantalone chissà come dimenticati lì ) e tornò nella sala principale, nascondendosi dietro i computer.
<<  Rose è qui? >> disse una voce che la ragazza riconobbe come quella del Dottore.
<< Si, è qui. Dove, se no? Che ti è saltato in mente? >> (PS: adoro quando Jack sgrida il Dottore)
<< Dovresti chiederlo a lei, cosa le è saltato in mente di andarsene in quel modo. >> ribattè il Dottore, come se pensasse di non aver fatto nulla di male.
Jack spostò due sedie mettendole vicine.
<< E perché l’avrebbe fatto? Dimmelo! >>
Seguii un silenzio imbarazzato del Dottore. Rose avrebbe voluto vedere la sua faccia. Pensò si sarebbe arrabbiato e avrebbe detto che non era colpa sua, di nulla. Invece no, continuò Jack.
<< Perché la stai trattando malissimo. Se devi continuare così...Bè, è meglio che rimanga con me>>
<< Lo sai che non voglio >> disse il Dottore e poi, abbassando la voce ( anche se Rose lo sentii ugualmente ) << E lo sai  che non sopporterei di averla lontana >>
<< Allora non farla soffrire. Forse non te ne sei accorto, ma è in uno stato pietoso >> disse Jack in tono di rimprovero. – Io l’ho vista piangere solo due volte e tutte e due erano a causa tua. Certo, la prima non era colpa tua –
<< Perché pianse?>> il Dottore era curioso, Rose non gli aveva raccontato nulla del periodo che aveva passato con Jack. Quando capitava l’argomento, lei e il capitano si lanciavano sguardi strani e diventavano d’un tratto silenziosi, come se si fossero messi d’accordo.
<< Non ne ho idea. L’ho vista in lacrime sul piatto, una volta a cena >>
Rose non vide l’espressione del Dottore ma poteva scommettere che aveva alzato gli occhi al cielo. Lo conosceva troppo bene.
<< Sei sicuro che non fosse a causa dei tuoi orribili esperimenti in cucina? >> rise.
<< Non scherzo, Dottore >> lui smise di ridere.
Rose ricordava bene il pianto di quel giorno, non era nulla di tanto importante: si era solo lasciata prendere dalla malinconia, e pensava al Dottore così lontano da lei.
Scivolò a terra, circondandosi le gambe con le braccia. Hans si avvicinò preoccupato, chiedendole ripetutamente se stava bene, ma lei non gli rispondeva per non perdersi neanche una parola del discorso.
<< E’ un errore lo sai, la trasformazione è uno sbaglio. >>disse il Dottore, come se questo lo scusasse.
<< Dottore... >>Jack sospirò << Mi prometti che d’ora in poi non la farai più soffrire? >>
<< Jack, tu lo sai che sei il mio miglior amico?>>
<< Certo >>
<< E che sei stato fantastico come compagno di viaggio? >>
<< Sono contento di sentirtelo dire per una volta >> disse Jack acido.
<< Non ho rimorsi sull’averti salvato. L’unica volta in cui non li ho avuti. >>
<< L’unica volta? Ma... Dottore, e Rose? Non sei sicuro di aver fatto la cosa giusta salvandola? >> jack non si aspettava una frase del genere. Il Dottore aveva fatto di tutto pur di non far morire la ragazza, l’aveva pure mandato a quel paese ( cosa che non era mai successa ) quando aveva cercato di farlo ragionare.
<< E’ un caso a parte. La vita che ora avrà non è quella che avevo sognato per lei.>> si sentiva il malcontento nella voce tormentata del Dottore << Ma comunque era già tutto scritto -
<< Mi avevi detto che quello era un futuro alternativo, non quello vero >> Rose uscì allo scoperto, e lo abbracciò sedendosi sulle sue ginocchia. Chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo di gelsomino che tanto le era mancato.
Il Dottore non sembrò molto sorpreso dal suo abbraccio, e non poté far altro che stringerla ancora di più, con il cuore che sembrò più leggero del solito.
Quanto avrebbe voluto Rose che l’avesse fatto prima! Posò l’orecchio sul suo petto e sentì i battiti dei suoi due cuori in perfetta sincronia, il suono che più amava, grazie al quale capiva che il mondo – sì, tutto il mondo – continuava a girare.
 
