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Autore: SailorDisney    20/08/2012    0 recensioni
Il cuore di Jessie sussultò per un attimo. Odiava profondamente quando lui l’abbracciava così, senza pensarci. Senza rendersi conto che per lei era molto di più di un gesto da fare senza riflettere.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buzz Lightyear, Jessie, Woody
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gnew…gnew..gnew…

L’astronave di cartone volteggiava.

Ptump

Colpi ben piazzati partivano dalle piccole dita della mano di Bonnie. Meglio di qualsiasi arma nella realtà.

“Non hai scampo malvagio dottor prosciutto!” esclamò la bimba portando le mani di Woody sui fianchi.

La fantasia di Andy era stata trasmessa adeguatamente attraverso i suoi amati giocattoli. Bonnie amava creare mille storie incredibili rendendo vivi, anche se per poco, i suoi adorati compagni di avventure…
Pian piano le immagini negli occhi di Bonnie, diventavano reali. I giocattoli prendevano vita, nel suo fantasioso sguardo di bambina. Nessuno era più di pezza, o di plastica. Quelle storie erano più reali che mai… per Bonnie, come per ognuno di loro.

“Come ti sei permesso? Credevi davvero di poter rapire il mio vice-sceriffo?” chiese Woody come un cavaliere senza macchia e senza paura.

“Ah-ah-ah! Non mi prenderai mai.. hai mai sentito parlare di cavalli turbo veloci?!” rispose Hamm tenendo fra le mani un telecomando. L’interruttore su di esso fu portato su ON e.. da una gabbia di metallo, uscì scalpitando Cono di Panna che prese al volo Jessie portandola lontano per sfuggire allo sceriffo.

“Non credo proprio…” Woody si portò le dita alla bocca, emettendo un fischio molto potente.
Bullseye arrivò in men che non si dica. Woody fece un balzo, saltando a cavalcioni sul suo destriero e rincorrendo il malvagio unicorno del malvagio Hamm.
Non appena lo raggiunse, intimò Bullseye di avvicinarsi in corsa. Woody spiccò un salto e… arrivò su Cono di Panna afferrando Jessie, svenuta e inerme e caricandola sulla sua spalla.

“Non temere Jessie. Ti porterò in salvo!” Woody salì in piedi sul cavallo barcollando e tornò saltando sul suo Bullseye, lasciando che il bianco manto di Cono di Panna si perdesse nei meandri desertici.

“Jessie.. va tutto bene?” chiese lo sceriffo piegandosi su di lei.

“S-si Woody! Tutto grazie a te!” rispose lei colma di gratitudine.

“Beh.. allora adesso io..” lo sceriffo arrossì leggermente avvicinandosi al suo viso.

 
“BONNIE!!! E’ ARRIVATA LA NONNA!!!” gridò la mamma della piccola, dal pianterreno.

“Uff… proprio adesso.” La bimba sbuffò, lasciando i giocattoli a terra, ed uscì dalla stanza.
 
Si sentì la voce di Slinky in lontananza: “…Via libera!”

Jessie era ancora fra le sue braccia.

“Uhm..ehm…” arrossì esageratamente.

Woody non riusciva a lasciarla. Ma tutti prendevano pian piano vita.

“Ehm..” Woody si allontanò staccando la presa delle sue mani dalle spalle di lei. “Eheh..” rise nervoso. “Che avventura.. avvincente, eh?!” si toccava la testa.

“Ottimo lavoro, cowboy.” Disse Buzz avvicinandosi improvvisamente dando una pacca sulla spalla all’amico.

“Oh, Buzz. Grazie..” rispose lui, con un filo di voce.

Jessie non riusciva ad aprir bocca. E pensare che se la storia fosse continuata forse..

“Jessie, stai bene?” Buzz passò una mano davanti ai suoi occhi.

“Ma certo! Sono solo.. frastornata.. ehm.. Ehi!!!” Jessie gridò con la sua solita voce mascolina e possente. “Cono di Panna!! Ti sembra il modo di galoppare quello!??! Mi è venuto il mal di mare!!” e con questa scusa, si allontanò dai due. Non riusciva proprio a resistere un minuto di più in loro compagnia, o almeno.. non contemporaneamente.

“Ma cosa diavolo credevi di fare Jessie…” si ripeteva la bambola, con la testa fra le mani. Non era mai stata capace di ragionare con lucidità quando si trovava sotto pressione. E adesso, non si era mai sentita così.. confusa.

Improvvisamente si sentì sfiorare il fianco destro. Un flash. Nella sua testa comparve il viso di Woody. Si voltò di scatto e…

“Jessie, va tutto bene? Sei strana ultimamente..”
Era Buzz. Cercava di avvicinarla a sé, con i modi più teneri di un giocattolo timido.

Jessie non rispose. Era ancora sorpresa, non dal fatto che non ci fosse Woody a consolarla. Ma che lei avesse potuto davvero sperare con tutta se stessa, che ci fosse Woody. Cominciava a capire molte cose, che la sorprendevano sempre di più.

