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Autore: LaU_U    10/08/2012    1 recensioni
Il Nono Dottore è un viaggiatore solitario prima di incontrare Rose. Una clandestina un po' insistente infiltrata nel suo TARDIS lo metterà alla prova e lo coinvolgerà in una ricerca in tutti gli angoli della cabina blu...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 9, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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9. OH, QUELLA CABINA! LIZ, SOGNERAI QUELLA CABINA!

 

Liz fece un balzo a piedi uniti fuori dalla porta del TARDIS, stringendo la bambola sottobraccio. Riconobbe subito il viottolo di Londra in cui stava, lo stesso dove quello stesso pomeriggio aveva adocchiato una curiosa cabina blu e aveva deciso di sbirciarci dentro. La cabina era ancora lì, davanti ai suoi occhi. Il fatto che fosse tanto più grande dentro rispetto al fuori parve non turbarla minimamente. Il Dottore si mise sull’uscio, come incorniciato da esso, e guardò la bambina che chiacchierava con la sua figlia di stoffa.
«È tardi ora, meglio se vai a casa o la mamma si preoccuperà» disse lui.
La bimba lo guardò. Poi si mise a sussurrare qualcosa all’orecchio di Trippy, coprendo la bocca con la mano, come fosse un segreto.
«Trippy vuole che tu venga a cena da noi. Ha detto che ti prepara il pesce con le patatine fritte. È molto brava a cucinare, sai?»
«Grazie, Trippy, ma io non… ho delle cose… devo andare.»
Il sorriso sulla bocca della bambina si fece meno palese.
«Se non ti piace il pesce possiamo mangiare qualcos’altro. La mamma sa preparare tante cose.»
Il Dottore non amava fermarsi a casa dei terrestri, anche se non si era mai soffermato molto a pensare quale fosse il vero motivo di ciò. In fondo, si diceva, lui ci teneva a farsi conoscere come il personaggio straordinario che appare dal nulla e scompare in un istante. Una pizza attorno al tavolo di un salotto qualsiasi gli avrebbero fatto perdere l’alone di mistero che tanto gli piaceva portarsi dietro nei suoi viaggi fra mondi e persone. Forse c’era dell’altro che avrebbe potuto spiegare questa sua riluttanza a pranzare in famiglia, ma lui non aveva intenzione di meditarci sopra.
Scosse la testa verso Liz e gli occhi della piccola si fecero lucidi.
«Non piangere!» l’apostrofò l’uomo agitando un indice. C’erano state abbastanza lacrime nelle ultime ore, non ne servivano di certo delle altre.
La bimba tirò su col naso e strinse i pugni sforzandosi di essere forte. D’un tratto corse incontro al Dottore a braccia aperte. Il Signore del Tempo si ritrovò le gambe circondate da un abbraccio e sollevò le mani indeciso sul da farsi. Diede qualche buffetto sulle spalle della piccola che non accennò a lasciarlo andare. Infine poggiò le mani dietro al collo di lei e la strinse piano a sé.
Poco dopo Liz si staccò e fece qualche passo indietro.
«Non scordarti questa» le disse il Dottore dandole la bambola che le era caduta fra i piedi durante l’abbraccio. Se la sarebbe persa altre decine di volte, lui ne era convinto.
«Ora vai.» Non poteva star lì a lungo, ma voleva vederla almeno incamminarsi. «Su, vai a casa» insistette con decisione.
Liz si girò e iniziò a camminare con Trippy stretta al petto.
«Ah, Liz!» esclamò lui, d’un tratto. La bimba si voltò nuovamente verso di lui, curiosa di sapere cosa avesse d’importante da riferirle. «Fatti spiegare un po’ meglio dalla mamma la storia dei cavoli e di Babbo Natale.»
La piccola parve un po’ confusa, ma annuì. Lui le sorrise e la bimba fece lo stesso.
«Ciao Dottore!» disse, agitando la mano col cerotto nell’aria, per poi riprendere a camminare.
Dopo pochi secondi sentì un forte rumore alle sue spalle e si voltò di scatto, appena in tempo per vedere la cabina blu lampeggiare e poi sparire nel nulla. Fissò a bocca aperta il vuoto lasciato dalla strana astronave. Era sparita, come per magia.
Ma forse un giorno lui sarebbe tornato a prenderla e avrebbero ancora fatto un viaggio nella sua stramba nave spaziale. E magari sarebbero andati sul pianeta di Luke Skywalker e avrebbe fatto una corsa con gli sgusci, o combattuto con le spade laser. Oppure, chissà, avrebbe camminato sopra la luna e se la sarebbe mangiata, dato che è fatta di formaggio. Altrimenti avrebbe potuto andare a cavallo di una stella cadente, o avrebbe fatto tante altre cose ancora più fantastiche. Tuttavia Liz era consapevole di essere ancora piccola, sapeva di dover attendere di diventare grande per poter partire e lasciare casa sua. Nel frattempo avrebbe sperato e atteso finché quel giorno non fosse arrivato. “Ci vediamo fra qualche anno” pensò “quando magari anche io avrò un CAR-DIS tutto mio.”



 

 

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E poi siamo arrivati alla fine.
Ebbene sì, pare che io sia riuscita a concludere almeno una delle storie che avevo in sospeso. Aprirò una bottiglia di spumante per festeggiare. Chi si unisce alla celebrazione? Mi sono impegnata per riuscire a finire prima di partire  per le vacanze (ovvero domani), mi sembrava brutto lasciare tutti i miei numerosi lettori in sospeso fino a settembre! :P
Liz si trasformata in un'altra piccola girl who waited. Col Dottore va così: passa e lascia il segno. Le povere companion vengono abbandonate con la consapevolezza che ci sarebbe una vita incredibile da vivere fra le stelle. Vabbé, non è il momento di essere tristi, anche se... sigh... sono un po' dispiaciuta che Liz e il Dottore non siano più impegnati nella loro caccia al tesoro sul TARDIS :(
Ringrazio i lettori, Eleu per prima, che ha partecipato fin dall'inizio alla stesura di questa storiella. 
Un saluto anche da Liz e Trippy, stanno mangiando pesce e patatine nella mia cucina in questo momento.
Alla prossima!

PS: il titolo è una citazione (modificata). Ve la ricordate? Ho adorato quel discorso sul TARDIS 

   
 
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