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Autore: Melora    28/02/2007    2 recensioni
Okay, vediamo che ne è venuto fuori. Mi è venuta l'idea per questa fanfic oggi durante l'ora di economia e ho scritto il primo capitolo di getto. Il pairing è Hermione/Draco. Commentate e criticate, ho un assoluto bisogno di migliorare^^ Ah, sarà piuttosto smielato, quindi siete avvertiti^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Che cazzo ci faccio in un posto così

NOTA DELL’AUTRICE= ehm… non so se potrà piacere… però vi giuro che mi è uscita così di getto e non ho trovato nessun’altro modo per immaginarmi la scena. Forse troppo melensa, forse troppo incasinata, non lo so… Mancano risposte per alcuni comportamenti, mancano precisazioni e vi assicuro che lo so… ma è uscita così e per ora così rimane. Recensite, mi raccomando! =)



*** GIMME A LITTLE PIECE OF YOUR OUTFIT ***



-Che cazzo ci faccio in un posto così?- Mi accorgo di aver parlato ad alta voce quando vedo la smorfia di due sosia di Piton supertruccate che barcollano avanti su tacchi alti quanto una torre di Hogwarts. Fantastico, Mia… prima figura di merda della serata!

Prendendo un profondo respiro sorpasso le due tizie che sembrano travestiti e cerco di entrare nel locale affollato, lisciando le pieghe del vestito nero che indosso.

Sembrava così carino in vetrina, un semplice tubino senza maniche, lungo appena sopra il ginocchio, tanto carino che alla fine l’ho comprato. Bel lavoro, mi sta come se avessi addosso il cappotto peloso di Hagrid.

Entro nella discoteca fumosa, subito assordata dalla musica più orrida che abbia mai sentito e praticamente cieca, visto che l’unica fonte di illuminazione sembra essere un coso che gira sopra la testa di gente scalciante e scalmanata. Ma a che cosa diavolo pensavo quando ho deciso di fare questa pazzia?

Spintonando un maghetto grassoccio e puzzolente e un paio di “pitonesse” vestite di niente mi avvicino al bancone del bar, lottando per accaparrarmi uno sgabello libero.

-Posso avere un succo di zucca?- Urlo, cercando di sovrastare il fracasso del locale. Maledizione, già le Sorelle Stravagarie mi sembravano troppo fastidiose, non credo di poter sopportare oltre questo strazio. Il tizio al bar non sembra molto felice della mia richiesta, fa una faccia strana. Comunque pare che abbia sentito, mi sta allungando un bicchiere.

Esamino attentamente il liquido giallino, tanto per essere sicura che non abbia capito male, ma a quanto pare va tutto bene. Bevo o non bevo? Cincischio un po’ con il sottobicchiere, accavallando le gambe in un gesto involontario prima di accorgermi di cosa sto facendo.

Sono uscita di testa? Sembro una maledetta single disperata in una di quelle stupide soap-operas che guarda mia madre.

Riprendo una posizione semi-normale sullo sgabello, decidendomi a ingollare un lungo sorso di succo. Tutto okay, non sembra esserci nulla di strano, per fortuna. In pochi sorsi ho finito di bere, il liquido dolce che scivola lungo la gola devastata dalla cappa di fumo che si può tagliare con la bacchetta.

Noto solo troppo tardi che il barman sta ridacchiando e annuendo con approvazione verso di me. Che cazzo vuole quello? Sto bevendo dello stramaledetto succo analcolico, per la miseria. Gli invio un’occhiata che vorrebbe essere intimidatoria, storcendo la bocca in una smorfia, ma già non sta più guardando verso di me.

Dio, come mi sono ridotta… Va bene, l’estate è stata tutto fuorché eccitante e l’anno che mi aspetta non sarà certo pieno di novità e divertimenti. Ma passare da un po’ di noia estiva a un buco puzzolente grande quanto uno sgabuzzino per le scope non è decisamente una cosa da sani di mente.

E’ solo quando un gruppo di pitonesse esaltate quasi mi travolge che me ne accorgo. Vedo sfocato. Cioè, vedere è una parola grossa in questa specie di caverna priva di un qualsiasi tipo di luce, ma quel poco che vedo è sfocato.

