Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: evilangel    14/08/2012    3 recensioni
Un Dolce per ogni Coppia ~ Una Coppia per ogni Dolce.
...
1#  Macarons~ (Shuuto/GouenKido)
2#  Tortino al cioccolato~ (GouenGaze)
3#  Meringa~ (AfuHera)
[Continua .w.]
...
L'ispirazione mi ha attanagliata, mi spiace :'DD
Sapete, è che sto bene attenta a non mangiare dolci ultimamente, quindi pensandoci su mi è venuta l'idea di scriverci qualcosa .w.
Poi ho cercato di collegare il tutto alle mie pairing preferite... ed è venuta fuori questa raccolta C:
Ah, nei capitoli si parla davvero dei dolci, non è solo il titolo :'3
Bhe, buona (?) lettura ♥
Debby.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
               Image and video hosting by TinyPic
[Grazie a Cate che mi ha donato (?) il nome per la gelateria ♥]

Il cioccolato è un alimento derivato dai semi della pianta del cacao diffuso e ampiamente consumato nel mondo intero.

 
Era meglio tornare a casa prima che il gelato si sciogliesse, perché il gelato al cioccolato si scioglie subito, e poi i gusti che non vuole nessuno, tipo i frutti di bosco, quelli non si sciolgono mai. Tanto è buono, tanto è delicato.
Forse era proprio vero che le cose più belle si distruggessero prima, ma aveva ben poco a che fare col gelato. L’unica cosa che sapeva era che Yuuka gliene aveva chiesto un po’ qualche ora prima, e che era stato costretto a uscire solo per prenderne una vaschetta.
Così nel sacchetto aveva solo una misera vaschetta di gelato al cioccolato e panna, e pensandoci sopra il sacchetto non serviva nemmeno, ma l’aveva preso come una garanzia. Non sia mai che qualcuno lo scambi per un ladro di vaschette di gelato.
Se fosse stato di buon umore le avrebbe mangiate anche lui un paio di palline al cioccolato, ma il caldo estirpava ogni traccia di voler fare qualcosa.
 Yuuka aveva passato tutta la mattinata sdraiata a guardare la tv, alle dieci il biondino aveva chiamato Kidou per chiedergli se volesse uscire un po’ e aveva interrotto la sua rilassantissima nuotata in piscina. Anche lui avrebbe voluto andare in piscina, ma non aveva voglia di tirare fuori il costume dall’ultimo cassetto, quello incastrato.
E se il caldo dava fastidio ad uno come lui, c’erano persone che ne risentivano ancora di più.
 

Il cioccolato è anche un ingrediente di svariati dolciumi, tra cui gelati, torte, biscotti e budini.
 

Un temperino gli cadde in testa forse dal cielo, e non era uno di quelli normali, in metallo. No, era uno di quelli  col contenitore.
Per la sorpresa o per chissà che altro, non percepì subito la sofferenza, vide solo l’oggetto cadere e rotolare in strada. Sentì un: «Aaargh» e poi un tonfo. Suzuno aveva sempre l’abitudine di lanciare gli oggetti fuori dalla finestra quando perdeva la pazienza. Afferrava la prima cosa nel suo raggio d’azione e la scagliava oltre la finestra aperta, che quando non lo era sirompeva.
Avvolse bene la plastica del sacchetto attorno alla vaschetta, nascose il tutto sotto la siepe del giardino, entrando dal cancello sempre aperto, dato che così la ragazza non doveva alzarsi ad aprire quando Nagumo rientrava in casa.
Vide la sua chioma chiarissima poggiata al tavolo, sopra un libro di algebra.  Suzuno ripeté il lamento precedente, seguito da uno sproloquio confuso sulle disgrazie che affliggevano il mondo, e non erano né la guerra, né il riscaldamento globale. 
   «Dolce fanciulla, cosa vi disturba?»
Suzuno alzò la testa, e appena lo riconobbe fuori dalla finestra si ributtò con la fronte sul libro, non rispondendogli nemmeno.
  «Vattene, non sono in vena.»
  «Dai.» Gouenji appoggiò le braccia ai bordi della finestra.
  «Sparisciti e squagliati all’ombra come faccio io»
  «Vero, il ghiaccio si squaglia prima del gelato».
La ragazza risollevò la testa quel che bastava per non capire il nesso. Era tutto un piano per farle venir voglia di un gelato. Perché il gelato era fresco, era dolce, colava tutto d’un lato ed era bello leccarlo quando si scioglieva. Sciolto era più buono, e non ti facerva sentire una cacca quando ti scioglievi anche tu.
  «Vammi a prendere un gelato.» ordinò, standosene ancora distesa sulla scrivania.
  «No.»
  «Ora.»
Eppure Gouenji non voleva dirle che l’aveva già comprato, che in realtà la vaschetta era lì bisognosa di essere mangiata, sarebbe stato soddisfatto solo vedendola alzarsi per andarlo a prenderlo.
Non perché volesse che uscisse con lui, voleva solo trovare un qualche individuo con cui fare due passi, ma pensandoci si sentì un vecchio che doveva fare la passeggiata pomeridiana. Fare due passi.
  «Puoi prenderlo da sola.»
  «E’ solo uno stupido gelato,  tu sei già fuori.»
  «Devi solo uscire dalla porta.»
  «Fuori dalla porta c’è il sole.»
  «Allora squagliati all’ombra senza gelato.»
Con questo si guadagnò un’occhiata delle più orribili, e la ragazza si alzò dalla sedia.
 

