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Autore: SexyJames    19/08/2012    8 recensioni
Chi cerca di sbarazzarsi della solitudine e del dolore di una perdita, chi prova ad allontanarsi da se stesso e dai sentimenti per adempiere al proprio dovere, e chi cerca il controllo assoluto sul prossimo per sentirsi onnipotente.
Un ragazzo terreno con un dono speciale, un essere glaciale ed introverso deve proteggerlo, e proteggersi, dal tentativo di schiavitù forzata da parte di un popolo meschino e assetato di potere. Riuscirà ad evitare la guerra che sta aggirando da secoli, o ci andrà inconsapevolmente incontro per amore?
[ Adommy ]
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non ci sono Dei
Non ci sono Angeli
Non ci sono Diavoli
Non ci sono Demoni
Non c'è Paradiso e non c'è Inferno
...... ci sono solo mondi diversi, in silenziosa lotta.

***

Chi cerca di sbarazzarsi della solitudine e del dolore di una perdita, chi prova ad allontanarsi da se stesso e dai sentimenti per adempiere al proprio dovere, e chi cerca il controllo assoluto sul prossimo per sentirsi onnipotente.

Un ragazzo terreno con un dono speciale, un essere glaciale e introverso deve proteggerlo, e proteggersi, dal tentativo di schiavitù forzata da parte di un popolo meschino e assetato di potere. Riuscirà ad evitare la guerra che sta aggirando da secoli o ci andrà inconsapevolmente incontro per amore?

***

La Seduzione del Diavolo


" Capo, abbiamo qualcosa per lei. "
Puntò i suoi grandi occhi scuri come la pece verso uno dei suoi generali, che aveva appena avuto la sfortuna di trovarlo in uno dei suoi soliti giorni 'no'. Giorni che duravano da secoli e che non volevano dargli pace. Seccato gli fece un gesto con la mano, ordinandogli indirettamente di avvicinarsi alla scrivania. Il generale continuando a tenere la testa bassa chiuse la porta dietro di sé, avvicinandosi. " Cosa aspetti a parlare? " Alzando un sopracciglio lo inchiodò con lo sguardo, intimidendolo poi con la sua voce gelida e pungente. " I nostri infiltrati sulla Terra hanno trovato qualcosa di interessante. "
" Qualcosa che può interessare anche a Lui? "
" Si, capo. Qualcosa di cui non è a conoscenza, altrimenti l'avrebbe già presa. "
" Ripeto, cosa aspetti a parlare? Non ho tutta l'eternità da dedicarti "
" E' un ragazzo, umano. Qualche giorno fa mi è stato detto dalla legione di questa luce intensa e luminosa che si aggira nella notte Californiana, sono andato a verificare di persona, ed è  un'anima pura, Signore. Ho provato a farlo corrompere e sedurre, ma la sua luce è troppo intensa. Era troppo accecante per i nostri occhi abituati alle tenebre. Non possiamo avvinarlo, solo a lei e al suo destro è possibile. "
"Cosa mi assicura che non è uno dei soliti giochetti per attirarci e dimezzarci? Perché dovrei rischiare i miei uomini e me stesso per un ragazzino, per di più terreno?"
" Il ragazzo si aggira per i club da solo, attirando come falene milioni di spiriti. Non è protetto da nessuno, e lei sa meglio di noi quanto tengono a quello che considerano loro, da questo deduco che non siano ancora arrivati a lui. " Il generale stava parlando con un insolito tremolio nella voce, capì immediatamente che gli stava nascondendo qualcosa. " Mi sembri un po' spaventato caro Fleuretiy, cosa non mi stai dicendo? "
" Il ragazzo ha un nome Biblico, il nome del primo uomo creato sulla Terra. "
Si alzò dalla poltrona sul quale era seduto, dirigendosi verso la libreria. Prese il vecchio libro di sua madre, quel libro che suo padre non avrebbe mai dovuto trovare, quel libro che non avrebbe mai dovuto tenere. Era troppo pericoloso per il suo popolo. Lo aprì, andando direttamente all'indice dei capitoli, dopo il nome di sua madre ora compariva il nome del ragazzo, con accanto una breve e concisa descrizione: Curatore di Anime. Non apriva quel libro da secoli, aveva smesso di leggere le storie di quelle persone speciali, che spesso erano state usate contro il suo popolo, da quando aveva quasi perso il suo mondo. Nessuno gli aveva mai spiegato come fosse possibile che un libro si aggiornasse da sé, ma come aveva imparato da molto tempo, è meglio non fare domande quando non si vogliono sapere le risposte. Però, notò una cosa strana, dopo il capitolo del ragazzo, che ancora non era stato scritto, era apparsa la parola 'Fine'. Era l'ultimo umano con un dono speciale? " Potrebbero usarlo per uno dei loro scopi. "
Sapeva con certezza che il generale aveva ragione, ma la vita di un giovane innocente non valeva lo scoppio della guerra che stava cercando di tenere latente da quando la sua famiglia era stata distrutta. " Non posso rischiare, non un'altra volta"
" Si sta arrendendo prima di iniziare, Signore? " I suoi occhi neri divennero rossi come il sangue, in un attimo inchiodò il generale delle legioni al muro, artigliandogli la gola con le sue lunghe e affilate unghie." Come osi parlarmi così? "
" Mi dispiace, Signore. E' stato Astaroth a spingermi a fare questo, sta già sorvegliando il ragazzo " Lo fece volare pesantemente contro la parete opposta, ricomponendosi un attimo dopo. " Alzati. Tenete sotto controllo la zona ma non intromettetevi nelle mie cose, andrò  ad incontrarlo di persona "
Il generale si mosse velocemente, chinando il capo in segno di resa e obbedienza davanti al suo signore, per poi dirigersi verso la porta. " Fleuretiy? "
Lo richiamò, mettendo in chiaro la sua posizione di Imperatore. " Ricorda che sono io il vostro capo, devi seguire solo ed esclusivamente i miei ordini. Non provare mai più a metterti contro di me. Ora va "