Strizzo un po’ gli occhi, stropicciandoli appena per vedere se si tratta del fumo, ma quando li riapro le cose precipitano. Che cazzo sono quei lampi? Oddio. Che mi succede?

La musica pare più bassa ora ma il mio cervello non registra la diminuzione di volume e sembra sempre più in tilt. Mi volto disperata verso il cameriere, allungandomi sopra il bancone per afferrargli un braccio. –Che diavolo ci hai messo in quel succo?- Urlo, ormai presa dal panico nell’accorgermi che mi muovo in modo strano, a scatti. E ho caldo, tanto caldo.

-Niente bella, rilassati e goditi la serata… secondo me ne hai bisogno!- Mi sembra che il tizio abbia ammiccato ma non ne sono sicura perché improvvisamente una voce glaciale riesce in qualche modo a penetrare nei miei timpani fracassati, bloccandomi sul posto.

-Ma bene… vedo che la Mezzosangue ha deciso di divertirsi un po’, giusto?- Con uno sforzo immenso mi volto, alzandomi dallo sgabello e cercando di ignorare il fatto che sto barcollando come se fossi ubriaca. Forse sono ubriaca. Non posso essere ubriaca. Io non sono ubriaca. Ecco, basta convincersi.

-Ma questo chi è?- L’ho detto ad alta voce? Ti prego dimmi di no. So che devo conoscere questo tizio biondo qui davanti, ma non riesco a…

E poi improvvisamente sto girando. Giro giro giro giro. Braccia, ci sono due braccia che mi stringono e mi fanno girare. Luce buio luce.

Ma sono io questa? Questo corpo che sta gridando e ridendo, stretto a uno sconosciuto? Che cosa mi hanno fatto?

-La perfezione non ti basta più, vero?- Da un punto imprecisato vicino all’orecchio sento la voce di prima. –E allora vediamo se riusciamo a stropicciarti un po’- Non c’è tempo per essere spaventati, non c’è tempo per le domande.

Giro ancora, mi sembra di non toccare neanche terra, chiudo gli occhi e continuo a girare.

Non sono io questa ragazza che si sta divertendo così tanto. Oh sì, mi sto divertendo da morire. Importa sapere chi sono? Voglio davvero sapere chi è questa bocca, queste labbra sulla mia pelle?

Lampi dorati, mani nel buio, ridere ridere ridere piangere.

Delirio.

Sono in delirio e non voglio uscirne mai più.



*****



-Idiota-

Blaise mi squadra con disgusto, mentre io invece ho un sorriso a novecento denti stampato in faccia.

-Mi hai lasciato in mezzo a quel gruppo di galline starnazzanti per tutta la sera… Non puoi capire la fatica che ho fatto per non Schiantarle tutte.-

Com’è teatrale il nostro Blaise. Sorrido ancora di più.

-Mi spiace, amico… avevo qualcosa da fare.- Eufemismo, non “qualcosa” da fare. Lo scoop del secolo. La manna dal cielo, quello che mi permetterà di sopravvivere quest’ultimo anno di scuola senza dover fare nessuna fatica.

-E che cosa sentiamo?- Eccola, l’espressione da cucciolo ferito che il mio amico sa fare tanto bene. Quello che intende è “come hai potuto! Ora almeno raccontami come è andata e fammi fare due risate, maledetto te!”. Ma questa volta non posso accontentarlo.

Ho le mani sprofondate nelle tasche mentre ci dirigiamo verso il Paiolo Magico, da dove torneremo a casa, e tra le dita la stoffa morbida mi trasmette una esaltante sensazione di potere.

Oh sì, tra le mie dita tengo qualcosa di prezioso. Potrò girare per quella scuola di idioti come un Re, non solo come un Caposcuola, e nessuno, neanche un patetico gruppetto di Grifondoro, potrà fermarmi.

Però non c’è soltanto questo a cui pensare, la vittoria su quella Mezzosangue. Anche lo spettacolo da lei offerto merita una bella riflessione. Da sola, su quello sgabello. Sembrava così fuori posto.

Mi sono reso subito conto di cosa stava bevendo. Impossibile per me confondere gli effetti dell’ Hypnotic Pumpkin da quella volta che mi sono ritrovato nudo sul pavimento di casa, tentando di baciare una dei nostri elfi domestici. E la più brutta, tra l’altro.