“Mah.. Io.. Strana? No.. sul serio, sono solo eheh..stanca. Non eravamo abituati a giocare così, ecco tutto.”

mentì. In realtà erano anni che desiderava sentirsi di nuovo stretta fra le mani divertite di un bimbo. Calarsi nei panni di una cowgirl temeraria, quale era. Eppure, non riusciva ad essere sincera con Buzz. E poi.. come avrebbe potuto? Non sapeva nemmeno lei cosa pensare.

“Jessie..” Lui le afferrò le mani. “Ricordati che io ci sono sempre per te.. non posso vederti stare male. Se hai qualche problema, non esitare a parlarmene.. sai quanto io sia.. legato a te.” Le accarezzò la guancia, poi la guardò fisso negli occhi. Forse in attesa di qualcosa. Un cenno, Jessie, almeno un cenno.

Lei rimase ferma. Sentì qualcosa fremere dentro di lei ma.. non capiva bene cosa fosse. Non era il cuore, no. Era più giù, come un vuoto. Eppure, di organi non se ne intendeva. Ma era come se non avesse mangiato per giorni e la fame fosse venuta improvvisamente, provocando una specie di nausea, che la mangiava da dentro. Che diavolo era? Una specie di senso di colpa, si. Ecco, un senso di colpa.

“Buzz io…” avrebbe voluto dirgli un semplice grazie e andarsene, ma.. vedeva i suoi occhi speranzosi e amorevoli. E le scappò un sorriso. Gravissimo. In quella circostanza, voleva dire molto di più che grazie. Significava più “Ti sono riconoscente per ogni singola parola e …
Mentre la testa di Jessie era affollata di questi pensieri, lui si avvicinò lentamente ma con decisione e la baciò teneramente vicino alle labbra. Più come qualcosa di dovuto,  come qualcosa di cui entrambi erano debitori.

Poi si distanziò, la guardò, le sorrise timidamente, le baciò la mano e si allontanò. Jessie non riusciva nemmeno a muoversi, solo un piccolo rumore la distrasse. Woody uscì dal buio, da sotto il letto e le arrivò alle spalle. “Buonasera..” disse con una voce tra il divertito e l’inquietante.

Jessie sobbalzò, sentì dei brividi in tutto il corpo di plastica. “…eeh? W-Woody, ma.. mi stavi spiando, scusa?!” chiese con il suo solito tono indispettito e leggermente antipatico.

“.. ma ti pare? Passavo di qua e mi sono fermato a salutare la mia amica!” disse ridendo dandole una forte pacca sulla spalla.

“Dannazione.. Woody!!” gridò lei massaggiandosi la schiena  ma lui si stava allontanando.

… e lui si, aveva visto tutto. D’altronde non era la prima volta, ormai ci aveva fatto l’abitudine. Quei due si piacevano e di lì a poco avrebbero coronato il loro sogno d’amore. Era sempre rimasto in disparte a guardare in silenzio, non era mai riuscito ad intervenire. In fondo.. cosa poteva pretendere?

Woody dopo essersi allontanato, camminava a passo lento, guardando a terra. Era riuscito nuovamente a mentirle, giocare con lei fingendo che tutto andasse bene e…
“Waaaaaaaaaaaah!!!!!!”

Jessie gli saltò sulle spalle con un’irruenza degna di un elefante. “.. Pensavi forse di potertene andare così?! Senza pagarla?! Adesso, vedrai!!!” gridò lei tirandolo per il colletto, quasi strangolandolo tenendosi dai suoi fianchi con le gambe.

Woody stava per perdere l’equilibrio, ma invece la afferrò saldamente e cominciò a correre, fingendo di essere il suo destriero e nitrendo divertito.

“W-woody..!! Vai piano, ehi, vai piano!!! Finiremo col cadereeeeeeee…..!!!!”

Precipitarono entrambi a terra, Jessie arrivò a testa in giù contro la scrivania e Woody lì accanto con i piedi sulla testa. Si guardarono per un attimo e scoppiarono a ridere.

“Certo che.. non cresceremo mai, vero?” disse Jessie tornando in una posizione normale.

“Crescere? E perché dovremmo, scusa? La nostra unica responsabilità è quella di prenderci cura di Bonnie. E per quello serve tutto meno che.. maturità.” Disse lui spolverandosi e sorridendo.

“Già ma.. magari la maturità serve ad altro, a prendere decisioni importanti ad esempio.” Disse lei guardando per terra.

“Uh? Jessie ma di che stai parlando?” si voltò verso di lei.

“Eh?! Niente, niente!!!” rispose lei agitando la testa e arrossendo. “Eheh.. a testa in giù, le idee ti si annebbiano! Che ci vuoi fare?!”

“Ma tu ce l’hai sempre annebbiate.. mio caro vicesceriffo!” disse facendole la linguaccia.

“Ma come ti permetti?! Io…” lo guardò furiosa. Poi rise da sola.

“C-che hai da ridere?!” chiese il cowboy.

“Eheh… potremmo continuare per ore vero?!” disse lei non riuscendo a smettere di ridere.

“Anche per sempre.” Rispose lui serio.

Lei smise di colpo di ridere.

Lui la guardò per un attimo, fissa. Negli occhi. Ci si perse esattamente per un secondo. Poi fece un largo sorriso, infilò le mani nelle tasche dei jeans e si congedò.

Lei lo guardò allontanarsi, eppure anche se per poco, ci aveva creduto.
 
 
 
 
 
   
 
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