"Certo mio Signore, non succederà più "

***

Poche ore dopo camminava sotto la notte losangelina, illuminata da quelle miriadi di stelle che aveva sempre trovato affascinanti e che nel suo mondo non esistevano. " Essere il duca del mio impero non ti da la libertà di spingere contro di me i miei generali. " Individuò facilmente il suo fidato destro, che lo stava aspettando davanti ad un night club. Il duca, nonché suo migliore amico da millenni, gli sorrise apertamente " Signore, vedo che le mie vecchie tattiche funzionano ancora. "
" Astaroth, non cercare di tirare fuori le mie debolezze, sai come va a finire "
" Non voglio farti del male, sarei venuto a parlarti di persona, ma avevo paura di lasciare il ragazzo. Devi vederlo, è inebriante. In un primo momento non credevo fosse possibile, ma è anche più celestiale di Heaven. " Sussultò un po' alla spensierata menzione del nome di sua madre. Era passato molto tempo da quando aveva tradito suo padre e li aveva lasciati soli, causando un vuoto incolmabile nei loro cuori, ma il rancore e la rabbia che avevo provato verso di lei dopo tutto quello che era successo inseguito al suo abbandono erano ancora presenti. Cercò di non darlo a vedere, buttando la conversazione sullo scherzo. " Seriamente, celestiale? "
" Ops! Ho usato il termine errato. Lo sai, non sono bravo con questa nuova lingua umana "
" La parli da secoli "
" Stasera siamo puntigliosi, eh? " Il duca lo spinse giocosamente con una spalla, spostandolo di qualche centimetro.
" Anche se siamo su suolo straniero nessuno ti da il permesso di parlarmi così. "
" Niente libertà, niente permessi, niente chiacchiere. In questo momento mi sembri Lui "
" Idiota " Ricambio la spinta giocosa di poco fa, ricevendo un sorriso raggiante da parte dell'amico. Era un sorriso pieno d'affetto, uno di quei sorrisi che riempiono il cuore, che ti fanno sentire amato, ma lui un cuore forse non lo aveva più. Le emozioni non facevano più parte della sua vita. Non poteva permetterselo, non aveva nessuna intenzione di finire come suo padre.
" Il ragazzo lavora qui. Nelle ultime due sere è tornato a casa da solo e fortunatamente non c'è stata nessuna interferenza dall'alto "
" Bene, lo osserverò per un po' "
" Vuoi che rimanga con te? " L'amico lo guardò con insistente preoccupazione, cercando di farlo cedere un minimo. Gli sparò uno sguardo deciso, ordinandogli con gli occhi di sparire dalla sua vista. " Va bene, va bene. Tranquillo. Ma rimarrò comunque nei paraggi, sai come chiamarmi sei hai bisogno di me. Stai attento "
Il duca con un ultimo sguardo preoccupato lo lasciò entrare in quel locale, sentendo dentro di sé uno strano presentimento. Qualcosa di pesante era nell'aria, e non riusciva a capiva se era solo una sensazione o uno dei loro nemici era più vicino di quanto pensassero.


