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Autore: Margarita98    21/08/2012    2 recensioni
Troppi problemi per una ragazza come Jennifer.
Sempre stata educata e rispettosa, ma la vita a volte gioca brutti scherzi, a tutti.
A soli 18 anni, Jen si sente soffocare e morire.
Una madre con il cancro, un padre bastardo, un ex coglione.
Vuole nascondersi, e si rifugia ad un hotel.
Lì incontrerà Nicolas, il ragazzo misterioso, con cui passerà solo due notti, e che poi rincontrerà in un altro stato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era tutto rimasto come di mattina l’avevo lasciato.

Le rose bianche poste sulla scrivania, comprate questa mattina, stavano già perdendo alcuni petali. Le mele rosse, come piacevano a lei erano ancora intatte. Guardai meglio, e vidi che la sua cena era ancora posta sul tavolo, ormai fredda.
Lei, era sdraiata sul letto bianco, con i tubi d’ossigeno che le invadevano la bocca. Aveva gli occhi chiusi, stava dormendo. M’avvicinai, le presi la mano e dolcemente gliela accarezzai, osservai il suo viso, vidi quella sua cicatrice fatta un tempo da me, involontariamente, lanciandole il telecomando che l’aveva presa dritta in faccia. Ripensandoci, quella sera mi venne un colpo, vedendo tutto quel rosso che le sporgeva dalla fronte, dal telecomando sporgeva un filo di metallo che nessuno aveva mai visto, e l’aveva tagliata.

Sorrisi, povera l’avevo fatta preoccupare tantissimo credeva che la cicatrice le rimanesse per sempre e invece era ormai piccola, nessuno ci faceva caso. Le baciai la guancia, un tempo rossa piena di emozione ed energia, ora era pallida, bianca cadaverica. Toccai i suoi capelli, non più morbidi come una volta. I suoi occhi s’aprirono lentamente, e mi fissò per qualche secondo inconscia, poi capì chi le stava davanti.

“Ehi piccola mia, che ci fai a quest’ora della notte?” pronunciò lei a fatica.

“Ciao mamma,avevo bisogno di te..”

Ricordai che non potevo raccontarle di quella scena vista qualche ore fa, le sarebbe venuto un colpo, i dottori dicevano che le erano rimaste qualche settimane di vita, se non con un altro intervento, ma al più presto possibile, e io volevo passarle tutto il tempo con lei, sino alla fine.

Mi limitai a dire “..Volevo vederti. -aggiungendo- Sai chi ho incontrato mentre venivo qui?.”

“Chi?.” rispose lei incuriosita.

“Quell’antipatico di Federico! Ma perché mai sarà venuto all’ospedale?.”

Lei cercò di ricordare il nome, sembrava che avesse un vuoto di memoria infine esclamò:

“Aah quel ragazzo!.. Giusto, quello moro e alto? non lo so, forse a visitare suo nonno, ho saputo che ha avuto un infarto..”

“ Si è quello.” dissi rapidamente. “Comunque davvero? mi dispiace per lui..” conclusi.

“Eh già, dalla morte non scappa nessuno, è già abbastanza anziano, insomma. Ma non parliamo di loro, sprecando il nostro prezioso tempo, giusto?.. Racconta un po’, cos’è successo?

Si vede dalla tua faccia che c’è qualcosa che non va..” m’osservò.

“Hai la tuta, questo vuol dire che hai fatto la tua corsa serale, ma non ti sei cambiata prima di venire qui, e questo non è da te, visto che adori farti il tuo bagno caldo dopo la tua corsetta, e poi..” guardò bene i vestiti.

“Sei tutta sporca di fango! cos’è successo amore?”

La guardai sorridendo, mi stupivo da come quella donna riuscisse a capire tutto di me, come mi conosceva bene, ma ora cosa inventavo?

