NOTA
DELL’AUTRICE= ehm… non so se potrà piacere… però
vi giuro che mi è uscita così di getto e non ho trovato nessun’altro
modo per immaginarmi la scena. Forse troppo melensa, forse troppo incasinata,
non lo so… Mancano risposte per alcuni comportamenti, mancano precisazioni e vi
assicuro che lo so… ma è uscita così e per ora così
rimane. Recensite, mi raccomando! =)
***
GIMME A LITTLE PIECE OF YOUR OUTFIT ***
-Che cazzo ci faccio in un posto così?- Mi accorgo di aver
parlato ad alta voce quando vedo la smorfia di due
sosia di Piton supertruccate
che barcollano avanti su tacchi alti quanto una torre di Hogwarts.
Fantastico, Mia… prima figura di merda
della serata!
Prendendo
un profondo respiro sorpasso le due tizie che sembrano travestiti e cerco di
entrare nel locale affollato, lisciando le pieghe del vestito nero che indosso.
Sembrava
così carino in vetrina, un semplice tubino senza maniche, lungo appena sopra il
ginocchio, tanto carino che alla fine l’ho comprato. Bel lavoro, mi sta come se
avessi addosso il cappotto peloso di Hagrid.
Entro nella
discoteca fumosa, subito assordata dalla musica più orrida che abbia mai
sentito e praticamente cieca, visto che l’unica fonte
di illuminazione sembra essere un coso che gira sopra la testa di gente
scalciante e scalmanata. Ma a che cosa diavolo pensavo quando
ho deciso di fare questa pazzia?
Spintonando
un maghetto grassoccio e puzzolente e un paio di
“pitonesse” vestite di niente mi avvicino al bancone del bar, lottando per
accaparrarmi uno sgabello libero.
-Posso
avere un succo di zucca?- Urlo, cercando di sovrastare il fracasso del locale.
Maledizione, già le Sorelle Stravagarie mi sembravano
troppo fastidiose, non credo di poter sopportare oltre questo strazio. Il tizio
al bar non sembra molto felice della mia richiesta, fa una faccia strana.
Comunque pare che abbia sentito, mi sta allungando un
bicchiere.
Esamino
attentamente il liquido giallino, tanto per essere sicura che non abbia capito
male, ma a quanto pare va tutto bene. Bevo o non bevo?
Cincischio un po’ con il sottobicchiere, accavallando le gambe in un gesto
involontario prima di accorgermi di cosa sto facendo.
Sono uscita
di testa? Sembro una maledetta single disperata in una
di quelle stupide soap-operas che guarda mia madre.
Riprendo
una posizione semi-normale sullo sgabello, decidendomi a ingollare un lungo
sorso di succo. Tutto okay, non sembra esserci nulla di strano, per fortuna. In
pochi sorsi ho finito di bere, il liquido dolce che scivola lungo la gola
devastata dalla cappa di fumo che si può tagliare con la bacchetta.
Noto solo
troppo tardi che il barman sta ridacchiando e annuendo con approvazione verso
di me. Che cazzo vuole quello? Sto bevendo dello
stramaledetto succo analcolico, per la miseria. Gli invio un’occhiata che
vorrebbe essere intimidatoria, storcendo la bocca in una smorfia, ma già non
sta più guardando verso di me.
Dio, come
mi sono ridotta… Va bene, l’estate è stata tutto fuorché eccitante e l’anno che
mi aspetta non sarà certo pieno di novità e divertimenti. Ma passare da un po’
di noia estiva a un buco puzzolente grande quanto uno sgabuzzino per le scope
non è decisamente una cosa da sani di mente.
E’ solo quando un gruppo di pitonesse esaltate quasi mi
travolge che me ne accorgo. Vedo sfocato. Cioè, vedere è una parola grossa in
questa specie di caverna priva di un qualsiasi tipo di luce,
ma quel poco che vedo è sfocato.
Strizzo un
po’ gli occhi, stropicciandoli appena per vedere se si tratta del fumo, ma
quando li riapro le cose precipitano. Che cazzo sono
quei lampi? Oddio. Che mi succede?