          


Era stanco, sfinito dal quel lavoro che tutte le notti lo privava delle sue forze. Amava essere un performer, cantare e giocare a travestirsi, come si diceva spesso per tirarsi su di morale a dispetto del giudizio ignorante delle persone, ma farlo per anni e anni interi, senza sosta e senza avvicinarsi nemmeno di poco all'obiettivo della sua vita, lo stava privando del suo spirito. Faceva male. Lentamente stava trascinando le sue gambe appesantite dalla stanchezza verso il suo minuscolo appartamento, il trucco gli ero colato intorno agli occhi e lungo il viso, poteva persino vedere i milioni di piccoli glitter scintillanti che stava lasciando dietro di sé. Ancora una volta non era riuscito a trattenere la sua frustrazione, prima di lasciare il locale l'aveva sfogata piangendo amaramente tutta la delusione che provava verso se stesso. La strada era buia e silenziosa, non aveva mai avuto paura prima d'ora, ma quella sera c'era qualcosa di diverso nell'aria. Quella notte gli sembrava diversa. Sentiva una strana presenza dietro di sé, sperava solo che non fosse qualche maniaco o qualche omofobo in cerca di divertimento, nello stato in cui si trovava non era sicuro di riuscire a difendersi. Velocizzò i passi, finendo per attraversare il vialetto del suo palazzo in poco più di dieci minuti. Sospirò vistosamente, grato di essere fuori pericolo, quando un leggero movimento dietro le sue spalle lo immobilizzò. Un gelido soffio sul collo lo fece rabbrividire, facendogli bruciare la pelle con intensità. " Ma che diavolo ... ? " Senza indugio si voltò, in un primo momento non riuscì a scorgere nulla, ma stringendo gli occhi per guardare nell'oscurità si accorse di una piccola figura al di là della strada, appoggiata ad una macchina. Il suo cuore cominciò a pompare freneticamente il sangue nelle vene, facendolo sentire stordito per un secondo. Ma quando vide la figura scostarsi dalla macchina e dirigersi verso di lui riprese il controllo su se stesso, correndo verso il portone e cercando di aprirlo. Le sue mani erano sudate, tremavano, poteva anche sentire le pulsazioni del suo cuore dentro la testa che lo confondevano. Sfortunatamente le chiavi gli caddero a terra, e prima che potesse abbassarsi a riprenderle delle lunghe ed eleganti mani lo fecero per lui. Spalancò gli occhi dalla paura, ora era nei guai. Alzò lo sguardo e vide gli occhi più profondi che avesse mai visto fissarlo con curiosità. Era un ragazzo, un giovane esile uomo dai lineamenti affilati, il naso perfetto e i capelli biondi asimmetrici. Era vestito completamente di nero, la sua figura era così avvolta dal mistero da farlo sembrava quasi pericoloso.
" Scusa se ti ho spaventato, a volte so di essere un po' raccapricciante " Ma la voce del bel ragazzo arrivò limpida e giovanile alle sue orecchie, non incutendogli più molto terrore. " Oh, emm, si ... mi hai messo un po' di paura, non è la prima volta che qualcuno mi arriva alle spalle in questo modo " Non capì perché, ma la sua paura sparì immediatamente. Il sorriso schivo che il ragazzo gli stava rivolgendo lo calmò. " Scusa " Il biondo gli sussurrò di nuovo le sue scuse, porgendogli lentamente le chiavi che aveva raccolto per lui. " Grazie " Aprì il portone del palazzo con calma, volendo assaggiare ancora per un secondo le sensazioni che quel misterioso ragazzo gli stava trasmettendo. Si girò di nuovo verso di lui, beccandolo intento a guardarlo con ... ammirazione? Da molto tempo non veniva guardato in quel modo " Cosa vuoi? " Sbottò quella domanda senza freni, non voleva essere sgarbato o invadente, ma voleva sapere cosa volesse da lui. Lo sguardo del biondo continuava ad essere caldo e intenso, gli accarezzava la pelle con intensità. " Ti ho visto al club e volevo solo dirti che sei meravigl- la tua voce è meravigliosa. "