“Emh, e che volevo vederti così tanto che ho deciso di prolungare la mia corsa verso l’ospedale e farti una visita, mi manchi tanto mamma!”
L’abbracciai e i miei occhi divennero umidi, finché una lacrima cominciò a sciogliersi nel mio viso..no.. No! Non potevo piangere, non di fronte a lei, avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava e io non potevo raccontarglielo, così cambiai discorso, asciugandomi le lacrime di nascosto.

“Ho visto che non hai toccato la cena..”
“Eh bhè non ho fame..” rispose lei.
“Mamma devi mangiare, così non avrai più forze! ti prego..”
“A cosa serve?! tanto morirò tra poco, non voglio continuare a soffrire, e sinceramente non mi và il cibo, e l‘ultima cosa a cui penso ora.” m’incolpò lei con voce brusca.

Non la vedevo cosi dispersa e arresa da molto tempo, non mi trattenei e le lacrime cominciarono a scorrere senza fine.
“Mamma non dire cosi! Forse c’è ancora una possibilità..” mi alzai e incominciai a camminare avanti e indietro frettolosamente per la camera.
“I dottori dicono che si può fare un’altra operazione, però in un altro paese, hanno proposto l’Inghilterra. Lì i chirurghi sono più bravi..”
“Jennifer..ho il cancro. E per ora ho già fatto tre operazioni, è inutile.”
“Io non mi arrendo! Nulla è inutile. Ora quando vado a casa..” mi bloccai.
Volevo dire che avrei guardato su internet e cercato qualcosa ma, io non avevo più una casa. Quella non era più la mia casa, non ci avrei mai più messo piede.

“Jen?..” m’interruppe fra i miei pensieri.
“Che stavi dicendo? Perché ti sei fermata?..”
“No, niente e che ora devo andare, a casa controllerò su internet ok? Ti voglio bene mamma.” Le diedi un bacio sulla guancia.

“Ah sì, ora chiamo Greta e la obbligo a farti mangiare qualcosa! Ciao mamy..!”
Lei rimase lì, non capendo niente, urlò un “Ciao!.”

E io uscì, chiudendo la porta. Chiamai Greta e le spiegai che mamma doveva mangiare.

“Certo, ci penso subito, buonanotte Jen!” rispose lei.
“Grazie, buonanotte anche a lei Greta.”

E a passo veloce scappai da quel ospedale.

 

                                                                                              ************

 

Guardai il telefono, era pieno di chiamate da papà, e un messaggio:


“Jen non è come sembra, ti prego torna a casa ti spiego tutto”.

“Non è come sembra?!” urlai ad alta voce.

Una coppietta che passò accanto a me mi squadrò e passò davanti.

Frugai nelle tasche, avevo lasciato a casa il portafoglio, quindi niente hotel. Sbuffai esausta.

Ah ma certo!

Presi il telefono, che avevo riposto in tasca, mi sedetti su una panchina del parco difronte l’ospedale e cercai nella mia rubrica qualcuno da cui poter passare la notte.

Andrea,Veronica, Sara, Elisabetta..no, nessuna di queste erano vere amiche da quei poter rifugiarsi.

Il telefono vibrò, un sms, Monica:

“Jen dove sei?! Tuo padre mi avrà chiamata mille volte, pensa che tu sia da me! Cos’è successo? Rispondi presto un bacio, Mony.”

Digitai frettolosamente:

“Posso venire da te oggi? ti spiego tutto.

P.S. non dire niente a mio..padre. ”

Lei rispose subito:

“Certo, ti aspetto, ma se tuo padre mi scopre mi fa fuori ha detto che se ho tue notizie di chiamarlo subito.”

Lessi l’sms, misi il telefono in tasca e incominciai a correre.

Monica abitava vicino all’ospedale,“che fortuna”, sospirai.

Raggiunsi la sua casa in pochi minuti e bussai.

Sentì “Arrivoo!” Monica si precipitò alla porta, i suoi erano in vacanza e quindi non dovevo dare spiegazioni a loro, visto che erano anche amici di famiglia.