La musica
pare più bassa ora ma il mio cervello non registra la
diminuzione di volume e sembra sempre più in tilt. Mi volto disperata verso il
cameriere, allungandomi sopra il bancone per afferrargli un braccio. –Che
diavolo ci hai messo in quel succo?- Urlo, ormai presa dal panico
nell’accorgermi che mi muovo in modo strano, a scatti. E ho caldo, tanto caldo.
-Niente
bella, rilassati e goditi la serata… secondo me ne hai bisogno!- Mi sembra che
il tizio abbia ammiccato ma non ne sono sicura perché
improvvisamente una voce glaciale riesce in qualche modo a penetrare nei miei
timpani fracassati, bloccandomi sul posto.
-Ma bene…
vedo che
-Ma questo
chi è?- L’ho detto ad alta voce? Ti prego dimmi di no.
So che devo conoscere questo tizio biondo qui davanti, ma non riesco a…
E poi
improvvisamente sto girando. Giro giro giro giro.
Braccia, ci sono due braccia che mi stringono e mi fanno girare. Luce buio
luce.
Ma sono io
questa? Questo corpo che sta gridando e ridendo, stretto a uno sconosciuto? Che
cosa mi hanno fatto?
-La
perfezione non ti basta più, vero?- Da un punto imprecisato vicino all’orecchio
sento la voce di prima. –E allora vediamo se riusciamo a stropicciarti un po’-
Non c’è tempo per essere spaventati, non c’è tempo per le domande.
Giro
ancora, mi sembra di non toccare neanche terra, chiudo gli occhi e continuo a
girare.
Non sono io
questa ragazza che si sta divertendo così tanto. Oh sì, mi sto divertendo da
morire. Importa sapere chi sono? Voglio davvero sapere chi è questa bocca,
queste labbra sulla mia pelle?
Lampi
dorati, mani nel buio, ridere ridere
ridere piangere.
Delirio.
Sono in
delirio e non voglio uscirne mai più.
*****
-Idiota-
Blaise mi
squadra con disgusto, mentre io invece ho un sorriso a novecento denti stampato
in faccia.
-Mi hai
lasciato in mezzo a quel gruppo di galline starnazzanti per tutta la sera… Non
puoi capire la fatica che ho fatto per non Schiantarle tutte.-
Com’è
teatrale il nostro Blaise. Sorrido ancora di più.
-Mi spiace,
amico… avevo qualcosa da fare.- Eufemismo, non “qualcosa” da fare. Lo scoop del
secolo. La manna dal cielo, quello che mi permetterà di sopravvivere quest’ultimo
anno di scuola senza dover fare nessuna fatica.
-E che cosa
sentiamo?- Eccola, l’espressione da cucciolo ferito che il mio amico sa fare
tanto bene. Quello che intende è “come hai potuto! Ora almeno raccontami come è
andata e fammi fare due risate, maledetto te!”. Ma questa volta non posso
accontentarlo.
Ho le mani
sprofondate nelle tasche mentre ci dirigiamo verso il
Paiolo Magico, da dove torneremo a casa, e tra le dita la stoffa morbida mi
trasmette una esaltante sensazione di potere.
Oh sì, tra
le mie dita tengo qualcosa di prezioso. Potrò girare per quella scuola di
idioti come un Re, non solo come un Caposcuola, e nessuno, neanche un patetico
gruppetto di Grifondoro, potrà fermarmi.
Però non
c’è soltanto questo a cui pensare, la vittoria su
quella Mezzosangue. Anche lo spettacolo da lei offerto merita una bella
riflessione. Da sola, su quello sgabello. Sembrava così fuori posto.
Mi sono
reso subito conto di cosa stava bevendo. Impossibile per me confondere gli
effetti dell’ Hypnotic Pumpkin da quella volta che mi sono ritrovato nudo sul
pavimento di casa, tentando di baciare una dei nostri elfi domestici. E la più
brutta, tra l’altro.