Colse la gaffe del ragazzo e sorrise dentro di sé, quello sconosciuto dopo molto tempo gli stava facendo provare sensazioni quasi dimenticate. Un po' di orgoglio e apprezzamento verso se stesso, mescolato ad un pizzico di imbarazzo. " Beh, ti ringrazio " Vide il ragazzo sorridergli timidamente, cominciando a indietreggiare. In quel gesto però, percepì un po' di tristezza, che fece prendere il sopravvento al suo animo premuroso e attento." Mi dispiace, ti chiederei di salire ma ci siamo incontrati solo ora e - "
" Non ti preoccupare " Il biondo si girò velocemente, allontanandosi. Si morse il labbro inferiore con forza, non voleva che andasse via, ma non poteva nemmeno rischiare la vita in quel modo. L'aveva appena incontrato, poteva benissimo essere un serial-killer. Mentre le sue emozioni contrastanti si dibattevano tra loro riuscì a trovare una soluzione. Lo raggiunse e prendendolo dolcemente da un braccio lo girò verso di sé. " Umh, potremmo incontrarci domani sera al club, se ti va ... " Vide emozioni indecifrabili attraversare gli occhi del ragazzo, almeno fin quando non strappò gelidamente il braccio dalla sua presa e camminò velocemente lontano da lui. In un primo momento rimase interdetto dal quel cambiamento improvviso, ma subito dopo, come al solito, si arrabbiò con se stesso. - Sono sempre il solito dannato idiota. Mi preoccupo persino di non fare la merda con gli sconosciuti e categoricamente sono loro a farmi sentire inadeguato. Sempre - Entrò in casa sbattendo violentemente la porta. Quel ragazzo l'aveva visto al club, lo aveva seguito, facendolo quasi morire di paura, fatto sentire desiderato con il suo sguardo caldo e il suo sorriso ambiguo, e poi lo aveva scaricato come un fallito. Aveva ragione il suo capo quando gli ripeteva in continuazione che la sua ingenuità avrebbe ucciso tutte le possibilità che aveva di iniziare finalmente una vita migliore. Quella notte si addormentò con gli occhi scuri e passionali del suo straniero nella mente, sentendo di aver trovato qualcosa di nuovo che lo avrebbe motivato, facendolo continuare a lavorare in quel locale privo di speranze e opportunità. Promise a se stesso di non mollare, la vita doveva avere in serbo qualcosa di buono anche per lui. Glielo doveva da molto tempo.





Entrò nel locale attirando un sacco di sguardi, molti uomini gli si avvicinavano cercando la sua attenzione, ma lui li ignorò tutti poco garbatamente, attirato immediatamente dalla luce avvolgente di quel dolce ragazzino impaurito. Ieri sera era rimasto scioccato, privato dalla sua solita arroganza appena i suoi occhi e i suoi sensi erano entrati a contatto con l'umano. Gli era persino dispiaciuto sorprenderlo così all'improvviso, spaventandolo. Era così puro, luminoso e premuroso da essersi sentito sporco e indegno accanto a lui, in confronto ai suoi cristallini occhi blu. Ma oltre quella luce naturale che circondava la sua anima poteva vedere la stanchezza del suo corpo, la progressiva perdita delle speranze e della poca forza che ancora aveva nel suo essere.

