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Autore: Naco    31/05/2004    1 recensioni
Una voce, un sogno, un'ombra che si allontana. Per Sabrina l'alba è un momento speciale, tra il sogno e la realtà. E forse un'alba come questa la porterà a scoprire cos'è la felicità?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LITIGI

LITIGI

La “summer band” non era una vera e propria band, ma un nome che un gruppo di ragazzi, più o meno della stessa età., volle darsi per “distinguersi dai soliti bagnanti”.

In realtà, infatti, erano solo amici che amavano passare del tempo insieme, in estate come in inverno. Sia Valentina che Sabrina facevano parte della band, anche se la prima ad esserci entrata era stata Valentina; ad invitarla era stato Marco, un amico che conosceva da anni. Era stata lei a convincere Sabrina ad entrare.

Potrai vedere Michele - le aveva detto per convincerla – Lui è un veterano!

Dopo il loro ingresso nella band, altri ragazzi vi erano entrati e tutti erano stati accolti calorosamente.

–Più siamo meglio è!- diceva sempre Michele.

Quando Sabrina aveva presentato Alessandro ai suoi amici, tutti si erano prodigati nel rendere il suo ingresso il più piacevole possibile, ma fu un’impresa ardua, benché Valentina li avesse “psicologicamente” preparati.

-Alessandro, questi sono i membri della “summer band”: Valentina, Michele, Marco, Paola, Gaetano, Andrea… Ragazzi lui è Alessandro e sarà per qualche tempo ospite a casa mia. I miei mi hanno chiesto di farlo essere uno dei nostri - terminò Sabrina rincuorata per aver terminato il suo ingrato compito.

-Certo! - esclamò Michele sorridente – Spero che ti troverai bene con noi.

Michele era un ragazzo allegro e divertente, sempre pieno di vita. La tristezza poche volte si era permessa di intaccare la sua gioia e Sabrina amava la sua spontaneità, i suoi occhi vispi e intelligenti, i capelli ricci e la sua dolcezza, quando cercava di aiutare qualcuno a tutti i costi. Era il cuore della “summer band”, oltre che della sua classe. Tutte le ragazze lo ammiravano, ma lui le trattava tutte in egual misura, anche se provava per Sabrina una tale amicizia che non mai aveva esitato ad aiutarla.

Come Sabrina aveva immaginato, Alessandro non rispose ma si limitò ad annuire debolmente con il capo e il suo sguardo era talmente distaccato che nessuno trovò il coraggio di chiedergli qualcosa di più sui suoi amici o sulla sua famiglia.

Alessandro, dal canto suo, aveva accettato di seguire Sabrina solo perché gli era sembrato giusto. La sua voce gelida, i suoi occhi fiammeggianti, il suo odio l’avevano profondamente colpito. Nessuno, dopo quel che era successo aveva osato parlargli così o anche solo alzare la voce in sua presenza. Ma a Cagliari era diverso: lì nessuno sapeva nulla e lui era un ragazzo come tutti gli altri.

E quella ragazzina, quella mattina…. Chi le aveva detto di farsi i fatti suoi? Aveva fatto bene, si disse, a trattarla male.

Ora che l’aveva assecondata, aveva compiuto il suo dovere e quindi ora, sperava, l’avrebbe lasciato in pace, deciso più che mai a starsene da solo. Non avrebbe fatto amicizia con quegli sciocchi, decise, e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.

I ragazzi della “summer Band” comunque avevano capito subito ciò che Alessandro volesse. Avevano tentato più volte di coinvolgerlo, ma visto il suo rifiuto decisero di cambiare idea, sentendo una gran pena per Sabrina che dove subirselo anche a casa.

Per Sabrina, infatti, la situazione era ben diversa: lei, nonostante cercasse di evitarlo il più possibile, chissà come mai, se lo ritrovava sempre davanti. Ogni volta che lo vedeva il sangue le ribolliva dall’odio e perciò ogni volta che parlavano finivano sempre per litigare.

-Mi passerebbe il pane? - chiese Alessandro una mattina.

La signora Mancini gli passò una michetta senza aspettarsi quel “grazie” che chiunque altro avrebbe detto: ormai aveva capito come era fatto e che soprattutto non sapeva ringraziare. Dopo tutto era ancora troppo presto per vedere dei miglioramenti…

-Perché non ringrazi? - chiese Sabrina vedendo che sua madre taceva – La lingua per criticare gli altri c’è l’hai, perché non la usi anche per ringraziare?

I coniugi Mancini si guardarono stravolti: una nuova lite stava per scatenarsi.

-Non mi rispondi eh? - incalzò notando il silenzio del ragazzo – Tu sai solo criticare e parlar male degli altri. Capisco perché i tuoi genitori ti abbiano mandato qui. Se anche a casa tua ti comporti in questo modo, non mi meraviglierei se tu a Cagliari non avessi amici. A proposito li hai? - chiese in tono canzonatorio.

Alessandro continuò a mangiare senza neanche alzare lo sguardo.

-Mi vuoi rispondere? - chiese buttandogli il tovagliolo in faccia.

-Calmati Sabrina! - cercò di fermarla la madre.

-No, mamma sono stanca: sono quindici giorni che questo maleducato vive in casa nostra e non ha ancora imparato le buone maniere. Perché non gli dite niente? - poi rivolta ad Alessandro –Quanto a te, quando faccio una domanda pretendo una risposta: li hai o no a Cagliari degli amici?

-Per favore Alessandro rispondi!- lo implorò la signora Mancini.

-Si, ne avevo uno ed è partito per Roma mesi fa, anche se non era certamente il massimo.

-Perché tu ti reputi il massimo, vero?

-Sempre meglio di quella tua sciocca “summer band”!

-Se permetti gli amici me li scelgo io, tu impicciati dei tuoi!

-Ah tu parli di non impicciarsi? Ma se sei proprio tu a cercare di immischiarti in quelli degli altri?

-Io ho parlato solo nel tuo interesse! Tu invece lo fai per ripicca!

-Basta, con te non voglio più discutere, sei solo una sciocca e una ficcanaso.

-Sempre meglio essere ficcanasi che noiosi e scontrosi!

-Noioso? Può darsi. Scontroso? Si, con i tipi come te! Mi sono scocciato, io esco!- disse e uscì dalla stanza.

Sabrina sentì la porta sbattere e il suo cuore si riempì di rabbia. Mai per nessuno aveva provato tanto odio e mai nessuno l’aveva innervosita così tanto. Lo odiava.

Anche Alessandro provava per lei gli stessi sentimenti, ma per motivi diversi: detestava la sua curiosità e soprattutto la sua allegria, che manifestava quando incontrava i suoi amici e un po’ la invidiava. Non riusciva proprio a capire perché Valentina e gli altri le dicessero sempre "Sei unica!" quando diceva una battuta o faceva qualcosa in particolare. Cosa aveva di tanto unico che altre ragazze non avevano? Non ricordava -e forse non voleva - che anche lui aveva provato la gioia che odiava tanto in Sabrina e che da quando il suo cuore si era indurito, aveva perso tutti i suoi vecchi amici.

E odiava soprattutto Michele: come faceva ad essere sempre così allegro e disponibile? Gli sembrava che l’avesse con lui e volesse dirgli “Tu non sai cos’è la gioia. Non servi a niente!” e non riusciva più a sopportarlo.

Nessuno lo sopportava, né lui sopportava gli altri: Alessandro avrebbe voluto andarsene e gli altri, soprattutto Sabrina, dal canto loro avrebbero desiderato che fosse partito all’istante. La situazione era diventata insostenibile.

   
 
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