E come
potevo lasciarmi sfuggire questa possibilità? La magnifica occasione di
penetrare quella corazza e trovarla vulnerabile. Ferirla, come nessuno altro ha
mai fatto prima.
-E comunque
avresti anche potuto…- Lascio parlare Blaise senza
ascoltarlo, ora non sto più sorridendo. Improvvisamente non ci trovo più molto
da ridere, ho soltanto voglia di arrabbiarmi con qualcuno, con qualcosa.
Sembrava
così… sola.
Cazzo, Draco, che diavolo vai a pensare?
Mi
rimprovero da solo, scuotendo la testa come per allontanare una mosca
fastidiosa e seguendo Blaise tra le fiamme cerulee
del caminetto.
Tempo una
decina di minuti e sono sotto le coperte. E ora perché non ho sonno? Guardo la
giacca, abbandonata ai piedi del letto.
-Coraggio,
ammettilo…- mormoro, ora talmente furioso con me stesso da riuscire a malapena
a pensare chiaramente. –Non sei riuscito a farle del male, a tormentarla come
volevi all’inizio… Non ce l’hai fatta, Draco.-
Certo che
non ce l’ho fatta. Lei neanche si è resa conto che ero
io. L’ho fatta ballare, l’ho stretta e toccata. L’ho fatta ridere, urlare.
Volare.
E lei non
si rendeva conto che quei baci erano miei. E i suoi gemiti non erano per me.
Non per Draco Malfoy, non
per l’odiato Serpeverde.
E questo mi
fa incazzare più di qualsiasi altra cosa.
-Chissà se Potter l’ha mai vista così? Oppure
Weasel…- Il pensiero ha
Così pura.
Andava sporcata almeno un po’.
E’ sempre
maledettamente perfetta, gelida, glaciale. Non un sorriso che non sia per i
suoi piccoli compagni di misfatti. Alza quel maledetto sopracciglio e passa
oltre, uno scarafaggio la infastidirebbe di più.
La quantità
di energia che mi occorre ogni volta per non battere i piedi a terra come un
bambino scemo basterebbe per illuminare tutta Hogwarts
e parte del villaggio, ci scommetterei un orecchio.
E’
irritante. Arrogante fino al limite della provocazione. Così altezzosa che a
volte vorrei semplicemente prenderla a schiaffi, dimenticando tutte le
battutine argute e gli scherzetti intricati, da professionista.
Respira, Draco. Questo non è proprio da te.
Anche il
gatto sembra d’accordo perché improvvisamente abbandona la sua postazione ai
piedi del letto, mi lancia un’occhiata sprezzante e se ne va a coda dritta.
Tanto di guadagnato.
-Ho bevuto
troppo stasera, ecco perché faccio tutti questi pensieri strani.- Tento di
rassicurarmi. Cazzate. Un mare di cazzate.
La pura e
semplice verità è che… Andiamo Draco, puoi farcela.
Okay, la pura e semplice verità è che era troppo bella per farle veramente del
male.
Per la
barba di Merlino, non sarei riuscito a starle lontano neanche se avessi avuto
un Tranello del Diavolo attaccato dove non batte il sole. Soprattutto se
l’avessi avuto attaccato lì.
Struccata,
chiaramente irritata. Con quell’aria insicura e quel
vestito maledettamente stretto. Un bel salto da Miss Divisa-della-Scuola-anche-nei-Giorni-di-Vacanza. E
quei capelli. Quei capelli.
Basta, cazzo. Altrimenti col cavolo che riuscirò a dormire senza
prima farmi una sega. E mi rifiuto categoricamente di masturbarmi pensando ad
una sporca Mezzosangue.
Mi rigiro
tra le coperte per trovare la posizione giusta e sono già miracolosamente quasi
addormentato quando mi rendo conto di stringere ancora
il pezzo di stoffa tra le mani.
Ridacchio,
ficcandolo sotto il cuscino come se fosse un portafortuna.
-Chi
l’avrebbe mai detto che la perfetta, immacolata, candida Hermione
Granger avesse una predilezione per i tanga di pizzo
nero?-