<<  Bè, sai... A me piacciono molto le cose alternative! >> scherzò il Dottore, passando le dita nei capelli di Rose. Pensò a come quella piccola ragazza si era fatta strada nel suo cuore, scavalcando ogni ostacolo. Era già successo un’altra volta in un altro corpo e in un’altra vita e dopo quell’esperienza il Dottore decise che non si sarebbe più avvicinato così tanto a qualcuno, che non avrebbe dato campo libero ai sentimenti.
Ma come faceva, come faceva a resistere a lei, che era finalmente ciò che aveva sempre voluto?
<< Mi dispiace, Rose... E’ stato molto difficile per me... Lo sai, ti ho raccontato tutto, la questione degli sbagli. Sei un punto fisso nel tempo, che non dovrebbe mai esistere ( Jack basta e avanza )  e questo un Signore del Tempo, che ha la visione totale dello spazio e del tempo, non lo può accettare... >> sperò con tutto se stesso che lei lo perdonasse. Rose gli sfiorò la guancia con le labbra, facendolo tacere, non riuscendo a essere in collera con lui più di qualche ora.
Lo aveva perdonato.
<< Sei davvero davvero sicura di voler partire, Rose? >> chiese jack.
Il Dottore fece una smorfia, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza, che sobbalzò al suo tocco gelato.
<< Lei viene con me >> disse con aria di sfida per poi aprirsi in un sorriso.
<< Sicuro che voglia? E poi la prima cosa che ha detto quando si è svegliata, dopo la trasformazione, è stata il mio nome. >> A Jack piaceva moltissimo competere con il Dottore, sfidarlo anche per una piccola cosa, ma si vedeva che non faceva sul serio e che voleva solo punzecchiare un po’ il suo miglior amico.
Anche se era non era sul serio, il Dottore si rabbuiò e il sorriso scomparve dal suo volto. Non era stato molto contento quando la ragazza che gli piaceva aveva pensato prima al suo amico che a lui.
Rose fece la linguaccia a Jack con un sorriso di scuse subito dopo al Dottore ( non era molto lucida dopo la trasformazione ) che lui ricambiò, suo malgrado.
<< Perché pensavo fossi morto! >> rise lei.
Il Dottore osservava i due con divertimento e anche con un po’ di invidia.
Sapeva che il legame tra Rose e Jack, le persone che amava più al mondo, gli sbagli più belli che avesse mai fatto, era molto forte e sapeva che il distacco della ragazza dal suo amico sarebbe stato molto doloroso.
Jack era perfetto per lei. Sapeva come trattarla, non le avrebbe fatto mancare nulla e non era pieno di stranezze come lui.  Il Dottore sapeva che nemmeno Rose resisteva al suo charme e ai suoi sorrisi.
Ma quando Rose tornò a guardarlo con una strana luce negli occhi e rafforzò la stretta di mano, il Dottore capì che che la sua scelta sarebbe sempre e comunque ricaduta su di lui.
<< Noi dobbiamo andare a vedere le foto, vero Dottore? >>Rose scosse il Dottore per la manica. Prima dicevano tutto a Jackie, meglio era.
Il Dottore alzò gli occhi al cielo.
<< Lo so quanto non sopporti mia madre, ma è necessario. A dopo, Jack >> Rose fece alzare il Dottore e lo tirò verso la porta, dato che lui non si muoveva.
Lui sbuffò dietro di lei. Temeva più di ogni altra cosa la reazione della madre della ragazza, che già non era stata contenta quando lui l’aveva presa per viaggiare, ma non aveva potuto fare nulla perché Rose era rimasta fermissima sula sua decisione di partire.
Ma anche quella volta non avrebbe potuto fare molto.
A Rose non importava così tanto di quelle foto ( anche se servivano perché aveva pochissimi ricordi, e solo i più recenti ), più che altro era un pretesto per vedere sua madre... e dirle che era immortale, dirle addio. Tutto quello che non le avrebbe mai voluto dire, e che lei non avrebbe mai voluto sentire.
Già.
 