I tortini di cioccolato con cuore fondente sono delle golose tentazioni di cioccolato monoporzione.

 
Ora che aveva raggiunto il suo intendo, non restava altro che godersi i coloratissimi insulti che stavano per arrivare, ma si sorprese dell’enorme potere che avesse il calore del sole.
Non era riuscito a sciogliere il cuore di Suzuno, anche se in fin dei conti non era nemmeno così tanto freddo, ma era così opprimente da togliere alla dolce fanciulla  la forza di parlare.
Ogni tanto, mentre percorrevano la strada per la gelateria, sembrava guardarlo con la vaga intenzione di dire qualcosa di cattivo, sui suoi capelli, sulla felpa, ma poi rimaneva tutto dentro. Non sapeva più se esserne felice, perché così non era più divertente.
  «Cosa stavi facendo prima?»
  «I compiti.» Nessun “Secondo te, idiota?”
  «Di algebra?»
  «Si.» Ebbene, il caldo possiede un potere enorme.
Alla loro vista, la gelateria si faceva spazio tra altri edifici inutili, incastrata tra un negozio di scarpe e un piccolo e squallido bar. Più in avanti c’era Kidou di ritorno dalla piscina, ma era una cosa trascurabile.
Pian piano, si avvicinavano alla tanto bramata meta di quel giorno estivo, uno dei più caldi di quell’agosto non sopportabile.
Anche l’asfalto sembrava ardere, quando Fuusuke si rese conto di non avere neanche un soldo.
  «Però il gelato lo offri tu.» Ovviamente avrebbe offerto Gouenji anche se fosse andato a prenderlo senza di lei.
 

Facili da preparare, possono essere surgelati e poi consumati in seguito, all’occasione giusta.

 
La Mont Blanc serviva uno dei gelati più buoni della cittadina, oltre al fatto che fosse una delle poche gelaterie con l’aria condizionata perfettamente funzionante, di quelle che non ti congelano appena entri e poi ti costringono a restare a letto per il resto dell’estate causa raffreddore o altri malanni. Perché lì non avevano paura che il gelato si squagliasse, lo facevano quasi apposta, così sciolto sembrava più secsi.
Il ragazzo si controllò in tasca, osservando l’unica banconota da dieci euro che era rimasta dall’acquisto del gelato. Mentre Suzuno apriva la porta della gelateria, lo immaginò liquefarsi all’ombra delle foglie spesse, e capì di non aver più voglia di mangiare del gelato. Entrando, un alquanto fastidioso tintinnio della campanella sulla porta avvertì la signorina dietro alla cassa.
Un’improvvisa sensazione di fresco li prese quando si chiusero la porta alle spalle, sigillando il caldo con la porta di vetro. Tutto nella gelateria richiamava freschezza: il colore lime alle pareti, le piastrelle bianche al pavimento, alcuni tavolini circondati da bianche sedie imbottite e ricoperte da pelle.
  «Allora, cosa desiderate?»
I gusti al bancone erano vastissimi, anche se i contenitori erano pieni solo a metà. Alle pareti scritte, fotografie di gelati, ma soprattutto dolci. Una crostata, delle brioche, dei biscotti, uno strudel. In un angolino, quasi volessero dimenticarsene, un tortino al cioccolato, con il ripieno fondente che colava tutto sul piatto. Anche senza avercelo davanti, la sua mente ricordò l’odore di cioccolato, la consistenza della pasta calda. Stomachevole, soprattutto considerando il fatto che il caldo escludesse ogni possibilità o voglia di mangiare qualcosa che non avesse una temperatura sotto zero.
Ma quella era una gelateria di classe, e vendeva anche dolci.
  «Un gelato a due-»
  «Due tortini al cioccolato.»

 Hanno un cuore di cioccolato morbido e fondente. Sono cotti al forno.

