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Autore: Sophrosouneh    15/08/2012    0 recensioni
Storia partecipante alla Challenge Think Angst di Simph8 e Vogue91
[E anche l’ennesima paziente era uscita dallo studio del suo superiore con le vesti scomposte, i capelli spettinati e l’aria affannata.
L’ennesima donna era passata di fronte alla sua scrivania salutandola garbatamente, tentando di sottarsi ai suoi occhi indagatori.
Per l’ennesima volta aveva ricambiato il saluto con un gesto del capo e un sorriso.
Dietro quell’espressione felice e rilassata c’era molto più di quanto Barbiel volesse far trapelare.] [cit.]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Raphael
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Think Angst - Stati d'animo'
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Autore: Ss904 (Sophrosouneh)
Fandom: Angel Sanctuary
Personaggi: Barbiel, Raphael
Set: Stati d’animo
Prompt: Malessere
Storia partecipante alla Challenge Think Angst di Simph8 e Vogue91



Per l’ennesima volta.



E anche l’ennesima paziente era uscita dallo studio del suo superiore con le vesti scomposte, i capelli spettinati e l’aria affannata.
L’ennesima donna era passata di fronte alla sua scrivania salutandola garbatamente, tentando di sottarsi ai suoi occhi indagatori.
Per l’ennesima volta aveva ricambiato il saluto con un gesto del capo e un sorriso.
Dietro quell’espressione felice e rilassata c’era molto più di quanto Barbiel volesse far trapelare.

Tornò alla sua occupazione, inserendo dati nelle cartelle dei relativi pazienti della giornata.
In fondo, non avrebbe dovuto interessarle il tipo di rapporto che il suo superiore teneva con le giovani donne che si recavano lì per il più minimale malessere.
Però era arrivata alla più assoluta certezza che, in realtà, le malattie di cui ognuna di loro –a loro dire- manifestava i sintomi, non fossero che una mal riuscita montatura.
Sorrise tra sé e sé, meravigliandosi della fama che ormai il suo capo pareva essersi guadagnato tra il gentil sesso.

E anche per quella sera il suo turno era finito, raccolse la giacca e si affacciò alla porta del suo principale.
Lo trovò sepolto da cartelle cliniche che annegava i suoi dispiaceri in una tazza di caffè.

“Farà gli straordinari anche questa sera?” gli chiese, catalizzando l’attenzione del medico.
Continuava a sorridere: erano temprate dalla consapevolezza le sue labbra sottili.
Raphael si scostò appena i capelli dal viso, gettando uno sguardo perso alla scrivania.
“Credo proprio di sì…”
“Allora buonanotte.”
“Buona notte… Barbiel” sussurrò appena il nome della donna, mentre lei già si negava alla vista.

L’infermiera si chiuse la pesante porta alle spalle, lasciandolo a chissà quali impegni notturni, e desiderando che, almeno per una volta, Raphael lasciasse lo studio con lei.
Si diede mentalmente della sciocca per aver elaborato simili pensieri, per l’ennesima volta.





 NdA: e questa storia ha il suo perché! Diciamo che è uno spaccato della relazione tra Raphael e Barbiel, presentata dal punto di vista di lei. Il voler costantemente ribattere sulla parola ennesimo è voluto per sottolineare la quotidianità delle azioni, quel senso di appartenenza che è proprio solo delle routine più consumate. Ed è proprio questa abitudine quasi morbosa a disturbare particolarmente l’infermiera, tanto da portarla al punto di desiderare di spezzarla in qualche modo. Desiderio subito nascosto sì, ma comunque presente in lei.

  
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