Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Gelidha Oleron    22/08/2012    2 recensioni
Un'imbranata, mia sorella. La tipica ragazza che sopporta senza lamentarsi, che soffre in silenzio e che cova passioni segrete per individui con le vene sporche.
Mi divertivo all'inizio: insomma, vederla aspettare ansiosa alla finestra che lui tornasse a cavallo dopo la caccia e scoprire che aveva con sè anche la bella Cecilia, mi faceva sbellicare dalle risate! Ed era questa una scena che si ripeteva quasi ogni sera, a volte il signorino si fermava al ruscello di fronte per dare da bere al cavallo. E lo so, cazzo se lo so, che mia sorella in quel momento avrebbe fatto di tutto pur di uscire e andare a parlargli. Lo vedevo dai suoi occhi acquosi e delusi. Mio padre ovviamente non sospettava niente, ma solo io con la mia acutezza di spirito ne ero a conoscenza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hepzibah Smith, Merope Gaunt, Orfin Gaunt, Tom O. Riddle
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Mio padre ha lasciato mia madre quando ha scoperto che era una strega…”

"Capisco, Tom" cercò di consolarmi Horace Lumacorno "Ma questo non ha nulla a che fare con le Arti Oscure! Non c'è motivo per cui..."

"Approfondimento, professore"

Sospirò "Vuoi farmi credere che sono scopi puramente accademici?"

"Assolutamente. Ha imparato a conoscermi durante questi anni. Sa che non farei del male nemmeno ad una mosca"

Bevve una sorsata di idromele "D'accordo, Tom. Ti firmerò l'autorizzazione. Ma promettimi che non ci indugierai troppo"

"Promesso"

 

 

Sono nato il 31 dicembre 1926 a Londra, in orfanotrofio. Mia madre morì poco dopo avermi concepito.

La mia infanzia non fu delle più brillanti: litigavo con gli altri bambini, provocavo catastrofi, facevo succedere cose...la signora Cole mi puniva...

Sin dalla più tenera età ho cominciato a realizzare che bisognava mantenere una distanza di sicurezza tra me e il resto del mondo.

Ero diverso dagli altri bambini. E poi lo sono stato dagli altri ragazzi.

Io sono un caso a parte. Sono un essere unico.

La mia adolescenza fu ossessionata dalla ricerca delle Arti Oscure, le bramavo, le praticavo regolarmente: essendo un ottimo mago, riuscivo a far svanire facilmente le tracce, laddove fossero evidenti, con dei semplici incantesimi per la memoria.

 

All’epoca, la signora Hepzibah Smith era un'accanita cliente del signor Burke. Di tanto in tanto infatti, quest'ultimo mi mandava a trovarla nella speranza di estorcerle qualche spicciolo e, data la sua infatuazione nei miei confronti, non era un compito molto difficile. Certo, a volte esagerava. Ma io non lo davo a vedere. Mai.

"Perdonami, Tom!" ridacchiò "A volte dimentico che sei più giovane di me!"

"Il tempo non ha lasciato segni sul suo viso, non si preoccupi, Signora Smith" dissi sorseggiando il mio the.

Mi guardava ammirata, come se fossi un'attrazione da circo oppure un fiore di zucca molto prelibato. A volte faceva strane smorfie con la lingua. Ma forse si rese conto che me n'ero accorto poichè riprese tristemente "Dev'essere bella la gioventù! Io ne ho solo un ricordo sbiadito...quante stragi di cuori hai fatto con questo bel visino, eh, Tom?" mi passò una mano sul volto.

Sorrisi affabilmente "Non più di quante ne fa lei ogni giorno, signora Smith"

S'infervorò "Dai, andiamo! Non essere sempre così educato, rispondi sinceramente! A volte nella vita bisogna osare, sai..."

"Bè, sono sempre molto occupato con il lavoro"

"Uff! Lavorolavorolavoro! Io lo dico al signor Burke, che ti stanchi troppo! Guardati, sei pallido, sei magro, sei...sei..."

"Sto benissimo, signora Smith" tagliai corto "Sul serio"

Sembrò rassegnarsi ma poi riattaccò "Tra un po' è il mio compleanno, sai..."

"Auguri, signora Smith"

"Sarei così felice se tu potessi farmi un regalo..."

"Che genere di regalo, signora Smith?"

"Non so..." fluttuava attorno a me con un boa piumato sulle spalle "Tu che tipo di regalo mi faresti?"

"Le regalerei dei fiori, signora Smith" risposi con disinvoltura "Oppure una collana di perle"

"Oh, Tom!" esclamò con occhi sognanti "Sei sempre così gentile!" ma non sembrava del tutto soddisfatta "Non ti viene in mente nient'altro?"

"Una scatola di cioccolatini magari"

Sbuffò "Avanti, Tom! Sei proprio fuori campo! Possibile che non riusciamo a capirci?" si inginocchiò di fronte a me "Ti hanno mai fatto delle avances?"

"Mi perdoni, signora Smith. Ma questo cosa c'entra?"

"E dai, non fare il finto tonto! Delle avances!" mi prese le gambe e le aprì con fare meccanico.

Mi lasciai cadere la tazza di the, ma lei lo prese come un incidente.

"Bene, vedo che cominciamo ad intenderci" sorrise maliziosa.

"Sono desolato, signora Smith, ma..."

"Oh, frena quelle labbra suadenti, Tom!" mi ammonì con un dito mentre con l'altra mano risaliva su per la gamba...

"Sai, non credevo che saresti tornato a trovarmi dopo che ti avevo mostrato i miei tesori. Avevo paura che ti importasse solo di quelli"

"Signora..." premette le sue labbra truccate contro le mie e non potei fare a meno di arricciare il naso, mentre lei invece ci prendeva gusto.

Quando finalmente mi lasciò respirare, ripresi "Signora Smith, questo è un calo di controllo e responsabilità" le tolsi le mani dai pantaloni "Ne va del rapporto col signor Burke"

"Non m'importa un accidente del signor Burke! Se solo ti lasciassi andare, Tom..."

Sorrisi "Forse una cioccolata calda saprà sciogliermi"

S'illuminò "Davvero? Dici sul serio? Hokey! HOKEY! Hai sentito? Ci serve della cioccolata, qui!"

L'elfa domestica sfrecciò verso di noi con un vassoio traballante e ci porse due tazze.

"A Tom Riddle!" annunciò lei, emozionata.

"A Hepzibah Smith" ripetei io.

Fece un risolino "Chiamami Hep!"

"Va bene, Hep. Come vuoi"

Rise ancora "Adesso chiamami HepHep"

"HepHep" le sussurrai all'orecchio "La cioccolata si fredda" chiuse gli occhi e abbassò la testa. Le poggiai una mano dietro la nuca e la feci bere tutto d'un sorso.

"Tom..." teneva ancora gli occhi chiusi "Tom, fa male..."

"Cosa fa male, HepHep?"

"Tutto. Dentro. Cosa sta succeden...Tom..."

Intuii quando i suoi occhi furono chiusi per sempre, destinati a non riaprirsi mai più. ©

 

 

 

 

Ecco, forse quest’ultimo capitolo fa un po’ meno schifo del precedente perché la maggior parte di esso è stata abbozzata qualche anno fa…comunque sia, ecco qui! Ho completato la storia! xD So che non è il massimo, ma spero ugualmente che vi abbia fatto sorridere :)

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gelidha Oleron