Lo vide al bar, solo, seduto su un alto sgabello con di fronte un drink colorato. Le sue lunghe gambe erano avvolte da un pantalone di pelle strettissimo e il suo ampio petto era nudo, lasciando davvero niente all'immaginazione. Avvicinandoglisi poté anche notare i suo capelli neri come la mezzanotte senza luna tirati indietro con il gel e arricchiti da una quantità improponibile di glitter colorati. Gli si sedette accanto, ordinando una birra e cominciando a fissarlo intensamente, pensando di trovarsi accanto alla cosa più bella che avesse mai visto. Sembrava irreale, non aveva mai incontrato niente di più bello, in nessuno dei tanti mondi che aveva visitato. Vide i suoi occhi girarsi a guardarlo e indursi immediatamente. Sogghignò a quella vista, il ragazzo era divertente, avrebbe sicuramente fatto fatica a farlo cedere per portarlo con sé volontariamente. " Ciao " Lo salutò con arroganza, iniziando a percorrergli il corpo con gli occhi, facendolo innervosire.
" Se stai cercando una prostituta hai sbagliato persona. " La voce del moro era oltraggiata e provocatoria, scossa da un tremolio lussurioso che avrebbe fatto arricciare le dita dei piedi di chiunque. Il suo ghignò si palesò vivacemente, e posando l'attenzione sulle labbra morbide e lentigginose del ragazzo bevve un sorso dalla birra che aveva ordinato. " Non ho bisogno di pagare per trovare un po' di compagnia. "
" Bene, i miei occhi sono qui " Sentì le dita smaltate di nero del moro afferrargli la mascella e alzargli il viso. Il suo sangue ribollì furiosamente nelle vene, come si permetteva a prendersi tutta quella libertà con lui? Se fossero stati soli gli avrebbe fatto perdere tutta quella intraprendenza. Fulmineamente gli avvolse il polso in una morsa stretta, bruciandogli la pelle pallida e delicata. " Non toccarmi mai più così all'improvviso. " Gli occhi blu del ragazzo si allargarono con stupore prima di scappare lontano, molto velocemente. Scosse la testa prendendosi a calci mentalmente, doveva proteggerlo e fare in modo che si fidasse di lui, non spaventarlo.

Dopo circa quattro birre sentì una voce prepotente risuonare per tutto il locale. La sua voce. Lo vide sul palco, sicuro di se stesso, luminoso e provocante nel suo abbigliamento composto da quegli unici pantaloni aderenti. Sentì tutta l'essenza della sua anima arrivare alle persone, dando calore e sicurezza, facendoli sentire consapevoli di loro stessi, spingendoli ad accettarsi per quello che erano e non vergognarsene. Automaticamente pensò al suo mondo, pensò a quanto fosse immerso nel buio, umido e pericoloso, pensò a come facesse sentire gli essere umani che si lasciavano sedurre. Venivano avvolti da un calore intenso che brucia esattamente come quegli amori passionali che ti distruggono e consumano da dentro. Il suo popolo prendeva gli umani appunto per quel motivo, con le sensazioni che i terreni provavano accanto a loro nativi di quel posto lussurioso e libertino capace a dare solo piaceri fugaci potevano riempire il vuoto che li caratterizzava dalla nascita. Lui stesso non faceva altro che sentirsi costantemente svuotato da qualsiasi emozione positiva. Millenni passati a sentirsi gelido e solo, per poi rischiare se stesso grazie a un ragazzino terreno di cui l'essenza poteva diventare una dipendenza forzata? Non sarebbe accaduto. Doveva aggirare le sue stupide debolezze e non perdere di vista il proprio compito, per il suo popolo.