Monica era un’amica d’infanzia, a cui raccontavo tutto e volevo tanto bene, frequentavamo le superiori insieme ed eravamo al quarto anno, il prossimo sarebbe stato l’ultimo.

La porta si aprì.

“Ehi bella, entra e racconta su, vuoi un tazza di the calda?”

“Si grazie..e se hai anche dei vestiti di ricambio visto che..” indicai i miei tutti sporchi e sicuramente non profumati.

“Oh cielo,che hai fatto? Certo, fruga pure nel mio armadio.”

Andai al piano di sopra entrai nella sua camera, la luce era accesa, il computer in standby, mi sedetti difronte a lui e digitai:

“Inghilterra chirurghi per il cancro.”

Trovai alcuni numeri che mi scrissi su un foglietto, poi andai all’armadio e presi un pigiama che Mony teneva per gli ospiti, entrai in bagno mi sciacquai il viso e il corpo infangato.

Misi i miei vestiti in lavatrice, e scesi di sotto.

Mony aveva finito di preparare il the, ci sedemmo sul divano in salotto.
“Allora, ti senti in grado di raccontare? O vuoi tempo? So che è abbastanza grave, l’ho percepisco dal tuo sguardo.”

“No, tranquilla Mony, mio padre è il solito bastardo, l’ho beccato con la nuova infermiera, Olga. A pensare che quella schifosa creatura era anche amica di mamma..” mi bloccai.

Certo, era amica di mamma solo per portarsi suo marito a letto.

“Mi fa schifo.” conclusi la frase dopo qualche istante.

“Sia lui che lei, soprattutto lui, quando mamma è in questa condizioni bisogna solo starle accanto, e non tradirla alle spalle, giuro che se le succede qualcosa per lui, sarà la sua fine.”

Monica mi guardava sbalordita, non sapeva che dire.

Aveva sempre ammirato mio padre, un uomo d’affari, affascinante e ricco. Invece eccolo, che lurida bestia.

Le avevo detto la verità su lui.

La sua reazione è stata del tipo:

“Wow, Jen mi spiace tantissimo..non so che dire, cosa fare, voglio aiutarti, tu per me ci sei sempre stata, dalla mia rottura con Riccardo alle litigate con i miei genitori …”

In effetti Mony litigava spesso con i suoi genitori, perché era testarda, e loro erano troppo severi sul fatto di “dormire fuori” ,

ma alla fine la lasciavano e ne approfittavano della sua assenza.

Nella mia famiglia tutto il contrario, mia madre ha il cancro, mio padre la tradisce, mio fratello è a Los Angeles sino a fine estate,

ed io eccomi qui, da sola, con la mia tazza di the.

“.. Jen, ricordati che io ci sono per te, e puoi contare su di me.” disse Mony sorridendo e dandomi un colpetto sulla spalla.

Io ero tra i miei pensieri a caddi giù dal divano.

“ Ehii! ” urlai.“Te la faccio pagare!”

Presi un cuscino e la buttai a terra. Incominciò una vera e propria battaglia a cuscinate, finché esauste, ci sdraiammo sul letto dei suoi genitori, bello grande e comodo.

“Grazie.” le sussurrai.

“Di cosa?” rispose lei.

“Perché sei una vera amica, e posso contare su di te, perché cerchi di non farmi pensare troppo alla mia famiglia, e non mi fai sentire sola, beh, grazie.” Le sorrisi.

“Oh, figurati, per te questo è anche poco, sto solo facendo il ruolo d’amica! ora dormi, buonanotte Jen.”

“Buonanotte.” le sussurrai, e calai nel sonno profondo.
 

 


Spazio d'autore. 


Bentornata gente!
Eccovi come promesso il capitolo 2.
Spero vi piaccia e come vedete ci sono più spiegazioni, di tutto.
Ovviamente non si sa ancora cosa farà la nostra Jennifer.
Rincontrerà il padre? Oppure qualcun altro?
Tutto questo, nel prossimo capitolo!
Aspetto qualche recensione!
Un bacio, Margarita.







 

 
  
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