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Autore: FallenAngel1990    17/08/2012    5 recensioni
“Da oggi non mi vedrai più..e...”
“COSA?” disse lei allarmata con un noto di voce più alto del solito.
“E' meglio così, per tutti e due...”
“Ma...che cosa stai dicendo?” gli occhi sgranati erano fissi su di lui e cercavano di agganciare il suo sguardo azzurro, ma lui teneva la testa bassa, verso le sue ginocchia.
“Sarà così, non c'è futuro per noi. Poi la guerra, non avrà fine molto presto e non voglio che tu soffra.”
“La guerra Cass?...La guerra?...Mi stai facendo soffrire tu...”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: "Ma tu mi capirai"
Autrice: FallenAngel1990
Fandom: supernatural
Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Gabriele
Rating: verde
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, scrivo senza fini di lucro non guadagno nulla.

"Una nuova vita"


 

Pochi attimi dopo era a casa della ragazza.

La camera da letto era vuota. Il silenzio avvolgeva tutto.

Corse lungo il corto corridoio, la porta del bagno era socchiusa. La spinse leggermente, si aprì con un cigolio.

Qualche macchia di sangue comparve sull'immacolato pavimento bianco, poi nell'angolo la vide e la scena lo colpì come una pugnalata al cuore. Era stato lui l'artefice di tutto questo.

La ragazza era a terra, rannicchiata in posizione fetale, i polsi, squarciati da due profondi tagli, appoggiati sul pancione dove il sangue scorreva macchiandolo di rosso scuro.

Cass si precipitò su di lei. Respirava ancora, la sollevò fra le braccia, se l'appoggiò al petto e la trasportò sul letto.

Prese le sue mani fra le sue, chiuse gli occhi, e pregò che i suoi poteri funzionassero, che non fosse troppo tardi per salvarla, che l'inferno non se la fosse già presa.

Le ferite si richiusero, il sangue tornò a scorrere nelle vene.

Riaprì gli occhi e la fissò qualche istante poi si avvicinò e la strinse forte a se, le lacrime che gli scorrevano silenziose ai lati del viso.

Si tolse il trench beige, prese un piccolo recipiente, lo riempì d'acqua e con un panno la pulì dal sangue. Prima i polsi, poi le braccia e infine il ventre. Quella pancia che aveva paura di toccare, a cui aveva paura di far male. Ancora non ci credeva, suo figlio. Il suo bambino. Lo poteva sentire, stava bene.

L'asciugò con un asciugamano pulito, poi le alzò leggermente il busto per permettergli di intrufolarsi dietro, appoggiando la schiena di lei al suo petto e stringendola forte.

Con una mano le accarezzava la pancia sotto le coperte in cui l'aveva avvolta per impedire al freddo di invadere il suo corpo.

Aveva perso molto sangue e passò quasi un giorno prima che lei riaprisse gli occhi, ma Castiel non l'abbandonò mai.

 

**

 

Gli occhi erano pesanti, quasi incollati, si sentiva debole. Forse era morta. Si era morta, aveva perso troppo sangue per sopravvivere. La testa le girava.

Questi non erano sintomi da morte, c'era qualcosa che non andava.

Sentì la schiena appoggiata a qualcosa...o qualcuno. Riconosceva quell'odore, quel profumo.

Aprì la bocca, ma non uscì suono, era troppo debole. Al secondo tentativo riuscì a farsi sentire.

“Ca...Cas...Castiel...”

Lui abbasso il viso e le baciò teneramente la fronte.

“Sssssssshhhhh...sono qui. Non ti lascio...”

Un insieme di emozioni l'avvolse. Voleva Castiel, ma allo stesso tempo non voleva vederlo, l'aveva fatta troppo soffrire.

“Perchè mi hai salvata?”

“Cosa stai dicendo?” Disse sussurrando. Questa domanda l'aveva terrorizzato.

“Mi hai abbandonata...”

Cass non sapeva che cosa rispondere, non era pronto per questo.

La ragazza realizzò solo allora cosa aveva fatto.

“Ho tentato di suicidarmi Cass....”

“Sssssshhhh...devi riposare..”

“Cass, sono una suicida...sono dannata, sono maledetta...”

“Non devi neanche pensarle queste cose...”

“E invece si...”

Rimasero in silenzio abbracciati, Castiel che le accarezzava il pancione.

“E' stupido finire all'inferno per un angelo...”

“Si, è stupido...” confermò Cass, sentendosi il responsabile.

Le dita dell'angelo scorrevano sulla sua pancia formando delle strade invisibili.

“Nostro figlio?”

Un piccolo sorriso sincero comparve, dopo quasi sei mesi, sul volto della giovane.

“Si, Cass...è tuo figlio.”

Con una mano ancora sulla pancia con l'altra cercò il viso della ragazza, lo voltò leggermente verso di lui e le loro labbra si unirono formando un unico essere, proprio come alcuni mesi prima, quando per la prima volta si erano baciati.

Questa era una rinascita. Una nuova vita. Per tutti e due.

Poi la ragazza si fermò, facendo una piccola smorfia seguita da un sorriso.

“Cosa c'è? Stai bene?” Si allarmò Cass.

Lei senza parlare prese la mano dell'angelo, la mise sopra al suo ventre gonfio.

Un piccolo piedino scalciò di nuovo e per la prima volta Cass sentì suo figlio muoversi.

Le lacrime gli inondarono gli occhi.

Lei lo guardò.

“Si, sto bene...” sorrise “Ora, sto bene.”

Fu lei questa volta ad abbassargli il viso verso il suo e a baciarlo fino a che non fu quasi l'alba.

   
 
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