 
  «Caldi?». La ragazza alla cassa non sembrava affatto sorpresa dalla richiesta, non come Fuusuke. Probabile che costassero più del gelato, e guadagnare cinque euro in più era… bello.
  «Si, caldi.»
Suzuno lo guardò, esordì con un: «Cosa?». Non sentì nemmeno la fine della risposta prima di tirare qualche bello scappellotto al ragazzo. In quel momento di profonda convinzione del fatto che non avesse un cervello, era tornato tutto più divertente.
A dir la verità, nemmeno Gouenji sapeva perché fosse stato disposto ad ordinare qualcosa di così spropositato, ad Agosto, quando a tratti vedi l’aria scaldarsi e cominciare a ballare la danza più detestabile. Ci credette davvero quando l’albina gli urlò la frase più dolce del mondo. «Stupido, io non lo mangio.» anche se non aveva nemmeno il diritto di lamentarsi, dato che i soldi spesi per il dolce non erano suoi.
La signorina arrivò col sorriso più felice del mondo, con i due tortini caldi incartati e quasi fumanti. Doveva essere davvero una liberazione sbarazzarsi degli ultimi due tortini, che con tutte le probabilità non avrebbe acquistato nessuno e sarebbero rimasti a muffire. Però il profumo era così buono che per un attimo i soldi spesi non sembrarono sprecati.
Dopo aver pagato, prese il pacchetto con i tortini. Era caldo.
  «Sediamoci qua fuori.»
Fuusuke prese a farsi aria con la sua stessa canottiera, prima di sedersi ad un tavolino e piazzarci la fronte sopra. I raggi del sole permettono all’occhio umano di vedere i colori, in quel momento tutto sembrava sfavillare di colori troppo forti. Però fuori dalla Mont Blanc era ombroso, fresco, perché l’aria condizionata usciva dalla porta d’ingresso, nemmeno fosse la più dolce delle benedizioni.
Gouenji si sedette accanto alla ragazza, ancora intenta ad osservare il piano del tavolo da molto molto vicino. Scartò il pacchetto che la signorina aveva fatto immaginando che dovessero portare i due tortini a casa.
  «Testa di pigna, non hai le forchette.»
  «Allora andiamo a mangiare a casa tua.»
Fuusuke s’illuminò alla parola “casa tua”, di certo lì era più fresco di quanto non fosse all’ombra di una tenda a strisce rovinata.
Tirarono indietro le sedie e si alzarono, mentre Shuuya cercava di riavvolgere il pacchetto nella carta.
Non si poteva dire che l’albina camminasse mentre tornavano indietro, ma non si poteva nemmeno dire che corresse. Era piuttosto una camminata veloce verso un bel letto, fresco, pronto ad accoglierla infischiandosene di compiti delle vacanze, tortini, caldo, porcospini.
  «Io te l’avevo detto che non avevo voglia di uscire» disse, come se fosse un’accusa, quando arrivarono davanti alla porta di casa sua. Aveva sprecato tempo che avrebbe potuto passare a sciogliersi all’ombra, invece di farlo sotto al sole. Tirò fuori dalla tasca le chiavi, le infilò e girò nella serratura ,e fece per entrare quando Shuuya strappò il cartone a metà, dandole quel tortino che lei non voleva. Facendolo, ripensò al gelato ormai sciolto che aveva sprecato.
Suzuno osservò il cioccolato sciolto sul piatto, e dopotutto era una sempre una ragazza. Prese il tortino con una mano, mentre con l’altra chiudeva la porta. Prima di farlo, donò uno dei suoi sguardi al ragazzo, uno di quelli adorabilmente cattivi.
 

Dolce quasi sorprendente, da consumarsi in qualsiasi momento. Per sorprendere l’amato a San Valentino, ma anche per concedersi un attimo del buon cioccolato.

 
Entrò in casa e appoggiò il dolce sul tavolo, mentre Gouenji se ne tornava a casa per buttare il gelato sciolto nel sacchetto. Yuuka si sarebbe arrabbiata non poco.
La ragazza prese una forchetta dal cassetto vicino al frigorifero, e si sedette al tavolo, con l’intento di fissare il dolce per un po’.
Non era poi così male mangiare del cioccolato, anche se faceva caldo, anche se era abbastanza tardi e avrebbe dovuto cenare tra qualche ora.
Gli occhi di Gouenji erano cioccolato, ma non sapeva perché gli era venuto in mente. Sbatté la testa sul tavolo, tanto per far uscire il pensiero.
 

«Ti odio tanto anch’io, testa di pigna»
 

_   _  _ _ ___________________________________________________________
Ok, non so più cosa fare D’:
Non ero per nulla ispirata per questo capitolo. Cioè, all’inizio si, ma poi mi sono persa .3.”
La GouenGaze si merita più di così. E non so perché, ma quando si tratta di loro non riesco a scrivere qualcosa di romantico, mi getto sul comico –checomicononè- .u.
Comunque me ne infischio di quel “ACCOUNT IN DISUSO.” nella mia pagina. Io aggiorno, gnè gnè (?) .u.
Passando a quello che penso del capitolo: SONO CONFUSA çç
Effettivamente non scrivo proprio benissimo quando i personaggi non sono miei (una delle mie tante pecche), ma questa OneShot non ho nemmeno voglio di ricontrollarla una seconda volta, quindi non capisco perché dovrebbe leggerla qualcuno *depress*
Babbè, non importa~
Uno zomp dalla sedia girevole che sopporta il mio peso tutti i giorni ♥,
Deb.
 
P.s. Sono stato piùpigra con l’immagine questa volta. Non ho molto tempo questo pomeriggio çç//sob

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: evilangel