Rose sorrise, quanto permetteva la sua agitazione, mentre apriva la porta cigolante della vecchia macchina del tempo del Dottore. Lui le fece una veloce carezza sulla guancia per calmarla.
Jackie stritolò sua figlia in un abbraccio e le stampò un bacio sulla fronte. Forse pensava di trovarla da sola perché guardò stupita il Dottore, salutandolo con un cenno del capo.
<< Finalmente! E’ da tanto che non ci vediamo... Vi siete ricordati di fare un salto >> Il Dottore alzò gli occhi al cielo. Erano solo tre giorni! Ma Jackie sapeva che la colpa era sua ( a cui non faceva molto piacere andarla a trovare, era costretto ) perché Rose sarebbe passata ogni giorno dalla madre per non farla sentire sola.
<< L’idea non è stata...>> cominciò il Dottore. Rose gli diede una gomitata nelle costole prima che lui potesse finire la frase.
<< Mamma... Possiamo andare in salone? Devo... eh, dobbiamo dirti una cosa >>
Rose provò a tranquillizzare sua madre con un sorriso, che era visibilmente preoccupata. Il Dottore aspettò che Jackie andasse avanti e prese il viso della ragazza tra le mani.
<< Le parlerò io. Tu devi solo vedere le foto. >> le sussurrò fiero di sé. Era segno di grande coraggio proporsi per spiegare tutto alla madre di Rose. Era l’equivalente di combattere da solo contro due guardie mentre si sta scappando da galera, per permettere al proprio amico di mettersi in salvo.
Questioni di vita o di morte. Il Dottore avrebbe preferito trovarsi in una stanza chiusa a chiave con 100 daleks.
<<  No, Dottore, tu non sai come trattarla...>> Rose provò a farlo ragionare. Sarebbe stato peggio se avesse parlato il Dottore, contando l’ antipatia per lui che provava sua madre.
Ma lui le posò un dito sulle labbra.
<< Fammelo fare... E’ stato tutto a causa mia... E comunque, ho affrontato cose peggiori >>
Rose alzò un sopracciglio, non molto convinta. Il Dottore aveva molto più paura di quanta non ne mostrasse.
<< Va bene, va bene >> sbuffò e chinò la testa, lei l’aveva smascherato << Forse sarà la peggiore, ma che importa? Lo sai che adoro il pericolo >> Rose strabuzzò gli occhi, lo sapeva fin troppo bene. Lui le fece un sorrisetto, quella che la metteva sempre di buon umore e che annunciava l’inizio di una nuova avventura.
 