***

Per quanto quel ragazzo fosse bello, misterioso e seducente un po' lo inquietava, e al tempo stesso incuriosiva. Lo aveva toccato ingenuamente, senza pensarci, non aveva pensato che potesse dargli fastidio. La sua reazione era stata così immediata e furiosa da farlo sentire quasi in colpa. Si, quasi. Era stanco di essere abbordato da ragazzi carini e interessanti solo al sesso, voleva qualcosa di più, molto di più. Forse era sciocco cercarlo in un incontro così strano e sinistro, ma quell'esile biondino gli sembrava perduto, in cerca di qualcosa. Forse stavano cercando la stessa cosa, e forse avrebbero potuto trovarla insieme. Camminando velocemente verso il camerino pensò a quando fosse pazzo e ridicolo pensare quelle cose sul primo culetto interessante che gli era capitato davanti. Entrò nella stanza buia, accendendo subito la luce e trovando l'oggetto dei suoi pensieri svaccato sul divanetto.
" Maledizione, mi spunteranno i capelli bianchi per colpa tua. Cosa diavolo ci fai qui e chi ti ha dato il numero del mio camerino? " Il risentimento che provava per la reazione del biondo si scatenò nelle sue parole, infiammando il suo caratteraccio, ma il secondo dopo aver catturato i suoi occhi sparì in un baleno. L'imperatore lo stava guardando ancora con quello sguardo che riusciva a bloccargli il respiro, questa volta però senza il suo sorriso schivo che gli abbelliva il viso. Gli si avvicinò lentamente, piazzandoglisi davanti. " Sono stanco e non posso perdere le mie ultime energie così, cercando di capire cosa vuoi da me. Dimmelo, per favore. " Sussurrò quella frase con estrema calma, trasmettendogli tutta la sua stanchezza. Il biondo si alzò in piedi, rubando la breve distanza che era rimasta tra loro. Portò una delle sue mani affusolate ed eleganti al collo del cantante, proprio sotto la nuca, tirandolo leggermente verso di sé. Pressò strettamente i loro corpi uno contro l'altro, rubandogli il respiro. Il moro in un primo istante sentì un gelo aggressivo intorpidirgli i sensi che il secondo dopo trasformandosi in un intenso calore gli infiammò ogni centimetro di pelle. " Chi ti ha detto che puoi toccarmi? " Lo prese dolcemente in giro, soffiandogli quella domanda sulle labbra.
" Posso fare e prendere quello che voglio. E in questo momento voglio te "
Percepì nettamente la tristezza che riempiva la voce dell'altro, capendo che in realtà gli stava urlando ciò che gli era sempre stato negato, o semplicemente ciò che aveva sempre negato a se stesso. L'amore. Legò il suo sguardo cristallino al suo più scuro e seducente. E infine, annullando il vuoto tra le loro labbra, imprigionò la bocca del biondo alla sua. Il bacio fu passionale, ardente e impetuoso, con un retrogusto di dolce piacere condiviso da entrambi. Il piacere di condividere qualcosa di così forte e intossicante con qualcuno che provava e voleva esattamente le stesse cose. Il secondo bacio, che questa volta iniziò il biondo, se possibile crebbe di intensità, trascinandoli in un vorticoso spirale di sensazioni e desideri capaci di far perdere loro l'autocontrollo. Il moro, completamente avvolto dall'appassionata irrazionalità che lo stava comandando, si ritrovò sdraiato sul divanetto, con quell'esile straniero sul suo girovita, ora intento a leccargli lascivamente il collo. Senza ricordarsi della reazione che il ragazzo aveva avuto al contatto improvviso di qualche ora prima portò una mano sul suo sedere magro, spingendolo contro di sé. L'altra mano volò sicura tra i suoi capelli biondi, tirandoli, forzandolo a staccarsi dal suo collo e portare di nuovo le loro bocche l'una contro l'altra.
La reazione del biondo non tardò ad arrivare " Ti ho detto di non toccarmi così " Gli bloccò di nuovo il polso, accarezzandogli le labbra lentigginose con le sue, facendogli sentire un piacere bollente che non sarebbe mai riuscito a dimenticare. " Se non vuoi essere toccato allora puoi giocare con te stesso come ti pare " 
" Mmm.. al mio piccolo ragazzino piace guardare. "

" Anche se fosse me lo permetteresti? " Gli fece quella domanda con imbarazzo, evitando il suo sguardo buio. " Non credo " Il ragazzo improvvisamente si alzò dal suo grembo, dirigendosi con passo sicuro verso la porta. Lo seguì con lo sguardo, deluso dalla piega che aveva fatto prendere a quello che stava succedendo tra loro. Come al solito non aveva tenuto la bocca chiusa e aveva rovinato quello che avrebbe potuto allontanarlo, anche se per poco, dalla sua triste realtà. Era un fallito, per di più sfigato. Non era nemmeno capace di tenersi l'attenzione di un bel ragazzo che diceva di volerlo. Un bel ragazzo che ora lo stava lasciando solo con se stesso, di nuovo.