E come potevo lasciarmi sfuggire questa possibilità? La magnifica occasione di penetrare quella corazza e trovarla vulnerabile. Ferirla, come nessuno altro ha mai fatto prima.

-E comunque avresti anche potuto…- Lascio parlare Blaise senza ascoltarlo, ora non sto più sorridendo. Improvvisamente non ci trovo più molto da ridere, ho soltanto voglia di arrabbiarmi con qualcuno, con qualcosa.

Sembrava così… sola.

Cazzo, Draco, che diavolo vai a pensare?

Mi rimprovero da solo, scuotendo la testa come per allontanare una mosca fastidiosa e seguendo Blaise tra le fiamme cerulee del caminetto.



Tempo una decina di minuti e sono sotto le coperte. E ora perché non ho sonno? Guardo la giacca, abbandonata ai piedi del letto.

-Coraggio, ammettilo…- mormoro, ora talmente furioso con me stesso da riuscire a malapena a pensare chiaramente. –Non sei riuscito a farle del male, a tormentarla come volevi all’inizio… Non ce l’hai fatta, Draco.-

Certo che non ce l’ho fatta. Lei neanche si è resa conto che ero io. L’ho fatta ballare, l’ho stretta e toccata. L’ho fatta ridere, urlare. Volare.

E lei non si rendeva conto che quei baci erano miei. E i suoi gemiti non erano per me. Non per Draco Malfoy, non per l’odiato Serpeverde.

E questo mi fa incazzare più di qualsiasi altra cosa.

-Chissà se Potter l’ha mai vista così? Oppure Weasel…- Il pensiero ha del comico, in fondo. Strisciando raggiungo la tasca della giacca, tirando fuori un mucchietto di stoffa stropicciata.

Così pura. Andava sporcata almeno un po’.

E’ sempre maledettamente perfetta, gelida, glaciale. Non un sorriso che non sia per i suoi piccoli compagni di misfatti. Alza quel maledetto sopracciglio e passa oltre, uno scarafaggio la infastidirebbe di più.

La quantità di energia che mi occorre ogni volta per non battere i piedi a terra come un bambino scemo basterebbe per illuminare tutta Hogwarts e parte del villaggio, ci scommetterei un orecchio.

E’ irritante. Arrogante fino al limite della provocazione. Così altezzosa che a volte vorrei semplicemente prenderla a schiaffi, dimenticando tutte le battutine argute e gli scherzetti intricati, da professionista.

Respira, Draco. Questo non è proprio da te.

Anche il gatto sembra d’accordo perché improvvisamente abbandona la sua postazione ai piedi del letto, mi lancia un’occhiata sprezzante e se ne va a coda dritta. Tanto di guadagnato.

-Ho bevuto troppo stasera, ecco perché faccio tutti questi pensieri strani.- Tento di rassicurarmi. Cazzate. Un mare di cazzate.

La pura e semplice verità è che… Andiamo Draco, puoi farcela. Okay, la pura e semplice verità è che era troppo bella per farle veramente del male.

Per la barba di Merlino, non sarei riuscito a starle lontano neanche se avessi avuto un Tranello del Diavolo attaccato dove non batte il sole. Soprattutto se l’avessi avuto attaccato lì.

Struccata, chiaramente irritata. Con quell’aria insicura e quel vestito maledettamente stretto. Un bel salto da Miss Divisa-della-Scuola-anche-nei-Giorni-di-Vacanza. E quei capelli. Quei capelli.

Basta, cazzo. Altrimenti col cavolo che riuscirò a dormire senza prima farmi una sega. E mi rifiuto categoricamente di masturbarmi pensando ad una sporca Mezzosangue.

Mi rigiro tra le coperte per trovare la posizione giusta e sono già miracolosamente quasi addormentato quando mi rendo conto di stringere ancora il pezzo di stoffa tra le mani.

Ridacchio, ficcandolo sotto il cuscino come se fosse un portafortuna.

-Chi l’avrebbe mai detto che la perfetta, immacolata, candida Hermione Granger avesse una predilezione per i tanga di pizzo nero?-

  
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