Si sedettero sulle sedie del tavolo da pranzo.
<< Rose, perché non vai a... preparare il tè? >> le chiese il Dottore, subito. Lei gli lanciò un’ occhiataccia, doveva restare lì, la sua presenza era rassicurante per Jackie.
Ma allo sguardo di fuoco del Dottore dovette cedere.
Rose sperò di non aver fatto una sciocchezza a lasciare al Dottore il compito di dire cose molto delicate. Incrociò le dita mentre apriva le bustine del tè.
Il Dottore raccontò tutto, dallo sparo alla ragazza fino alla sua trasformazione da mortale a immortale.
Naturalmente, per spiegare quell’ultimo fatto, dovette spiegare che era un Signore del Tempo e veniva da Gallifrey. Ma non l’età. Questo sorprese Rose.
Alla fine ci fu un silenzio tombale. Forse Jackie era svenuta. “ Ma no” pensò Rose “ è più forte di quanto sembra “
Andò a controllare di persona, portando le tazze al tavolo e si sedette anche lei.
Sua madre la guardò strano, non l’aveva mai guardata in quel modo, e Rose si sentì a disagio. Cercò conforto nello sguardo nel Dottore, ma anche lui era molto teso. Quindi tornò ad ammirare il verde scuro del suo tè, e girare il cucchiaino come in trans, cercando di farlo tintinnare il meno possibile.
<< Non ci credo. Mi state prendendo in giro >> Rose sapeva che avrebbe detto così, chi ci avrebbe creduto al primo colpo?
Così si girò di spalle e si tolse la maglietta, facendo vedere alla madre il buco lasciato dalla pallottola. Poi se la rimise e si girò verso Jackie. Il Dottore nascose il volto dietro la tazzina.
<< Se non fosse stato per il Dottore a quest’ ora sarei morta. >>
Jackie lo guardò con occhi enormi.
<< Come hai fatto? >> gli chiese con la poca voce che le rimaneva.
Lui alzò le spalle.
<< E ora che farai? >>
<< Mi sembra ovvio. Continuerò a viaggiare >>
Il Dottore sospirò.
<<  Ha un lavoro pronto e l’uomo perfetto per lei che è solo lì ad aspettarla >>
<< Di chi stai parlando? >> Rose alzò la voce, piegando la testa da un lato.
Lui la guardò come se le fosse sfuggito qualcosa.
<< Jack? Scherzi? >> Rose trattenne a stento una risatina
Ebbe una visione, di lei che lo presentava a sua madre “ Mamma, questo è Jack ”. Ma doveva ammettere che non le sarebbe molto dispiaciuto, ma sapeva che il suo futuro era con il Dottore.
<< E’ come lei? >> chiese Jackie al Dottore, che annuì.
Il Dottore voleva che Rose partisse con lui, ma non voleva farla sentire costretta in qualche modo: doveva vedere chiaramente le alternative che aveva.
Ma, testarda com’era...
<< Io e Jack non siamo altro che amici >> disse Rose per fermare le fantasticherie di sua madre. << E comunque, siamo qui perché devi aiutarmi. Dal passaggio da mortale a immortale ho perso molti ricordi... Bè...c’ho solo quelli degli ultimi 2 anni...>>
Jackie spalancò la bocca.
<< Cosa? >>
<< Chiedile chi è zia Mary e vedrai >> intervenne il Dottore, appoggiandosi annoiato allo schienale della sedia.
<< E tu come la conosci? >> Jackie socchiuse gli occhi, diffidente. Che ne sapeva il Dottore della sua famiglia?
<<  Esiste? >> il Dottore era sbalordito quanto lei, se non di più << Davvero? Non lo sapevo! Io ho solo tirato a indovinare! –
Rose ridacchiò, poi si fece seria.
<< Smettetela. Comunque, se me lo chiedete, non lo saprei. Mio padre, ad esempio: non ho idea di come sia >>
Il padre di Rose era morto quando lei era una bambina e aveva pochi suoi ricordi. Figuriamoci ora!
<< Per fortuna non li hai persi tutti – disse Jackie. Quello era successo a Jack, che non sapeva neppure come si chiamasse << Ma ti rifarai.... Sai, Rose, non avrei mai pensato sarebbe successa una cosa simile, ma preferisco saperti immortale che morta per sempre. >>
Rose la abbracciò, nascondendo i suoi occhi lucidi. Era sollevata che lei l’avesse presa più leggera. Nonostante a volte fosse dispettosa e impicciona, la sua era la madre migliore del mondo.
Jackie, in poco tempo, mise in ordine tutti gli album di foto sul tavolo.
Il Dottore se la vide molto, molto male. Pensava sarebbe stata una cosa un po’ più... veloce. Lì se ne sarebbero andate ore!
<< Và a giocare col Tardis. La tua parte l’hai fatta >> gli consigliò Rose, che aveva notato la sua espressione. Il Dottore sorrise. A Rose non sfuggiva mai nulla, era molto sensibile ai suoi stati d’animo. Non aveva mai conosciuto qualcuno che lo capisse come lei.
Prima di entrare nel Tardis accompagnato da lei, fece una smorfia.
<<  Però avrei voluto i capelli rossi >> si lamentò come un bambino a cui avevano regalato un ghiacciolo alla menta invece del limone. Gli si erano schiariti gli occhi, ma non i capelli come lui avrebbe voluto.
<<  Sono contenta che tu sia tornato il mio Dottore >> disse Rose abbracciandolo.
<<  Anch’io! >>
 