" A presto, Adam "

***

Uscì dal locale, trovando il suo migliore amico lì ad aspettarlo, pronto ad una delle sue solite ramanzine invadenti. " Hai l'odore del ragazzo addosso "
Sospirò, sentendo un peso sul petto. Poteva ancora percepire sulla pelle l'intensità dello sguardo malinconico con cui Adam lo aveva trafitto non appena si era allontanato da lui. " Non annusarmi, è ripugnante "
" Hai il fottuto odore di quell'umano addosso. Lo sapevo che ti avrebbe agganciato subito, è troppo perfetto per te. Potrebbe finalmente far sparire quell'atteggiamento burbero che hai da sempre. " Le espressioni che il duca faceva mentre parlava sarebbero risultate buffe a chiunque, strappando sorrisi divertiti di qua e di la, a lui invece innervosivano, lo rendevano irrequieto. O erano le sue parole a farlo?
" Stai zitto, sto solo pensando al mio impero "
" Certo te lo scopi a favore del popolo, certo " Storse un po' il naso a quella cruda affermazione, non era così cattivo. Beh, forse si, ma non aveva mai compiuto bassezze di quel tipo. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, specialmente non ad una persona come Adam. " Non me lo sono scopato, come dici tu "
" Allora prendilo e portalo via, solo così non potranno trovarlo. "
" Lo sai che non è così semplice, non posso farlo, per quanto io sia cattivo e temuto non sono così. Non sono come Lui, non rubo le scelte delle persone. "
" Quindi? Lo farai innamorare di te e lo porterai nel nostro mondo di sua spontanea volontà? Sei sicuro si riuscirci?"
" Lo proteggerò, farò in modo che si fidi di me. Quel ragazzo è affascinato dal proibito, è in cerca di una scappatoia. Non sarà difficile fargli credere quello che vuole vedere, non con i poteri che possiedo. "
" Stai attento a non farti male, Thomas " Il suo amico gli mise una mano sulla spalla, stringendogliela un po'. Era sempre stato così tra loro, si erano sempre appoggiati e fatti forza a vicenda, anche se si divertivano a punzecchiarsi continuamente. " Non cominciare a chiamarmi così "
" E' il tuo nome. "
" Isaac, sparisci immediatamente "
Con un'occhiataccia delle sue lo fece fuggire, senza però incutergli nemmeno un pizzico di terrore. Isaac non si era mai sentito intimorito dalla sua autorità, obbediva ai sui ordini quando si trattava di difendere il regno, ma quando erano loro due, Isaac e Tommy, non c'era nulla che potesse fargli fare un passo indietro. Si conoscevano da sempre, più che amici erano come fratelli. Avevano passato di tutto insieme, ed era proprio per quello che il moro stava cercando di far salire a galla le debolezze dell'altro. In realtà, sapeva benissimo che non doveva spingerlo nelle braccia di quell'umano, non era proprio una buona idea, non dopo i guai che avevano passato a causa di persone come Adam. Ma dopo millenni passatogli accanto, vedendolo sempre rinchiuso nella sua solitudine per non finire come suo padre, era stanco. Stanco di vederlo soffrire per qualcosa di cui non era stato responsabile, non era stata colpa sua. Ed ora si meritava anche lui un po' d'amore.



Sorpresaaaaaaaa :D
Ho iniziato a scrivere questa storia a novembre\dicembre 2011 e la pubblico solo ora, si. LOL
Ovviamente sono sempre molto veloce ahah

ci tengo molto eh *-* spero ve ne innamoriate!
Fatemi sapere cosa ne pensate, baciii :3
   
 
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