Capitolo
1
“Bene,
credo che questo punto si SPOSI perfettamente per piazzare le nostre
attrezzature!” – esclamò Finn introducendo una parola chiave per il suo piano,
mentre poggiava gli zaini, compresi i tre di Rachel, che aveva portato per
tutto il tragitto con grande fatica. Si domandava cosa ci facesse con tutta
quella roba, ma preferì non chiederlo, altrimenti avrebbe iniziato un elenco
infinito e non avrebbe più avuto occasione di esprimersi. Gli altri tre
risposero affermativamente alla sua scelta di posizione e cominciarono ad
aprire le tende. La ragazza stette seduta ad aspettare che avessero finito, non
era abituata ad occuparsi di queste cose da sola, era stata troppo viziata in famiglia,
essendo figlia unica, non sapeva neppure da dove cominciare, uscì soltanto i
suoi oggetti e li mise sopra una tovaglia,appena aperta dal suo fidanzato. Nel
frattempo c’era qualcun altro che non sapeva come muoversi e Blaine se ne
accorse: “Lascia stare, ci penso io qui, sono stato uno scout, quindi direi che
me la cavo meglio e poi non vorrai rovinarti quelle belle manine che ti
ritrovi!” – gli propose bonariamente, rendendolo incapace di spiccicare parola
per qualche secondo, folgorandolo della sua maestria . “E questa chi la
sapeva?Tu, uno scout?Ok, signor Blaine Anderson, hai altri scheletri
nell’armadio da mostrarmi?” – replicò malizioso, con degli interrogativi
interessati al suo ancora sconosciuto passato. L’altro si limitò a ridere divertito
dei suoi dubbi e qualche minuto seguente si allontanò per rispondere al
telefono, giustificandosi di non trovare campo, lasciando sospettoso Kurt, per
il suo comportamento schivo. L’altra coppia invece, non aveva notato nulla,
erano intenti a disfare i bagagli, il ragazzo iniziò ad uscire le provviste
abbondanti impacchettate da sua madre, c’era una vasta varietà di carne, forse
anche troppa per saziare quattro persone, così si lasciò scappare un commento,
sempre per attirare l’attenzione della sua lei: “La mamma ha esagerato!Non è
mica un banchetto per un MATRIMONIO!”. Sottolineò particolarmente l’ultima
parola e Rachel cominciò a capire il suo gioco, stranamente ingegnoso per le
sue corde, ma fece finta di ignorarlo. Aveva già deciso di aspettare tre giorni,
quindi perché mai non doveva rispettare quella condizione, che lei stessa si
era imposta? Allora ribatté come se nulla fosse improvvisando : “Già, ma lo sai
com’è tua madre, no?Pensa sempre che sei sciupato!Non importa, la riporteremo
indietro e la faremo congelare. Infondo te lo saresti dovuto ASPETTARE!”. Adesso
anche lei adoperava termini appositi, ma per indicare il patto delle 72 ore.
Stava eseguendo il suo stesso piano, l’unica differenza era che Finn non se ne
era ancora reso conto.