 
Quando il Dottore tornò, dopo un’ora e mezza, avevano finito da poco.
<< Sono sfinita >> Rose era accasciata sul divano con gli occhi chiusi – Non pensavo che la mia vita fosse così piena. Non mi sono persa granchè, comunque –
<< Hai fatto le valigie? >> le chiese a bassa voce il Dottore, restando in piedi con le mani in tasca – Sei ancora decisa  a venire con me? –
<< Smettila. Non ho cambiato idea >> La ragazza lo guardò male, poi il suo viso si distese << Voglio andare lontano. Portami via, ti prego >>
Dopo aver sistemato le valigie nella macchina del tempo, Rose abbracciò la madre, pronta a lasciarla di nuovo.
Gli addii erano sempre tristi, ma quello più degli altri, perché aveva un che di definitivo. Rose non sarebbe più tornata a vivere con la madre, non avrebbe più dormito nel suo letto, né bevuto la sera il tè con Jackie ridendo insieme dei discorsi dei vicini o parlando di quello che avevano fatto nella giornata.
Jackie sapeva che un distacco ci sarebbe stato in ogni caso: ogni figlio se ne va di casa. Ma nessuno con un alieno e una macchina del tempo, affrontando il male dell’universo. Ma Rose amava quella vita, come amava il Dottore, la madre se n’era ben accorta ( certe cose non le sfuggivano ).
<< Ti voglio bene, mamma >> le mormorò Rose, stringendola forte << Ti chiamerò e verrò a trovarti spessissimo, ogni weekend, tanto che non sentirai neanche la mia mancanza >>
La madre sorrise anche se sapeva che comunque l’avrebbe sentita, e come.
Il Dottore era molto meno sorridente, appena sentito del fatto dei fine settimana. Sperava di non vedere Jackie almeno per un mese. Almeno.
<< Stammi bene, Dottore >> lo salutò lei, cercando di essere più gentile, finalmente, alzando una mano << Credo che alla fine dovrò accettarti, dato che sei l’uomo con cui mia figlia ha deciso di passare la sua vita... eterna >>
Ma era anche l’uomo che l’aveva strappata a lei e quello, per accettarlo, ci sarebbe voluto un po’ di tempo.
<< Lo credo anch’io >> il Dottore sorrise << un giorno sono sicuro che mi perdonerai, ma ti posso assicurare che Rose non poteva capitare in mani migliori delle mie >>
Rose sorrise contenta che il Dottore e sua madre avessero finalmente sepolto le asce di guerra e che il rapporto tra loro fosse migliorato almeno di un po’.
<< Ora andiamo, dobbiamo passare a salutare Jack... Oh, mamma, se un giorno viene, Jack intendo, così per farti compagnia, chiamalo Capitano. Quando sarete in confidenza potrai usare il suo nome vero. All’inizio non vuole. >> Pensò alla prima volta che lo incontrò lui: “ Capitano Jack Harkness, miss “ e lei “ Rose Tyler. Piacere Jack “ ..” Capitano “ ribadì lui. “ Cosa? “ Rose non capiva.                 “ Voglio esser chiamato Capitano, non Jack “. E mentre lo diceva sembrava irritato.
Il Dottore rise quando seppe di quella conversazione
“ Lui e la sua ciurma! “ disse contrariato “ si crede troppo quel ragazzo... Capitano... Bah. “
“ Che male c’è a farsi chiamare Capitano? Tu ti fai chiamare Il Dottore, non pensi sia la stessa cosa? “
Lui  la guardò male. “ E’ diverso. Io vorrei ma non posso usare il mio vero nome. Fa più effetto il Dottore, no? “ le sue convinzioni assurde...
 
<<  Lo riconoscerai... ha un cappotto marrò lungo fino ai piedi e capelli scuri spettinati. >> Rose baciò la madre sulla guancia.
<<  Va bene, lo ricorderò. Ciao e a presto >> Jackie rimase lì per qualche minuto, vedendo scomparire quella cabina blu che tante volte aveva popolato i suoi sogni.
 
>> Speravo che questo momento non  arrivasse mai, ragazzi >>
Jack aprì le braccia, ma sorrideva. Aveva riunito tutta la squadra: Hans, Jasmine, Linda e Freddie.
<< Sai, Dottore, se una persona non se ne va dopo tutte le tue stranezze, i tuoi sbalzi d’umore, i tuoi errori... Faresti bene a prenderla e non lasciarla mai più. Io ad un certo punto non ce l’ho fatta più con lui, Rose, ma non mi sono mai pentito di averci viaggiato insieme. Non mi sono mai divertito così tanto. >> Jack le fece l’occhiolino e Rose lo abbracciò forte, chiudendo gli occhi per fissare in mente il suo buon odore. Sapeva di fogli di giornalini rimasti a lungo chiusi. Di antico, di polvere... e dolcissimo.
<< Mi mancherai, Jack. Tantissimo >>
<< Anche tu, dolcezza >>  lui le accarezzò la schiena << Se hai bisogno di qualcosa, mi trovi qui. E anche il tuo posto al Torchwood, sia chiaro. >>
Rose lo guardò negli occhi chiari, promettendo a se stessa che non avrebbe mai dimenticato quello che Jack aveva fatto per lei.
Se doveva essere sincera, era stata seriamente tentata di restare con lui, con il lavoro dei suoi sogni e sua madre, che avrebbe convinto a trasferirsi in quella bella città che era Cardiff. Ma Rose sapeva che se si faceva scappare il Dottore ora non l’avrebbe più rincontrato o peggio, l’avrebbe dimenticata completamente per gironzolare con un’altra bella giovane.
<<  Mi dispiace ma io ho già scelto. Voi siete fantastici, i migliori che abbia mai conosciuto. Ma io devo rispettare il mio futuro e so che è con il Dottore.
Il Dottore è la mia vita, equivale a tutto quello che potrei avere qui, o forse più. Non mi importa di vivere una vita se non è con lui, non mi importa se non mi potrà amare, ma io resterò con lui a ogni costo >>
Se non mi potrà amare... Sapeva già che cosa lei provava per lui, ma non disse nulla, la guardò profondamente colpito.
Jack la salutò sfiorandole il dorso della mano con le labbra, come un gentiluomo del 1800.
Rose si ricordò la prima che l’aveva fatto e sorrise ricordandosi quello che le aveva detto “ Non pensavo fossi così graziosa!Meravigliosa! Il Dottore ha davvero buon gusto. Pensavo fossero tutte chiacchiere!”
La ragazza pensò a quanto tempo era passato, a quanto si era divertita con i valzer esasperati di jack, le loro corse in moto per visitare Cardiff ( il Dottore non l’avrebbe mai dovuto scoprire ) e i  disastri culinari di Jack che lei era costretta a mangiare per  non mortificarlo.
<<  Ti voglio bene, Rose. >> mise una mano in tasca, ed estrasse due oggetti << Tieni, questo è un Identificatore, ti sarà utile in un posto pieno di alieni e questo un cacciavite laser nuovo di zecca. Fanne buon uso e torna a trovarmi! >>
Jack la abbracciò, e Rose dovette cacciare dentro le lacrime. Abbracciò tutta la squadra, ringraziandola.
<<  Dottore >> salutò jack assumendo la posa da soldato rispettoso << E la vostra deliziosa signorina – aggiunse con un una profonda riverenza, riferendosi a Rose
Lei rise. Non cambiava mai. Con quei suoi modi svenevoli avrebbe fatto sciogliere il più duro dei ghiacci.
<< Capitano >> ricambiò il Dottore con un cenno del capo, divertito.
 
Prima di entrare nel Tardis, Rose si voltò.
<<  Oh, jack? Leggi qualche libro di cucina, la prossima volta che vengo voglio mangiare qualcosa di decente >>
Il Dottore cominciò a ridere, chiudendosi alle spalle la porticina blu.






Vi piace? E' la mia prima fanfiction....
Se vi piace posterò anche il secondo capitolo... Che dire, questa idea mi è venuta tutta d'un tratto, questa storiella alternativa su Rose e il Dottore. Ormai da una settimana non faccio altro che scrivere scrivere scrivere, tanto che alla fine della giornata mi spara un mal di testa pazzesco...sto davvero impazzendo... Pensate che mia madre mi dice " Ma stai parlando da sola? " con aria preoccupata, sogno ogni notte o Rose o il Dottore o Jack. Mi sto davvero preoccupando.
Quello di Jack non è un vero e proprio addio... Lo amo troppo per non inserirlo in futuro, quindi aspettatevelo.

Non mi aspetto che recensiate per questo capitolo, che descrive solo l'addio di Rose ai suoi amici per lasciare definitivamente la sua vecchia vita e cominciarne una nuova... Dal secondo inizia la vera storia, prometto, non vi farò annoiare!!!
Ma comunque, un commentino non mi dispiacerebbe...

PS: questa storia è dedicata a KillerQueen86, che mi ha fatto venir voglia di cimentarmi anch'io nelle ff e che condivide il mio amore per i queen... Il titolo " Dreamers Ball " è proprio il titolo di una canzone dei Queen... Il ballo nel mondo dei sogni: è perfetto!!!

Sempre vostra

SweetLady98
  
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